Campionati esteri, risultati, classifiche , commenti

SI ANKE SECONDO ME NON ARRIVERA TRA LE PRIOME 2 PERCHE SECONDO ARRIVERà IL MANCHESTER UNITED E PRIMO....





























IL MANCHESTER CITY



COME ON CITYYYYYYYYYYYYYYYYYY

MADRID (Spagna), 27 novembre 2007 - Non siamo ancora a dicembre ma al Real Madrid è già tempo di saldi. Bisogna svendere, rapidamente. Correggere costosi errori commessi in estate. Secondo Marca la Casa Blanca ha messo sul mercato, sperando di svuotare il magazzino di Valdebebas già a gennaio, Drenthe, Saviola, Dudek, Julio Baptista e Soldado. I primi tre presi volontariamente, gli ultimi due rientrati dai prestiti ad Arsenal e Osasuna. Drenthe è costato 14 milioni di euro, Saviola e Dudek erano svincolati.
TANTI MILIONI POCHI MINUTI - A tutti però sono stati offerti contratti importanti: Soldado guadagna due netti milioni all’anno, Dudek, Drenthe e Saviola 3, ‘la Bestia’ addirittura 4. In Liga i 5 giocano poco: 374 minuti per Drenthe, 236 per Saviola, 94 per Julio Baptista, 28 per Soldado, 0 per Dudek. Il caso più clamoroso è quello dell’olandese: arrivato con l’etichetta di miglior giocatore dell’ultimo Europeo Under 21, era stato preso come terzino sinistro, ruolo che lui, ancor prima di venir acquistato, aveva detto di non gradire preferendo la posizione di interno sinistro. Con l’arrivo dei suoi connazionali Sneijder e Robben e l’esplosione di Robinho la corsia di sinistra si è chiusa, tanto che l’ex giocatore del Feyenoord tra ottobre e novembre ha giocato in tutto 37 minuti. Schuster non lo vede, sembra ci siano anche problemi di rapporti, la stampa locale lo considera uno scarpone (pur senza averlo in pratica mai visto), e Royston spesso se ne va addirittura in tribuna. Una montagna di milioni dilapidata.
CONIGLIETTO - Saviola è stato scartato dal Barcellona, che l’ha lasciato libero a costo zero, ed era stato bocciato dalla gestione Capello-Baldini. Schuster lo ha voluto a tutti i costi, salvo poi rendersi conto che il ‘coniglietto’ ha le polveri bagnate. Sinora due reti, l’ultima due mesi fa, e anche per lui ottobre e novembre praticamente al palo: 81 minuti in 3 gare tra Liga e Champions. Basile gli ha regalato 8 minuti contro il Cile, ma la sua sopravvivenza nella nazionale argentina appare in gravissimo pericolo. Per Baptista e Soldado destini differenti: il brasiliano in estate ha puntato i piedi decidendo di restare a Madrid a tutti i costi, lo spagnolo sarebbe andato via ma è stato trattenuto da Schuster, che ora lo manda regolarmente in tribuna. La Bestia quando gioca non sfigura, ma le occasioni sono rare. Si è parlato di un interessamento della Roma ma il suo stipendio spaventa chiunque.
DIARRA - In tema di saldi a questi 5 andrebbe teoricamente aggiunto anche Mahamadou Diarra, centrocampista del Mali preso dal Lione lo scorso anno per 26 milioni di euro. Secondo Marca il club lo vorrebbe vendere subito, ma l’africano è titolare fisso e non gioca peggio di tanti altri. Con quello che è costato poi non sembra tanto facile da piazzare (a Madrid parlano di Inter, con speranza più che con convinzione) salvo appunto accettare offerte al ribasso. Al Real aspettano che arrivi gennaio: dopo aver speso 120 milioni di euro tra luglio e agosto evidentemente c’è voglia di cambiare ancora.

Barça, via la croce in nome dell'Islam
La decisione per non «urtare la sensibilità religiosa»

MADRID – Via la croce rossa in campo bianco dall’emblema del Barça: per farsi accettare in Arabia Saudita e in altri paesi islamici, come l'Algeria, maglie, bandiere e gagliardetti della squadra di calcio di Ronaldiñho sono state ritoccate per non «urtare la sensibilità religiosa» dei non pochi tifosi mediorientali. La croce di Sant Jordi, il San Giorgio catalano, protettore degli innamorati, risulta insopportabilmente odiosa agli occhi musulmani, che la ricordano sul petto dei cavalieri crociati dell’inizio del secondo millennio. Intenzionati a diffondere semplicemente la fede blu-granata, i sostenitori del Barcellona football club hanno studiato la questione e pensato che in fondo sarebbe bastato cancellare la trave orizzontale della croce, lasciando un’inoffensiva, per quanto insignificante barra rossa verticale. Lo stemma risulta così diviso tra i colori della squadra, in basso, quelli giallorossi della Catalogna, in alto a destra e un palo rosso in campo bianco, in alto a sinistra.

Il quotidiano di Barcellona, La Vanguardia, ha interpellato i connazionali temporaneamente residenti a Riad e verificato che il sacrificio della croce di San Giorgio, da oltre cent’anni sulle maglie del club, era dolorosamente necessario: “Qui non sono ammesse croci, né quella del Barça, né altre – testimonia Carlos, uno spagnolo che abita in Arabia Saudita -, c’è molto entusiasmo per il calcio e per la Liga Spagnola, e nei negozi sono in vendita maglie ufficiali del Barcellona, con una banda rossa verticale al posto della croce”. I responsabili della società negano che si tratti di maglie ufficiali e parla di contraffazioni, ma non nasconde qualche preoccupazione per l’eventualità che nei sorteggi degli ottavi di finale della Champions, le tocchi affrontare in campo i turchi del Fenerbahçe, con i quali ha già avuto problemi analoghi l’Inter, a Milano il 27 novembre scorso. Le maglie del centenario della squadra di Moratti, bianche con una grande croce rossa sul dorso, provocarono la furia della stampa turca che si chiese come “l’Uefa avesse potuto permettere un simile affronto”.