Servizio di leva: giusto abolirlo?, Najoni nostalgici e non solo...

Non scherziamo.
La naja è sempre stato un obbligo fondamentalmente inutile, dal momento che alla bisogna (e meno male) sarebbero stati chiamati solo i volontari.
La Naja significava un anno buttato via per chi studiava o voleva entrare da subito nel mondo del lavoro.
E il servizio civile - di per sè un'idea geniale se sfruttato a modo e non per risparmiare dipendenti pubblici - si è dimostrato, negli anni, un'insulsa scappatoia per evitare di buttare via un anno a servire un generale e a pulire il pavimento della camerata.
Per quanto mi riguarda, essendo stato studente universitario, ho sempre rinviato il servizio civile finchè ho potuto, salvo poi essere chiamato due mesi fuori tempo massimo, impiegando così l'anno che avrei dovuto usare servendo lo Stato a LAVORARE.

w il servizio militare palestra di vita

beh tranne per il fatto che a me piace la Prestigiacomo e a te la Bindi, non vedo differenze sostanziali

io sono dell'idea che certe scelte non vadano fatte secondo tessera partitica






e comunque la santanchè non la toccherei "manco cò na canna aguzza"

alla larga dalla Santadechè

pensieri sparsi:
- scartate, scartate pure che la santanchè me la prendo io, fighetti dal palato fino... una bella donna, una Donna intelligiente ancora in grande forma e, che non guasta affatto, con la "pilla".

- ripristinare il servizio di leva obbligatorio perchè scuola di vita? mmm... sarebbe sufficiente che a 18anni la mamma o il papà, degustibus, prendesse il pargolo per il bavero, lo portasse sul ciglio della porta e... PUM! un bel calcio nel culo e pedalare. Questa è scuola di vita.
oggi che senso avrebbe spendere tutti quei soldi per mantenere... una scuola di vita?

una scuola di vita di vita il militare può essere, però io come scuola di vita introdurrei per legge (sparo una cazzata...) il fatto che un/a ragazzo/a una volta diplomato faccia un viaggio di alemno 6 mesi per il mondo (con aiuto statale). quella si che è una palestra, in cui si conoscono persone, in cui bisogna essere svegli, in cui si apprendono lingue e abitudini.
ovvio che è una boutade, per tanti e buoni motivi, però è una tradizione anglosassone.
la infatti molti ragazzi una volta diplomati se ne vanno in giro un anno, per poi tornare e lavorare o fare l'università.
comunque il servizio civile è una grande introduzione, che aiuta a crescere.

cordialità

non è male come idea ma piena di falle. Obblighi una persona italiana a lasciare il suo stato? con i najoni che lo accompagnano al confine magari?
poi se è sovvenzionato dallo stato non vuol dire che per questo uno riesca a farsi bastare i soldi, soprattutto alla luce di questi anni.
Ormai dovrebbero essere le persone che hanno voglia di viaggiare.

Tornando in tema naja: io non l'ho fatta perchè essendo dell'87 non ci sono cascato dentro, ma sono tra quelli che l'avrebbero fatta volentieri e che probabilmente non avrebbero neppure avuto scuse per farsi congedare in quanto inadatto.
Avevo pensato alla ferma volontaria prefissata un anno onestamente, ma l'ho accantonata per paura che la voglia di studiare se ne andasse.
E' sicuramente formativa ma resta un anno "perso" dal punto di vista di studio o lavoro.

Secondo pensiero è stata accademia militare: fisicamente non ho problemi di nessun tipo (ne allergie, ne carie, mai rotto un osso; e concedetemi la presunzione ma queste cose non le ho perchè la mia scuola di vita si chiama lavoro nei campi da quando riesco a camminare e muovere le mani assieme, ed è una pratica che consiglio caldamente a chi non deve fare la naja), a scuola ho sempre frequentato con profitto,
però l'opinione comune è stata di provere se proprio volevo, ma che le speranze erano molto risicate perchè il 90% dei posti è già assegnato.

Purtroppo l'esercito (truppe terrestri, aeree e marine) è una istituzione statale, e come tale ne ha assunto tutti i vizi. Fancazzisti, paraculati, mancano perennemente fondi e materiali, gente inadatta ( le barzellette sui carabinieri da qualche parte vengono fuori e i suoi motivi li hanno). Quindi prima sarebbe il caso di sistemare qualcosa dentro, poi magari si riparla di naja

Ribadisco il mio pensiero in merito.
Non è necessario gettare nel cesso un anno di vita tra uniformi, sergenti teste di cazzo e nonni per imparare l'arte (arte??) della sopportazione o a cavarsela da soli.
Ad esempio STORICAMENTE le donne lo fanno da secoli senza naja.

Per quanto riguarda l'idea di Mailman, beh, in Inghilterra e nel Nord Europa questa è una prassi comune.
I ragazzi finiscono le scuole a 21/22 anni e poi si prendono un anno sabbatico andando all'estero a imparare una lingua ed esperienze nuove. ecco perchè Firenze, per dirne una, è piena di americani e inglesi che studiano e lavorano lì.
Mi sembra un'esperienza di grande importanza, ma le nostre manchevolezze dipendono anche da un sistema scolastico desueto, in cui un laureato esce - quando va bene - dall'università almeno a 25/26 anni. E a quell'età VUOI lavorare, e non andare a giro per il mondo.. Ma qui finisce che ci allarghiamo troppo...

La mia esperienza: nel 1992 sono stato uno dei primi obiettori di coscienza di Rieti. Ho fatto l'obiettore presso la locale sezione dell'unione italiana dei ciechi ed è stata un'esperienza vera, a contatto con la sofferenza umana, con bambini, donne, uomini talvolta ciechi dalla nascita, talvolta diventatili progressivamente. Sinceramente sono orgoglioso della scelta fatta e penso di aver dato un minimo di contributo alla società in cui vivo. Minimo si, ma meno minimo di un anno di naja.
Per fare l'obiettore ho dovuto fare una richiesta scritta e motivata in cui spiegavo le ragioni etico-filosofiche della scelta. Fatta questa domanda un giorno, si sono presentati a casa i carabinieri e mi hanno convocato in caserma senza, lì per lì, spiegare le ragioni della convocazione. In caserma, giorni dopo, un maresciallo - tenendo in mano il fascicolo con la mia domanda - mi ha chiesto perchè non volessi fare il militare (?!?). Gli stavo per rispondere in tono ironico ma riuscii a contenermi ed a replicare che avevo scritto 4 fogli di motivazioni.
Non ho fatto 18 mesi (come prevedeva la legge in origine) ma 12 - come i militari - solo perchè la corte costituzionale aveva, nel frattempo, dichiarato l'incostituzionalità della norma che prevedeva la maggior durata del servizio civile rispetto a quello di leva. Tuttavia il medico che obietta rispetto ai trattamenti abortivi non deve motivare la sua scelta nè deve fare una domanda: dichiara di essere obiettore ed è esentato. L'obiettore al servizio militare richiedeva e poteva anche vedersi negata la richiesta se il suo convincimento non fosse stato valutato ideologicamente adeguato.