CITAZIONE (conmar @ 4/11/2009, 11:52)
DalBlo
gdi Vittorio Zucconi:
CITAZIONE
Ville Tristi
Cucchi muore per “essere caduto dalle scale” del carcere dove era stato rinchiuso per possesso di sostanze stupefacenti, quella cocaina che vediamo volare allegramente nelle feste dei vip, da Roma a Milano alla Sardegna, con condimento di veline, prostitute di vari sesso, minorenni, leccapiedi, truffatori e ruffiani assortiti, senza che nessuno cada mai dalle scale. La brigatista Blefari muore suicida, impiccandosi, molto prevedibilmente. Due che si aggiungono ai vari casi di detenuti che muoino per cause non accertate, curiosa definizione per qualcuno che ha la proprIa esistenza “accertata” ogni giorno dalla propria condizione di recluso. Non sapevo che in Italia fosse stata reintrodotta la pena capitale, senza avvertirci. Sarebbe il caso di ricordare che il sistema carcerario e’ uno dei rivelatori piu’ eloquenti e onesti del livello di civilta’ di una nazione e non credo di dover ricordare i gulag e i lager e i Piombi e le Ville Tristi per dimostrare questa semplice verita’. Dalla nazione di Beccaria stiamo diventando la terra dei becchini. E costruire piu’ carceri, se questa e’ la situazione, non risolve, al contrario moltiplica, l’indecenza di uno Stato che non sa prendersi cura di coloro che sono a esso totalmente affidati per essere detenuti, non uccisi. Prima della certezza della pena, slogan con il quale si fanno gargarismi demagogici, deve venire la certezza di non cadere dalle scale o di non mettere la testa in un nodo scorsoio.
sono d'accordo col saggio Zucconi....Cucchi non doveva morire, anzi, probabilmente
non doveva
essere neppure arrestato per qualche pastiglietta e un'ipotesi di piccolo spaccio di hashish (magari, nel mare di polemiche, si potrebbe ricordare che una certa legge Bossi-Fini è stata varata nel 2006 ed ha
condotto alla parificazione nel trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti).
non sono invece d'accordo sull'edilizia carceraria...a Sassari c'è un carcere del 1860, ripetutamente
rimaneggiato (ma la struttura è quella...), con sei detenuti per stanza. Cessi alla turca. Girano dei topi da far paura anche di giorno. Sfido chiunque a tentare un approccio rieducativo in quella vera e propria scuola
di delinquenza. Non credo che siano mai riusciti ad educare e reinserire civilmente qualcuno, lì
dentro, eppure ci sono una marea di educatori sociali per adulti e di psicologi.
quindi, edilizia penitenziaria....si facciano strutture moderne, con qualche piccolo comfort,
che non c'è scritto da nessuna parte che una persona debba soffrire inutilmente, una piccola
palestra da basket, un campetto di calcio, una piccola biblioteca...un giornalino interno al carcere, che potrebbe dare una piccolissima speranza a chi deve espiare una pena. Un ambulatorio attrezzato
con medici "normali" e non dipendenti dell'amministrazione penitenziaria.
sembra poco, ma sarebbe già tanto. E il personale deve essere preparato, a posto psichicamente,
e e in grado di resistere alle sollecitazioni che si creano lì dentro.