| Basta con la Sardegna cafona, "la gente ti sputa in faccia: Silvio l'ha già capito" "Il Billionaire? Andrebbe chiuso" ora la Santanchè ripudia il lusso
PORTO ROTONDO - "Io, pentita del Billionaire". Metti una sera a cena, su un traghetto anni venti che dondola all'ancora della Costa Smeralda, e un "atto di dolore" che sorprende assai. "Basta con le veline. Addio a Porto Rotondo, a Porto Cervo, alla Sardegna dei miliardari e del cafonal, che forse l'hanno rovinata. Meglio, l'abbiamo rovinata. Così diseducativo. E il Billionaire oggi andrebbe chiuso. Perché io mi sento a disagio, e sì mi vergogno, vedendo quanto la gente di questi tempi faccia fatica a campare".
Chi parla? Un rivoluzionario di professione? Diliberto? Il capo della Quarta Internazionale? Daniela Santanché, pasionaria "in uscita" della destra di Storace, proprio lei, anima delle lunghe, luccicanti e mondanissime notti della Costa Smeralda, nonché proprietaria medesima (insieme a Briatore) del tempio-vip che andrebbe buttato giù. Il Billionaire appunto.
Non sarà che va male, il piatto piange e il pentimento sta tutto lì? Se la ride. "Macché. Mai così bene, sempre affollato, champagne nei bicchieri. Non è questo. E' che è finita un'epoca, si è chiusa per sempre una stagione. Quella del lusso da sbattere in faccia, da sbandierare. Del Billionarie. Delle Ferrari. E di tutte 'ste barche enormi, cafonissime, con la gente normale che passa, ti guarda, e ti sputerebbe in faccia. Io la mia Aston Martin ora la lascio sempre nel garage". L'Aston Martin, la macchina di 007 per capirsi, su cui un giorno di 15 anni fa si presentò al debutto da consigliere provinciale a Milano, con il suo amico (allora) La Russa che schiumava "pazza, qui ci inseguono coi forconi". A 'Gnazio, che non la vuole dentro il Pdl ma forse (dice lei) ci ripensa, deve dare atto che quel low profile allora snobbato oggi sarebbe la scelta da fare. "E chi prima di tutti gli altri ha fiutato l'aria, ha capito che quei tempi sono per sempre alle nostre spalle?".
Lui, quel signore che se ne sta a Villa Certosa, acquartierato nella reggia sul mare? Quello al quale, frase celebre della ex deputata di An, "tanto io non gliela do"? Ma certo, Silvio Berlusconi. "Ecco perché quest'estate non si è mai fatto vedere in giro, ha disertato tutte le feste, non ha mai messo piede al Billionaire. Fino all'anno scorso bisognava legarlo per impedirgli di andare. Ma quali nottate sugli yacht con 400 persone. Serate da 40 mila euro a botta. In casa. Con la moglie, mano nella mano, i figli, i nipotini".
Lei, la Santanché pentita, racconta di aver fatto lo stesso in queste vacanze in Costa Smeralda trascorse sull'"Over The Raimbow", assai più interessata alle sorti editoriali della operetta morale vergata insieme a Vittorio Feltri ("Sesso potere e intercettazioni ai tempi del Cav") che a feste e amorazzi: "Sempre sulla barca, mai scesa in piazzetta, e ora finalmente parto per Forte dei Marmi e Cortina. Qui tanto hanno in mano tutto russi e arabi. E se mi siedo al bar, due caffè, un Bellini e un'acqua minerale, centotrenta euro. Centotrenta euro. Avrei dovuto chiamare la Guardia di Finanza". Anche i ricchi piangono.
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