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Sallusti condannato

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ex.it
view post Posted on 30/9/2012, 14:49




yes Insomma ci sono i giornalisti buoni e i giornalisti cattivi. Quelli buoni sono dei professionisti, quelli cattivi sono dei pennivendoli. Quelli buoni fanno giornalismo investigativo, quelli cattivi fanno gossip. Quelli buoni si preoccupano della "notiziabilità", quelli cattivi riportano illazioni. Quelli buoni pur lottando perché la verità trionfi sulle losche trame dei potenti assurgono ad un riconosciuto primato di autorevolezza, quelli cattivi pur proni alle indecenti proposte dei potenti finiscono col pagare il fio delle loro colpe. Sembra incredibile che ancora vi possano essere in giro coglionazzi ignoranti che diffondono le proprie farneticazioni populiste quando dei giornalisti si prendono la briga di intervistarli: brutta bestia l'ingratitudine.sigh
 
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view post Posted on 30/9/2012, 15:22
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CITAZIONE (ex.it @ 30/9/2012, 15:49) 
yes Insomma ci sono i giornalisti buoni e i giornalisti cattivi. Quelli buoni sono dei professionisti, quelli cattivi sono dei pennivendoli. Quelli buoni fanno giornalismo investigativo, quelli cattivi fanno gossip. Quelli buoni si preoccupano della "notiziabilità", quelli cattivi riportano illazioni. Quelli buoni pur lottando perché la verità trionfi sulle losche trame dei potenti assurgono ad un riconosciuto primato di autorevolezza, quelli cattivi pur proni alle indecenti proposte dei potenti finiscono col pagare il fio delle loro colpe. Sembra incredibile che ancora vi possano essere in giro coglionazzi ignoranti che diffondono le proprie farneticazioni populiste quando dei giornalisti si prendono la briga di intervistarli: brutta bestia l'ingratitudine.sigh

Anzai, so che il manicheismo (oltre a quell'altra ideologia che finisce in "ismo" e che beatifica il Puzzone) ti piace da impazzire. Ma, per una volta, invece di prestarti a stupide divisioni, prova a ragionare. Ogni categoria professionale ha esempi in positivo ed in negativo: vogliamo forse dire che i medici sono tutti eroi perché uno di loro salva migliaia di vite rendendo possibile un nuovo trapianto oppure viceversa che sono tutte carogne poiché uno di loro dimentica garze all'interno di pazienti operati causandone il decesso per infezione? Oppure che gli avvocati sono tutte sanguisughe piuttosto che luminari? O che gli architetti sono geni talvolta incompresi piuttosto che profittatori degli appalti pubblici, o che i commercialisti possono rivelarsi ottimi se ti fanno risparmiare un po' di tasse o pessimi se invece te ne fanno pagare troppe? Elasticità zero, eh!

Si è partiti da Sallusti, dal fatto che gli sia stata inflitta una condanna secondo me sacrosanta che ha però comportato una misura coercitiva abnorme. Piuttosto, spieghiamo perché all'interno dell'Ordine dei giornalisti c'è stata una spaccatura tra solidali e contrari. Azzardo una posizione: la maggior parte di quelli che hanno solidarizzato con Sallusti sono direttori di testate oppure opinionisti. Questo fa comprendere molto. Nonè inusuale il ricorso allo pseudonimo, per coprire un collaboratore o un redattore che per vari motivi (conflitto professionale, pluricollaborazione, riservatezza eccessiva) non vuole o non può firmarsi: la condanna stabilisce una grossa responsabilità per il direttore, che deve assolutamente controllare quanto viene pubblicato, anche se l'autore si trincera dietro un nome di comodo; nel caso, oltretutto, si capisce che è consigliabile per l'imputato svelare il nome dell'autore per ottenere un declassamento del reato contestato. Per quel che riguarda gli opinionisti, il timore diffuso è che la superficialità con cui talvolta alcuni di loro ricostruiscono vicende che intendono commentare può venire sanzionata pesantemente. Chi finora non ha protestato per la condanna di Sallusti? Le categorie iscritte all'Odg che non sono interessate, ovvero fotografi ed operatori televisivi; i cronisti, cui è richiesta piena conoscenza della materia di cui trattano ed affidabilità delle fonti; i pubblicisti, che già godono di minori tutele rispetto ai colleghi professionisti e che hanno ben altro cui pensare, a cominciare dal provvedimento per l'equo compenso fermato in Senato da un incomprensibile niet della Fornero.
 
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ex.it
view post Posted on 30/9/2012, 16:16




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 30/9/2012, 16:22) 
CITAZIONE (ex.it @ 30/9/2012, 15:49) 
yes Insomma ci sono i giornalisti buoni e i giornalisti cattivi. Quelli buoni sono dei professionisti, quelli cattivi sono dei pennivendoli. Quelli buoni fanno giornalismo investigativo, quelli cattivi fanno gossip. Quelli buoni si preoccupano della "notiziabilità", quelli cattivi riportano illazioni. Quelli buoni pur lottando perché la verità trionfi sulle losche trame dei potenti assurgono ad un riconosciuto primato di autorevolezza, quelli cattivi pur proni alle indecenti proposte dei potenti finiscono col pagare il fio delle loro colpe. Sembra incredibile che ancora vi possano essere in giro coglionazzi ignoranti che diffondono le proprie farneticazioni populiste quando dei giornalisti si prendono la briga di intervistarli: brutta bestia l'ingratitudine.sigh

Anzai, so che il manicheismo (oltre a quell'altra ideologia che finisce in "ismo" e che beatifica il Puzzone) ti piace da impazzire. Ma, per una volta, invece di prestarti a stupide divisioni, prova a ragionare. Ogni categoria professionale ha esempi in positivo ed in negativo: vogliamo forse dire che i medici sono tutti eroi perché uno di loro salva migliaia di vite rendendo possibile un nuovo trapianto oppure viceversa che sono tutte carogne poiché uno di loro dimentica garze all'interno di pazienti operati causandone il decesso per infezione? Oppure che gli avvocati sono tutte sanguisughe piuttosto che luminari? O che gli architetti sono geni talvolta incompresi piuttosto che profittatori degli appalti pubblici, o che i commercialisti possono rivelarsi ottimi se ti fanno risparmiare un po' di tasse o pessimi se invece te ne fanno pagare troppe? Elasticità zero, eh!

Si è partiti da Sallusti, dal fatto che gli sia stata inflitta una condanna secondo me sacrosanta che ha però comportato una misura coercitiva abnorme. Piuttosto, spieghiamo perché all'interno dell'Ordine dei giornalisti c'è stata una spaccatura tra solidali e contrari. Azzardo una posizione: la maggior parte di quelli che hanno solidarizzato con Sallusti sono direttori di testate oppure opinionisti. Questo fa comprendere molto. Nonè inusuale il ricorso allo pseudonimo, per coprire un collaboratore o un redattore che per vari motivi (conflitto professionale, pluricollaborazione, riservatezza eccessiva) non vuole o non può firmarsi: la condanna stabilisce una grossa responsabilità per il direttore, che deve assolutamente controllare quanto viene pubblicato, anche se l'autore si trincera dietro un nome di comodo; nel caso, oltretutto, si capisce che è consigliabile per l'imputato svelare il nome dell'autore per ottenere un declassamento del reato contestato. Per quel che riguarda gli opinionisti, il timore diffuso è che la superficialità con cui talvolta alcuni di loro ricostruiscono vicende che intendono commentare può venire sanzionata pesantemente. Chi finora non ha protestato per la condanna di Sallusti? Le categorie iscritte all'Odg che non sono interessate, ovvero fotografi ed operatori televisivi; i cronisti, cui è richiesta piena conoscenza della materia di cui trattano ed affidabilità delle fonti; i pubblicisti, che già godono di minori tutele rispetto ai colleghi professionisti e che hanno ben altro cui pensare, a cominciare dal provvedimento per l'equo compenso fermato in Senato da un incomprensibile niet della Fornero.

Per quante volte io possa rileggere ciò che ho scritto finora non riesco a trovarci alcunché di manicheo, a meno di voler accantonare decisamente l'esile (forse troppo?) filo di ironia con cui condivo l'ultimo commento. In compenso posso garantirti che nonostante le tue sollecitazioni e i miei conseguenti goffi tentativi in tal senso, a ragionare proprio non ci riesco: è attività troppo logorante per la mia mente ottenebrata da polverosi "ismi" che risalgono alla prima cupa metà del secolo scorso. Ora è ben vero che su un argomento quale quello dell'indipendenza e della libertà della stampa sia io che sensomc che (presumibilmente) Giovanni Negri non possiamo disporre delle stesse fonti di conoscenza di chi svolge l'attività giornalistica. E tuttavia non credo che un giornalista debba necessariamente essere la persona più adatta a stabilire in modo incontrovertibile quale sia la verità semplicemente bollando come frutto d'ignoranza le opinioni diverse dalla propria: se ammettissimo esser valido il principio che solo chi è dentro l'ambiente può disporre delle informazioni necessarie per raggiungere una conclusione valida dovremmo, usando la logica, estendere lo stesso metro a tutte le altre categorie sino a giungere ad una situazione in cui solo i politici posso giudicare l'agire dei politici, solo gli avvocati giudicare gli avvocati e via dicendo... quindi, in definitiva, un effettivo sistema di caste che manco nell'India dei secoli passati.
Avrei potuto aggiungere alla mia lista dei "buoni" e dei "cattivi" la considerazione che i giornalisti buoni sono quelli che mi sono simpatici mentre i giornalisti cattivi invece mi stanno sugli zebedei. Ma ecco sarebbe comparso un problema: i giornalisti che mi sono antipatici lo sono perché sono cattivi o sono cattivi perché mi stanno antipatici? E qui hai perfettamente ragione: difetto di elasticità. Ma alla mia età succede...
Totalmente d'accordo per quanto riguarda la seconda parte del tuo intervento: è del tutto naturale che un direttore responsabile si preoccupi nel vedere che un proprio omologo (dal punto di vista delle responsabilità anche penali legate al materiale pubblicato) vada in galera per via del rapporto di fiducia che intercorre tra direttore e articolista "anonimo". Già in un mio post precedente avevo accennato a questa "difesa d'obbligo" che non è necessariamente una difesa d'interessi "di casta" ma la logica risposta al quesito "sarebbe potuto capitare anche a me?". Ti ricorderai che avevo anche accennato al problema costituito dal limite che il giornalismo (anche quello d'inchiesta) non dovrebbe varcare senza tuttavia che all'informazione venga messo un bavaglio. Se a ciò si aggiunge che l'informazione è essa stessa un Potere e, nel bene e nel male, non può non avere numerosi punti di contatto col Potere politico, economico e finanziario (che tutto sommato è ciò che dice il "coglionazzo") avremo forse iniziato ad abbozzare le linee generali del quadro d'insieme.

Edited by ex.it - 1/10/2012, 18:10
 
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Anzai, so che il manicheismo (oltre a quell'altra ideologia che finisce in "ismo" e che beatifica il Puzzone) ti piace da impazzire. Ma, per una volta, invece di prestarti a stupide divisioni, prova a ragionare. Ogni categoria professionale ha esempi in positivo ed in negativo: vogliamo forse dire che i medici sono tutti eroi perché uno di loro salva migliaia di vite rendendo possibile un nuovo trapianto oppure viceversa che sono tutte carogne poiché uno di loro dimentica garze all'interno di pazienti operati causandone il decesso per infezione? Oppure che gli avvocati sono tutte sanguisughe piuttosto che luminari? O che gli architetti sono geni talvolta incompresi piuttosto che profittatori degli appalti pubblici, o che i commercialisti possono rivelarsi ottimi se ti fanno risparmiare un po' di tasse o pessimi se invece te ne fanno pagare troppe? Elasticità zero, eh!

Si è partiti da Sallusti, dal fatto che gli sia stata inflitta una condanna secondo me sacrosanta che ha però comportato una misura coercitiva abnorme. Piuttosto, spieghiamo perché all'interno dell'Ordine dei giornalisti c'è stata una spaccatura tra solidali e contrari. Azzardo una posizione: la maggior parte di quelli che hanno solidarizzato con Sallusti sono direttori di testate oppure opinionisti. Questo fa comprendere molto. Nonè inusuale il ricorso allo pseudonimo, per coprire un collaboratore o un redattore che per vari motivi (conflitto professionale, pluricollaborazione, riservatezza eccessiva) non vuole o non può firmarsi: la condanna stabilisce una grossa responsabilità per il direttore, che deve assolutamente controllare quanto viene pubblicato, anche se l'autore si trincera dietro un nome di comodo; nel caso, oltretutto, si capisce che è consigliabile per l'imputato svelare il nome dell'autore per ottenere un declassamento del reato contestato. Per quel che riguarda gli opinionisti, il timore diffuso è che la superficialità con cui talvolta alcuni di loro ricostruiscono vicende che intendono commentare può venire sanzionata pesantemente. Chi finora non ha protestato per la condanna di Sallusti? Le categorie iscritte all'Odg che non sono interessate, ovvero fotografi ed operatori televisivi; i cronisti, cui è richiesta piena conoscenza della materia di cui trattano ed affidabilità delle fonti; i pubblicisti, che già godono di minori tutele rispetto ai colleghi professionisti e che hanno ben altro cui pensare, a cominciare dal provvedimento per l'equo compenso fermato in Senato da un incomprensibile niet della Fornero.

Per quante volte io possa rileggere ciò che ho scritto finora non riesco a trovarci alcunché di manicheo, a meno di voler accantonare decisamente l'esile (forse troppo?) filo di ironia con cui condivo l'ultimo commento. In compenso posso garantirti che nonostante le tue sollecitazioni e i miei conseguenti goffi tentativi in tal senso, a ragionare proprio non ci riesco: è attività troppo logorante per la mia mente ottenebrata da polverosi "ismi" che risalgono alla prima cupa metà del secolo scorso. Ora è ben vero che su un argomento quale quello dell'indipendenza e della libertà della stampa sia io che sensomc che (presumibilmente) Giovanni Negri non possiamo disporre delle stesse fonti di conoscenza di chi svolge l'attività giornalistica. E tuttavia non credo che un giornalista debba necessariamente essere la persona più adatta a stabilire in modo incontrovertibile quale sia la verità semplicemente bollando come frutto d'ignoranza le opinioni diverse dalla propria: se ammettissimo esser valido il principio che solo chi è dentro l'ambiente può disporre delle informazioni necessarie per raggiungere una conclusione valida dovremmo, usando la logica., estendere lo stesso metro a tutte le altre categorie sino a giungere ad una situazione in cui solo i politici posso giudicare l'agire dei politici, solo gli avvocati giudicare gli avvocati e via dicendo... quindi, in definitiva, un effettivo sistema di caste che manco nell'India dei secoli passati.
Avrei potuto aggiungere alla mia lista dei "buoni" e dei "cattivi" la considerazione che i giornalisti buoni sono quelli che mi sono simpatici mentre i giornalisti cattivi invece mi stanno sugli zebedei. Ma ecco sarebbe comparso un problema: i giornalisti che mi sono antipatici lo sono perché sono cattivi o sono cattivi perché mi stanno antipatici? E qui hai perfettamente ragione: difetto di elasticità. Ma alla mia età succede...
Totalmente d'accordo per quanto riguarda la seconda parte del tuo intervento: è del tutto naturale che un direttore responsabile si preoccupi nel vedere che un proprio omologo (dal punto di vista delle responsabilità anche penali legate al materiale pubblicato) vada in galera per via del rapporto di fiducia che intercorre tra direttore e articolista "anonimo". Già in un mio post precedente avevo accennato a questa "difesa d'obbligo" che non è necessariamente una difesa d'interessi "di casta" ma la logica risposta al quesito "sarebbe potuto capitare anche a me?". Ti ricorderai che avevo anche accennato al problema costituito dal limite che il giornalismo (anche quello d'inchiesta) non dovrebbe varcare senza tuttavia che all'informazione venga messo un bavaglio. Se a ciò si aggiunge che l'informazione è essa stessa un Potere e, nel bene e nel male, non può non avere numerosi punti di contatto col Potere politico, economico e finaziario (che tutto sommato è ciò che dice il "coglionazzo") avremo forse iniziato ad abbozzare le linee generali del quadro d'insieme.

Due cose.

1)Esistono gli organi di autogoverno e, nello specifico, gli Ordini professionali (non per i politici, per i quali comunque sussistono varie entità di controllo). A questi è demandato, tra gli altri aspetti, il primo controllo "di qualità": titoli d'iscrizione, rispetto della deontologia, condotta. Se un giornalista commette una cazzata, prima ancora della giustizia ordinaria è l'Ordine regionale stesso a sanzionarlo - e a giudicare dalle mail di aggiornamento dell'Odg Veneto, non c'è poi tutta questa inazione, anzi. Casta dei giornalisti? Forse, ma anche no. Forse si potrebbe definire una sottocasta quella dei giornalisti che operano in determinati ambiti privilegiati, come possono essere le redazioni centrali dei grandi quotidiani oppure delle maggiori reti televisive nazionali: quelli, bene o male, sono intoccabili. O lo erano, almeno fino a pochi giorni fa, alla condanna di Sallusti. Ma l'esercito che supporta l'informazione nazionale, ovvero i pubblicisti precari ed i free-lance, non godono di privilegi di sorta. Ed a prescindere hanno voce in capitolo potendo descrivere la situazione dall'interno, a differenza di chi vede solo il prodotto finito e pensa di conoscere così tutto quello che vi è alle spalle.

2)Punti di contatto ve ne sono indubbiamente, basti pensare che qualunque giornalista specializzato ha una rubrica in cui sono presenti i contatti di personaggi influenti del mondo di cui si occupa (politica, finanza, esteri, giustizia, sport, cultura) e che a sua volta è riconosciuto come persona esperta di tali ambienti tanto dalla testata che lo assume quanto da parte di addetti stampa e dai personaggi influenti citati prima, che lo possono interpellare per informazioni, concessione di interviste, richieste di smentite o altro. Ma un conto è il "punto di contatto" ed un altro è la collusione. Se la frequentazione e la familiarità con gli ambienti propri della propria specialità sono imprescindibili, la rinuncia all'imparzialità (o peggio la perdita dell'autonomia, anche tramite contribuzione economica) è violazione deontologica gravissima, che comporta la sospensione o addirittura la radiazione. Per info, citofonare Farina, detto Betulla - non dico Dreyfus solo per non mancare di rispetto alla memoria del fu capitano alsaziano, lui sì martire di pregiudizi e di falsità.
 
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ex.it
view post Posted on 1/10/2012, 15:01




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 30/9/2012, 17:35) 
Due cose.

1)Esistono gli organi di autogoverno e, nello specifico, gli Ordini professionali (non per i politici, per i quali comunque sussistono varie entità di controllo). A questi è demandato, tra gli altri aspetti, il primo controllo "di qualità": titoli d'iscrizione, rispetto della deontologia, condotta. Se un giornalista commette una cazzata, prima ancora della giustizia ordinaria è l'Ordine regionale stesso a sanzionarlo - e a giudicare dalle mail di aggiornamento dell'Odg Veneto, non c'è poi tutta questa inazione, anzi. Casta dei giornalisti? Forse, ma anche no. Forse si potrebbe definire una sottocasta quella dei giornalisti che operano in determinati ambiti privilegiati, come possono essere le redazioni centrali dei grandi quotidiani oppure delle maggiori reti televisive nazionali: quelli, bene o male, sono intoccabili. O lo erano, almeno fino a pochi giorni fa, alla condanna di Sallusti. Ma l'esercito che supporta l'informazione nazionale, ovvero i pubblicisti precari ed i free-lance, non godono di privilegi di sorta. Ed a prescindere hanno voce in capitolo potendo descrivere la situazione dall'interno, a differenza di chi vede solo il prodotto finito e pensa di conoscere così tutto quello che vi è alle spalle.

2)Punti di contatto ve ne sono indubbiamente, basti pensare che qualunque giornalista specializzato ha una rubrica in cui sono presenti i contatti di personaggi influenti del mondo di cui si occupa (politica, finanza, esteri, giustizia, sport, cultura) e che a sua volta è riconosciuto come persona esperta di tali ambienti tanto dalla testata che lo assume quanto da parte di addetti stampa e dai personaggi influenti citati prima, che lo possono interpellare per informazioni, concessione di interviste, richieste di smentite o altro. Ma un conto è il "punto di contatto" ed un altro è la collusione. Se la frequentazione e la familiarità con gli ambienti propri della propria specialità sono imprescindibili, la rinuncia all'imparzialità (o peggio la perdita dell'autonomia, anche tramite contribuzione economica) è violazione deontologica gravissima, che comporta la sospensione o addirittura la radiazione. Per info, citofonare Farina, detto Betulla - non dico Dreyfus solo per non mancare di rispetto alla memoria del fu capitano alsaziano, lui sì martire di pregiudizi e di falsità.

Grazie per le precisazioni, quanto mai opportune per evitare di ricadere nella "chiacchera da bar" (sebbene tutto sommato un Forum sia più assimilabile ad un grande "Bar Sport" che non all'Agorà). Giusto il richiamo all'attività degli Ordini professionali (che tuttavia qualcuno vede proprio come elementi caratterizzanti di un sistema fondato sulle caste), giustissimo il rappresentare le differenze profonde tra i vari livelli in cui si esplica l'attività giornalistica. Un aspetto che hai sfiorato senza tuttavia menzionarlo esplicitamente è quello della "ricattabilità", che a mio parere affligge a vario titolo la stragrande maggioranza degli italiani, ovvero una forma coercitiva di quella collusione che hai opportunamente citato... è questo tipo di collusione quello che desta in me maggior timore se applicato nell'ambito dell'informazione. E purtroppo sono abbastanza convinto che di giornalisti "ricattabili" e ricattati ve ne siano parecchi, se non altro per le differenti opportunità di carriera cui può dare accesso una certa disponibilità ad assecondare proprietari e referenti del settore. Non dubito della generale buona fede, ma mi riesce parecchio difficile credere che dei pochi idealisti che ancora albergano nel Belpaese la maggior parte sia dedita al giornalismo.
 
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view post Posted on 1/10/2012, 15:29
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CITAZIONE (ex.it @ 1/10/2012, 16:01) 
CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 30/9/2012, 17:35) 
Due cose.

1)Esistono gli organi di autogoverno e, nello specifico, gli Ordini professionali (non per i politici, per i quali comunque sussistono varie entità di controllo). A questi è demandato, tra gli altri aspetti, il primo controllo "di qualità": titoli d'iscrizione, rispetto della deontologia, condotta. Se un giornalista commette una cazzata, prima ancora della giustizia ordinaria è l'Ordine regionale stesso a sanzionarlo - e a giudicare dalle mail di aggiornamento dell'Odg Veneto, non c'è poi tutta questa inazione, anzi. Casta dei giornalisti? Forse, ma anche no. Forse si potrebbe definire una sottocasta quella dei giornalisti che operano in determinati ambiti privilegiati, come possono essere le redazioni centrali dei grandi quotidiani oppure delle maggiori reti televisive nazionali: quelli, bene o male, sono intoccabili. O lo erano, almeno fino a pochi giorni fa, alla condanna di Sallusti. Ma l'esercito che supporta l'informazione nazionale, ovvero i pubblicisti precari ed i free-lance, non godono di privilegi di sorta. Ed a prescindere hanno voce in capitolo potendo descrivere la situazione dall'interno, a differenza di chi vede solo il prodotto finito e pensa di conoscere così tutto quello che vi è alle spalle.

2)Punti di contatto ve ne sono indubbiamente, basti pensare che qualunque giornalista specializzato ha una rubrica in cui sono presenti i contatti di personaggi influenti del mondo di cui si occupa (politica, finanza, esteri, giustizia, sport, cultura) e che a sua volta è riconosciuto come persona esperta di tali ambienti tanto dalla testata che lo assume quanto da parte di addetti stampa e dai personaggi influenti citati prima, che lo possono interpellare per informazioni, concessione di interviste, richieste di smentite o altro. Ma un conto è il "punto di contatto" ed un altro è la collusione. Se la frequentazione e la familiarità con gli ambienti propri della propria specialità sono imprescindibili, la rinuncia all'imparzialità (o peggio la perdita dell'autonomia, anche tramite contribuzione economica) è violazione deontologica gravissima, che comporta la sospensione o addirittura la radiazione. Per info, citofonare Farina, detto Betulla - non dico Dreyfus solo per non mancare di rispetto alla memoria del fu capitano alsaziano, lui sì martire di pregiudizi e di falsità.

Grazie per le precisazioni, quanto mai opportune per evitare di ricadere nella "chiacchera da bar" (sebbene tutto sommato un Forum sia più assimilabile ad un grande "Bar Sport" che non all'Agorà). Giusto il richiamo all'attività degli Ordini professionali (che tuttavia qualcuno vede proprio come elementi caratterizzanti di un sistema fondato sulle caste), giustissimo il rappresentare le differenze profonde tra i vari livelli in cui si esplica l'attività giornalistica. Un aspetto che hai sfiorato senza tuttavia menzionarlo esplicitamente è quello della "ricattabilità", che a mio parere affligge a vario titolo la stragrande maggioranza degli italiani, ovvero una forma coercitiva di quella collusione che hai opportunamente citato... è questo tipo di collusione quello che desta in me maggior timore se applicato nell'ambito dell'informazione. E purtroppo sono abbastanza convinto che di giornalisti "ricattabili" e ricattati ve ne siano parecchi, se non altro per le differenti opportunità di carriera cui può dare accesso una certa disponibilità ad assecondare proprietari e referenti del settore. Non dubito della generale buona fede, ma mi riesce parecchio difficile credere che dei pochi idealisti che ancora albergano nel Belpaese la maggior parte sia dedita al giornalismo.

Sai dove sta l'unica, vera "ricattabilità" del sistema giornalistico attuale? L'ho nominato, l'equo compenso per i collaboratori. Che finora sono quasi schiavi degli editori, i quali agiscono da padroni assoluti con il più classico degli aut aut. O ti fai bastare quel che ti do (e mi garantisci quel che voglio, è implicito), oppure posso benissimo rimpiazzarti con un ragazzetto alle prime armi che pur di ottenere una tessera con il suo nome e cominciare a muoversi in un nuovo mondo lavorativo farebbe carte false. E' tutto qui. Ed è uno schifo.
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 1/10/2012, 16:41




ho un amico che oggi è un giornalista professionista.
mi ricordo che ha sgobbato per anni come pubblicista e dopo come collaboratore.
la passione spesso ha compensato gli sforzi.
quando venne il momento di passare da collaboratore a professionista il giornale si tirò indietro, così lui paventò l'ipotesi di una vertenza. le strade si riconciliarono e alla fine lo assunsero.
la prima cosa che disse dopo l'assunzione fu "e ora comincio a riposarmi".

detto così può suonare male, anche perchè lui oltre ad essere una persona in gamba è anche un valente professionista.
questo da un lato comunque avvalora le tesi di fede sull'enorme disparità di trattamento (e i giornalisti sono davvero troppo pagati, oltre ad una serie di vantaggi inimmaginabili per i comuni lavoratori), ma non nega le teorie di exit.

condivido, non tanto la ricattabilità dei giornalisti, quanto la loro accondiscendenza al potere.
non vale per tutti, ma in un paese come l'italia lo scoop o la notizia sulle malefatte (dico della politica) dovrebbero essere 3 il giorno, e non da ora ma da 35 anni.
per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, oggi ci sono più notizie in questo senso perchè la casta dei politici è meno potente e sta acquisendo più potere quella dei giornalisti.
altro punto: in italia ci sono tanti buoni giornalisti commentatori, molto meno sono quelli di indagine alla Gatti o quelli di report. basta vedere che spesso le malefatte vengono fuori da trasmissioni come le iene, il che è tutto dire.
 
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view post Posted on 1/10/2012, 17:14
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(e i giornalisti sono davvero troppo pagati, oltre ad una serie di vantaggi inimmaginabili per i comuni lavoratori)

Lasciando da parte i professionisti a contratto delle grosse redazioni nazionali (Repubblica, Corsera, Stampa, Sole, Gazzetta) e dei maggiori network televisivi (Rai, Mediaset, Telecom), la situazione non è poi rosea. Un professionista, a meno che non si ingegni con collaborazioni varie o docenze, non supera i 2000 Euro lordi al mese, praticamente senza indennità dato che per i servizi in esterna ci si affida alle agenzie. Il ritmo di lavoro prevede cinque giorni e mezzo/sei a settimana, con una media turno di 10 ore.

Peggio va ai collaboratori, 95% dei quali pubblicisti. Pagati 4 Euro lordi al pezzo entro le 999 battute (spaziature incluse) oppure entro le 20 righe, impossibilitati di avvalersi di privilegi come il segreto professionale, zero ferie riconosciute e dunque obbligati a gestirsi tra colleghi per evitare la chiusura del rapporto con l'editore in caso di vacanza - altrimenti si viaggia con il PC e si scrive anche se si è in spiaggia o in cima a una montagna.

Se questi sono vantaggi...
 
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ex.it
view post Posted on 1/10/2012, 17:29




CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 1/10/2012, 17:41) 
ho un amico che oggi è un giornalista professionista.
mi ricordo che ha sgobbato per anni come pubblicista e dopo come collaboratore.
la passione spesso ha compensato gli sforzi.
quando venne il momento di passare da collaboratore a professionista il giornale si tirò indietro, così lui paventò l'ipotesi di una vertenza. le strade si riconciliarono e alla fine lo assunsero.
la prima cosa che disse dopo l'assunzione fu "e ora comincio a riposarmi".

detto così può suonare male, anche perchè lui oltre ad essere una persona in gamba è anche un valente professionista.
questo da un lato comunque avvalora le tesi di fede sull'enorme disparità di trattamento (e i giornalisti sono davvero troppo pagati, oltre ad una serie di vantaggi inimmaginabili per i comuni lavoratori), ma non nega le teorie di exit.

condivido, non tanto la ricattabilità dei giornalisti, quanto la loro accondiscendenza al potere.
non vale per tutti, ma in un paese come l'italia lo scoop o la notizia sulle malefatte (dico della politica) dovrebbero essere 3 il giorno, e non da ora ma da 35 anni.
per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, oggi ci sono più notizie in questo senso perchè la casta dei politici è meno potente e sta acquisendo più potere quella dei giornalisti.
altro punto: in italia ci sono tanti buoni giornalisti commentatori, molto meno sono quelli di indagine alla Gatti o quelli di report. basta vedere che spesso le malefatte vengono fuori da trasmissioni come le iene, il che è tutto dire.

:jump: :jump: :jump: non credo ai miei occhi e non sto' nella (ahimé vizza) pelle per l'eccitazione :jump: :jump: :jump:
Come resistere alla tentazione di uno sfoggio di vaghe reminiscenze scolastiche e citare Nietzsche?
"Miei fratelli in guerra! Io vi amo dal profondo: sono ed ero vostro simile. E sono anche il vostro migliore nemico...."
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 1/10/2012, 21:03




CITAZIONE (ex.it @ 1/10/2012, 18:29) 
CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 1/10/2012, 17:41) 
ho un amico che oggi è un giornalista professionista.
mi ricordo che ha sgobbato per anni come pubblicista e dopo come collaboratore.
la passione spesso ha compensato gli sforzi.
quando venne il momento di passare da collaboratore a professionista il giornale si tirò indietro, così lui paventò l'ipotesi di una vertenza. le strade si riconciliarono e alla fine lo assunsero.
la prima cosa che disse dopo l'assunzione fu "e ora comincio a riposarmi".

detto così può suonare male, anche perchè lui oltre ad essere una persona in gamba è anche un valente professionista.
questo da un lato comunque avvalora le tesi di fede sull'enorme disparità di trattamento (e i giornalisti sono davvero troppo pagati, oltre ad una serie di vantaggi inimmaginabili per i comuni lavoratori), ma non nega le teorie di exit.

condivido, non tanto la ricattabilità dei giornalisti, quanto la loro accondiscendenza al potere.
non vale per tutti, ma in un paese come l'italia lo scoop o la notizia sulle malefatte (dico della politica) dovrebbero essere 3 il giorno, e non da ora ma da 35 anni.
per fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, oggi ci sono più notizie in questo senso perchè la casta dei politici è meno potente e sta acquisendo più potere quella dei giornalisti.
altro punto: in italia ci sono tanti buoni giornalisti commentatori, molto meno sono quelli di indagine alla Gatti o quelli di report. basta vedere che spesso le malefatte vengono fuori da trasmissioni come le iene, il che è tutto dire.

:jump: :jump: :jump: non credo ai miei occhi e non sto' nella (ahimé vizza) pelle per l'eccitazione :jump: :jump: :jump:
Come resistere alla tentazione di uno sfoggio di vaghe reminiscenze scolastiche e citare Nietzsche?
"Miei fratelli in guerra! Io vi amo dal profondo: sono ed ero vostro simile. E sono anche il vostro migliore nemico...."

m'hai levato le parole di bocca.
 
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ex.it
view post Posted on 1/10/2012, 23:17




CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 1/10/2012, 22:03) 
CITAZIONE (ex.it @ 1/10/2012, 18:29) 
:jump: :jump: :jump: non credo ai miei occhi e non sto' nella (ahimé vizza) pelle per l'eccitazione :jump: :jump: :jump:
Come resistere alla tentazione di uno sfoggio di vaghe reminiscenze scolastiche e citare Nietzsche?
"Miei fratelli in guerra! Io vi amo dal profondo: sono ed ero vostro simile. E sono anche il vostro migliore nemico...."

m'hai levato le parole di bocca.

Sssì! Soddisfazione doppia! :jump: :jump: :jump:
 
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ex.it
view post Posted on 2/10/2012, 08:34




Dopo aver malevolmente insinuato che neanche la categoria dei giornalisti sia del tutto scevra di responsabilità di quanto accade nel nostro sciagurato Paese mi corre l'obbligo di riconoscere loro un merito indiscutibile (almeno nei miei confronti!): sono, di solito e fatte le debite eccezioni, gli unici commentatori di politica che riescono a vedere le cose nel loro insieme e a non focalizzarsi in una visione strettamente "partigiana", anche quando decisamente schierati. Sarà questa una delle ragioni per cui la trasmissione "Omnibus" della "Sette", dove spesso i giornalisti sono più presenti dei politici, è una delle poche che riesco a sorbirmi? Va anche detto che, vuoi che si tratti di "spirito di casta" (che può anche avere qualche risvolto positivo), vuoi che semplicemente tra i giornalisti il reciproco rispetto sia più diffuso che tra i politici, vuoi che un giornalista sia interessato ad ascoltare le altrui opinioni quasi quanto ad asserire le proprie, i dibattiti tra giornalisti sono mediamente più civili che quelli tra politici e finiscono per apparire assai più costruttivi.
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 2/10/2012, 12:37




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 1/10/2012, 18:14) 
CITAZIONE
(e i giornalisti sono davvero troppo pagati, oltre ad una serie di vantaggi inimmaginabili per i comuni lavoratori)

Lasciando da parte i professionisti a contratto delle grosse redazioni nazionali (Repubblica, Corsera, Stampa, Sole, Gazzetta) e dei maggiori network televisivi (Rai, Mediaset, Telecom), la situazione non è poi rosea. Un professionista, a meno che non si ingegni con collaborazioni varie o docenze, non supera i 2000 Euro lordi al mese, praticamente senza indennità dato che per i servizi in esterna ci si affida alle agenzie. Il ritmo di lavoro prevede cinque giorni e mezzo/sei a settimana, con una media turno di 10 ore.

Peggio va ai collaboratori, 95% dei quali pubblicisti. Pagati 4 Euro lordi al pezzo entro le 999 battute (spaziature incluse) oppure entro le 20 righe, impossibilitati di avvalersi di privilegi come il segreto professionale, zero ferie riconosciute e dunque obbligati a gestirsi tra colleghi per evitare la chiusura del rapporto con l'editore in caso di vacanza - altrimenti si viaggia con il PC e si scrive anche se si è in spiaggia o in cima a una montagna.

Se questi sono vantaggi...

parlando sempre di questo amico che è vice redattore per un giornale del gruppo espresso è entrato (nel 2003) con uno stipendio che è superiore al mio (oggi) del 40%...e sono passati 9 anni puliti.
inoltre essendo stato assunto a livorno e poi trasferito in altra località toscana era pagato pe la trasferta in modo molto più che dignitoso. ma la cosa meravigliosa è che quando è rientrato a livorno (in cui ha la residenza) è stato pagato per la trasferta che faceva dall'altra località toscana.
senza parlare di premi da dirigente d'azienda, possibilità di usufruire di tutti i diritti dei lavoratori (cosa che dovrebbe essere normale...ma se come lui mi azzardo a chiedere 3 mesi di paternità spezzettata e torno militare per 3 volte è sicuro il calcio nel culo) e praticamente una sorta di "immunità giornalistica".
e sto parlando di un comune giornalista, non di ezio mauro.
avrei anche da eccepire su come i giornali assumono i giornalisti. posso garantire che nel gruppo espresso le raccomandazioni contano.

essendo questo un punto di arrivo economico estremamente gratificante, trovo nomale che in molti ci provino. inoltre come lavoro è molto interessante e parte sempre da una passione.
ma come succede in tutte le aziende chi porta avanti la baracca sono gli ultimi, cioè i collaboratori che a costi irrisori riempiono il giornale e pagano lo stipendio ai professionisti.


quanto al confronto tra esponenti della stessa categoria (giornalisti con giornalisti e politici con politici) mi esaltano poco. li trovo come degli incesti, o tipo "cane non mangia cane", o se preferisci un incontro tra tennisti che palleggiano da fondo campo. a me piacciono gli interrogatori come fa l'annunziata, o documenti alla mano le domande di report. possono anche essere godibili le chiacchere di omnibus (sempre meglio che dei vari floris o vespa) ma li calssidico come chiacchericcio garbato.
 
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view post Posted on 2/10/2012, 13:29
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CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 2/10/2012, 13:37) 
CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 1/10/2012, 18:14) 
Lasciando da parte i professionisti a contratto delle grosse redazioni nazionali (Repubblica, Corsera, Stampa, Sole, Gazzetta) e dei maggiori network televisivi (Rai, Mediaset, Telecom), la situazione non è poi rosea. Un professionista, a meno che non si ingegni con collaborazioni varie o docenze, non supera i 2000 Euro lordi al mese, praticamente senza indennità dato che per i servizi in esterna ci si affida alle agenzie. Il ritmo di lavoro prevede cinque giorni e mezzo/sei a settimana, con una media turno di 10 ore.

Peggio va ai collaboratori, 95% dei quali pubblicisti. Pagati 4 Euro lordi al pezzo entro le 999 battute (spaziature incluse) oppure entro le 20 righe, impossibilitati di avvalersi di privilegi come il segreto professionale, zero ferie riconosciute e dunque obbligati a gestirsi tra colleghi per evitare la chiusura del rapporto con l'editore in caso di vacanza - altrimenti si viaggia con il PC e si scrive anche se si è in spiaggia o in cima a una montagna.

Se questi sono vantaggi...

parlando sempre di questo amico che è vice redattore per un giornale del gruppo espresso è entrato (nel 2003) con uno stipendio che è superiore al mio (oggi) del 40%...e sono passati 9 anni puliti.
inoltre essendo stato assunto a livorno e poi trasferito in altra località toscana era pagato pe la trasferta in modo molto più che dignitoso. ma la cosa meravigliosa è che quando è rientrato a livorno (in cui ha la residenza) è stato pagato per la trasferta che faceva dall'altra località toscana.
senza parlare di premi da dirigente d'azienda, possibilità di usufruire di tutti i diritti dei lavoratori (cosa che dovrebbe essere normale...ma se come lui mi azzardo a chiedere 3 mesi di paternità spezzettata e torno militare per 3 volte è sicuro il calcio nel culo) e praticamente una sorta di "immunità giornalistica".
e sto parlando di un comune giornalista, non di ezio mauro.
avrei anche da eccepire su come i giornali assumono i giornalisti. posso garantire che nel gruppo espresso le raccomandazioni contano.

essendo questo un punto di arrivo economico estremamente gratificante, trovo nomale che in molti ci provino. inoltre come lavoro è molto interessante e parte sempre da una passione.
ma come succede in tutte le aziende chi porta avanti la baracca sono gli ultimi, cioè i collaboratori che a costi irrisori riempiono il giornale e pagano lo stipendio ai professionisti.


quanto al confronto tra esponenti della stessa categoria (giornalisti con giornalisti e politici con politici) mi esaltano poco. li trovo come degli incesti, o tipo "cane non mangia cane", o se preferisci un incontro tra tennisti che palleggiano da fondo campo. a me piacciono gli interrogatori come fa l'annunziata, o documenti alla mano le domande di report. possono anche essere godibili le chiacchere di omnibus (sempre meglio che dei vari floris o vespa) ma li calssidico come chiacchericcio garbato.

E meno male che avevo detto di lasciar fuori dall'elenco i grossi quotidiani (ovvero i gruppi editoriali di portata nazionale, come GeLocal - Repubblica & l'Espresso), oltre che le figure di spicco delle redazioni. E' lapalissiano che un dirigente percepisca molto a scapito di tantissimi, non soltanto i collaboratori precari. Lo so anch'io che i coordinatori redazionali di GeLocal vivono benone, al pari di diversi capiredattori. Ma sempre nel medesimo ambito, già i caposervizio percepiscono assai meno, figurati i redattori con scarsa anzianità o i collaboratori.
Tu dici: giornalisti, bella vita. Potere, conoscenze, soldi. Magari, rispondo io! Per il 3-4% del totale può valere il tuo ragionamento. Un altro 30% sopravvive decorosamente, senza voli pindarici. Il resto deve affidarsi ad altro per arrivare a fine mese.
 
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view post Posted on 2/10/2012, 13:48




CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 2/10/2012, 13:37) 
quanto al confronto tra esponenti della stessa categoria (giornalisti con giornalisti e politici con politici) mi esaltano poco. li trovo come degli incesti, o tipo "cane non mangia cane", o se preferisci un incontro tra tennisti che palleggiano da fondo campo. a me piacciono gli interrogatori come fa l'annunziata, o documenti alla mano le domande di report. possono anche essere godibili le chiacchere di omnibus (sempre meglio che dei vari floris o vespa) ma li calssidico come chiacchericcio garbato.

Carissimo, converrai con me che un chiacchericcio "garbato" rappresenta già una lodevole eccezione nel nostro Paese. Convengo io con te sulla qualità di Report (non a caso scrivevo che Omnibus è "una delle poche trasmissioni" che riesco ancora a sciropparmi... non l'unica!) anche se qualcuno non ha mancato di rilevare come Report si basi molto su indagini "freelance" ai cui esecutori poi lascia ogni responsabilità in caso di querele... il che ci riporta nel pieno dell'affaire Sallusti... :blink2:
 
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46 replies since 27/9/2012, 11:55   517 views
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