CITAZIONE
L'erba dei vicini di Corrado Lori
Due settimane all’ora X (finalmente!). È tempo di dare un’occhiata all’erba dei vicini per vedere quant’è verde.
Premessa: detesto fasce e stellette varie, quindi nessuna graduatoria, nessun ranking, nessun pronostico.
Più semplicemente una carrellata sulle nostre 13 avversarie per conoscerle, per valutare come si sono mosse in estate, per riflettere su strategie e ambizioni di ogni formazione.
Per provare a immaginare, in definitiva, cosa ci aspetta in questa stagione 2008-2009, che si preannuncia durissima. Sì, perché in tanti hanno speso tanto, e il livello medio del torneo pare decisamente cresciuto, al punto che 12 formazioni su 14 partono con l’evidente obiettivo di raggiungere i playoff.
Ci sarà da divertirsi!
Per me quattro società sono state le principali protagoniste dell’estate. Ben tre di queste sono lombarde.
La prima citazione è per Treviglio, che si è tenuto stretto il trio Guarino, Gamba e Rossi e ha puntato a rinforzarsi con pochi nomi ma di qualità: rientra Demartini dalla LegaDue, e sempre dalla LegaDue arriva Raschi. Aggiungiamoci Zanella, lungo dinamico ‘strappato’ alla vicina Lumezzane, ed ecco servito a coach Frattin (di cui pochi hanno parlato l’anno scorso, ma che ha raccolto una squadra in grave crisi e l’ha portata alle finali per la promozione) un quintetto Guarino-Demartini-Raschi-Gamba-E. Rossi. Niente male!
Se poi ‘esplodesse’ il giovane Reati, per il team bergamasco potrebbe essere l’anno buono. Di sicuro non sarà facile per noi spezzare il maleficio che ci ha visti finora sempre perdenti con l’Intertrasport.
Anche Casalpusterlengo, protagonista sempre e comunque ad ogni mercato, ha puntato più sulla qualità che sulla quantità.
Via libera alla discesa in C di Mario Boni, conferma per Bolzonella, Picazio, Conte, Bellina, Perego e Simoncelli, e poi due innesti mirati “pesanti”, un lungo senior e un esterno under: Cazzaniga, protagonista in B1 prima e in LegaDue poi con Soresina, giocatore capace di fare la differenza; il minore dei fratelli Cutolo, da molti considerato una grande promessa, portato in dote dal nuovo vice-presidente Bastagli, che ha abbandonato Firenze per tentare in Lombardia la scalata alla serie superiore.
Ma il vero colpo il presidentissimo Curioni l’ha fatto portando al timone della squadra il ‘nostro’ Simone Lottici, l’uomo giusto per guidare l’ennesimo assalto dei cugini-nemici lodigiani alla serie superiore.
A proposito di lodigiani: sono terminate le scampagnate nella simpatica mongolfiera di Codogno.
Infatti l’Assigeco, nel tentativo di darsi una dimensione più metropolitana, giocherà le gare interne al Palasport di Lodi.
A pensarci, già un po’ mi manca il clima ruspante basso-padano del PalaCampus…
Autentici fuochi artificiali invece per Vigevano, prepotentemente tornata alla ribalta come protagonista della categoria. Completamente rivoluzionata la squadra: il nuovo allenatore Garelli, uno cui piace la gente che lavora duro, ha scelto di rinunciare allo showman Palombita e si è tenuto stretto Ghersetti.
Attorno a lui una serie di arrivi super: la coppia di esterni Bertolazzi e Zaccariello, già vincitori del campionato a Pistoia, l’ala Ferrari, capocannoniere l’anno corso con Asti, il lungo Banti, protagonista della salvezza (poi rivelatasi inutile…) di Modena.
Se consideriamo anche la conferma del centro Politi e della guardia Bianchi, il ritorno a casa dell’under Cavallaro e l’arrivo di due prospetti con cifre molto interessanti in Serie B come Ihedioha e Panzini, ecco un roster di assoluto valore, che potrebbe incontrare come principale ostacolo proprio l’essere chiamato per forza ad un campionato di vertice, in una piazza dove il sostegno, ma anche la pressione degli appassionati sono notevoli.
La quarta protagonista - peraltro a sua volta quasi lombarda… – è stata Castelletto. Blindati Davide Parente, Giadini e Masieri – mica male come base di partenza! - coach Ciocca ha portato in riva al Lago Maggiore tre giocatori di talento che in tanti avrebbero voluto: la guardia argentina Becerra, l’ala Baldassarre e il centro Prelazzi – in quest’ultimo caso un ritorno, perché il pivot argentino (a Fidenza secoli fa, quando era ancora una giovane promessa) ha già vinto il campionato qui. Il sestetto che ne viene fuori è eccellente, e, conoscendo le doti di Ciocca come plasmatore del gruppo, si può star sicuri che la Nobili sarà di nuovo un osso duro.
Meno forte –ma, attenzione, sulla carta – il pacchetto-giovani, dove spicca il centro Quaglia, ragazzo di scuola Virtus Bologna, l’anno scorso a Modena.
Castelletto però, in forza della qualifica di under di Baldassarre, può ancora tesserare un sesto senior per rinforzare la panchina.
Tornando in Lombardia, notevole anche il mercato della neopromossa JuVi Cremona, che non si è fatta mancare nulla: Filattiera, Quaroni, Cristelli e Paolo Conti. Aggiungiamoci l’altro Conti, Andrea, protagonista del vittorioso campionato in Serie B, ed ecco un quintetto che può dare filo da torcere a chiunque.
Aggiungiamoci ancora la voglia di emergere dei giovani prospetti Negri, Grilli e Mancin, nonché l’esperienza di Degli Agosti e Zanatta, chiamati a fare da sesto e settimo senior, ed abbiamo una potenziale “mina vagante” del torneo, un brutto cliente nella corsa verso i playoff. Già si annunciano due derby infuocati al di qua e al di là del Po!
Maggiori difficoltà ha incontrato Lumezzane.
Persi Gergati, Tanfoglio, Volpato, Zanella e Savazzi, la società bresciana si è trovata, contrariamente a quanto accaduto nelle precedenti stagioni, a ristrutturare l’organico. Tanti i volti nuovi: Muzio e il giovane Ferrarese in posizione di play, il cannoniere Gori in quella di guardia, mentre sottocanestro viene data fiducia al giovane Gandini, cui daranno man forte gli under Basile e Brunetti. Se Franz Conti, Moruzzi e – soprattutto! – l’‘eterno’ Minessi saranno capaci di ripetere la clamorosa stagione passata, e se coach Morandi sarà capace di inserire nel meccanismo della squadra il talento un po’ individualista di Gori, il Lume potrebbe ripetersi ai massimi livelli, ma sinceramente la vedo più dura per loro.
Altisonanti sono state le campagne-acquisti di Montecatini e Ozzano, che hanno seguito una strategia simile: costruire roster con grossi nomi. E ‘grossi’ i nomi lo sono per davvero: i fratelli Niccolai (in particolare Andrea, autentica icona del basket italiano, uno che vedrò giocare dal vivo dopo averlo tante volte ammirato in TV), Monzecchi e Grappasonni per i toscani; Fazzi, Facenda, Esposito e Sigon per gli emiliani. Tutta gente che ha giocato in Serie A (quella vera!), giocatori il cui valore non è in discussione. Quindi due squadroni. Però…
Però io ho qualche perplessità. Partiamo dall’Agricola: Niccolai Andrea, classe 1968; Niccolai Gabriele, 1972; Monzecchi, 1971; Grappasonni, 1972. Per il Gira: Fazzi, 1972; Esposito, 1969; Facenda, 1975; Sigon, 1972. E mettiamoci anche Barbieri, 1976.
Si può primeggiare in questa categoria quando la struttura portante della squadra ha carte d’identità così? Personalmente ho molti dubbi.
La A Dilettanti è un campionato dove la tenuta atletica è fondamentale. In quali condizioni arriveranno a maggio questi campioni? E come potranno difendersi dalla maggiore vulnerabilità agli infortuni?
Tanto per non far nomi: Vincenzino Esposito e Mario Boni sono due fuoriclasse, ma quante partite hanno giocato in buone condizioni fisiche l’anno scorso?
Sono convinto che a decidere le sorti di Agricola e PentaGruppo sarà invece l’impatto dei più giovani presenti nei due roster: i gaucho Stanic e Paparella e il centro Persico per Montecatini; il nostro ex Luca Rossi (chiamato a sostituire Carretta, hai detto niente!...), Ghedini e il giovane Ranuzzi per Ozzano.
Sono loro che dovranno dare continuità e tenuta atletica, e permettere ai rispettivi allenatori, Tucci e Procaccini, di “dosare” lo sforzo per i senatori.
Solo se questo accadrà, a mio parere, Montecatini e Ozzano potranno ambire a un campionato di vertice.
L’arrivo in panchina di Di Lorenzo ha portato grosse novità a Forlì. Perso il talento di Becerra, il migliore della truppa lo scorso anno, la società romagnola ha scelto di rinunciare anche a Moltedo e Michelon, per puntare su alcune “scommesse”: l’ala Villani, che coach DiLo ha portato con sé dopo la brillante stagione a Potenza; il giovane play argentino Forray, protagonista della promozione di Jesolo-San Donà; l’ala grande Liburdi, chiamato ad una definitiva consacrazione dopo un’annata positiva sul piano individuale in quel di Firenze.
Ma le scommesse di Forlì stanno soprattutto nelle conferme. Se erano preventivabili quelle di Tassinari e Benfatto, e forse anche quella dell’enfant du pays Frassineti, non era per nulla scontata quella della coppia Davolio-Brigo, due campioni apparsi entrambi in difficoltà nel finale della passata stagione.
Sapranno beffare i dati anagrafici e riproporsi con continuità ai livelli per loro abituali? Nella risposta a questa domanda sta la chiave della FulgorLibertas edizione 2008/2009.
Un buon lavoro estivo l’hanno fatto i nostri omonimi di Omegna. Perso Zivic, i piemontesi sono andati sul sicuro in posizione “4” con l’argentino Caruso, da anni sugli scudi a Patti. Tenuti Marino, Sacco, Scrocco e Ferraro – e non è un quartetto da poco - il team cusiano ha puntato soprattutto a colmare i ‘buchi’ nel roster dello scorso anno.
Ecco allora l’altro argentino Gilardi in posizione di guardia e Candido a fare da totem sotto canestro con i suoi 207 centimetri. In posizione di guardia attenzione però anche all’under Ferrari, chiamato a confermare quanto di buono fatto a Potenza. Se il nuovo coach Da Prato, reduce da una sfortunata esperienza a Firenze, saprà infondere al gruppo lo stesso spirito battagliero del suo predecessore, la Paffoni ha le carte in regola per essere la “rivelazione” del campionato.
A noi l’ingrato compito di verificarlo nella partita inaugurale del 5 ottobre…
Strappata la salvezza all’ultimo giro di giostra, Vado Ligure ha deciso di fare rotta verso acque più tranquille. Missione ampiamente compiuta: mantenuta l’ossatura formata dal consolidato trio Trionfo-Pagliari-Guerci, i savonesi hanno puntato su due nomi importanti come Calbini e Mossi, quest’ultimo peraltro da un paio di stagioni confinato in purgatorio in B2; ma non va sottovalutato l’arrivo di un fighter come Gironi, chiamato ad aumentare il tasso fisico e atletico sotto canestro.
La formazione così costruita appare decisamente più competitiva rispetto al passato, e può legittimamente fare un pensierino a un posto tra le 8 elette.
Jesolo-San Donà e Cagliari hanno fatto una scelta simile: mantenere in buona parte i roster dello scorso campionato di Serie B. Scelta – come abbiamo imparato sulla nostra pelle nella stagione 2004-2005 - molto pericolosa. In generale, per la notevole differenza tecnica e fisica fra le due categorie; in particolare quest’anno, per la crescita del livello qualitativo medio della Serie A. Difficile quindi non individuare in queste due formazioni le principali indiziate a una stagione di stenti e sofferenze.
Soprattutto Cagliari, piazza storica del nostro basket, promossa solo a luglio inoltrato, si è mossa pochissimo, e giocherà quasi con gli stessi uomini con i quali, peraltro, non era nemmeno riuscita a vincere il campionato al piano di sotto.
N on li conosciamo – Toppino, Pintor e Pedrazzini hanno precedenti contro la Fulgor, ma con minutaggi ridotti, con le maglie rispettivamente di Imola, Veroli e Firenze - ma il roster nel complesso non pare adeguatamente attrezzato per la categoria, nonostante gli inserimenti del giovane play Stella, reduce da una promozione conquistata a Ostuni, e dell’esperto centro Cagnin.
Coach Montemurro ha già realizzato un mezzo miracolo a Cecina nel 2005 – stavolta è chiamato a farlo per intero…
Più attiva la matricola veneta, che almeno sull’asse play-pivot si è assicurata due uomini con lunga esperienza nella categoria: Fanchini e Volpato – peraltro due spesso alle prese con problemi fisici.
Anche l’arrivo del più anziano dei fratelli Cutolo, visto positivamente all’opera l’anno scorso a Casalpusterlengo, non è da trascurare.
Occhio poi ai giovani Zampolli e Casagrande, che potrebbero stupire.
Ma lo “zoccolo duro” della formazione sono i “4 moschettieri” che – assieme al gioiellino Forray, passato a Forlì - l’hanno portata in A: Cossa, Agostinetto, Salvador e Rubin.
La carta migliore i veneziani l’hanno giocata in panchina, dove Russo cercherà di ripetere le buone cose fatte a Omegna. Sul loro caldo campo possono mettere in difficoltà anche le squadre più forti, ma è difficile immaginare per Jesolo-San Donà qualcosa di più di una feroce lotta per la vita nei playout.