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| CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 29/1/2013, 15:15) CITAZIONE (ex.it @ 29/1/2013, 15:04) Ecco, questo approccio "ideologico" alla questione proveniente da persona sicuramente in grado, per preparazione e cultura personale, di contribuire ad una analisi costruttiva ed oggettiva del periodo della dittatura fascista non fa che confermare la mia convinzione che la storicizzazione del Fascismo sia assolutamente necessaria per consentire all'Italia di tornare ad essere un "paese normale" ove il dibattito politico e l'analisi storica escano da una logica da "ultrà" calcistici. Non è un "approccio ideologico". Il fascismo è stato abbastanza storicizzato: è stato un periodo buio, di dittatura. Bonifiche, autostrade, treni in orario, transatlantici e altre belle iniziative non sono "meriti". La dittatura ha una sola caratteristica, ovvero la limitazione complessiva della libertà del singolo, dall'opinione al movimento. E tanto basta per definirla abietta. Nel corso del Ventennio ci sono state anche conquiste tecnologiche e scientifiche, ma possono forse essere ascritte a merito personale del dittatore? No. A meno che non si riesca a dimostrare che Mussolini fosse letterato da premio Nobel, direttore d'orchestra di primo livello, ingegnere aeronautico di primaria grandezza, chimico di chiara fama. Quindi, no: Mussolini non ha fatto buone cose. Ha solo portato il Paese in un turbine di violenza e di negazioni che è sfociato alla fine in un conflitto che ci ha devastati. Io non volevo uscire nuovamente dal "Topic" e proprio per questo mi ripromettevo di aprirne uno "ad hoc" (sempre che siate d'accordo). E bonifiche, opere pubbliche, buon funzionamento dei servizi pubblici, politiche sociali atte a promuovere i ceti meno abbienti, impegno per la scolarizzazione a me sembrano iniziative più che lodevoli... ergo, sì, ritengo che si tratti di "meriti". E non mi pare che rappresenti un "demerito" da parte di una dittatura (che quindi potrebbe farne a meno) la ricerca di un elevato e diffuso consenso popolare. Poi che le dittature conculchino le libertà, oddio... non è proprio la scoperta dell'acqua calda. Ma, fermo restando che tutte le forme associative umane non possono che prevedere limitazioni alle libertà degli individui, ribadisco che il fenomeno va "storicizzato" ovvero visto nel contesto storico dell'epoca, che evidentemente sembrava privilegiare la ricerca dell'equità sociale rispetto al godimento delle libertà civili (non a caso nel periodo in riferimento regimi dittatoriali si diffondono su tutto il globo, con le sole eccezioni dell'Oceania e del continente nordamericano). Infine trovo paradossale ascrivere ai dittatori solo le nefandezze (epperò tutte!) possibili mentre qualsiasi altra iniziativa viene ascritta al merito dei subalterni (Beneduce in Italia, Schacht in Germania per quanto riguarda le politiche economiche).
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