verso la leopolda
Big bang con Parisi e Chiamparino
(per dire no ai dinosauri)Si inizia venerdì 28 ottobre ore 21, alla Stazione Leopolda di Porta al Prato, per poi proseguire nei due giorni successivi e concludersi domenica 30 ottobre alle 13Big bang, ci siamo. «Immagina di non esser qui, su questo palco, ma a Palazzo Chigi, hai cinque minuti di tempo e devi decidere cosa fare». Parte così, all'insegna di velocità e immediatezza la Leopolda bis voluta da Matteo Renzi, la convention dei «post-rottamatori». Il sindaco illustra tramite la sua Enews, modalità e dettagli.
Intanto, il presente. Si inizia venerdì 28 ottobre ore 21, alla Stazione Leopolda di Porta al Prato, per poi proseguire nei due giorni successivi e concludersi domenica 30 ottobre alle 13. Ci sarà solo il tempo per dormire. E sarà anche poco visto che, come avvenuto l'anno scorso, Renzi (e i suoi) si sveglieranno all'alba perché il rottamatore si sta preparando per la maratona che si svolgerà a Firenze il prossimo 27 novembre: quindi tutti di corsa alle Cascine, di buon mattino.
Cosa succede venerdì? Il primo intervento del Big bang sarà quello di Davide Faraone, consigliere comunale a Palermo e alla Regione Sicilia. Coetaneo di Renzi, passa anche lui per essere l'uomo controcorrente del Pd siciliano, «uno di quelli cocciuti e contrario all’inciucio con Lombardo». E Faraone ha già lanciato la sua corsa a sindaco per succedere alla fallimentare amministrazione di Diego Cammarata. Ma non sarà una corsa facile, perché il segretario del Pd Bersani avrebbe già lanciato la candidatura di Rita Borsellino.
Di che si parla? «Di tutto. O meglio, di molto – scrive il sindaco nella sua Enews - non discuteremo di alleanze strategiche esistenziali, di dotte riflessioni sul mondo che cambia, di ampi documenti convergenti sulle filosofie ideologiche del nostro tempo. Tutta roba che lasciamo volentieri ai professionisti. Noi siamo gente semplice, abituata alla concretezza. Pensiamo che la politica non sia solo per gli addetti ai lavori». Sul palco della Leopolda sarà riprodotta una casa, una casa normale, con tanto di frigo. E all'ingresso, dove si prevede l'arrivo di circa 8-10 mila persone, ci saranno degli spazi gioco e degli educatori professionali: un asilo in tutto e per tutto.
Cinque minuti (a testa) per il Big bang Chi va sul palco avrà cinque minuti. «Si parte da una provocazione: non sei alla Leopolda, sei a Palazzo Chigi. Hai cinque minuti, poi ti scoprono – continua Renzi -. Dicci cosa faresti concretamente. Non ci fare discorsi con antani e tapioca degni di Amici Miei. Dicci cosa proponi. Ami l’Italia, vuoi cambiarla, sei schifato da quello che sta succedendo. Bene. Dicci che cosa faresti tu».
La partecipazione “totale” Mentre chi sta sul palco parlerà, tutti gli altri, quelli in streaming e quelli in sala, potranno interagire su Facebook e su Twitter (l’hashtag è #Leopolda). E suggerire, contestare, proporre, apprezzare ciò che il premier pro tempore propone. Alla fine dei cinque minuti, suonerà un gong. E dalla consolle sarà forse chiesto all’oratore di rispondere a una o due domande che arrivano dalla platea. Chi vuol dare un'idea, può scrivere a
[email protected].
Chi ci sarà Matteo Richetti, nuovo braccio destro di Renzi dopo il divorzio da Pippo Civati, proporrà di estendere a tutte le altre Regione ciò che lui ha fatto nella sua, come presidente dell'assemblea dell'Emilia Romagna: abolire i vitalizi per i consiglieri regionali. E dal Pd ci sarà anche Arturo Parisi che ha imposto il referendum per l’abolizione della legge elettorale (chiamata “Porcellum” da un costituzionalista). Ma ci saranno anche imprenditori italiani come Nerio Alessandri della Technogym o Guido Ghisolfi che con la sua azienda investe ogni anno 50 milioni in ricerca e sviluppo. Non mancheranno nemmeno uomini della tv (il produttore Giorgio Gori e Antonio Campo dall’Orto di Mtv), scrittori (come Alessandro Baricco e Edoardo Nesi). E giovani professionisti dello spettacolo (come Pif di Mtv o il regista Fausto Brizzi). In prima fila anche l’ex presidente dell’Anci Sergio Chiamparino e il suo successore Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia.
«Non sono un giovanotto in carriera». «Immagino lo spaesamento di chi da giorni si è preparato per etichettare l’appuntamento fiorentino come la creazione di una corrente moderata per le ambizioni personali di qualche giovanotto in carriera – sferza Renzi -. Tranquilli: è molto peggio di come pensavano. Qui infatti le ambizioni sono collettive. Alla Leopolda, per il Big Bang, ci va chi vuole riprendere a fare politica, con il sorriso sulle labbra e senza parlar male degli altri. Non candidiamo qualcuno alle primarie, candidiamo le idee al Governo. Anche perché ci sembra che il Governo attuale sia alla frutta. Anzi all’ammazzacaffè».
Il Partito Democratico che... (Renzi vorrebbe) «Il Pd che sogno vuole vincere, perché si è stufato di partecipare – continua il sindaco -. Vuole che tutti abbiano una casa ma non delega l’urbanistica alle cooperative dei costruttori o ai professionisti del mattone”. Il “mio” Pd “rimette a posto i conti dello Stato e della amministrazioni pubbliche, non li sfascia. Giudica immorale il debito lasciato in eredità alle nuove generazioni e non sopporta l’idea che oggi lo Stato spenda più per gli interessi che per la scuola». La ricetta-Renzi punta poi al drastico «taglio delle cattedre universitarie» e «manda in pensione i cittadini due anni dopo, ma assicura un asilo nido in più». Restano poi da rottamare un bel po' (“dimezzare”) di posti in Parlamento, perché «chi ha causato il problema in questi anni non può proporsi come la soluzione».
Perché non fondo un altro partito «Mi dicono – si chiede retoricamente Renzi - Ma perché non fondi un tuo partito?». E lui, altrettanto retoricamente, risponde: «Cioè, vi sembrano pochi i partiti? Sentite davvero l’esigenza di fondarne un altro? Io no. Per me i partiti dovrebbero essere solo due e fare da contenitori per il confronto di idee. Vorrei partiti diversi, non altri partiti. Per esempio il Pd che sogno dovrebbe cambiare. E potrebbe farlo».
La curiosità Tra i manifesti del Big bang ne sono comparsi tre con l'immagine di dinosauri e brontosauri e sotto la scritta: «I dinosauri non si sono estinti da soli». Vero. Per anni si è argomentato sulla ragione per cui questi enormi esseri viventi che tanto piacciono a bambini, disegnatori di cartoni animati e filmaker, siano all'improvviso scomparsi 65milioni di anni fa dal globo terrestre. A determinare l'estinzione dei dinosauri come ha dimostrato uno studio pubblicato su Science (studio internazionale che ha visto il coinvolgimento di Giappone, Usa, Canada, e Messico e il coordinamento dell'Università di Norimberga) è stata la caduta di un grande asteroide. Verità scientifica che i rottamatori della Leopolda 2011 sembrano ignorare. Tant'è che dal sito ufficiale Leopolda 2011 e sulla pagina facebook compaiono delle simpatiche locandine dove ora su campo arancione, ora verde ora giallo campeggiano le sagome di uno stegosauro, un T-Rex e un mansueto sauropode dal collo lungo. Sopra, il logo Big Bang, e sotto la scritta «I dinosauri non si sono estinti da soli'» L'associazione tra figure e messaggio è immediata, magari anche efficace ( «con questa nostra iniziativa vogliamo spazzare via i dinosauri della politica dal nostro Paese)» ;ma errata scientificamente perché rimanda all'immagine del Big Bang e della creazione dell'universo. Il popolo di Facebook però, non sembra essersene accorto.
Laura Antonini
Claudio Bozza
25 ottobre 2011