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Un passato che non passa?, Come e perché il confronto politico ancora inciampi sul cadavere di Mussolini...

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sensomc
view post Posted on 3/2/2013, 16:08




secondo me Fascismo senza dittatura non può esistere. Per cui il fascismo è semplicemente un crimine.
 
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ex.it
view post Posted on 3/2/2013, 18:20




CITAZIONE (sensomc @ 3/2/2013, 16:08) 
secondo me Fascismo senza dittatura non può esistere. Per cui il fascismo è semplicemente un crimine.

Comprendo il punto di vista ma non è questo l'approccio che intenderei dare alla questione. Se partiamo col definire ogni dittatura un crimine solo per il fatto di essere dittatura, ignorandone il relativo contesto storico, culturale e sociale, attribuiamo una patente di criminale abbastanza gratuita ad un numero considerevole di personaggi storici di grande peso e levatura (oltre a crearci qualche piccolo attualissimo problema di politica internazionale). Analogamente e ritornando al paragone avanzato da _~Andrea~_, se definiamo criminale il possesso di schiavi (come sicuramente è per la nostra sensibilità di "moderni"), "bocciamo" l'Antichità nel suo complesso, democrazia ateniese inclusa... ed è proprio il contario di ciò che intendo per "storicizzare"...
 
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view post Posted on 3/2/2013, 22:31
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«Deve esserci un errore»

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Stiamo dicendo che:
Se in un periodo e in una data zona molti avevano dittature, allora la dittatura tutto sommato è stata una cosa bella e dovremmo ricordarla come accettabile.
e
Se un popolo importante come quello ateniese ha avuto gli schiavi non possiamo ora buttare via tutte le cose che ha fatto nel corso della sua esistenza.

Per la prima: attenzione perchè adesso in molti paesi c'è la pena di morte, per dirne una, o per rimanere sul più vago, di fatto mancano i diritti fondamentali. Adesso accettiamo quelle cose perchè in molti posti è così? O la accettiamo solo in quelle determinate zone? Ma non direi proprio.

Per la seconda a parte le epoche leggermente distanti mi sembra un po' ma giusto un po' avventato pensare di accostare il contributo alla civiltà portato dagli ateniesi e quello portato dal fascismo. Ammesso che un contributo l'abbia portato, a parte l'antifascismo dico.
 
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ex.it
view post Posted on 3/2/2013, 23:51




CITAZIONE (_~Andrea~_ @ 3/2/2013, 22:31) 
Stiamo dicendo che:
Se in un periodo e in una data zona molti avevano dittature, allora la dittatura tutto sommato è stata una cosa bella e dovremmo ricordarla come accettabile.
e
Se un popolo importante come quello ateniese ha avuto gli schiavi non possiamo ora buttare via tutte le cose che ha fatto nel corso della sua esistenza.

Per la prima: attenzione perchè adesso in molti paesi c'è la pena di morte, per dirne una, o per rimanere sul più vago, di fatto mancano i diritti fondamentali. Adesso accettiamo quelle cose perchè in molti posti è così? O la accettiamo solo in quelle determinate zone? Ma non direi proprio.

Per la seconda a parte le epoche leggermente distanti mi sembra un po' ma giusto un po' avventato pensare di accostare il contributo alla civiltà portato dagli ateniesi e quello portato dal fascismo. Ammesso che un contributo l'abbia portato, a parte l'antifascismo dico.

Non direi che stiamo dicendo questo... stiamo dicendo che in un determinato periodo storico ci possono essere i presupposti perché un fenomeno sia ritenuto accettabile e addirittura "normale" dai contemporanei mentre sembrerà del tutto aberrante in tempi successivi.
E poi si, tornando al presente, in effetti è proprio così: tutti sappiamo che a Cuba (per dirne una) c'è una dittatura, che nella Corea del Nord non solo c'è una dittatura ma vi è una violazione continua dei diritti umani, che non è che la Repubblica Popolare Cinese sia proprio a posto sotto quest'ultimo aspetto, che lo Stato d'Israele coi palestinesi non ci va tanto per il sottile, che in Siria .... ecc,ecc, ecc. Quanti di questi stati sovrani sono stati buttati fuori dall'Assemblea dell'ONU? A quanti è stata negata l'adesione al WTO?
 
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sensomc
view post Posted on 4/2/2013, 00:55




CITAZIONE (ex.it @ 3/2/2013, 18:20) 
CITAZIONE (sensomc @ 3/2/2013, 16:08) 
secondo me Fascismo senza dittatura non può esistere. Per cui il fascismo è semplicemente un crimine.

Comprendo il punto di vista ma non è questo l'approccio che intenderei dare alla questione. Se partiamo col definire ogni dittatura un crimine solo per il fatto di essere dittatura, ignorandone il relativo contesto storico, culturale e sociale, attribuiamo una patente di criminale abbastanza gratuita ad un numero considerevole di personaggi storici di grande peso e levatura (oltre a crearci qualche piccolo attualissimo problema di politica internazionale). Analogamente e ritornando al paragone avanzato da _~Andrea~_, se definiamo criminale il possesso di schiavi (come sicuramente è per la nostra sensibilità di "moderni"), "bocciamo" l'Antichità nel suo complesso, democrazia ateniese inclusa... ed è proprio il contario di ciò che intendo per "storicizzare"...

abbiamo i nonni partigiani o i nonni fascisti.La ferita che ha lasciato il fascismo e il nazismo è una ferita ancora aperta,ci penseranno gli storici dei secoli successivi a storicizzare. Sono il primo ad ammettere che il fascismo ha fatto buone cose dal punto di vista economico,ha fatto anche buoni leggi,ma ha fatto quello che Roosvelt è riuscito a fare senza bisogno delle squadracce.
e poi Giulio Cesare imperatore è entrato nella storia. Mussolini non è nemmeno riuscito nel suo intento.Se fossi un vero fascista non rimarrei affascinato dal Duce,il quale ha perso praticamente tutte le "battaglie" entrando in guerra con l'intelligenza di un bambino di 5 anni che gioca a Risiko.

CITAZIONE (ex.it @ 3/2/2013, 23:51) 
CITAZIONE (_~Andrea~_ @ 3/2/2013, 22:31) 
Stiamo dicendo che:
Se in un periodo e in una data zona molti avevano dittature, allora la dittatura tutto sommato è stata una cosa bella e dovremmo ricordarla come accettabile.
e
Se un popolo importante come quello ateniese ha avuto gli schiavi non possiamo ora buttare via tutte le cose che ha fatto nel corso della sua esistenza.

Per la prima: attenzione perchè adesso in molti paesi c'è la pena di morte, per dirne una, o per rimanere sul più vago, di fatto mancano i diritti fondamentali. Adesso accettiamo quelle cose perchè in molti posti è così? O la accettiamo solo in quelle determinate zone? Ma non direi proprio.

Per la seconda a parte le epoche leggermente distanti mi sembra un po' ma giusto un po' avventato pensare di accostare il contributo alla civiltà portato dagli ateniesi e quello portato dal fascismo. Ammesso che un contributo l'abbia portato, a parte l'antifascismo dico.

Non direi che stiamo dicendo questo... stiamo dicendo che in un determinato periodo storico ci possono essere i presupposti perché un fenomeno sia ritenuto accettabile e addirittura "normale" dai contemporanei mentre sembrerà del tutto aberrante in tempi successivi.
E poi si, tornando al presente, in effetti è proprio così: tutti sappiamo che a Cuba (per dirne una) c'è una dittatura, che nella Corea del Nord non solo c'è una dittatura ma vi è una violazione continua dei diritti umani, che non è che la Repubblica Popolare Cinese sia proprio a posto sotto quest'ultimo aspetto, che lo Stato d'Israele coi palestinesi non ci va tanto per il sottile, che in Siria .... ecc,ecc, ecc. Quanti di questi stati sovrani sono stati buttati fuori dall'Assemblea dell'ONU? A quanti è stata negata l'adesione al WTO?

ho capito iltuo ragionamento. Se non fosse stato complice dell'Olocausto potevi anche riuscire a convincermi sul fatto che si poteva storicizzare in stile Napoleone.
 
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ex.it
view post Posted on 4/2/2013, 03:15




CITAZIONE (sensomc @ 4/2/2013, 00:55) 
CITAZIONE (ex.it @ 3/2/2013, 18:20) 
CITAZIONE (sensomc @ 3/2/2013, 16:08) 
secondo me Fascismo senza dittatura non può esistere. Per cui il fascismo è semplicemente un crimine.

Comprendo il punto di vista ma non è questo l'approccio che intenderei dare alla questione. Se partiamo col definire ogni dittatura un crimine solo per il fatto di essere dittatura, ignorandone il relativo contesto storico, culturale e sociale, attribuiamo una patente di criminale abbastanza gratuita ad un numero considerevole di personaggi storici di grande peso e levatura (oltre a crearci qualche piccolo attualissimo problema di politica internazionale). Analogamente e ritornando al paragone avanzato da _~Andrea~_, se definiamo criminale il possesso di schiavi (come sicuramente è per la nostra sensibilità di "moderni"), "bocciamo" l'Antichità nel suo complesso, democrazia ateniese inclusa... ed è proprio il contario di ciò che intendo per "storicizzare"...

abbiamo i nonni partigiani o i nonni fascisti.La ferita che ha lasciato il fascismo e il nazismo è una ferita ancora aperta,ci penseranno gli storici dei secoli successivi a storicizzare. Sono il primo ad ammettere che il fascismo ha fatto buone cose dal punto di vista economico,ha fatto anche buoni leggi,ma ha fatto quello che Roosvelt è riuscito a fare senza bisogno delle squadracce.
e poi Giulio Cesare imperatore è entrato nella storia. Mussolini non è nemmeno riuscito nel suo intento.Se fossi un vero fascista non rimarrei affascinato dal Duce,il quale ha perso praticamente tutte le "battaglie" entrando in guerra con l'intelligenza di un bambino di 5 anni che gioca a Risiko.

Sono passati quasi 70 anni... forse non è poi così presto per iniziare a "storicizzare" il Fascismo e ammetterlo nella nostra storia non come "una parentesi" aliena. Quello che di buono il Fascismo ha fatto non si limita al campo economico (tutto merito del fratello Beneduce, dirà fede(Buzzer)) ma anche e soprattutto in campo sociale sia nell'ambito della legislazione del Lavoro (la Carta del Lavoro è del 1927 e può essere senz'altro considerata tra le più avanzate del suo tempo... per avere un'idea, il testo è su Wikipedia) sia in quello della diffusione dell'istruzione. Ricordiamo in merito che l'Italia aveva un pesante "gap" nei confronti delle altre nazioni europee (nel 1920 in Italia il 35% della popolazione era analfabeta, nel 1940 si era intorno al 14%).
Quanto a Mussolini, beh premesso che se la Provvidenza ce l'avesse levato di torno a metà degli anni trenta probabilmente ci sarebbero piazze e viali a lui intestati, e fermo restando che l'entrata in guerra fu il suo errore maggiore (permanendo la palma della peggio carognata alle leggi razziali) pur considerando alcune attenuanti sulla condotta delle operazioni di guerra (per esempio l'influenza sulle vicende belliche della decrittazione dei messaggi cifrati inviati dai Tedeschi) è comunque difficile affermare che non sia entrato nella storia.
CITAZIONE (sensomc @ 4/2/2013, 00:55) 
CITAZIONE (ex.it @ 3/2/2013, 23:51) 
CITAZIONE (_~Andrea~_ @ 3/2/2013, 22:31) 
Stiamo dicendo che:
Se in un periodo e in una data zona molti avevano dittature, allora la dittatura tutto sommato è stata una cosa bella e dovremmo ricordarla come accettabile.
e
Se un popolo importante come quello ateniese ha avuto gli schiavi non possiamo ora buttare via tutte le cose che ha fatto nel corso della sua esistenza.

Per la prima: attenzione perchè adesso in molti paesi c'è la pena di morte, per dirne una, o per rimanere sul più vago, di fatto mancano i diritti fondamentali. Adesso accettiamo quelle cose perchè in molti posti è così? O la accettiamo solo in quelle determinate zone? Ma non direi proprio.

Per la seconda a parte le epoche leggermente distanti mi sembra un po' ma giusto un po' avventato pensare di accostare il contributo alla civiltà portato dagli ateniesi e quello portato dal fascismo. Ammesso che un contributo l'abbia portato, a parte l'antifascismo dico.

Non direi che stiamo dicendo questo... stiamo dicendo che in un determinato periodo storico ci possono essere i presupposti perché un fenomeno sia ritenuto accettabile e addirittura "normale" dai contemporanei mentre sembrerà del tutto aberrante in tempi successivi.
E poi si, tornando al presente, in effetti è proprio così: tutti sappiamo che a Cuba (per dirne una) c'è una dittatura, che nella Corea del Nord non solo c'è una dittatura ma vi è una violazione continua dei diritti umani, che non è che la Repubblica Popolare Cinese sia proprio a posto sotto quest'ultimo aspetto, che lo Stato d'Israele coi palestinesi non ci va tanto per il sottile, che in Siria .... ecc,ecc, ecc. Quanti di questi stati sovrani sono stati buttati fuori dall'Assemblea dell'ONU? A quanti è stata negata l'adesione al WTO?

ho capito iltuo ragionamento. Se non fosse stato complice dell'Olocausto potevi anche riuscire a convincermi sul fatto che si poteva storicizzare in stile Napoleone.

E' certo che almeno nel periodo della RSI (quando cioè vennero avviate le deportazioni degli Ebrei dall'Italia) Mussolini fosse consapevole della sorte che veniva loro riservata. Se non ricordo male c'è il testo di una sua conversazione con il generale Robotti in merito alla consegna ai Tedeschi degli Ebrei stanziati in Croazia in cui il Duce, dopo aver ammesso di non potersi opporre a Ribbentrop, accenna al fatto che se venissero consegnati andrebbero incontro alla morte e quindi esorta il generale a tergiversare, a trovare scuse e a non consegnarne nemmeno uno. Il che è insieme tragico e patetico. E' altresì vero che fino all'8 settembre '43 molti Ebrei riuscirono a sfuggire ai loro persecutori trovando rifugio in Italia (in particolar modo dall'Austria) o nelle aree controllate dagli Italiani (Sud della Francia - in proposito dai un'occhiata alla voce Angelo Donati sulla solita Wikipedia). Insomma fu una complicità piuttosto sui generis...
 
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view post Posted on 4/2/2013, 09:18
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Una capsula (da clonazione) di fluido primario...

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CITAZIONE (ex.it @ 3/2/2013, 14:47) 
CITAZIONE (Exfisio @ 1/2/2013, 09:33) 
CITAZIONE (ex.it @ 1/2/2013, 04:01) 
CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 31/1/2013, 19:41)
E allora dovresti porre qualche domanda a te stesso riguardo a certi giuramenti di fedeltà prestati in passato. E' possibile giurare fedeltà alla Repubblica (che è antifascista), alla Costituzione (idem) ed alle leggi che a questa si confanno senza condividere il valore fondante dell'antifascismo?

Premesso che c'è una bella differenza tra non essere antifascista ed essere fascista, certo che è possibile perché "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro" (non dice che è una "Repubblica antifascista dondata sul lavoro") né da nessuna parte è specificato che il cittadino italiano, per poter essere tale, debba essere e sentirsi obbligatoriamente antifascista. Infine la Costituzione, nel mentre stabilisce un divieto di ricostituzione del disciolto partito fascista non mi pare imponga esplicitamente di aderire ad una non-idea, quale è l'antifascismo.
CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 31/1/2013, 19:41)
CITAZIONE (ex.it @ 31/1/2013, 16:56) 
"Ma il Fascismo - e tutto ciò che ne promana - è intrinsecamente totalitario o ne possono esistere "versioni" permeabili al pluralismo?"

A domanda rispondo.
Una ideologia che tra le pieghe di politica sociale annida, per poi rivelare, volontà di profonda censura democratica non può essere portata al pluralismo, poiché in condizioni di confronto paritetico quotidiano perde argomenti in favore della propria indole violenta. Il delitto Matteotti, tra i tanti fatti di sangue, avrebbe dovuto insegnare. Fascismo e pluralismo nella stessa frase non possono stare. Così come comunismo e proprietà privata.

Io provo a partire da una considerazione diversa, poi vediamo se giungo a conclusioni simili... Il Fascismo si vuole rappresentativo non di una classe sociale o di una parte del popolo bensì della sua totalità, quindi la sua tendenza totalitaria è intriseca. In particolare il Fascismo osteggia la lotta di classe cara al marxismo proponendo invece una collaborazione tra le classi sociali finalizzata al "bene supremo della Patria". Questo ovviamente deve prevedere una forma d'autorità esterna (e superiore) alle rappresentative delle classi sociali (che tutto sommato corrispondono alle tradizionali categorie di "Destra" e "Sinistra") capace di dirimere autorevolmente le contapposizioni tra classi lavoratrici e classi imprenditoriali. Ne consegue che una "opposizione" a tale forma d'autorità non sia prevista e che quindi l'unica possibilità di pluralismo debba essere ricondotta ad una forma di dibattito "interno" alla autorità cui spetta decidere. In questo senso ritengo che il Fascismo, pur animato da una vocazione basilarmente democratica (nel senso che intende rappresentare la totalità del popolo curando il generale interesse) sia incompatibile con la democrazia parlamentare tradizionale: la "forma d'autorità" esterna al confronto democratico ovviamente non può essere emanazione di una parte politica, né essere in qualche modo eletta d una parte politica. Sarà quindi nell'obbligo di raggiungere il potere in maniera diversa da quella elettiva, a meno di prevedere che sia un organo collegiale (una specie di Praesidium del Soviet Supremo) a svolgere questa mansione. Altra opzione compatibile potrebbe forse essere rappresentata da una monarchia costituzionale in cui il sovrano non si limiti a compiti di rappresentanza o cerimoniali ma eserciti attivamente la sua autorità. Insomme un sistema orientato alla risoluzione dei contrasti sociali attraverso l'istituzione un "superiore organo" che garantisca la cooperazione sociale (la cosiddetta "terza via") mi pare difficilmente compatibile con la democrazia parlamentare.

CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 31/1/2013, 22:50) 
la domanda di fondo dovrebbe essere:
esiste un fascismo senza mussolini?

Meglio ancora: "può esistere un Fascismo senza "Duce"? In linea di principio direi di sì: uno Stato a guida "collegiale" del tipo accennato sopra potrebbe essere perfettamente compatibile coi principi di poltica sociale ed economica del Fascismo... restrebbe semmai da vedere se un siffatto Stato potrebbe ancora essere ritenuto "fascista"

Un fascismo senza duce, non penso sia così facile...semplicemente perchè tra i tanti contenuti del fascismo c'era l'esaltazione della figura del duce, e non era un aspetto secondario.
A questo aggiungiamo che tendenzialmente l'elettore di estrema destra cerca esssenzialmente una figura unica di riferimento, una persona che si prenda cura degli interessi del paese, una persona che "rimetta a posto le cose"

Beh il "culto della personalità" caro alla maggior parte dei regimi totalitari interviene in un secondo momento, comunque successivo all'assunzione del potere... quindi non credo che si possa ritenerlo elemento indissolubile dal Fascismo inteso come movimento politico. Peraltro ritengo significativa al riguardo una frase contenuta nell'interessante libro "Dalla parte dei vinti" di Piero Buscaroli in cui egli afferma di aver aderito, con altri, alla Repubblica Sociale Italiana non per via di un senrtimento di fedeltà nei confronti del Duce ma "nonostante Mussolini".

Dato di fatto: qualunque totalitarismo (il fascismo non fa eccezione) presume la presenza di un capo assoluto. Già questo denota assenza di democrazia, poiché l'investitura del potere in maniera autoreferenziale (e poi autocelebrativa, di qui il culto della personalità) è contrario alla partecipazione attiva della nazione intera alle scelte di governo.
CITAZIONE
Fede(Buzzer), scusa se tardo a risponderti ma effettivamente (e per quel poco che mi è dato di conoscerti attraverso i tuoi "post") ritengo - a scanso di equivoci - di dover meditare parecchio su ogni tuo post prima di buttar giù una risposta che vorrei potesse rappresentare non una semplice mossa su un'immaginaria scacchiera in cui ognuno difende i propri pezzi per insidiare quelli avversari bensì una mossa destinata a delineare sulla scacchiera un disegno costruito da entrambi i contendenti e leggibile anche da chi la partita la stia soltanto osservando.

Io invece tardo a risponderti perché ogni tanto occorre anche lavorare, quindi riservo i ritagli di tempo alle nostre discussioni virtuali. Spero tu non te la prenda per questo.
CITAZIONE
Nello specifico, è assolutamente vero che il Fascismo ha una vocazione totalitaria ma mi sembra un po' sbrigativo concludere che "non preveda alcuna forma di pluralismo", che in realtà sono (cautamente) previste in ambito "interno" al Regime stesso: non altrimenti si può interpretare la frase di Napolitano a proposito della sua militanza nei Gruppi Universitari Fascisti «Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato»: ovvio che quello che - fino ad un certo punto - veniva tollerato non era l'antifascismo ma l'espressione del dissenso e finanche l'indicazione di possibili alternative alle politiche attuate dal Regime. In tal modo "l'opposizione" usciva da una dimensione di pura e semplice contrapposizione per divenire funzionale al Regime stesso. Di tale "confronto/dibattito" rimane traccia evidente nelle numerose riviste edite durante il Ventennio (l'Italiano, Primato, Lo Stato, La Verità, Gerarchia, Il Selvaggio, tanto per citarne qualcuna).

Diverse posizioni o correnti di pensiero all'interno di un sistema monopartitico non significa pluralismo. Pluralismo significa spazio per qualunque idea politica in un dibattito a più livelli, compreso quello parlamentare passando per quello elettorale. La domanda di base è sempre quella (l'hai fatta tu):
CITAZIONE (ex.it @ 31/1/2013, 16:56) 
"Ma il Fascismo - e tutto ciò che ne promana - è intrinsecamente totalitario o ne possono esistere "versioni" permeabili al pluralismo?"

Ora, ammetti che il fascismo abbia una vocazione totalitaria. Ma la diversità di vedute all'interno del GUF o la seduta del Gran Consiglio del 25 luglio '43 bastano a giustificare la "permeabilità" della dittatura al pluralismo, tenendo conto che in un ventennio a parte questi singoli episodi si registrarono la chiusura dei giornali dissidenti (a cominciare dalla stampa satirica), la messa al bando degli altri partiti e di qualunque forma associativa di rappresentanza che non fosse uniformata al pensiero unico fascista, eccezionali misure restrittive della libertà personale sino alla negazione dei diritti politici per milioni di cittadini italiani? Direi proprio di no. Anche in URSS esistevano al principio comitati (soviet) periferici di discussione, dibattito e gestione, ma anche in quel caso non mi pare esistesse tutto 'sto pluralismo se alla fine solo una voce poteva levarsi con autorità, tacitando anche con la violenza tutte le altre. Se ammetto il pluralismo, lascio porte aperte al dibattito invece che imporre l'ultima parola senza possibilità di replica, con l'alternativa del carcere o del patibolo per chi dissente. Quindi NO, il fascismo NON è pluralista.
CITAZIONE
Infine riguardo all'antitesi Fascismo-Democrazia, c'è a mio parere parecchio da approfondire: non dimentichiamo che l'Italia pre-fascista era sì retta a "democrazia rappresentativa" ma l'adesione di consistente parte della popolazione a movimenti politici a vocazione rivoluzionaria (in primis il Partito Comunista d'Italia e il Partito Nazionale Fascista ma anche l'Unione Anarchica Italiana) lascia supporre che gran parte del popolo non si ritenesse effettivamente o adeguatamente "rappresentata" in sede parlamentare (e in questo vi è sicuramente un'analogia con il presente) mentre all'opposto si sentirà efficacemente "rappresentata" dal dittatore negli "anni del consenso". E' questo, se vogliamo, un paradosso e tuttavia anche una indicazione di una certa sensibilità posta dal Regime nel percepire aspirazioni, interessi e necessità degli Italiani che non sempre si riscontra anche in democrazie evolute come la nostra.

L'Italia pre-fascista era comunque uno Stato ancora in via di formazione da un punto di vista sia democratico che politico. Mancava il suffragio universale, tanto per dirne una. La partecipazione attiva della popolazione alla vita politica era assai frenata dall'analfabetismo, dalla scarsa conoscenza al di fuori delle città dei meccanismi pubblici, dall'informazione spesso ancora embrionale, dalla trasformazione appena avviata di un Paese unito da cinquant'anni (e di recente esteso) ma ancora legato in buona parte al sistema rurale. Non risponde a verità il fatto che la rappresentazione dell'Italia attraverso la sensibilità popolare si compì sotto la dittatura: l'apice del consenso al regime (e non al dittatore) si registrò nel '35, crollando però già un anno dopo. Furono interventi esterni quali le sanzioni a donare linfa vitale al fascismo, che così poté continuare a sopravvivere ancora un po', con un breve rilancio, nonostante permanessero in clandestinità talvolta appena accennata focolai di contestazione. Salvo che nel citato 1935, dove più che amor di fascismo fu amor patrio ed orgoglio nazionalista, gli agenti dell'OVRA si mantennero alla larga dalle acciaierie e dai cantieri portuali, ricettacolo di socialisti, comunisti ed anarchici: sapevano benissimo quali idee gravitassero in quegli ambienti, seppur fossero proibite (quindi, non mi parlare di pluralismo!), e che in occasione della Guerra Civile in Spagna proprio tra i metalmeccanici ed i portuali si ascoltassero via radio i bollettini di Madrid, esultando per la disfatta mussoliniana a Guadalajara. Non intervennero solo per non creare disordini tali che avrebbero minato la base stessa del fascismo, sino a causarne la caduta per moto rivoluzionario. A questo avrebbe pensato la suicida scelta di seguire Hitler in guerra.

Chiudendo: il fascismo non è stato foriero di pluralismo; non ha apportato grandi benefici esclusivi, dato che riforme similari a quelle introdotte avrebbero potuto compiersi anche senza il regime; non ha donato vero progresso al Paese, né economico, né tecnico, né scientifico; non ha risolto i grandi drammi della povertà delle masse dei braccianti agricoli, consentendo ed anzi promuovendo l'emigrazione; non ha propugnato cause di pace mondiale (anche Monaco fu un mero palliativo). E ancora ci domandiamo se fu un'esperienza positiva o negativa? Ancora c'è chi ha la spudoratezza di difenderne gli errori storici e la sua stessa esistenza contro natura?
 
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