| LA FOSSA DEI LEONI: "AVANTI CON SACRATI, PER MANCANZA DI ALTERNATIVE"
(20/07/2009 21.41.15)
Una nuova giornata pesante, per la Fortitudo, tra le lettere del presidente della LNP che chiede e ottiene un dialogo con la FIP per rivalutare le ultime decisioni – chiaro, si parla dell’iscrizione della Fortitudo alla A Dilettanti, con conseguente non ripescaggio di chi magari ci sperava – e il previsto summit tra Gilberto Sacrati e Zoran Savic saltato per indisponibilità del patron biancoblu. A poche ore dall’ennesima scadenza (i 38mila euro necessari per l’iscrizione in B1), poi, in Piazza Azzarita la Fossa dei Leoni ha chiarito la propria posizione sul momento della società, con megafono in mano a Paolo Santi sotto lo striscione – mai così sintomatico – “L’importante è che tu esista”.
“Questa è la nostra opinione, magari non condivisibile, ma è la nostra. E’ un momento delicato, nel quale non sappiamo quale possa essere la via giusta, sapendo poi che il futuro non è nelle nostre mani. Questo striscione era a Monaco, 10 anni fa, e ora è diventato simbolo della nostra triste realtà. Perché a noi non interessa vincere, ma avere qualcosa che ci faccia battere il cuore. Noi dobbiamo aggrapparci alle parole di un presidente che ci ha sempre rassicurati, fin qui, ma oggi chiediamo soprattutto chiarezza. Perché sarebbe facile gridargli di andarsene, ma il rischio è che questo porti alla radiazione e al fallimento. Ascoltarci è un atto dovuto, perché per noi la Fortitudo è più che una squadra di basket. Presidente, paghi! Lo faccia fosse l’ultimo atto da presidente! Non ci privi della nostra storia, della nostra adolescenza, del nostro vissuto! Se non ci esaudirà, se non pagherà i debiti, come potrà guardare in faccia qualsiasi tifoso che le chiederà spiegazioni? Chiedere che lei se ne vada sarebbe darle un alibi, invece noi chiediamo che saldi i debiti e ci iscriva al prossimo campionato”
“In questi giorni siamo stati accusati di immobilismo, così come capitò ai tempi di Martinelli. Ma è anche vero che qui c’è chi si lamentava di Seragnoli, perché arrivava sempre secondo. Noi siamo così, lavoriamo sottotraccia, e in questi giorni siamo anche andati a parlare con le autorità, con il nuovo Assessore allo Sport Maurizio Degli Esposti, per discutere del mutuo Paladozza. Abbiamo ottenuto la disponibilità ad un confronto per la rinegoziazione. E questo non per aiutare Sacrati, ma per la Fortitudo, e perché un fallimento porterebbe il peso del mutuo su tutta la cittadinanza, magari con tagli sulle spese per la società. Ma noi non vogliamo fallire, non possiamo buttare via 43 anni di storia, con tutto quello che ci ha regalato Re Giorgio Seragnoli. Presidente, paghi, e noi ci saremo”
L’idea (con una lettera che è stata poi consegnata in Piazza Calderini al DG Guarino, che avrebbe assicurato i tifosi sulla già avvenuta iscrizione della Fortitudo al campionato) è di chiedere unità e coesione a tutti, per salvare la Fortitudo, per non avere più promesse sapendo che, dietro Sacrati, non ci sono alternative.
Non solo la voce della Fossa è stata la protagonista della serata: infatti, hanno preso la parola anche tifosi che non sono d’accordo con questa visione “speranzosa per mancanza di alternative”, ma che preferirebbero la radiazione all’ennesima dote di fiducia portata a chi, finora, nulla ha fatto per meritarsela. “Il medico che fa morire la madre non può fare il pediatra per il figlio, basta umiliarci davanti a Sacrati: va bene l’orgoglio, ma ora sarebbe ancora più orgoglioso smettere di sostenerlo. E’ ridicolo, e sarebbe meglio morire che andare avanti con lui, che spera nella A Dilettanti per poer spalmare i debiti. Non si può più ascoltare il cuore, meglio fallire con dignità”. La soluzione? Una specie di congresso tra i tifosi, dove chiunque abbia soluzioni possa intervenire: aperta a Palumbi, allo stesso Sacrati, addirittura a Claudio Sabatini o a quel Mascellani che da Ferrara aveva blandamente parlato di F in salsa ferrarese. “Ma intanto andiamo avanti, abbiamo sopportato due anni, possiamo dargli altri due mesi, nella speranza che arrivi un Salvatore come fu Seragnoli: quando a Reggio Emilia, 17 anni fa, festeggiavamo la salvezza, non avremmo creduto a chi ci avesse parlato di finale scudetto 4 anni dopo, per cui dobbiamo andare avanti”. L’ultima parola, ricordando l’assenza di aiuti esterni: “La Virtus è stata salvata da una banca, ora qualcuno aiuti anche noi”
Enrico Faggiano
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