Proposta mia: tutto il basket italiano fuori dal professionismo, A1 inclusa proprio come la pallavolo. Oltre all'abbattimento di un buon 20% dei costi a carico delle società (inclusi quelli..arbitrali, perchè no! Anche se pesa pochissimo sui bilanci delle società quel 20% del gettone degli arbitri che viene tassato in partenza, ma insomma...), il regime dilettantistico modello pallavolo comporta il non dover sottostare al vincolo della Bosman, si possono autonomamente decidere a livello di Federazione le quote di extracomunitari, di comunitari e di italiani.
I campionati nazionali dovrebbero secondo me fermarsi a quella che è l'attuale B dilettanti allargandone da 4 a 6 i gironi, la C dovrebbe tornare a livello regionale e anche qui tanti soldi si risparmierebbero in trasferte allucinanti di arbitri per partite di C dilettanti come avviene adesso, dove è frequentissimo vedere ragazzi emiliani, lombardi e veneti dirigere partite nelle isole...ma che senso ha ?!
E questo è tutto costo vivo aggiuntivo al gettone..La regionalizzazione della C dilettanti attuale comporterebbe costi di trasferta per gli arbitraggi delle partite più che dimezzati.
Vedrei bene un modello con A1 a 16 con extra e comunitari come adesso, Legadue a 28 con extra e comunitari come l'attuale Legadue (2 gironi da 14 con 2 promozioni e 4 retrocessioni) che quindi non verrebbe sminuita nè sparirebbe ma semplicemente "ampliata" proprio perchè funziona bene (e 12 squadre in più, fra l'attuale A dil e qualche società pronta a rientrare, si trovano che non abbassano il livello, specialmente se non devono rientrare in un regime di costi professionistico), B1 a 42 squadre (3 gironi da 14 con 4 promozioni), B2 a 84 squadre (6 gironi da 14).
Scollegherei un momento ordinamento dei campionati e crescita/utilizzo dei giocatori italiani; concordo con chi dice che non è imponendo quote di italiani che si risolve il problema, ma è più importante l'incentivazione a produrre giocatori: mi pare che l'attuale normativa dello svincolo a 21 anni coi premi di reclutamento e formazione individuati vada in questa direzione; una volta che ci sarà una larga base di giocatori "buoni" penso che avere un ordinamento come quello proposto possa poi dare ad ognuno la possibilità di espimersi al meglio nel campionato adatto.
Ampliamento della attuale Legadue che però non può tener conto del requisito minimo della capienza degli impianti a 2.500, quindi dell'attuale A dilettanti potrebbero fare la Legadue: Treviglio, Forlì (Palafiera!), Vigevano col nuovo palazzetto, Castelletto, Casalp (a Piacenza ma credo che anche Lodi arrivi a 2.500), Cremona, Montecatini, Cagliari, Latina, Siena, Osimo, Barcellona, Trapani e Firenze. Volendo 14 città con campi adeguati ci sono già, anche se difficilmente tutte avrebbero un organizzazione societaria tale da permettere loro di fare la Legadue, ma fra queste almeno una decina che manterrebbero alto il livello dell'attuale Legadue ci sono tutte...Però ci sono da considerare eventuali possibili ritorni tipo Verona, Capo d'Orlando, Napoli...