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Kamizake al mausoleo di Khomeini: 2 morti e 8 feriti. Riconteggio del 10% dei voti
Mousavi: «Brogli pianificati da mesi
Protesta va avanti, sono pronto a morire»
La polizia carica il corteo, un uomo ferito portato via in barella. Video su YouTube mostra donna colpita a morte
TEHERAN - «I brogli erano stati pianificati da mesi. Sono pronto al martirio e continuerò la protesta». Così Mir Hossein Mousavi, l'ex candidato riformista, ha parlato alla folla dei suoi sostenitori che hanno sfidato il regime scendendo ancora una volta in piazza. Il leader riformista ha anche invocato lo sciopero generale, nel caso venga arrestato. Si alza quindi il livello della sfida in Iran. Nel mirino dei riformisti di Mousavi e Karroubi non c'è più solo il presidente Mahmoud Ahmadinejad, ma - fatto mai avvenuto dalla rivoluzione khomeinista del 1979 - la stessa Guida Suprema, l'ayatollah Khamenei, che nel sermone del venerdì aveva legittimato l'elezione di Ahmadinejad, vietando i cortei.
MOUSAVI CRITICA L'AYATOLLAH - In un messaggio sul suo sito (tolto dopo un'ora dalla pubblicazione senza spiegazioni), Mousavi ha accusato, senza nominarlo, Khamenei di minacciare il carattere repubblicano dell'Iran e di mirare all'imposizione di un nuovo sistema politico. Nessun politico iraniano, prima di oggi, aveva osato avanzare un critica di questa portata all'ayatollah da quando è entrato in carica, nel 1989. Mousavi ha denunciato «un progetto che va al di là dell'imposizione a un popolo di un governo non voluto, l'imposizione di una nuova vita politica al Paese». Khamenei aveva detto che «i meccanismi di voto del nostro Paese non permettono brogli per 11 milioni di voti». Mousavi ha risposto che «se l'entità di questa frode viene presentata come la prova dell'assenza di frode, allora l'aspetto repubblicano del sistema sarebbe massacrato e ciò proverebbe che l'Islam è incompatibile con la Repubblica».
ANCORA SCONTRI VIOLENTI - Intanto nelle strade di Teheran gli scontri sono stati drammaticamente violenti, con feriti e almeno una vittima. Fin dall'alba centinaia di poliziotti antisommossa si sono dispiegati in piazza Enghelab (teatro degli ultimi raduni) e nella via che porta a piazza Azadi, a circa 4 chilometri di distanza. Per ore migliaia di dimostranti hanno cercato inutilmente di raggiungere la piazza: poi si sono divisi in gruppi relativamente piccoli prendendo strade secondarie, ma a questo punto sono cominciati gli scontri con la polizia. Gli agenti hanno usato lacrimogeni, idranti e manganelli per disperdere i presenti, soprattutto davanti all'Università di Teheran. Testimoni hanno visto del fumo salire vicino a piazza Enghelab, e lungo viale Enghelab, dove la manifestazione sarebbe dovuta sfilare, erano appostati sui tetti agenti armati. Alcuni manifestanti si sono avvolti nel sudario bianco, per mostrare di essere pronti a morire da martiri. Informazioni, immagini e filmati vengono diffusi da blogger e testimoni anonimi, dato che ai giornalisti indipendenti è stato vietato avvicinarsi ai luoghi delle manifestazioni.
IN VIDEO RAGAZZA COLPITA A MORTE - La polizia, schierata in forze in assetto antisommossa, ha bloccato e picchiato i dimostranti e ha sparato dei colpi in aria. Alcuni manifestanti hanno incendiato una sede dei Basaji, il braccio armato dei pasdaran sostenitori di Ahmadinejad. Verso sera, mentre le testimonianze si accavallano, arriva la notizia dell'uso di armi da fuoco. Un uomo, ferito da dietro alla spalla sinistra, è stato portato via in barella. Su YouTube è stato inoltre pubblicato un filmato con la morte in diretta di una ragazza colpita dalle milizie Basaji. Un video atroce: la giovane è stesa a terra in una pozza di sangue, qualcuno prova a praticarle invano un massaggio cardiaco. Alcuni blogger parlano di due persone uccise sabato dalla polizia, secondo altri le vittime sarebbero una quarantina e circa 200 i feriti. In questi ultimi blog sono citate fonti dell'ospedale Fatemiyeh a Teheran, dove la polizia sta registrando i nomi di quanti si fanno curare.
IDRANTI CON ACQUA BOLLENTE - «La polizia ha usato idranti con acqua che bruciava» è la testimonianza di una ragazza, secondo cui i poliziotti antisommossa, con caschi e bastoni, erano spalleggiati da miliziani integralisti in moto che inseguivano i contestatori in tutto il quartiere. «I poliziotti ci hanno colpiti duramente - racconta un ragazzo -. Hanno picchiato uomini e donne senza distinzione. Io sono tutto blu per i lividi. Mi hanno anche sequestrato la macchina fotografica». Una altro testimone ha riferito di aver visto «numerose persone arrestate». Sul fronte opposto, un testimone ha detto di aver visto alcuni miliziani Basiji buttati giù dalle moto e picchiati da manifestanti che scagliavano pietre contro i poliziotti e che hanno incendiato alcuni cassonetti.
KAMIKAZE AL MAUSOLEO - In contemporanea con la manifestazione, è giunta la notizia di un kamikaze che si sarebbe fatto esplodere nell'ala nord del mausoleo dell'ayatollah Khomeini, alla periferia meridionale di Teheran. L'esplosione avrebbe provocato due morti e otto feriti, ma la tv di Stato in inglese Press Tv ha poi fornito un diverso bilancio: un morto (il kamikaze) e tre feriti. Secondo l'agenzia Irna i tre feriti sono pellegrini, due di origine araba e un cittadino iraniano. La notizia dell'esplosione al mausoleo non è stata confermata da nessuna altra fonte, a cominciare dalla Bbc, il cui corrispondente, Jon Leyne, sostiene che non ci sia alcuna prova dell'attacco. In effetti non è chiaro chi abbia potuto commissionare l'attentato: alcuni analisti sospettano dei Mujaheddin Khalq, secondo altri sarebbe un atto provocatorio del regime. Secondo testimoni la tv iraniana avrebbe mostrato solo una finestra rotta.
IMMAGINI SU INTERNET - La tv Al Jazeera ha mostrato immagini di scontri in diverse strade della città, con poliziotti in divisa e in borghese. Altre immagini mostrano poliziotti in borghese che picchiano e arrestano manifestanti, arrestandoli e portandoli nelle loro auto. La copertura delle proteste a Teheran è molto difficile. Su internet circolano comunque numerose immagini e testi - difficili da verificare - che riferiscono di morti e feriti: messaggi su Twitter riferiscono di manifestanti uccisi dalla polizia. Un video pubblicato su Facebook da Ahmad Hossainkhah, su un forum politico di sostenitori di Mousavi, mostra immagini amatoriali in cui si vedono scontri fra persone vestite in borghese, con auto incendiate e numerosi feriti. Secondo notizie riportate su Twitter e su siti di protesta come «Anonymous Iran», diverse ambasciate straniere starebbero fornendo assistenza ai feriti.
LA REPLICA DEL REGIME - Le autorità hanno chiesto a Mousavi di non «provocare manifestazioni illegali». «Invece di accusare le forze dell’ordine o le forze militari attendiamo da voi che evitate di non sostenere tali assembramenti» ha affermato Abbas Mohtaj, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale, che dipende dal ministero dell’Interno. Il funzionario di Teheran ha affermato che Mousavi «sarà ritenuto responsabile delle conseguenze di manifestazioni illegali». Il presidente Ahmadinejad ha invece ringraziato la guida suprema Ali Khamenei per la «buona decisione» di affermare pubblicamente la validità delle elezioni del 12 giugno. E si è appreso di un nuovo arresto eccellente tra le fila dei riformisti: è stato incarcerato il giornalista Mohammad Ghuchani, redattore capo del quotidiano Etemad Melli.
MOUSAVI: ANNULLARE ELEZIONI - Il leader moderato dal canto suo ha inviato una lettera al Consiglio dei guardiani, che sovrintende alla regolarità delle elezioni, chiedendo di nuovo l'annullamento del voto in quanto, a suo parere, i brogli erano stati pianificati da mesi. Lo stesso Consiglio dei guardiani si è detto pronto a ricontare solo «il 10% dei voti, scelti a caso», secondo quanto affermato dal portavoce, Abbas Ali Katkhodai, prima della lettera di Mousavi. Il quale non ha preso parte sabato mattina a un incontro convocato dal Consiglio dei guardiani con i quattro ex candidati alle presidenziali. Lo ha riferito la televisione iraniana in lingua inglese PressTv, precisando che alla riunione mancavano anche Karroubi e Ahmadinejad ed era presente solo il candidato conservatore Mohsen Rezai.
PROTESTA CALCIATORI - La protesta di sei calciatori della nazionale di calcio iraniana, compiuta mostrando la fascia verde di Mousavi nell'incontro contro la Corea del Sud, è stata bloccata dopo il primo tempo su intervento di Mohammed Ali-Abadi, responsabile della Federazione sportiva iraniana e cognato di Ahmadinejad. Lo rivela il settimanale tedesco Der Spiegel.
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MERDE!!