CITAZIONE
Denise, 23 anni, uccisa dall'ex
La storia finita per un sms
Lui chiese scusa sul giornale
A gennaio la rottura. «Amo solo lei». Ma non bastò. Lei lo lasciò sospettando un tradimento
MONTEBELLUNA (Treviso) — È bastato un messaggino di troppo, alla donna sbagliata. Una cosa da nulla, solo «un complimento a un’altra», continuava a ripetere Matteo. Ma lui - giurava - era follemente innamorato di Denise, al punto che non c’era spazio per nessuna che non fosse il suo «cucciolo», come l’aveva soprannominata. Così, quando dopo un anno di passione si erano lasciati proprio a causa di quel gran pasticcio, il trentasettenne non si era dato per vinto. Le aveva pensate tutte. E alla fine aveva creduto di riconquistarla con un colpo d’effetto: il 25 gennaio aveva comprato un’intera pagina dell’edizione di Treviso del Gazzettino per pubblicare la sua personalissima dichiarazione d’amore. Dei palloncini a forma di cuore e una scritta romantica: «Questa follia è per farti capire quanto sono pazzo di te, Denise. Ti amo tanto». Un colpo da maestro, deve aver creduto quell’innamorato di Montebelluna che aveva avuto l’idea chiacchierando al bar con gli amici. In realtà, la trovata era piaciuta più ai giornali che all’ex fidanzata. E lui, vanitoso, in un’intervista si era descritto come un generoso tenerone: «Sono abituato a regalarle i fiori o a farle altri tipi di omaggi. Questa volta però a voluto stupirla con un gesto eclatante ». D’altronde aveva qualcosa da farsi perdonare. «Una leggerezza che non ha nessunissimo valore», giurava lui che di lavoro - stando al suo profilo professionale su internet - vendeva «stuoie, materassi, tappeti e tessili». A quanto lasciava intuire, Matteo Rossi s’era fatto «pizzicare » dalla sua Denise a scambiare sms con un’altra donna. Probabilmente l’ex compagna, dalla quale aveva avuto un figlio.
Denise - inevitabilmente - l’aveva piantato in asso, lasciandolo a disperarsi. «Ma non la tradirei mai» s’era affrettato a dire. «Se anche faccio un complimento a una donna è solo perchè sono un agente di commercio », aveva detto, giustificandosi con un parallelo (piuttosto azzardato) tra la sua professione e il fare da «mollicone » che aveva fatto infuriare la fidanzata. In fondo Matteo era fatto così. Sfacciato. E pure carino - lo descrivono - con la barbetta e lo sguardo un po’ corrucciato. Ma alla sua bella Denise, non era bastata quella pagina sul giornale. Di tornare insieme, quella 23enne dai capelli biondi («Un angelo» l’ha definita una conoscente) non aveva alcuna intenzione. Lei, che s’era diplomata in ragioneria nel 2008 all’istituto tecnico di Montebelluna e aveva trovato subito lavoro in un studio di commercialisti (la «Edaco Srl»), era una ragazza con la testa sulle spalle: non bastava qualche moina per incantarla. E infatti aveva troncato la storia con quell’uomo di 15 anni più grande di lei.
Se aveva sofferto, per via di quella rottura, non l’aveva dato più di tanto a vedere neppure ai colleghi d’ufficio che la vedevano tutti i giorni impegnata tra il lavoro e lo studio. In fondo, per una ragazza di quell’età che ascolta Ligabue e gli Ac/Dc e ancora si diverte a guardare cartoni animati e a pubblicare sul suo profilo Facebook delle fotografie buffe che la ritraggono abbracciata a un peluche, la vita non ruota certo intorno a una storia d’amore finita male. Non si lasciava intristire, Denise. E così aveva impiegato poco tempo a farsene una ragione: Matteo Rossi era il passato. Il futuro era altrove, lontano da lui. E forse per l’agente di commercio era proprio questo a essere inaccettabile: l’idea che, nonostante tutti i suoi sforzi e i colpi di scena alla «Stranamore », la donna della sua vita non ne volesse più sapere di lui. «Lui la tormentava, hanno cercato in tutti i modi di farlo ragionare », confida l’amica Laura su Facebook. Denise e Matteo «per sempre » aveva firmato quella pagina di giornale comprata quattro mesi fa. E non era un modo di dire. La strada l’ha progettata per settimane: il 22 marzo il rappresentante di materassi ha ottenuto il porto d’armi. Il passo successivo è stato rimediare la pistola Beretta e, infine, attenderla nel parcheggio interrato sotto all’ufficio in cui lavora. Due colpi. Uno per la sua Denise, l’altro contro se stesso. E quel che resta sono solo le lacrime degli amici che le lasciano un ultimo messaggio su Facebook. «Ogni volta che ci vedevamo non mi negavi il tuo splendido sorriso... Adesso quel vigliacco l’ha spento...».