L'OROLOGIO SEGNAVA LE 10:25Era un sabato, il mese d'agosto era appena iniziato, l'Italia intera si apprestava a godersi un periodo di ferie che facesse dimenticare i tanti problemi di quell'anno 1980.
Bologna, Stazione Centrale, snodo ferroviario vitale del Paese. Binari occupati da treni di pendolari delle vacanze, da Nord a Sud e viceversa. Sale d'aspetto colme di famiglie, comitive, bambini. Metà mattina.
Il botto. L'esplosione improvvisa che dilania il salone d'attesa di seconda classe e fa sollevare in aria il tetto, che poi ricade sbriciolandosi al pari delle pareti. L'onda d'urto che investe il piazzale antistante ed il primo binario, colpendo i taxisti in sosta ed il convoglio speciale Basilea-Ancona. La fuliggine. Il caldo. Le urla. I rantoli. La calca. Le sirene.
Lo sgomento.
85 morti. 200 feriti e mutilati. Lo spettro dell'Italicus che si allunga ora dopo ora. Lo strazio dei parenti delle vittime, dei sopravvissuti, dei soccorritori che assistono a scene orribili.
Chi è stato? Alla bufala della caldaia esplosa non crede nessuno sin dall'inizio. Allora ci sono dei responsabili materiali. C'è chi accusa il terrorismo palestinese, memore di qualche sgarro dell'accordo Moro con l'OLP. Chi pensa ad una ritorsione del Mossad in stile Argo16. Il Paese è scosso dalla tragedia di Ustica, consumatasi pochi mesi prima, e torna a vestirsi a lutto.
I primi squarci di verità appaiono negli interrogatori del criminologo fascista Aldo Semerari, arrestato in relazione alla strage. Semerari dopo un po' crolla, fa alcuni nomi e con tutta probabilità si condanna a morte - uscito di prigione, verrà decapitato pochi giorni dopo una telefonata ai suoi referenti presso il SISMI; anche la sua segretaria morirà violentemente.
Tramite rivelazioni successive si arriva ai NAR, un gruppo di ragazzi romani che da anni terrorizzano mezza Italia con sparatorie in pieno giorno. Sono stati Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e l'allora minorenne Luigi Ciavardini. I diretti interessati negano, ma ripetuti gradi di giudizio assegnano loro il pesantissimo fardello. A margine, pure un tentativo di depistaggio per alleggerire la pressione degli inquirenti e delle forze di polizia sullo stragismo neofascista: Pazienza, Musumeci, Gelli, Mannucci Benincasa, Belmonte, Carminati, il gotha del SISMI parallelo più un "cane sciolto" sempre utile.
Accertati gli esecutori, resta un interrogativo: perchè?
Non poteva trattarsi di un rigurgito della strategia della tensione, archiviata con le stragi di Piazza della Loggia a Brescia e dell'Italicus; il terrorismo armato organizzato (BR e Prima Linea) iniziava a battere in ritirata, anche grazie al lavoro del Nucleo di Carlo Alberto Dalla Chiesa; la malavita di stampo mafioso era in altre faccende occupata, con la pianificazione della seconda grande guerra che avrebbe insanguinato Palermo per dodici anni (e l'unico exploit esterno in quel periodo si sarebbe verificato all'antivigilia del Natale '84, con la seconda strage di S. Benedetto Val di Sambro). Allora per quale motivo fu organizzata e messa in opera una simile carneficina? A che pro? E chi ha dato l'ordine?