Leggo su siti web e blog, anche autorevoli, di questa iniziativa a favore del risparmio energetico: Google, il motore di ricerca più usato, rimaneggiato e presentato tutto su sfondo scuro, sotto il segno dell’ecologia.
Il tutto parte da un assunto di base: i monitor del computer consumano molto meno quando visualizzano immagini scure.
Ora, a parte tutto, la cosa sta girando in rete da un pezzo, e si trovano ovviamente sia repliche negative sia dimostrazioni della veridicità dell’asserito.
Data la mia natura di tecnico rompiscatole (il termine giusto sarebbe in romanesco, e poco “presentabile”…) mi sono armato di tester, di un cavo di alimentazione modificato ed ho confrontato le prestazioni di quattro monitor per PC, questi:
- SUN NDP 447 Z, un CRT da 17″ del 1998
<li>Dell E196FP, un LCD da 19″ del 2006
<li>HP L1706, un LCD da 17″ del 2006
<li>HP L1940T, un LCD da 19″ del 2007
Il tester è un Fluke, modello 87, con precisione di 4 cifre e mezza, regolato sulla portata mA in CA.
La misura è stata fatta mettendo il tester in serie su una delle due fasi di alimentazione a 220V, visualizzando prima una schermata tutta bianca, poi una tutta nera, ripetendo il test tre volte e riportando la media delle misure. La differenza fra le tre misure è sempre stata al massimo di 1mA.
Questi i risultati:
<style>
td {
border: solid 1px gray;
text-align: center;
margin: 1em;
}
</style>
Monitor | Tutto bianco | Tutto nero | Note |
---|---|---|---|
SUN 17″ CRT | 428mA | 375mA | luminosità e contrasto al 50% |
SUN 17″ CRT | 390mA | 374mA | luminosità e contrasto al 33% |
Dell 19″ LCD | 193mA | 197mA | lum. al 60%, contrasto ininfluente |
Dell 19″ LCD | 148mA | 152mA | lum. al 30%, contrasto ininfluente |
HP 17″ LCD | 158mA | 160mA | lum. al 60%, contrasto ininfluente |
HP 19″ LCD | 215mA | 221mA | lum. al 60%, contrasto ininfluente |
HP 19″ LCD | 196mA | 204mA | lum. al 30%, contrasto ininfluente |
HP 19″ LCD | 180mA | 186mA | lum. a 0, contrasto ininfluente (la mia impostazione normale) |
Anche un bel grafico non guasta:
Vediamo di leggere i dati ottenuti (non interpretare, vorrebbe dire vedere più di quello che c’è).
In effetti una schermata completamente nera permette un risparmio energetico di circa il 12%, rispetto ad una completamente bianca, ma solo per un monitor CRT tenuto con luminosità e contrasto al 50%. Se ad esempio si riducono queste regolazioni, pur restando perfettamente e confortevolmente leggibili le videate, il risparmio si riduce al 4%. Ma riducendo invece luminosità e contrasto sul monitor il risparmio, pur se ridotto, si avrebbe durante tutto il periodo d’uso, e non solo nei pochi minuti al giorno che si consulta il noto motore di ricerca.
Ricordo che stiamo parlando di un monitor CRT. Per trovarne uno funzionante ed in buone condizioni ho dovuto faticare.
Se andiamo a guardare invece i monitor LCD il discorso diventa l’opposto: in ogni caso la differenza fra schermo completamente nero e schermo completamente bianco è al massimo del 4% ma in senso opposto: quando è nero consuma di più. Mentre invece un risparmio a dir poco consistente, intorno al 16%, si può ottenere abbassando la luminosità del monitor LCD al minimo. Ed in questo caso il risparmio vale per tutto il tempo che è acceso, indipendentemente dal colore visualizzato.
I motivi tecnici per cui questo succede sono presto spiegati. In un monitor CRT la luminosità è determinata da quanti elettroni colpiscono i fosfori dello schermo, per cui immagini chiare richiedono più corrente al cannone elettronico, e più corrente uguale più consumo, anche se la corrente che viene effettivamente consumata dal cannone elettronico è solo una piccola parte del totale. Una fetta consistente è consumata dalle varie bobine di deflessione che controllano il movimento del fascio di elettroni che disegna la schermata, consumo che è indipendente da cosa è disegnato sullo schermo.
In un monitor LCD vi è una lampada a fluorescenza (tipo un tubo al neon) che è sempre accesa e la cui luminosità è regolata solo e soltanto dalla regolazione di luminosità generale del monitor. Se poi l’immagine visualizzata è chiara o scura, la lampada non cambia la propria luminosità, è il pannello a cristalli liquidi che diventa più o meno opaco, lasciando passare più o meno luce.
Ne consegue che il consumo è pressoché costante rispetto alle immagini visualizzate. Se andiamo a regolare la luminosità del monitor nel suo complesso, diminuisce di conseguenza il consumo, dato che la lampada diviene meno luminosa, ed inoltre aumenta la durata della lampada stessa. Questa diminuzione del consumo, lo ripeto, avviene per tutto il tempo in cui il monitor è acceso, indipendentemente dalle immagini visualizzate.
Allora quale può essere l’utilità dei vari Black Google, Neroogle, Blackle, e via così?
A quanto pare nel mondo (in Italia le recenti normative per la sicurezza e la salute sul posto di lavoro hanno dato un forte impulso all’introduzione di monitor LCD) vi sono ancora molti monitor CRT in uso, anche se il numero di schermi LCD sembra sia oltre il 75%, per cui parrebbe utile questo “oscuramento” ecologico. Basta ragionarci un po’ per capire che il reale risparmio è irrisorio, e molto più efficace è una corretta illuminazione del posto di lavoro, oltre all’adozione di monitor LCD, con conseguente regolazione adeguata della luminosità. Il mio attuale monitor in ufficio è regolato con la luminosità al minimo, situazione in cui è perfettamente leggibile e assolutamente non faticoso per la vista anche in condizione di luce diurna.
Una possibile ragione per alcuni dei Google “neri” salta all’occhio nella quantità di pubblicità che appare sia nella pagina principale che nelle pagine dei risultati, cosa evidente in Neroogle.it, e che fa pensare semplicemente allo sfruttamento economico della buona fede. Come sempre, sulla buona fede (e sulla disinformazione) c’è chi ci ricama sopra.