CITAZIONE (anonimo @ 5/09/2011, 22:47)
Considero anche oggi la siria più civile di israele.
da corriere.it
Assad volta le spalle al piano di pace
Esercito spara ai campi profughi in Turchia
Oltre mille morti in una settimana. Il regime: «Ci ritireremo solo con garanzie scritte». Annan: «Violenze inaccettabili»
MILANO - Un'escalation di violenze terribili e «inaccettabili» come le ha definite Kofi Annan, quelle che sta vivendo in queste ore la Siria. Oltre mille morti in una settimana. Poi l'esercito di Assad che spara contro un campo profughi al confine con la Turchia, ferendo tre persone. Ma non solo. Si combatte anche in Libano, nella valla della Bekaa. Il tutto, a poche ore dal voltafaccia di Assad al piano di piace di Kofi Annan.
«I RIBELLI SI RIARMANO» - Le autorità di Damasco hanno infatti annunciato che non ritireranno le truppe dalle città, come previsto dalla proposta dell'inviato dell'Onu Kofi Annan, se non avranno «garanzie scritte» da parte dei «gruppi terroristi armati» del Paese. Lo ha fatto sapere il ministero degli Esteri siriano in una nota, precisando che i gruppi devono mettere per iscritto che a loro volta «deporranno le armi». Immediata è stata la reazione dei ribelli che hanno fatto sapere di non accettare le richieste del regime, pur avendo intenzione di rispettare la tregua e il piano di pace proposto delle Nazioni Unite. Il portavoce del ministero, Jihad Makdessi, ha riferito che le precedenti dichiarazioni secondo cui Damasco avrebbe ritirato i propri soldati dalle città e dai sobborghi entro martedì «sono spiegazioni sbagliate». Makdessi ha aggiunto che la Siria non permetterà che si ripeta quanto accaduto durante la missione della Lega araba in Siria a gennaio, quando il regime ha ritirato le proprie forze armate dalle città e dai dintorni, mentre i ribelli prendevano possesso di quelle stesse zone. «I terroristi armati usarono quella situazione per riarmare i propri elementi e allargare la loro autorità a interi distretti», ha detto Makdessi.
ESERCITO DI ASSAD SCONFINA IN LIBANO E TURCHIA - Nel frattempo, nuovi combattimenti sono stati segnalati nella mattinata di lunedì tra l'esercito di Damasco e i disertori dell'Esercito libero siriano nei villaggi di Bekaa al confine con il Libano. Secondo gli organi di stampa, il suono dell'artiglieria pesante proveniva dal lato siriano del confine mentre i media siriani riferiscono che l'esercito regolare si è scontrato con alcune bande armate che sono entrate per un centinaio di metri nel territorio siriano dal Libano attraverso i valichi di Naoura e Halat. Scontri si sono verificati, secondo fonti turche, anche al confine con la Turchia, dove tre persone sono rimaste dopo che le forze armate siriane hanno aperto il fuoco contro un campo di rifugiati dentro ai confini del Paese vicino. Lo riferiscono fonti turche. Per l'Osservatorio siriano per i diritti umani inoltre sei doganali e guardie di frontiera sono stati uccisi domenica dopo che i ribelli sono stati attaccati al confine tra Siria e Turchia nella provincia settentrionale di Aleppo.
FATICA A SEPPELLIRE I MORTI - E il precipitare della
situazione ha provocato anche le reazioni della Francia, che ha condannato il voltafaccia di Assad bollando come «inaccettabili le nuove richieste» avanzate dal regime. Mentre il premier italiano Mario Monti, da Israele, dove si trova per la seconda tappa del suo viaggio in Medio Oriente, ha fatto sapere che l'Italia «è impegnata fortemente» per la pace in Medio Oriente e in particolare in Siria. Intanto la città di Homs rimane sotto attacco da tre fronti, e a Khaldiyeh, gli abitanti faticano a seppellire i propri morti a causa degli attacchi. In un video amatoriale pubblicato online si vedono inoltre bombe cadere su quella che viene spiegato essere la zona residenziale di Qusour a Homs, con alte colonne di fumo che si alzano dall'area. «L'attuale escalation di violenza - ha commentato Kofi Annan - è inaccettabile» e il governo siriano deve ricordare «il bisogno della piena applicazione dei suoi impegni» per la pace. Secondo Annan, che si recherà martedì in Turchia nella provincia meridionale di Hatay per visitare i campi profughi, i combattimenti stanno causando «livelli allarmanti di vittime, rifugiati e sfollati» e devono concludersi.