Mamma Rai? Mi spiace, ma conto su tutto tranne che sulla sua intelligenza. Non sono riuscita a vedere qualcosa di sport per disabili se non in casi eccezionali e sempre accompagnati da pelosissimo pietismo ("Ecco il nostro amico di cui ammiriamo sconfinatamente il coraggio..." e l'intervistato trafelato "Sì sì il coraggio OK ma che tempo ho fatto?!" - in fin dei conti era lì a correre una gara, non a "mostrare coraggio" - a beneficio dei normodotati col fazzoletto in mano. Ma alla Rai questo interessa, nell'epoca della De Filippi e affini.)
Saluto con gioia il successo dell'Italia su ruote, ma ancor più il fatto che per una volta tanto ho potuto godermi alla TV questo SPORT, e con un commento passionale, ma corretto e competente, e soprattutto privato dei soliti luoghi comuni sul coraggio eccetera.
Il coraggio, per i disabili, è una necessità davanti a tutte le barriere del cazzo che si trovano nella vita (scusate). Quando vanno in campo, tutti i disabili sono coraggiosi uguali. Lo SPORT è vedere tutti costoro competere lealmente tra di loro; ed è dimidiante far passare in secondo piano l'impresa sportiva. Errore che stavolta, grazie al cielo, non si è fatto. Italia Campione, grande impresa, e grande impresa che si prepara anche in vista delle Paraolimpiadi...
Insomma, un bell'apertivo! Ma rischiamo seriamente di perderci la pietanza: sapendo quanto gli sport minori sono cassati in blocco dal mostro-calcio, e sapendo anche che alla Rai le decisioni son tutte politicizzate e sponsorizzate, mi vien freddo e... mi trovo costretta a sperare che proprio il pelossissimo pietismo convinca la TV a trasmettere quel che ci interessa. In bocca al lupo alla Federazione Sport Disabili, che usi tutte le sue armi a disposizione per far sì che questo non sia un episodio isolato, un riempitivo di una finestra di palinsesto in una torrida estate senza pallone...