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Marinai Italiani ingiustamente incarcerati in India

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view post Posted on 6/3/2012, 22:27
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Il potere è l'immondizia della storia degli umani e, anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte: siamo i "Grandi della Mancha", Sancho Panza e Don Chisciotte !

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Mah....anche secondo gli Stati Uniti il pilota del Cermis non c'entrava nulla....non era colpa sua.

Mi pare che il paragone calzi abbastanza.

Siccome a me la vicenda del Cermis ha fatto vomitare......abbi pazienza ma non posso certo, in questo caso, usare pesi e misure diverse.
 
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view post Posted on 6/3/2012, 23:36




Secondo il Ministero degli Esteri è "sottoposta alla giurisdizione della magistratura italiana una vicenda che coinvolge organi dello Stato operanti nel contrasto alla pirateria sotto bandiera italiana e in acque internazionali''... e mi sembra che la cosa sia inoppugnabile.

CITAZIONE (Sindaco #7 @ 6/3/2012, 22:27) 
Mah....anche secondo gli Stati Uniti il pilota del Cermis non c'entrava nulla....non era colpa sua.

Mi pare che il paragone calzi abbastanza.

Siccome a me la vicenda del Cermis ha fatto vomitare......abbi pazienza ma non posso certo, in questo caso, usare pesi e misure diverse.

Niente affatto... il pilota ha sicuramente violato le norme statunitensi relative alla sicurezza del volo. Ovvero ha contravvenuto alle "regole d'ingaggio". E ciò nonostante gli Stati Uniti hanno inteso "coprire" il loro militare... il che è sicuramente piuttosto contestabile.
Nel caso in questione è assolutamente da verificare se i due si siano o meno attenuti alle direttive in vigore, nel caso l'abbiano fatto non possono assolutamente essere considerati responsabili di un'azione (tutta da verificare, ripeto) eseguita in ottemperanza alle direttive ricevute e volte al contrasto della pirateria.
 
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view post Posted on 7/3/2012, 00:35
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forumista oltre

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Appunto...che si verifichi se questi due militari abbiano agito legittimamente o meno...

PS: una cosa non mi è ben chiara della vicenda...i due militari erano su una nave civile? E se lo erano, è lecito che due soldati operino su una nave civile oppure le missioni anti-pirateria dovrebbero avvenire scortando le navi civili con navi militari e non stando a bordo? Lo chiedo per avere maggiore chiarezza...
 
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view post Posted on 7/3/2012, 01:14




CITAZIONE (marcostraz @ 7/3/2012, 00:35) 
Appunto...che si verifichi se questi due militari abbiano agito legittimamente o meno...

PS: una cosa non mi è ben chiara della vicenda...i due militari erano su una nave civile? E se lo erano, è lecito che due soldati operino su una nave civile oppure le missioni anti-pirateria dovrebbero avvenire scortando le navi civili con navi militari e non stando a bordo? Lo chiedo per avere maggiore chiarezza...

Si tratta di un argomento "chiaro"... nel senso che lo Stato Italiano ha stabilito (con una legge promulgata lo scorso anno, se non sbaglio) che a svolgere le funzione di protezione contro la pirateria a bordo dei mercantili battenti bandiera italiana fossero militari italiani e non "contractors" dal grilletto facile. La cosa è a mio parere molto discutibile sotto il profilo etico-morale, in quanto non credo che lo Stato assicuri tale servizio senza alcun genere di contropartita... tuttavia non c'è dubbio che l'utilizzo di militari garantisca una maggior professionalità e una minor incidenza di "errori" quali quello di cui stiamo parlando.
Da quanto riportato dagli organi d'informazione in merito sia al numero e al calibro dei colpi esplosi dai nostri militari nel corso di un'azione intimidatoria nei confronti di un'imbarcazione sospetta (una ventina di colpi sparati in aria, numero confermato dai rilievi della polizia indiana), sia al numero di proiettili che hanno colpito il peschereggio (oltre sessanta secondo la polizia di Kerala) è anzi da ritenere probabile che il peschereccio sia stato preso a bersaglio da altra nave presidiata da "contractors" e non dalla "Enrica Lexie"...
 
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ex.it
view post Posted on 7/3/2012, 10:17




Comunque sulla vicenda di Cermis e sull' evidenza della mancata osservanza da parte del pilota delle limitazioni relative alla quota di volo si può consultare la solita wikipedia... da notare che la versione in inglese dell'argomento (http://en.wikipedia.org/wiki/Cavalese_cabl..._disaster_(1998)) è molto più accurata ed approfondita della versione in lingua italiana.
 
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conmar
view post Posted on 7/3/2012, 12:12




Scusate, da perfetto ignorante, ma nsono state stabilite delle regole d'ingaggio? e se si con chi?
Sono propenso a credere che gli italiani, in questo caso, non c'entrino, vista almeno la distanza di navigazione (33 miglia dalla costa, circa, arrotondando, 60 km) e non credo che un peschereccio arrivi a quella distanza per pescare.
Mi pare, inoltre, che nelle stesse ore rimbalzò un'agenzia che parlava di una petroliera greca con personale militare indiano a bordo (notizia smentita dal governo Hellenico, si va beh... si va sulla fiducia... visto che avevano taroccato anche i conti per entarre in europa ) , che si stava avvicinando ad un non ben definito ( per quanto mi ricordi ) terminal, dalla quale furono sparati alcuni colpi d'arma da fuoco in direzione di pseudo pirati.

 
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view post Posted on 7/3/2012, 14:47




CITAZIONE (conmar @ 7/3/2012, 12:12) 
Scusate, da perfetto ignorante, ma nsono state stabilite delle regole d'ingaggio? e se si con chi?
Sono propenso a credere che gli italiani, in questo caso, non c'entrino, vista almeno la distanza di navigazione (33 miglia dalla costa, circa, arrotondando, 60 km) e non credo che un peschereccio arrivi a quella distanza per pescare.
Mi pare, inoltre, che nelle stesse ore rimbalzò un'agenzia che parlava di una petroliera greca con personale militare indiano a bordo (notizia smentita dal governo Hellenico, si va beh... si va sulla fiducia... visto che avevano taroccato anche i conti per entarre in europa ) , che si stava avvicinando ad un non ben definito ( per quanto mi ricordi ) terminal, dalla quale furono sparati alcuni colpi d'arma da fuoco in direzione di pseudo pirati.

Le regole d'ingaggio, per quanto ne so io, vengono stabilite dal Ministero della Difesa che del loro contenuto è quindi direttamente responsabile, mentre i militari sono responsabili della loro corretta esecuzione.
Sempre per quanto ne posso sapere io le regole d'ingaggio relative ai militari di scorta alle petroliere in funzione anti-pirateria prevedono di far uso delle armi a scopo esclusivamente intimidatorio (colpi di avvertimento in aria e successivamente in acqua a proravia dell'unità sospetta), a meno del caso in cui si debba far ricorso uso alle armi per autodifesa (cioè quando l'unità sotto scorta sia stata fatta essa stessa bersaglio del fuoco "avversario"). In altre parole se i nostri militari si sono correttamente attenuti alle regole d'ingaggio emanate dal Ministero della Difesa, non possono aver deliberatamente aperto il fuoco su una imbarcazione di pacifici pescatori. Può invece essere accaduto che le raffiche sparate in aria abbiano interessato per una tragica fatalità un'imbarcazione diversa da quella cui era rivolta la raffica d'avvertimento... (e anche in questo caso sarebbe lo Stato Italiano a doversi considerare responsabile della tragedia e non i due sottufficiali). Tuttavia gli oltre sessanta colpi che, stando alla polizia di Kerala, hanno colpito il peschereccio rendono poco verosimile questa eventualità.
 
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view post Posted on 10/3/2012, 13:43
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forumista oltre

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Tra l'altro sulla questione aggiungerei che pesa la scarsa credibilità internazionale di un paese, il nostro, che è stato appena condannato per violazione dei diritti umani...
 
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ex.it
view post Posted on 10/3/2012, 14:29




Bischerate... agli indiani dei diritti umani temo che importi assai meno che a noi. Il problema è che, comunque la si metta, quei due hanno agito in mome e per conto dello stato e pertanto non hanno da essere sottoposti a processo.
L'ennesima dilazione in merito all'esito della perizia balistica da una parte fa' ben sperare... può darsi che gli indiani intendano allungare il brodo fino a dopo il 14 marzo (cioè dopo che verrà assegnato il seggio importantissimo reso vacante dal decesso di un loro deputato).
Tuttavia ho la brutta sensazione che quand'anche l'esito della perizia fosse tale da scagionare i nostri soldati ci sarà un tentativo di intorbidare il tutto... se infatti ad uccidere i due pescatori sono stati altri soggetti non identificati le disgraziate famiglie dei due non potranno attendersi nessun risarcimento, e la cosa sarebbe estremamente impopolare. Da cui la necessità di un capro espiatorio gentilmente messo a disposizione dallo Stato Italiano.
Nel contempo l'India, paese emergente, ha la possibilità di "mostrare i muscoli" nei confronti di uno Stato occidentale senza grossi rischi di buscarne.
 
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view post Posted on 10/3/2012, 18:47
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sportivo sarà lei !

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la prima a sinistra poi ancora a sinistra.

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CITAZIONE (Sindaco #7 @ 6/3/2012, 22:27) 
Mah....anche secondo gli Stati Uniti il pilota del Cermis non c'entrava nulla....non era colpa sua.

Mi pare che il paragone calzi abbastanza.

Siccome a me la vicenda del Cermis ha fatto vomitare......abbi pazienza ma non posso certo, in questo caso, usare pesi e misure diverse.

:quoto: solo che i morti erano un poino di piu' e non erano in acque internazionali. :sick:
 
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view post Posted on 10/3/2012, 21:21
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forumista oltre

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CITAZIONE (ex.it @ 10/3/2012, 14:29) 
Bischerate... agli indiani dei diritti umani temo che importi assai meno che a noi. Il problema è che, comunque la si metta, quei due hanno agito in mome e per conto dello stato e pertanto non hanno da essere sottoposti a processo.

Forse all'India potrà importare poco dei diritti umani...però invece quando noi invochiamo l'aiuto della Comunità Europea, cercando di coinvolgerla in questa vicenda, magari il fatto che siamo appena stati condannati (dalla Comunità Europea stessa, tra l'altro) condannati per violazione dei diritti umani secondo me un peso ce l'ha...
 
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ex.it
view post Posted on 10/3/2012, 23:04




CITAZIONE (heroito @ 10/3/2012, 18:47) 
CITAZIONE (Sindaco #7 @ 6/3/2012, 22:27) 
Mah....anche secondo gli Stati Uniti il pilota del Cermis non c'entrava nulla....non era colpa sua.

Mi pare che il paragone calzi abbastanza.

Siccome a me la vicenda del Cermis ha fatto vomitare......abbi pazienza ma non posso certo, in questo caso, usare pesi e misure diverse.

:quoto: solo che i morti erano un poino di piu' e non erano in acque internazionali. :sick:

Uffa! il Cermis non c'entra un tubo... in quel caso un pilota ha eseguito una manovra in contrasto con le normative in vigore (sia italiana che statunitense). Poi ha anche cancellato la registrazione di volo. Ha negato che ci fosse stato un incidente e solo un controllo effettuato sugli impennaggi di coda ha dimostrato in modo inequivocabile che l'impatto c'era stato: c'erano pezzi del cavo della funivia conficcati nella coda dell'aereo!
Invece nel caso in questione NON c'è alcuna prova che i due pescatori siano stati fatti oggetto del fuoco dalla Enrica Lexie... NON c'è alcun riscontro circa la posizione della stessa Enrica Lexie (non si tratta solo di sapere se il fatto è avvenuto in acque internazionali o meno, si tratta anche di capire se le posizioni relative dei due natanti confermano o meno la possibilità che il fuoco originato dalla Enrica Lexie potesse andare a segno sul peschereccio), NON c'è alcun elemento che faccia pensare che i nostri sottufficiali non si siano attenuti alla normativa emanata dallo Stato Italiano (regole d'ingaggio) laonde per cui semmai sul banco degli imputati dovrebbe sedere chi ha emanato regole d'ingaggio troppo "lasche" e sicuramente NON chi si è attenuto ad esse.
Insomma NON si tratta di "mandare un delitto impunito", ma di evitare che a pagare per un crimine siano persone che NON l'hanno commesso.
 
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Andre3
view post Posted on 11/3/2012, 13:19




novelli "Cucciolone" ma perchè non si sta a casa che si fa meglio figura ;)
 
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demorenis
view post Posted on 11/3/2012, 18:48




Due pesi e due marò

di Massimo Fini

Ancora un passo e siamo al “Sakineh, subito libera!”. Per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri di Marina in stato di arresto in India, tutta la destra ma anche parte della sinistra si sono mobilitate al grido di “Riportiamoli subito a casa”, “Salviamo i nostri marò”, “Siamo tutti con voi”. L’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, quasi in lacrime ha dichiarato: “I nostri ragazzi devono tornare in Italia ed essere restituiti alle loro famiglie”. Si è invocato l’intervento della Nato e dell’Unione europea. Il Giornale ha scritto: “La parte sana del Paese difende i suoi soldati” e vedendo una parte della sinistra un po’ tiepida ha sottolineato, in polemica col sindaco di Milano Pisapia, che a Giuliana Sgrena e alle ‘due Simone’ “nessuna istituzione ha mai negato solidarietà e partecipazione durante i difficili momenti della prigionia”.

Non ho alcuna simpatia per le Sgrene e le Simone, ‘vispe terese’ del turismo di guerra, ma a parte che una cosa è un sequestro altra un arresto ordinato dalla magistratura di uno Stato, qui c’è il piccolo particolare che Girone e Latorre sono accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati somali. All’inizio i due fucilieri si sono difesi dichiarando: “Abbiamo sparato in aria e poi in acqua, contro un’imbarcazione con cinque uomini armati”. Tesi incautamente fatta subito propria dal nostro governo (sia mai che dei ‘bravi ragazzi’ italiani sparino per uccidere, sia pur dei presunti pirati) che in seguito ha più prudentemente ripiegato sulla questione dellagiurisdizione: la nave da cui i due avrebbero sparato è italiana, i due sono italiani, l’incidente è avvenuto in acque internazionali, quindi la giurisdizione appartiene alla magistratura italiana. Non c’è dubbio che se l’incidente fosse avvenuto a bordo della Enrica Lexie, che è territorio italiano, così sarebbe. Ma la cosa è avvenuta a trecento metri dalla nave e quindi in ‘territorio’ internazionale e perciò neutro.

A chi spetta in questo caso la giurisdizione, al Paese dei presunti assassini o a quello delle vittime? Come scrivevo sul Fatto (22/2) all’indomani di questo tragico episodio: “Se due pescatori di Mazara del Vallo di un peschereccio che naviga al largo delle coste siciliane, sia pur in acque internazionali fossero uccisi da militari indiani imbarcati su un mercantile indiano, qualcuno dubiterebbe, qui da noi, che la competenza spetta al Paese delle vittime?”. È quel che pensano, nel caso dell’Enrica Lexie, gli indiani. A ragione. Smettiamola quindi di fare i gradassi con quell’atteggiamento neocoloniale che abbiamo assunto da qualche tempo a imitazione degli angloamericani dal ‘grilletto facile’ che han la pretesa, che anche noi adesso avanziamo, dell’immunità. Se i due fucilieri hanno sbagliato devono risponderne. Un processo in Italia, lo capisce chiunque, anche un indiano, sarebbe una farsa, i due marò sarebbero accolti come eroi e finirebbero in breve all”Isola dei famosi’.

Troppo facilmente ci si dimentica che, pur se a migliaia di chilometri, qui ci sono due morti, anche se non se ne fanno mai i nomi come se fossero delle comparse irrilevanti in questa brutta faccenda. Si chiamavano Ajesh Binki e Valentine Jelastine e avevano anch’essi, caro La Russa e cari italiani, delle famiglie e degli affetti. Come Franco Lamolinara, ucciso in Nigeria in seguito a uno sconsiderato blitz degli inglesi, per la cui morte giustamente ci indignammo. Come gli indiani si indignano per le loro.

Il Fatto Quotidiano, 10 Marzo 2012
 
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spartacus_19
view post Posted on 11/3/2012, 20:14




CITAZIONE (demorenis @ 11/3/2012, 18:48) 
Due pesi e due marò

di Massimo Fini

Ancora un passo e siamo al “Sakineh, subito libera!”. Per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri di Marina in stato di arresto in India, tutta la destra ma anche parte della sinistra si sono mobilitate al grido di “Riportiamoli subito a casa”, “Salviamo i nostri marò”, “Siamo tutti con voi”. L’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, quasi in lacrime ha dichiarato: “I nostri ragazzi devono tornare in Italia ed essere restituiti alle loro famiglie”. Si è invocato l’intervento della Nato e dell’Unione europea. Il Giornale ha scritto: “La parte sana del Paese difende i suoi soldati” e vedendo una parte della sinistra un po’ tiepida ha sottolineato, in polemica col sindaco di Milano Pisapia, che a Giuliana Sgrena e alle ‘due Simone’ “nessuna istituzione ha mai negato solidarietà e partecipazione durante i difficili momenti della prigionia”.

Non ho alcuna simpatia per le Sgrene e le Simone, ‘vispe terese’ del turismo di guerra, ma a parte che una cosa è un sequestro altra un arresto ordinato dalla magistratura di uno Stato, qui c’è il piccolo particolare che Girone e Latorre sono accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati somali. All’inizio i due fucilieri si sono difesi dichiarando: “Abbiamo sparato in aria e poi in acqua, contro un’imbarcazione con cinque uomini armati”. Tesi incautamente fatta subito propria dal nostro governo (sia mai che dei ‘bravi ragazzi’ italiani sparino per uccidere, sia pur dei presunti pirati) che in seguito ha più prudentemente ripiegato sulla questione dellagiurisdizione: la nave da cui i due avrebbero sparato è italiana, i due sono italiani, l’incidente è avvenuto in acque internazionali, quindi la giurisdizione appartiene alla magistratura italiana. Non c’è dubbio che se l’incidente fosse avvenuto a bordo della Enrica Lexie, che è territorio italiano, così sarebbe. Ma la cosa è avvenuta a trecento metri dalla nave e quindi in ‘territorio’ internazionale e perciò neutro.

A chi spetta in questo caso la giurisdizione, al Paese dei presunti assassini o a quello delle vittime? Come scrivevo sul Fatto (22/2) all’indomani di questo tragico episodio: “Se due pescatori di Mazara del Vallo di un peschereccio che naviga al largo delle coste siciliane, sia pur in acque internazionali fossero uccisi da militari indiani imbarcati su un mercantile indiano, qualcuno dubiterebbe, qui da noi, che la competenza spetta al Paese delle vittime?”. È quel che pensano, nel caso dell’Enrica Lexie, gli indiani. A ragione. Smettiamola quindi di fare i gradassi con quell’atteggiamento neocoloniale che abbiamo assunto da qualche tempo a imitazione degli angloamericani dal ‘grilletto facile’ che han la pretesa, che anche noi adesso avanziamo, dell’immunità. Se i due fucilieri hanno sbagliato devono risponderne. Un processo in Italia, lo capisce chiunque, anche un indiano, sarebbe una farsa, i due marò sarebbero accolti come eroi e finirebbero in breve all”Isola dei famosi’.

Troppo facilmente ci si dimentica che, pur se a migliaia di chilometri, qui ci sono due morti, anche se non se ne fanno mai i nomi come se fossero delle comparse irrilevanti in questa brutta faccenda. Si chiamavano Ajesh Binki e Valentine Jelastine e avevano anch’essi, caro La Russa e cari italiani, delle famiglie e degli affetti. Come Franco Lamolinara, ucciso in Nigeria in seguito a uno sconsiderato blitz degli inglesi, per la cui morte giustamente ci indignammo. Come gli indiani si indignano per le loro.

Il Fatto Quotidiano, 10 Marzo 2012

:inchino: :inchino: :inchino: :inchino:
 
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