CHIUSURA UFFICO GARE NOVARA

Anche su questo tema, però, le opinioni possono essere le più discordanti.

Non conosco i bilanci, non so nemmeno se l'attivo di bilancio è un parametro di qualità assoluta per l'attività di un comitato. Io registro solo opinioni, diverse da quelle di chi ritiene che la chiusura dei comitati provinciali sia un problema.

E poi mi sono sempre chiesto: ma perchè Novara si, e invece Vercelli, Verbania, Biella, Alessandria, Asti, Cuneo e Aosta no? Se non sbaglio in Friuli ci sono 4 province e 4 uffici gara. Non so se sia un bene o un male. Centralizzare e dislocare, a mio parere, presentano entrambi problemi e vantaggi. Tutto sta a COME si gestisce la centralizzazione e la dislocazione, se a beneficio di tutti o di una parte. A me del campanilismo è sempre fregato zero, mi interessa il vantaggio per la collettività.

Anche chi la pensa diversamente ne fa una questione di praticità, con opinioni altrettanto degne. Novara gestisce le società novaresi, Torino le piemontesi, tutte, specialmente nei campionati non locali (es. C2, D, Bf, giovanili di eccellenza ed elite).
C'è poi una questione di equità: ammesso che sia "praticamente" meglio delocalizzare, non dovrebbe esserlo solo per Novara e Torino, ma anche per Aosta, Cuneo, Alessandria e Verbania. Così non è al momento.
Se poi l'allarme che lanci riguarda il fatto che la centralizzazione dovrebbe assicurare una capacità di relazione, comunicazione e organizzazione migliorativa rispetto alla situazione attuale, o quanto meno non peggiorativa, sono d'accordo con te.
Non condivido due concetti impliciti, che forse ho male interpretato:
1. la non generalità del discorso (Novara si, Cuneo no ?!?);
2. sicuramente per le novaresi peggiorerà la situazione.

P.S. - Lo sanno tutti che io parteggio per l'ufficio gare di Torino!

Intervento interessante e in larga parte condivisibile. Credo che la tua conclusione contenga la risposta a tutta la premessa. Se il "movimento" prendesse maggiore coscienza di essere parte della "federazione" la distanza diminuirebbe. D'altro canto, se chi dirige la "federazione" andasse incontro al "movimento", almeno sul piano di comunicazione efficace e ascolto attento, la distanza diminuirebbe ulteriormente. I chilometri tra periferia e sede centrale sarebbero annullati da una seria propensione reciproca alla collaborazione. Il problema, a mio parere comune anche a tanti altri contesti di estrazione non sportiva, è che tutti pensano che fare il primo passo sia un compito di qualcun altro. Forse sembra fatica sprecata fare questo primo passo, senza la certezza di avere qualcosa in cambio, ma quest'ottica è opportunistica e non tende al bene comune. L'ideale sarebbe che tutti facessero un passo: l'istituzione a lavorare in ottica di servizio e la periferia a partecipare seriamente e di più alla vita della federazione. Come ho già scritto, le elezioni di fine 2012 saranno un bel banco di prova per capire chi vuole impegnarsi e metterci la faccia e chi, invece, preferisce solo lamentarsi.