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35 anni di confino, www.ferraraamara.com

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hustlazz
view post Posted on 19/11/2010, 09:11




N
on Eboli, non Ustica, non le isole del Sud... ma il MOF di Ferrara.

Stefano Bulzoni, una vita al confino.

Chi è Stefano Bulzoni?

Classe 1947, comincia presto a lavorare, prima come elettricista alla Montedison e, dal 1971, come vigile presso il Comune di Ferrara in seguito a concorso pubblico per 18 vigili urbani, mentre prosegue gli studi alle scuole serali e poi all’università. Ha inoltre il “pallino ambientale” e questo suo interesse lo porta a dedicarsi in modo particolare al censimento delle discariche.
“Stranamente” proprio l’amore per lo studio e per l’ambiente finiscono per danneggiarlo, rendendolo chiaramente vittima di emarginazione lavorativa.
Infatti più acquisisce titoli di studio più il Comune gli rifila procedure di licenziamento “condite con denigrazioni”: nel 1973 ottiene il diploma in fisica all’Istituto Tecnico Provinciale e segnala lo scarico notturno di rifiuti industriali presso l'ex fornace SEF e il Comune con ordine di servizio n° 59 a firma del sindaco Radames Costa lo trasferisce al MOF.
L'ordinanza del '74 confina quindi il Bulzoni all'interno del MOF (Mercato ortofrutticolo) in un'area di mq 32.000 con la mansione di vigile annonario, esautorandolo da qualsiasi altra attività esterna proprio dopo avere smascherato l’AMIU (Azienda Municipalizzata Igiene Urbana) che portava rifiuti tossici nelle cave dismesse, della ex fornace SEF, per l'esaurimento dell'argilla.
Coincidenza?

Discarica di Cà LeonaNel 1977 si laurea in Giurisprudenza con successiva specializzazione in Scienze Amministrative nel 1980; il Comandante obietta che la sua “è una presenza spuria nei vigili”, la Giunta ne prende atto e lo degrada da vigile ad applicato.
Nel 2004 consegue l’abilitazione all’esercizio della professione forense: quando nel 2000 vengono indetti concorsi interni ( ispettore commissario, tecnico all'ambiente) per i quali Bulzoni avrebbe i titoli, il Comune non invia i bandi al solo MOF dove, appunto, egli è stato trasferito già da trenta anni.
Ancora solo una coincidenza?

Per capire meglio la situazione e verificare se si tratti veramente di un caso di emarginazione, si può ripercorrere la “carriera” lavorativa del dott. Stefano Bulzoni, dipendente del Comune di Ferrara in qualità di vigile urbano.
Egli – come si è detto - in seguito a concorso pubblico per 18 vigili urbani, entra in servizio presso il Comune di Ferrara il 27-12-1971.
Si deve sottolineare che fino al 1970 il Comando dei vigili era al 95 % tesserato PCI più qualche anziano PSI; ma proprio nel 1970 cambia tutto: la Casta che amministra la città si allarga per una maggioranza maggiormente rappresentativa verso i socialisti e quindi decide che i posti devono essere divisi alla pari con il PSI e, nel 1971-1972 entrano metà iscritti al PCI e metà iscritti al PSI tra cui lo stesso Bulzoni.

La presenza di questi vigili socialisti nel “covo” comunista crea però, immediatamente , diffidenza e sospetti: i comunisti controllano quante volte un vigile PSI entra nell’ufficio di un impiegato vigile PSI. E scatta il richiamo per il numero di accessi ad un ufficio di un altro collega del PSI. Un “addetto” (oggi intelligence) anticipa le donne delle pulizie per cercare nei cestini la malacopia dei rapportini di servizio. Se la malacopia è stata strappata, viene ricomposta con lo scotch, per poi essere messa a confronto con l’originale consegnato: se è difforme, fa seguito una richiesta di giustificazione.
Insomma una situazione piuttosto tesa, che diventa insostenibile dopo che il vigile Bulzoni mette in luce l’uso illecito di una discarica da parte dell’AMIU.

Nei primi tre mesi di servizio tutti i vigili frequentano un corso dove apprendono regolamenti e leggi da applicare, tra cui l’ art. 20 del Regolamento del Corpo : “E’ compito in modo principale dei Vigili vigilare sul buon andamento di tutti i pubblici servizi; esercitare una vigilanza attenta e continua affinché siano osservate le disposizioni di legge, dei regolamenti e delle ordinanze del Sindaco.


Seguendo alla lettera la direttiva dell’art. 20 del Regolamento, Bulzoni, nel '72, finito il periodo di addestramento con accompagnatore in strada, redige il suo primo rapporto di servizio con il quale segnala che in via Pontegradella c‘è il cancello di ingresso di una discarica (oggi conosciuta come cava ex fornace SEF) utilizzata dall’AMIU e che in questa non vi è nessuna forma di controllo su ciò che entra.
Il suo zelo non viene apprezzato, anzi ...
Iniziano le “azioni di copertura della verità”. Il rapporto non produce nessun seguito, anzi viene redatto un piano di "confinamento" le così dette "aree di servizio perimetrate" dalle quali la quasi totalità dei vigili non può uscire, solo alcuni "privilegiati" hanno la dispensa; i sottufficiali controllano queste aree, gli orari e le presenze.

Il PCI conosce bene la massima di Gramsci “la verità è rivoluzionaria” e i vigili vengono tenuti lontani dalle aree in cui non devono vedere e su cui non devono fare rapporti.
Quanto a Bulzoni, il Comandante facente funzione (F.F.) “riceve l’ordine” di delegittimarlo come vigile: lo comanda quindi al servizio di sorveglianza al passaggio pedonale della scuola elementare G. Matteotti di via Italo Svevo, 30 minuti dopo che gli alunni sono seduti dietro i banchi. I genitori protestano per lo stato di pericolo, per l'assenza del vigile al passaggio pedonale . La Giunta lo punisce. Il Comandante prosegue il disegno delegittimante e scrive che alla “esemplare punizione” deve seguire il licenziamento. L’Assessore alla Polizia Urbana (PSI) non da seguito alla proposta. Il Sindaco Radames Costa (PCI) non la prende persa: lo isola e lo trasferisce dal Comando al Mercato di Corso Isonzo.
Nel frattempo, frequentando i corsi serali dell’Istituto Tecnico Carpeggiani della Provincia e studiando nelle ore libere dal servizio, il vigile consegue il diploma in fisica e partecipa al concorso per periti fisici da destinare al nuovo depuratore comunale.

Gli viene riconosciuta l’idoneità, ma il posto viene assegnato ad altro fisico "più fortunato".
O, forse, Il rapporto sulla discarica AMIU di via Pontegradella non gli ha portato fortuna?
Nel frattempo il vigile Bulzoni si è iscritto all’università, facoltà di Giurisprudenza e, come ogni lavoratore che studia, ha diritto ad ottenere i permessi necessari per frequentare le lezioni. La legge infatti prevede che i lavoratori dipendenti, sia privati che pubblici, possano usufruire di permessi e di particolari agevolazioni per la realizzazione del diritto allo studio, allo scopo di elevare la propria cultura e di sviluppare le proprie capacità professionali. La possibilità di usufruire di permessi per la frequenza ai corsi di studio è regolata esclusivamente dalla contrattazione collettiva, che impone anche al lavoratore di fare richiesta scritta al proprio datore di lavoro.

Si tratta appunto di un diritto garantito dall’art. 34 della Costituzione e reso applicativo dall’art. 10/1970 dello Statuto dei Lavoratori che in questa vicenda si trasforma invece in un secondo tentativo di licenziamento.
Il Comandante F.F., non contento del trasferimento-isolamento, torna alla carica e, su ordine del Sindaco Radames Costa cerca di servirsi di queste assenze per studio per dimostrare a tutti i costi che si tratta di un pessimo vigile.
Prende quindi a pretesto le firme che deve mettere sulle domande di permessi per studio: scrive che gli portano via troppo tempo e propone al Sindaco di sospenderlo dal servizio attivo (cioè di lasciarlo a casa!) conservando il diritto allo stipendio…, aggiungendo: “si prega di prendere in seria considerazione la proposta” (in calce alla richiesta di congedo per studenti lavoratori 150 ore 23.1.1976) Ancora una volta interviene l’assessore alla Polizia Urbana il quale invita il Comandante F.F. a non formulare più per iscritto … “proposte indecenti”.


Tutela ambientale

Nella seconda metà degli anni ottanta viene istituito a Ferrara il reparto vigili per la tutela ambientale, dotato di Land Rover e natante, con l’incarico di controllare le violazioni ambientali per terra e acqua.
Finalmente il comune si impegna nella lotta per il controllo delle discariche?
Non proprio!
Mentre alle aziende private si “fanno le pulci” - un esempio: i vigili hanno fatto appostamenti notturni per scoprire gli scarichi della distilleria S. Marco – il Comandante non inserisce però nelle aree da controllare le discariche dell’AMIU

Domanda: il Comandante ha avuto dei benefici per non aver mai ordinato controlli nelle discariche pubbliche e per avere fermato Bulzoni appena questi ha segnalato quella di Pontegradella?
Si.
Il Sindaco Soffritti, appena, nel 1983, prende il posto di Vecchi concede i gradi di Comandante al fedele facente funzione, evitandogli di fare il concorso, bandito nel lontano 1975 (P.G. 11757, 23.6.1975) e mai .....
E Stefano Bulzoni?

Il vigile “fannullone”, da licenziare perché chiede permessi per studiare, continua gli studi e nel 1980 ottiene la specializzazione post laurea in Scienze Amministrative presso l’ Università di Bologna.
Molto bene, visto che Costituzione e Statuto dei lavoratori incoraggiano il dipendente che desidera accrescere le proprie capacità e competenze culturali e professionali tramite studi scolastici con valore legale, dal momento che tale crescita personale si ripercuote positivamente in generale sulla società e, in particolare, sull’azienda.

Come viene dunque premiato il vigile che nell’arco di questi dieci anni si è diplomato, laureato e specializzato?
La Giunta in data 15-09-1980 lo degrada d’ufficio da vigile ad applicato (ma senza il pubblico strappo dei gradi alla Dreifus, questo bisogna dirlo!!!).
A ruota segue il Comandante effettivo che il 26-11-1980 conferma la NON IDONEITÀ a fare il vigile e scrive all’Assessore al Personale per chiedere la mia “devigilizzazione” con questa motivazione: “Il vigile Bulzoni rappresenta una presenza spuria all’interno del Comando”.
Insomma, più acquisisce titoli e più aumentano i problemi e le offese: ormai per il comando lui è “il vigile studente fannullone e bastardo”. Eppure anche il Comandante ha acquisito il suo titolo di studio (licenza media) frequentando scuole serali e dovrebbe capire il desiderio di Bulzoni di migliorare il proprio status. Oppure c’è, oltre alla rivalità politica (PCI uno, PSI l’altro) e anche un po’ di invidia?



Torniamo alla “devigilizzazione” messa in atto dalla Giunta.
Naturalmente il nostro vigile fa ricorso – e con successo - contro la “degradazione”, ma il Comandante non demorde e fa di tutto per dimostrare che si tratta di un pessimo vigile, pur relegato al mercato.
Per questo motivo il 7 maggio 1984 egli manda al Mercato di Corso Isonzo, una “ispezione”: si presenta il maresciallo Fustini della Polizia Commerciale che redige un “rapporto” a carico di Bulzoni per “omissione di atti di ufficio”. Secondo il Maresciallo quel giorno il vigile avrebbe dovuto far chiudere il Bar del mercato ai sensi della legge n. 425 del 1-6-1971.
La “denuncia” fa il suo iter e il 4-12-1984 arriva la “sentenza” della autorità competente, l’U.P.I.C.A. che lo proscioglie dal “reato” contestato perché il bar del mercato era autorizzato dal Comune a stare aperto.
Conclusione: è lecito affermare che il Maresciallo ispettore, specializzato in materia commerciale, il quale non poteva non sapere dell’autorizzazione concessa dal Comune, ha eseguito l’ordine illecito del Comandante.

Si arriva così al 1986 anno in cui entra in vigore la legge regionale (L. n. 6/27-1-1986) che trasferisce alle Province la competenza sulle discariche.
La Provincia diffida il 22 . 04 . 1987 l'AMIU poi il 06 . 07 . 1987 il Comune 04 . 06 . 1990 al Sindaco al Sindaco per gli orrori che compie nella nuova discarica di Cà Leona che ha sostituito quella di Pontegradella (ex fornace SEF), ma il Sindaco Soffritti le aveva "scavalcate" tutte con lo strumento dell'ordinanza sindacale del 27 . 12 . 1986. (O. S: nei casi di emergenza sanitaria il sindaco, con procedura d'urgenza, ordina)

Contemporaneamente non viene concessa al nostro vigile l’indennità che, nel 1986, la legge n. 65 assegna a tutti i poliziotti locali (indennità di pubblica sicurezza).
È il mezzo utilizzato dal sindaco per far capire al “vigile del rusco”, che deve smetterla di prendere iniziative personali sulle problematiche delle discariche.
007 municipale, con licenza di soffrire per mano di Soffritti, nel 1988 Bulzoni partecipa al concorso per avere i gradi di istruttore di vigilanza. Il solito Comandante è nella Commissione e ancora una volta cerca di dimostrare che il candidato non è idoneo a fare il vigile: fa quindi tante domande che la Commissione lo deve interrompe. Ma Bulzoni è preparato, la Commissione ne prende atto e lo promuove.


Il Comandante non regge la “sconfitta” e non accetta che i suoi giudizi di incapacità a carico del vigile siano così platealmente smentiti in un concorso pubblico. Per questo motivo il 1° febbraio 1990 (v. cronaca locale del 2-2-1990) convoca una conferenza stampa per stroncare definitivamente il Bulzoni. Ripercorre a modo suo tutta la singolare storia, dichiarando che fin dall’inizio (1972) egli era stato riconosciuto inidoneo al servizio e che aveva superato il concorso del 1988 solo perché raccomandato.
La cosa fa inviperire i missini in Consiglio comunale i quali chiedono spiegazioni sulla regolarità del concorso e preannunciano un esposto in Procura per il “concorso truccato” dove il Comandante era commissario d’esame. L’Assessore alla polizia urbana Gabriele Ghetti “proscioglie” il Comandante e della denuncia dei Missini non si saprà più nulla.

Intanto Bulzoni, che, come si è detto, è un convinto difensore dell’ambiente non trascura di occuparsi della questione discariche.
Però ad un certo punto del suo mandato il sindaco Soffritti in data 23.01.1990 fa entrare in vigore il nuovo Regolamento del Corpo dei Vigili Urbani privandolo del già citato l’art. 20, che recita: “E’ compito in modo principale dei Vigili: vigilare sul buon andamento di tutti i pubblici servizi; esercitare una vigilanza attenta e continua affinché siano osservate le disposizioni di legge, dei regolamenti e delle ordinanze del Sindaco”.
Per quale motivo? Non sarebbe meglio conservare nel regolamento un articolo che evidenzia con precisione di che cosa deve preoccuparsi in modo particolare chi esercita la professione di vigile? Potrebbe essere un modo per tentare di stroncare altre indagini sullo smaltimento dei rifiuti tossici e/o pericolosi?

Il Jon Petrosino locale scrive al Difensore Civico per informarlo a proposito della citata discarica di Cà Leona che viola il DPR 915/82 (i riscontri dei carabinieri del NOE di Bologna 1994 confermano le violazioni)
Il Difensore scrive al Sindaco esigendo precise risposte. Il Sindaco non risponde. Il Difensore civico invia un sollecito al sindaco che continua a non rispondere.
A questo punto poi il difensore rinuncia all’impresa e informa il Bulzoni che l’art. 3 della legge regionale del 6-7-1984 riguardo il ruolo del difensore civico recita : “Il difensore civico non può intervenire a richiesta di soggetti legati da rapporto di impiego con le Amministrazioni”.
Così il Difensore civico abbandona l’affare Cà Leona.

Il vigile "ecologico"", trova allora un’altra strada per sensibilizzare la città sul problema dei rifiuti pericolosi, visto che l’amministrazione comunale non intende curarsi della buona salute dei cittadini.
Va per i festival dei partiti dell’opposizione a fare mostre sulla discarica comunale
Nel 1990 riesce a coinvolgere L’MSI al suo festival a Mirabello e Democrazia Proletaria che espone le foto sul Listone in occasione delle elezioni. Giuseppe Zuccatelli (Amministratore USL 31) vede le foto dei rifiuti ospedalieri, e nel contempo vede un filmato del 25.5.1986 che riprende un autocompattatore AMIU uscire da una azienda di vernici della zona PMI (Piccola Media Industria) che lascia sull’asfalto le tracce delle vernici che trasportava e che poi scarica nelle trincee della discarica Cà Leona a tre metri di profondità nelle acque di falda affioranti; in precedenza questo accadeva in via Pontegradella nelle cave SEF con l'invasione di tutta l'area denominata "Quadrante est" in gran parte edificata non solo dalla speculazione edilizia, ma anche dall'Amministrazione Comunale con tutte le problematiche di via del Salice.
Sulle immagini dei rifiuti ospedalieri a Cà Leona Zuccatelli sentenzia che queste sono “truccate”, ma dimentica che il dirigente Orazio Buriani (Igiene Pubblica USL 31) su richiesta della magistratura presenta una relazione sui rifiuti ospedalieri (30 . 06 . 1990 prot f/2972).
Siamo nel1994
Il vecchio Comandante Franco Fagnani va in pensione.
Al Comando arriva, Stefano Lucci (parente stretto di Franceschini Dario). Anche a Lucci il Sindaco da l’ordine di “continuare” nell’opera di demolizione del vigile “dissidente”. Esegue fedelmente l’ordine dopo avere meditato a lungo su “cosa fare”, ma la fantasia non è la sua dote principale. Nella chiamata a rapporto del 12.9.1994 (vedi Nuova Ferrara 20.9.1994) : "non la vedo come vigile" dichiara e aggiunge che sarebbe il caso di trovare un altro impiego all'interno dell'Amministrazione (come aveva fatto dalla Giunta nel 1980 demansione da vigile ad applicato).
Come era avvenuto per il provvedimento della Giunta e con l'intervento del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale si resiste ai provvediimenti.
Resta al suo posto e nel 1997 partecipa al concorso per ispettore.
Inaspettatamente e inopportunamente il comandante Lucci anticipa ad alta voce, nella sala del Consiglio dove si tiene il concorso, l’esito: “Io la boccio”.
Ne consegue il ricorso al TAR da parte di Bulzoni in quanto la bocciatura era illegittima e preconcetta .
Da allora sono trascorsi dodici anni e la Magistratura Amministrativa non ha ancora trovato il tempo di decidere l’esito questo processo.
E Stefano Bulzoni?


Il vigile continua a studiare e si presenta alla Commissione ministeriale che abilita alla professione forense: la ottiene nel 2004.
Un altro passo avanti sul piano della formazione professionale e culturale, ma continua a fare il vigile, è ancora destinato al MOF e il Comune non fa arrivare là i bandi di concorso.
Ne segue un nuovo contenzioso: il Comandante sostiene di aver notificato tutti i bandi, raccogliendo le firme dei vigili che sono al Comando; se manca la firma del vigile trasferito è colpa del dirigente del servizio dove è stato trasferito. Questo dirigente, a sua volta, sostiene che la responsabilità è del comandante della Polizia Municipale perché si tratta di un vigile urbano. La patata bollente passa all’assessore al Personale Marcello Marighelli che risponde in Consiglio Comunale il 13-1-2003 sostenendo che “è dovere del vigile andare di persona ogni giorno a leggersi i bandi esposti all’albo del Comune”.
Non importa se un solo vigile è distaccato in una sede distante dal comando e se dal posto di lavoro all’albo bisogna farsi 5 km all’andata e altrettanti al ritorno!!!!
A questo punto il vigile “podista”, fa gli “ultimi passi” per andare ad esporre la sua vicenda al Giudice del Lavoro dott. Antonella Guidomei che, con sentenza n. 172/2006, non riconosce le ragioni di Bulzoni.
Il vigile con amarezza commenta così la sentenza
“La giudice dice che il Comune a fatto bene ad emanare l’ordine di servizio che mi ha comandato in ritardo alle scuole con la finalità di punirmi; che ha fatto bene ad emanare l’ordine che nega solo al Bulzoni l’indennità data a tutti i vigili. La Giudice del Lavoro legittima anche gli atti del Comandante che mi offende dal 1976 al 1980 e del segreterio PDS che mi da del matto nel 1992; legittima l’atto della Giunta che mi degrada nel 1980 e intimidiva nel 1995. La Giudice legittima anche la regola stabilita dall’Assessore al Personale che i bandi si mandano a tutti i vigili meno uno”
Bulzoni non è riuscito a far sentire le proprie ragioni, ma non si arrende perché che sa di essere stato per anni ostacolato per non aver voluto tacere sugli illeciti compiuti da chi doveva provvedere allo smaltimento sicuro di rifiuti pericolosi e dannosi per la salute e sulle connivenze di chi avrebbe dovuto controllare che tutto avvenisse secondo le regole.
Per questa ragione ha fatto ricorso contro la sentenza e si è rivolto ad altro giudice chiedendo che obblighi il Comune a restituirgli le 80 ore di lavoro che gli ha decurtato e che gli dia l’indennità di disagio che hanno tutti i vigili come lui. Il Giudice ha preso ancora tempo e all'udienza del 18.05.09 ha rinviato al 18.01.2010 sempre perchè non ha tempo.

Proprio in questi giorni il Ministro della Giustizia, a commento dell’ultima statistica giudiziaria che ci pone agli ultimi posti dopo Gibuti e Gabon, nei tempi lunghi della giustizia civile, ha affermato che “una sentenza civile che arriva in ritardo è una sentenza ingiusta”.
Stefano Bulzoni aspetta ancora giustizia da 38 anni.
 
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topitos67
view post Posted on 13/12/2011, 14:54




CITAZIONE (hustlazz @ 19/11/2010, 09:11) 
N
on Eboli, non Ustica, non le isole del Sud... ma il MOF di Ferrara.

Stefano Bulzoni, una vita al confino.

Chi è Stefano Bulzoni?

Classe 1947, comincia presto a lavorare, prima come elettricista alla Montedison e, dal 1971, come vigile presso il Comune di Ferrara in seguito a concorso pubblico per 18 vigili urbani, mentre prosegue gli studi alle scuole serali e poi all’università. Ha inoltre il “pallino ambientale” e questo suo interesse lo porta a dedicarsi in modo particolare al censimento delle discariche.
“Stranamente” proprio l’amore per lo studio e per l’ambiente finiscono per danneggiarlo, rendendolo chiaramente vittima di emarginazione lavorativa.
Infatti più acquisisce titoli di studio più il Comune gli rifila procedure di licenziamento “condite con denigrazioni”: nel 1973 ottiene il diploma in fisica all’Istituto Tecnico Provinciale e segnala lo scarico notturno di rifiuti industriali presso l'ex fornace SEF e il Comune con ordine di servizio n° 59 a firma del sindaco Radames Costa lo trasferisce al MOF.
L'ordinanza del '74 confina quindi il Bulzoni all'interno del MOF (Mercato ortofrutticolo) in un'area di mq 32.000 con la mansione di vigile annonario, esautorandolo da qualsiasi altra attività esterna proprio dopo avere smascherato l’AMIU (Azienda Municipalizzata Igiene Urbana) che portava rifiuti tossici nelle cave dismesse, della ex fornace SEF, per l'esaurimento dell'argilla.
Coincidenza?

Discarica di Cà LeonaNel 1977 si laurea in Giurisprudenza con successiva specializzazione in Scienze Amministrative nel 1980; il Comandante obietta che la sua “è una presenza spuria nei vigili”, la Giunta ne prende atto e lo degrada da vigile ad applicato.
Nel 2004 consegue l’abilitazione all’esercizio della professione forense: quando nel 2000 vengono indetti concorsi interni ( ispettore commissario, tecnico all'ambiente) per i quali Bulzoni avrebbe i titoli, il Comune non invia i bandi al solo MOF dove, appunto, egli è stato trasferito già da trenta anni.
Ancora solo una coincidenza?

Per capire meglio la situazione e verificare se si tratti veramente di un caso di emarginazione, si può ripercorrere la “carriera” lavorativa del dott. Stefano Bulzoni, dipendente del Comune di Ferrara in qualità di vigile urbano.
Egli – come si è detto - in seguito a concorso pubblico per 18 vigili urbani, entra in servizio presso il Comune di Ferrara il 27-12-1971.
Si deve sottolineare che fino al 1970 il Comando dei vigili era al 95 % tesserato PCI più qualche anziano PSI; ma proprio nel 1970 cambia tutto: la Casta che amministra la città si allarga per una maggioranza maggiormente rappresentativa verso i socialisti e quindi decide che i posti devono essere divisi alla pari con il PSI e, nel 1971-1972 entrano metà iscritti al PCI e metà iscritti al PSI tra cui lo stesso Bulzoni.

La presenza di questi vigili socialisti nel “covo” comunista crea però, immediatamente , diffidenza e sospetti: i comunisti controllano quante volte un vigile PSI entra nell’ufficio di un impiegato vigile PSI. E scatta il richiamo per il numero di accessi ad un ufficio di un altro collega del PSI. Un “addetto” (oggi intelligence) anticipa le donne delle pulizie per cercare nei cestini la malacopia dei rapportini di servizio. Se la malacopia è stata strappata, viene ricomposta con lo scotch, per poi essere messa a confronto con l’originale consegnato: se è difforme, fa seguito una richiesta di giustificazione.
Insomma una situazione piuttosto tesa, che diventa insostenibile dopo che il vigile Bulzoni mette in luce l’uso illecito di una discarica da parte dell’AMIU.

Nei primi tre mesi di servizio tutti i vigili frequentano un corso dove apprendono regolamenti e leggi da applicare, tra cui l’ art. 20 del Regolamento del Corpo : “E’ compito in modo principale dei Vigili vigilare sul buon andamento di tutti i pubblici servizi; esercitare una vigilanza attenta e continua affinché siano osservate le disposizioni di legge, dei regolamenti e delle ordinanze del Sindaco.


Seguendo alla lettera la direttiva dell’art. 20 del Regolamento, Bulzoni, nel '72, finito il periodo di addestramento con accompagnatore in strada, redige il suo primo rapporto di servizio con il quale segnala che in via Pontegradella c‘è il cancello di ingresso di una discarica (oggi conosciuta come cava ex fornace SEF) utilizzata dall’AMIU e che in questa non vi è nessuna forma di controllo su ciò che entra.
Il suo zelo non viene apprezzato, anzi ...
Iniziano le “azioni di copertura della verità”. Il rapporto non produce nessun seguito, anzi viene redatto un piano di "confinamento" le così dette "aree di servizio perimetrate" dalle quali la quasi totalità dei vigili non può uscire, solo alcuni "privilegiati" hanno la dispensa; i sottufficiali controllano queste aree, gli orari e le presenze.

Il PCI conosce bene la massima di Gramsci “la verità è rivoluzionaria” e i vigili vengono tenuti lontani dalle aree in cui non devono vedere e su cui non devono fare rapporti.
Quanto a Bulzoni, il Comandante facente funzione (F.F.) “riceve l’ordine” di delegittimarlo come vigile: lo comanda quindi al servizio di sorveglianza al passaggio pedonale della scuola elementare G. Matteotti di via Italo Svevo, 30 minuti dopo che gli alunni sono seduti dietro i banchi. I genitori protestano per lo stato di pericolo, per l'assenza del vigile al passaggio pedonale . La Giunta lo punisce. Il Comandante prosegue il disegno delegittimante e scrive che alla “esemplare punizione” deve seguire il licenziamento. L’Assessore alla Polizia Urbana (PSI) non da seguito alla proposta. Il Sindaco Radames Costa (PCI) non la prende persa: lo isola e lo trasferisce dal Comando al Mercato di Corso Isonzo.
Nel frattempo, frequentando i corsi serali dell’Istituto Tecnico Carpeggiani della Provincia e studiando nelle ore libere dal servizio, il vigile consegue il diploma in fisica e partecipa al concorso per periti fisici da destinare al nuovo depuratore comunale.

Gli viene riconosciuta l’idoneità, ma il posto viene assegnato ad altro fisico "più fortunato".
O, forse, Il rapporto sulla discarica AMIU di via Pontegradella non gli ha portato fortuna?
Nel frattempo il vigile Bulzoni si è iscritto all’università, facoltà di Giurisprudenza e, come ogni lavoratore che studia, ha diritto ad ottenere i permessi necessari per frequentare le lezioni. La legge infatti prevede che i lavoratori dipendenti, sia privati che pubblici, possano usufruire di permessi e di particolari agevolazioni per la realizzazione del diritto allo studio, allo scopo di elevare la propria cultura e di sviluppare le proprie capacità professionali. La possibilità di usufruire di permessi per la frequenza ai corsi di studio è regolata esclusivamente dalla contrattazione collettiva, che impone anche al lavoratore di fare richiesta scritta al proprio datore di lavoro.

Si tratta appunto di un diritto garantito dall’art. 34 della Costituzione e reso applicativo dall’art. 10/1970 dello Statuto dei Lavoratori che in questa vicenda si trasforma invece in un secondo tentativo di licenziamento.
Il Comandante F.F., non contento del trasferimento-isolamento, torna alla carica e, su ordine del Sindaco Radames Costa cerca di servirsi di queste assenze per studio per dimostrare a tutti i costi che si tratta di un pessimo vigile.
Prende quindi a pretesto le firme che deve mettere sulle domande di permessi per studio: scrive che gli portano via troppo tempo e propone al Sindaco di sospenderlo dal servizio attivo (cioè di lasciarlo a casa!) conservando il diritto allo stipendio…, aggiungendo: “si prega di prendere in seria considerazione la proposta” (in calce alla richiesta di congedo per studenti lavoratori 150 ore 23.1.1976) Ancora una volta interviene l’assessore alla Polizia Urbana il quale invita il Comandante F.F. a non formulare più per iscritto … “proposte indecenti”.


Tutela ambientale

Nella seconda metà degli anni ottanta viene istituito a Ferrara il reparto vigili per la tutela ambientale, dotato di Land Rover e natante, con l’incarico di controllare le violazioni ambientali per terra e acqua.
Finalmente il comune si impegna nella lotta per il controllo delle discariche?
Non proprio!
Mentre alle aziende private si “fanno le pulci” - un esempio: i vigili hanno fatto appostamenti notturni per scoprire gli scarichi della distilleria S. Marco – il Comandante non inserisce però nelle aree da controllare le discariche dell’AMIU

Domanda: il Comandante ha avuto dei benefici per non aver mai ordinato controlli nelle discariche pubbliche e per avere fermato Bulzoni appena questi ha segnalato quella di Pontegradella?
Si.
Il Sindaco Soffritti, appena, nel 1983, prende il posto di Vecchi concede i gradi di Comandante al fedele facente funzione, evitandogli di fare il concorso, bandito nel lontano 1975 (P.G. 11757, 23.6.1975) e mai .....
E Stefano Bulzoni?

Il vigile “fannullone”, da licenziare perché chiede permessi per studiare, continua gli studi e nel 1980 ottiene la specializzazione post laurea in Scienze Amministrative presso l’ Università di Bologna.
Molto bene, visto che Costituzione e Statuto dei lavoratori incoraggiano il dipendente che desidera accrescere le proprie capacità e competenze culturali e professionali tramite studi scolastici con valore legale, dal momento che tale crescita personale si ripercuote positivamente in generale sulla società e, in particolare, sull’azienda.

Come viene dunque premiato il vigile che nell’arco di questi dieci anni si è diplomato, laureato e specializzato?
La Giunta in data 15-09-1980 lo degrada d’ufficio da vigile ad applicato (ma senza il pubblico strappo dei gradi alla Dreifus, questo bisogna dirlo!!!).
A ruota segue il Comandante effettivo che il 26-11-1980 conferma la NON IDONEITÀ a fare il vigile e scrive all’Assessore al Personale per chiedere la mia “devigilizzazione” con questa motivazione: “Il vigile Bulzoni rappresenta una presenza spuria all’interno del Comando”.
Insomma, più acquisisce titoli e più aumentano i problemi e le offese: ormai per il comando lui è “il vigile studente fannullone e bastardo”. Eppure anche il Comandante ha acquisito il suo titolo di studio (licenza media) frequentando scuole serali e dovrebbe capire il desiderio di Bulzoni di migliorare il proprio status. Oppure c’è, oltre alla rivalità politica (PCI uno, PSI l’altro) e anche un po’ di invidia?



Torniamo alla “devigilizzazione” messa in atto dalla Giunta.
Naturalmente il nostro vigile fa ricorso – e con successo - contro la “degradazione”, ma il Comandante non demorde e fa di tutto per dimostrare che si tratta di un pessimo vigile, pur relegato al mercato.
Per questo motivo il 7 maggio 1984 egli manda al Mercato di Corso Isonzo, una “ispezione”: si presenta il maresciallo Fustini della Polizia Commerciale che redige un “rapporto” a carico di Bulzoni per “omissione di atti di ufficio”. Secondo il Maresciallo quel giorno il vigile avrebbe dovuto far chiudere il Bar del mercato ai sensi della legge n. 425 del 1-6-1971.
La “denuncia” fa il suo iter e il 4-12-1984 arriva la “sentenza” della autorità competente, l’U.P.I.C.A. che lo proscioglie dal “reato” contestato perché il bar del mercato era autorizzato dal Comune a stare aperto.
Conclusione: è lecito affermare che il Maresciallo ispettore, specializzato in materia commerciale, il quale non poteva non sapere dell’autorizzazione concessa dal Comune, ha eseguito l’ordine illecito del Comandante.

Si arriva così al 1986 anno in cui entra in vigore la legge regionale (L. n. 6/27-1-1986) che trasferisce alle Province la competenza sulle discariche.
La Provincia diffida il 22 . 04 . 1987 l'AMIU poi il 06 . 07 . 1987 il Comune 04 . 06 . 1990 al Sindaco al Sindaco per gli orrori che compie nella nuova discarica di Cà Leona che ha sostituito quella di Pontegradella (ex fornace SEF), ma il Sindaco Soffritti le aveva "scavalcate" tutte con lo strumento dell'ordinanza sindacale del 27 . 12 . 1986. (O. S: nei casi di emergenza sanitaria il sindaco, con procedura d'urgenza, ordina)

Contemporaneamente non viene concessa al nostro vigile l’indennità che, nel 1986, la legge n. 65 assegna a tutti i poliziotti locali (indennità di pubblica sicurezza).
È il mezzo utilizzato dal sindaco per far capire al “vigile del rusco”, che deve smetterla di prendere iniziative personali sulle problematiche delle discariche.
007 municipale, con licenza di soffrire per mano di Soffritti, nel 1988 Bulzoni partecipa al concorso per avere i gradi di istruttore di vigilanza. Il solito Comandante è nella Commissione e ancora una volta cerca di dimostrare che il candidato non è idoneo a fare il vigile: fa quindi tante domande che la Commissione lo deve interrompe. Ma Bulzoni è preparato, la Commissione ne prende atto e lo promuove.


Il Comandante non regge la “sconfitta” e non accetta che i suoi giudizi di incapacità a carico del vigile siano così platealmente smentiti in un concorso pubblico. Per questo motivo il 1° febbraio 1990 (v. cronaca locale del 2-2-1990) convoca una conferenza stampa per stroncare definitivamente il Bulzoni. Ripercorre a modo suo tutta la singolare storia, dichiarando che fin dall’inizio (1972) egli era stato riconosciuto inidoneo al servizio e che aveva superato il concorso del 1988 solo perché raccomandato.
La cosa fa inviperire i missini in Consiglio comunale i quali chiedono spiegazioni sulla regolarità del concorso e preannunciano un esposto in Procura per il “concorso truccato” dove il Comandante era commissario d’esame. L’Assessore alla polizia urbana Gabriele Ghetti “proscioglie” il Comandante e della denuncia dei Missini non si saprà più nulla.

Intanto Bulzoni, che, come si è detto, è un convinto difensore dell’ambiente non trascura di occuparsi della questione discariche.
Però ad un certo punto del suo mandato il sindaco Soffritti in data 23.01.1990 fa entrare in vigore il nuovo Regolamento del Corpo dei Vigili Urbani privandolo del già citato l’art. 20, che recita: “E’ compito in modo principale dei Vigili: vigilare sul buon andamento di tutti i pubblici servizi; esercitare una vigilanza attenta e continua affinché siano osservate le disposizioni di legge, dei regolamenti e delle ordinanze del Sindaco”.
Per quale motivo? Non sarebbe meglio conservare nel regolamento un articolo che evidenzia con precisione di che cosa deve preoccuparsi in modo particolare chi esercita la professione di vigile? Potrebbe essere un modo per tentare di stroncare altre indagini sullo smaltimento dei rifiuti tossici e/o pericolosi?

Il Jon Petrosino locale scrive al Difensore Civico per informarlo a proposito della citata discarica di Cà Leona che viola il DPR 915/82 (i riscontri dei carabinieri del NOE di Bologna 1994 confermano le violazioni)
Il Difensore scrive al Sindaco esigendo precise risposte. Il Sindaco non risponde. Il Difensore civico invia un sollecito al sindaco che continua a non rispondere.
A questo punto poi il difensore rinuncia all’impresa e informa il Bulzoni che l’art. 3 della legge regionale del 6-7-1984 riguardo il ruolo del difensore civico recita : “Il difensore civico non può intervenire a richiesta di soggetti legati da rapporto di impiego con le Amministrazioni”.
Così il Difensore civico abbandona l’affare Cà Leona.

Il vigile "ecologico"", trova allora un’altra strada per sensibilizzare la città sul problema dei rifiuti pericolosi, visto che l’amministrazione comunale non intende curarsi della buona salute dei cittadini.
Va per i festival dei partiti dell’opposizione a fare mostre sulla discarica comunale
Nel 1990 riesce a coinvolgere L’MSI al suo festival a Mirabello e Democrazia Proletaria che espone le foto sul Listone in occasione delle elezioni. Giuseppe Zuccatelli (Amministratore USL 31) vede le foto dei rifiuti ospedalieri, e nel contempo vede un filmato del 25.5.1986 che riprende un autocompattatore AMIU uscire da una azienda di vernici della zona PMI (Piccola Media Industria) che lascia sull’asfalto le tracce delle vernici che trasportava e che poi scarica nelle trincee della discarica Cà Leona a tre metri di profondità nelle acque di falda affioranti; in precedenza questo accadeva in via Pontegradella nelle cave SEF con l'invasione di tutta l'area denominata "Quadrante est" in gran parte edificata non solo dalla speculazione edilizia, ma anche dall'Amministrazione Comunale con tutte le problematiche di via del Salice.
Sulle immagini dei rifiuti ospedalieri a Cà Leona Zuccatelli sentenzia che queste sono “truccate”, ma dimentica che il dirigente Orazio Buriani (Igiene Pubblica USL 31) su richiesta della magistratura presenta una relazione sui rifiuti ospedalieri (30 . 06 . 1990 prot f/2972).
Siamo nel1994
Il vecchio Comandante Franco Fagnani va in pensione.
Al Comando arriva, Stefano Lucci (parente stretto di Franceschini Dario). Anche a Lucci il Sindaco da l’ordine di “continuare” nell’opera di demolizione del vigile “dissidente”. Esegue fedelmente l’ordine dopo avere meditato a lungo su “cosa fare”, ma la fantasia non è la sua dote principale. Nella chiamata a rapporto del 12.9.1994 (vedi Nuova Ferrara 20.9.1994) : "non la vedo come vigile" dichiara e aggiunge che sarebbe il caso di trovare un altro impiego all'interno dell'Amministrazione (come aveva fatto dalla Giunta nel 1980 demansione da vigile ad applicato).
Come era avvenuto per il provvedimento della Giunta e con l'intervento del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale si resiste ai provvediimenti.
Resta al suo posto e nel 1997 partecipa al concorso per ispettore.
Inaspettatamente e inopportunamente il comandante Lucci anticipa ad alta voce, nella sala del Consiglio dove si tiene il concorso, l’esito: “Io la boccio”.
Ne consegue il ricorso al TAR da parte di Bulzoni in quanto la bocciatura era illegittima e preconcetta .
Da allora sono trascorsi dodici anni e la Magistratura Amministrativa non ha ancora trovato il tempo di decidere l’esito questo processo.
E Stefano Bulzoni?


Il vigile continua a studiare e si presenta alla Commissione ministeriale che abilita alla professione forense: la ottiene nel 2004.
Un altro passo avanti sul piano della formazione professionale e culturale, ma continua a fare il vigile, è ancora destinato al MOF e il Comune non fa arrivare là i bandi di concorso.
Ne segue un nuovo contenzioso: il Comandante sostiene di aver notificato tutti i bandi, raccogliendo le firme dei vigili che sono al Comando; se manca la firma del vigile trasferito è colpa del dirigente del servizio dove è stato trasferito. Questo dirigente, a sua volta, sostiene che la responsabilità è del comandante della Polizia Municipale perché si tratta di un vigile urbano. La patata bollente passa all’assessore al Personale Marcello Marighelli che risponde in Consiglio Comunale il 13-1-2003 sostenendo che “è dovere del vigile andare di persona ogni giorno a leggersi i bandi esposti all’albo del Comune”.
Non importa se un solo vigile è distaccato in una sede distante dal comando e se dal posto di lavoro all’albo bisogna farsi 5 km all’andata e altrettanti al ritorno!!!!
A questo punto il vigile “podista”, fa gli “ultimi passi” per andare ad esporre la sua vicenda al Giudice del Lavoro dott. Antonella Guidomei che, con sentenza n. 172/2006, non riconosce le ragioni di Bulzoni.
Il vigile con amarezza commenta così la sentenza
“La giudice dice che il Comune a fatto bene ad emanare l’ordine di servizio che mi ha comandato in ritardo alle scuole con la finalità di punirmi; che ha fatto bene ad emanare l’ordine che nega solo al Bulzoni l’indennità data a tutti i vigili. La Giudice del Lavoro legittima anche gli atti del Comandante che mi offende dal 1976 al 1980 e del segreterio PDS che mi da del matto nel 1992; legittima l’atto della Giunta che mi degrada nel 1980 e intimidiva nel 1995. La Giudice legittima anche la regola stabilita dall’Assessore al Personale che i bandi si mandano a tutti i vigili meno uno”
Bulzoni non è riuscito a far sentire le proprie ragioni, ma non si arrende perché che sa di essere stato per anni ostacolato per non aver voluto tacere sugli illeciti compiuti da chi doveva provvedere allo smaltimento sicuro di rifiuti pericolosi e dannosi per la salute e sulle connivenze di chi avrebbe dovuto controllare che tutto avvenisse secondo le regole.
Per questa ragione ha fatto ricorso contro la sentenza e si è rivolto ad altro giudice chiedendo che obblighi il Comune a restituirgli le 80 ore di lavoro che gli ha decurtato e che gli dia l’indennità di disagio che hanno tutti i vigili come lui. Il Giudice ha preso ancora tempo e all'udienza del 18.05.09 ha rinviato al 18.01.2010 sempre perchè non ha tempo.

Proprio in questi giorni il Ministro della Giustizia, a commento dell’ultima statistica giudiziaria che ci pone agli ultimi posti dopo Gibuti e Gabon, nei tempi lunghi della giustizia civile, ha affermato che “una sentenza civile che arriva in ritardo è una sentenza ingiusta”.
Stefano Bulzoni aspetta ancora giustizia da 38 anni.
colpa sua
se denunciava berlusca era già tutto deciso
scusa la battutaccia
ma non è una battuta

 
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pierobol
view post Posted on 14/12/2011, 14:59




L'Italia: un paese che si FONDA sulla partitocrazia e che AFFONDA grazie ad essa.
 
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2 replies since 19/11/2010, 09:11   253 views
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