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| CITAZIONE Casalpusterlengo:PARLA IL PRESIDENTE CURIONI"Stagione fallimentare"
CODOGNO Voleva "ballare sul mondo", gli hanno chiuso la "porta dei sogni", è finito "urlando contro il cielo". La colonna sonora di Ligabue meglio dell'amata musica classica si adatta bene a rappresentare l'annata di Franco Curioni che, dalle premesse poste la scorsa estate, si aspettava qualcosa di più di quanto ottenuto. «Beh, di tutti gli obiettivi non ne abbiamo centrato neppure uno - sintetizza con un pizzico di amarezza il patron dell'Assigeco -. Che la stagione sia stata deludente è un dato di fatto. Io non sono soddisfatto, i nostri tifosi non sono contenti: tutto l’ambiente è rimasto deluso, non ci aspettavamo una simile conclusione».Al di là dei risultati l'Assigeco ha continuato la sua crescita societaria...«Il grande lavoro fatto è visibile. La finalità principale di una società sportiva però è la vittoria, che è mancata nonostante i presupposti: il commento finale non può essere positivo, l’annata è stata fallimentare da questo punto di vista. Non posso essere soddisfatto. Auspicavo un salto di qualità, la squadra non lo ha fatto. Qualcosa non ha funzionato, sta ora ai tecnici valutare la situazione e dare indicazioni: attendo una serie di relazioni per predisporre un programma di rilancio. Ho molta fiducia nel lavoro del direttore generale Renato Goldaniga e del direttore sportivo Marco Bernardi».Da cosa sono dipesi i risultati negativi?«Qualcuno ha sbagliato e deve fare un esame di coscienza. La società ha fatto tutto quello che lo staff tecnico ha chiesto».Cosa l’ha infastidita di più quest'anno?«Gli insulti gratuiti che i dirigenti iscritti a referto di alcune squadre mi hanno rivolto cercando di colpire e demonizzare la mia immagine di presidente di Lega. Mi hanno fatto veramente male dentro. Addirittura queste persone mi hanno aizzato contro i propri tifosi con calunnie indegne. In un caso specifico ritengo che ci sia stata una sorta di aggressione mirata e premeditata da parte di una persona che nel basket bada solo a interessi personali».Roba da dimissioni...«È proprio quello che fatto perché non credo che sia giusto dopo tutto l'impegno profuso come presidente di Lnp con gli ottimi risultati raggiunti in termini di strategia, programmazione e visibilità. Le dimissioni sono state respinte dal consiglio della Lnp e Fausto Maifredi, presidente Fip, mi ha chiesto di rimanere. Ho accolto la richiesta e sono rimasto».Di una stagione senza promozione rimane la soddisfazione del “Campus” stabilmente stracolmo di pubblico...«Quest’anno avevamo quasi 500 abbonati e ci siamo fermati con l'attività promozionale. La questione palazzetto è importante. Da anni invoco e imploro le amministrazioni comunali di Casale e Codogno di fare un impianto adatto, senza risultati concreti. Se la società non investe e non progredisce rischia di fossilizzarsi: lo spirito imprenditoriale di crescita non può essere frenato dalla mancanza di strategia. Abbiamo un bacino di utenza di duemila spettatori: se vengono tutti dove li mettiamo? Non possiamo certo fare un soppalco al “Campus”».Che soluzione auspica?«Come imprenditore devo investire nella crescita, e il pubblico fa parte di questo programma. Sono rimasto favorevolmente colpito dall'invito del sindaco di Lodi che dice di essere a disposizione in caso di necessità. I miei tecnici stanno valutando la possibilità di uno sbarco a Lodi che, nel caso, deve essere visto in un'ottica di sviluppo. Anche la stessa Banca Popolare, del cui consiglio di amministrazione faccio parte, preme e stimola in questo senso: sono convinto che se dovessimo decidere di spostarci manterrà le promesse di aiuto alla crescita dell'Assigeco».A Codogno si sta discutendo del nuovo palasport...«Bisogna chiedere agli amministratori; da parte nostra è stato fatto quanto necessario. In ogni caso si parla di un arco temporale di tre, quattro anni: giusto gli stessi che abbiamo trascorso nel tentativo di risolvere la questione».A Lodi contate di trovare altro supporto?«Di aiuto c'è bisogno. La porta è aperta a imprenditori o istituzioni che siano interessate alla crescita del basket».Il trasferimento sarebbe un brutto colpo per la Bassa lodigiana...«Non c'è acrimonia verso Casale e Codogno, sia chiaro. Il mio è un discorso puramente imprenditoriale, di ricerca delle migliori condizioni di sviluppo».Come reagiranno i tifosi?«Loro agiscono autonomamente ma credo che ci seguiranno: la squadra si ama indipendentemente dalla località dove gioca. Ci sono tante persone che vogliono il bene della squadra: non so se ci sposteremo, ma la nostra decisione andrebbe nello stesso senso. Abbiamo bisogno di spazio per investire e far crescere il progetto: in mancanza di sbocchi non posso pensare di fare una squadra per un campionato anonimo. A quel punto farei prima a diventare presidente dell'Olimpia Milano, come da tempo mi stanno chiedendo».
Il Cittadino
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