QUOTE (Il pollo @ 19/9/2008, 15:59)
Direi che il movimento è in piena involuzione perchè le società non hanno più il coraggio di investire sul settore giovanile in primo luogo perchè si spendono troppi soldi per crescere dei talenti che poi magari perdi a parametro zero quando finiscono le giovanili
Beh, se crei dei giocatori da Promozione, hai ragione tu. Il parametro e' zero. Ma se crei giocatori da serie D o superiori, il parametro non e' zero. E se ne crei tanti e bravi, il processo diventa autorigenerante. Chi lavora bene, ci guadagna e sopravvive. Chi lavora male, non sopravvive, e cinicamente mi viene da dire: meglio cosi'.
QUOTE (irriducibile lazio @ 20/9/2008, 15:22)
la qualità in gran quantità non esiste!non ti piace la mediocrità però sostieni chi ha creato dei campionati regionali ridicoli.
Io sostengo che i campionati regionali siano tutt'altro che ridicoli, specialmente la C2. Il ridicolo e' ben altro.
Sulla tua proposta... ma che vuol dire, in italiano intendo, "obblighi di 3 settori giovanili" ?
Teorizzi un premio di 100 euro per giocatori tesserati da societa' di Promozione? Allora sei ben oltre l'attuale legge: decreti la morte di tantissime societa' in questo modo... Lo sai, vero, che con le regole che hai elencato, tu non giocheresti in serie D quest'anno? Lo sai che non esiste un premio per A1 e A2 che sono campionati professionistici, con caratteristiche legislative completamente diverse sul piano del rapporto lavorativo tra giocatori e societa'?
Interessante l'idea di sostenere due selezioni U18 regionali, ma escludo sul fatto che sia fattibile. Trovami qualche presidente favorevole a dare il 50% dei soldi ad un fondo federale per la crescita di giocatori di elite. Che si svincolano e poi i soldi a chi vanno? Alla FIP? Alle societa' che possiedono i giocatori? E te le vedi le lotte per le convocazioni?
Stai a sentire, gioca che sei capace nonostante l'eta', spiega in campo ai giovani quello che sai e quello che puoi, deliziaci pure con polipetto e granchietto, ma informati bene prima di emettere sentenze o editti.