CITAZIONE (ex.it @ 19/11/2012, 23:03)
CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 19/11/2012, 21:36)
CITAZIONE (ex.it @ 29/8/2012, 19:41)
CITAZIONE (sensomc @ 29/8/2012, 19:58)
mettiamo ancora un pò di pepe in più su basketcaffè,qual'è la vostra opinione sulla questione Israelo-Palestinese ?
Di fatto il Sionismo ha creato una impasse: per evitare agli Ebrei di trovarsi una nuova terra sono stati i Palestinesi ad essere espropriati della loro. I Palestinesi stanno in gran parte "pagando" i sensi di colpa dell'Europa.
Che minchiata assurda! (Con rispetto parlando)
Già a inizio '900 il governo britannico aveva offerto all'Agenzia Ebraica una porzione dell'attuale Uganda per una possibile immigrazione; poi, dall'Africa ci si è spostati in Medio Oriente e non certo (almeno fino al '48) con espropri di terreni o con lunghe colonne di profughi per le strade o nei campi. Quindi, in realtà, non si tratta di sensi di colpa o di evitare agli Ebrei di trovarsi una patria. La storia umana non è fatta forse anche da migrazioni, più o meno previste o controllate?
Che ragionamento acuto (con rispetto parlando)! Semplicemente omette di menzionare l'esistenza del Sionismo, fenomeno culturale e politico di qualche rilevanza... dimentica gli accordi del 1916 tra Francia e Gran Bretagna per la spartizione della Palestina (precedentemente colonia dell'Impero ottomano) e l'ambigua "dichiarazione Balfour" (1917) in cui il Regno Unito, che pure già aveva promesso la Palestina agli alleati arabi di "el Aurens" e sulla zona deteneva una specie di Protettorato, asseriva la propria volontà di creare colà un "focolare" per gli israeliti dispersi per il mondo, di fatto accordando un certo sostegno alle tesi dei sionisti che rivendicavano il possesso della Palestina.
La successiva graduale immigrazione degli Ebrei fu tutt'altro che indolore: già nel 1920 gli Arabi insorsero e assalirono gli Israreliti, ci furono vittime e centinaia di feriti, principalmente tra gli Ebrei. In conseguenza questi ultimi, che diffidavano delle capacità dell'esercito britannico di tenere sotto controllo la situazione, si dotarono di una forza clandestina di autodifesa, la "Haganah". Nel 1929 nuovi disordini tra i "conviventi forzati" arabi ed ebrei produssero a Gerusalemme oltre 100 morti per parte e circa trecento feriti. Tra il 1936 e il 1939 divampò la Grande Rivolta Araba che si opponeva sia alla crescente migrazione ebraica (in quel periodo erano in molti a lasciare la Germania e gli Stati limitrofi) sia al "mandato" britannico. L'Haganah (forte di circa 50000 uomini) sostenne vigorosamente gl'Inglesi sebbene alcuni gruppi (in particolare l'Irgun e la "banda Stern") si opponessero anche ai britannici in nome di una futura Nazione di Israele e non disdegnassero operazioni di terrorismo anche nei confronti di bersagli civili. La Grande rivolta araba ebbe durata di tre anni. Quando venne soffocata, nel marzo del 1939, i caduti arabi erano oltre 5000, quelli ebraici circa 400 e quelli britannici 200. Più di 120 Arabi furono condannati a morte e una quarantina vennero impiccati. I principali capi arabi furono arrestati o espulsi, di fatto "decapitando" la comunità araba palestinese... (fu anche a causa di ciò che nella guerra del 1948 la maggior parte delle Nazioni arabe confinanti con Israele decisero di impegnarsi militarmente nel tentativo d'invasione delle terre contese). La tragedia della Shoah di fatto contribuì in Occidente a far cadere le resistenze alla nascita dello Stato di Israele, tant'è che i britannici che pure si erano impegnati (Libro Bianco del 1939) a interrompere del tutto l'immigrazione ebraica in Palestina fin dal 1944 dovettero riconsiderare le proprie posizioni. In pratica il "senso di colpa" dell'Occidente nei confronti dei sopravissuti allo sterminio nazista contribuì non poco al sorgere di un largo sentimento di "simpatia" dell'opinione pubblica nei confronti della popolazione ebraica (pur fortemente minoritaria) per cui le proteste dei Palestinesi (già orbi della gran parte della propria classe dirigente) vennero pressoché ignorate.
Piccole ma doverose precisazioni:
1)Il Sionismo nacque sotto la spinta propulsiva di Theodor Herzl, ebreo viennese di ascendenze ungheresi, testimone oculare dell'umiliante degradazione pubblica dell'innocente capitano Dreyfus in Francia. Il Sionismo poneva come proprio obiettivo la creazione di uno Stato ebraico come risposta alle varie persecuzioni europee. Israele non è propriamente una creazione sionista, dato che al suo compimento contribuirono tante diverse personalità, ebree e non, sionisti e non.
2)I disordini in Palestina negli anni '20 e '30 furono in larga parte alimentati dal Gran Muftì di Gerusalemme, Amin Al-Husseini, che più volte incitò i suoi compatrioti a linciare gli ebrei. Attenzione, tutti gli ebrei: tant'è vero che il pogrom più sanguinoso si rivolse verso quella comunità ebraica presente in Palestina ben prima dell'immigrazione organizzata dall'Aliyah.
3)Lo stesso Gran Muftì trovò sponda per le sue politiche di terrorismo e genocidio presso la Germania Nazista, in cui fu accolto con tutti gli onori. Tentò di arruolare una divisione di SS musulmane, reclutando in Bosnia, ma non andò oltre il battaglione, comunque sanguinario. A conflitto mondiale concluso, la Jugoslavia lo inserì nella propria lista dei criminali di guerra, chiedendo di poterlo processare. Una personcina ammodino, insomma.
4)Gli inglesi, che avevano Mandato della SdN sulla Palestina, istituirono nel '36 (non nel '39) un Libro Bianco per contingentare l'immigrazione. Libro Bianco che continuò ad esistere fino al '47, ovvero alla vergogna mondiale della nave "President Warfield" meglio nota come "Exodus". L'Haganah si impegnò militarmente solo dopo la fine del conflitto mondiale, così come l'Irgun e la Banda Stern aumentarono gli atti di terrorismo dal '45 in poi, sino alla distruzione del King David Hotel a Gerusalemme.
CITAZIONE
CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 19/11/2012, 21:36)
Tornando in argomento, i pazzi e gli scellerati ci sono sempre in ambo gli schieramenti. In Israele ci sono quelli che pretendono di prendersi tutto e di non mollare un centimetro, nonostante la maggioranza dei cittadini si opponga e non ne voglia sapere di altri casini. Tra i palestinesi, specie a Gaza, ci sono altri imbecilli, pochi ma nei posti di comando, che credono solo nella guerra continua e non capiscono che l'alternativa alla pacifica convivenza è l'annientamento reciproco.
Purtroppo pensare ad una "pacifica convivenza" dopo quasi cent'anni di contrapposizione punteggiata da stragi, atrocità e terrorismo mi sembra abbastanza illusorio... una volta di più l'assurda pretesa di "imporre" alle popolazioni di spostarsi e lasciare ad altri la propria terra natìa sta producendo (lo abbiamo già visto in Jugoslavia) una faida spietata di cui appare difficile vedere una soluzione: non è soltanto "colpa" di pochi "imbecilli" o "pazzi e scellarati" di ambo le parti, c'è altro: c'è che il sangue versato da una parte e dall'altra è troppo e troppo fresco per poter essere accantonato in nome di una improbabilissima "pacifica convivenza".
Specificato quanto sopra, passiamo al sodo. Compromessi inglesi e francesi o meno, esiste una risoluzione ONU che prevede l'esistenza di uno Stato ebraico e di uno Stato Palestinese. Nel '48, Ben Gurion e i suoi, tenendo al guinzaglio Irgun e Banda Stern, si dichiararono favorevoli alla spartizione, che, numeri alla mano, avrebbe visto una buona parte di territorio in mano ai Palestinesi. Dall'altra parte, tra il criminale Al-Hosseini ed altri agitatori e le mire d'annessione di alcuni Paesi vicini, vi fu il rifiuto. Conseguenza: guerra. Ne fecero le spese tutte e due le fazioni, con massacri indicibili per ogni parte. Alla fine, i Palestinesi non furono sconfitti, ma letteralmente fregati dai loro sostenitori iniziali: la Transgiordania si prese la Cisgiordania (è utile ricordare che la riva sinistra del Giordano è la più fertile e più ricca di materie prime, mentre verso Amman c'è quasi solo deserto), l'Egitto Gaza. E i Palestinesi finirono nei campi profughi, dove erano facile preda di sobillatori.
Adesso, da una parte c'è uno Stato legittimo al cui interno convivono anime fin troppo turbolente che pensano di poter spadroneggiare: il risultato sono provocazioni
de facto e l'utilizzo di qualunque
casus belli per una rappreseglia in grande stile. Dall'altra parte, situazione ancor più caotica: a Gaza c'è Hamas, che vorrebbe annientare Israele come neanche Nasser con i missili di Helwuan a suo tempo; in Cisgiordania c'è Fatah, che è meno estremista rispetto al passato ma è divorata dalla corruzione e sfrutta qualunque occasione per provare a riprendere terreno politicamente.