CITAZIONE
Dan Peterson ricorda Claudio Monti
Come dicono in America quando c'è un tragico incidente in strada, ''E' una questione di suoni, il freno, le gomme, l'impatto, il respiro, il pianto.'' Così è stato con lo scomparso Claudio Monti, coach di mille squadre e diecimila ragazzini, molti di cui sono venuti al funerale per l'ultimo saluto. Visto che Claudio ha lavorato anche nel vivaio dell’Olimpia Milano quando io ero capo allenatore, l'ho preso molto male quando Toni Cappellari, GM dell'Olimpia all’epoca, mi ha telefonato con la notizia. Sono quelle cose che la mente rifiuta di accettare.
L'intera carriera di coach di Claudio è stata con i giovani. Negli anni '70 era al Pentagono a Milano Due, poi nel settore giovanile della Pallacanestro Milano (Mobilquattro, per intenderci). Negli anni '80, passa all'Annabella Pavia in B-1 e A-2, anche come vice di Silvio Bertacchi, Franco Morini e Marco Calamai, poi all'Olimpia Milano targata Billy (quando c'ero io, e lo ricordo benissimo), di nuovo alla Pallacanestro Milano con l'Ing. Fabio Guidoni, poi a Cantù con la Famiglia Allievi, dov'è rimasto per qualche anno. Negli anni '90, è stato alla Forti & Liberi di Monza in B2, dove alterna in panchina con Mauro Pistorello, Matteo Guliffa ed Erasmo Nocco. Poi, una parentesi alla Vigevanese nel 1997 in B-1. Infine, come Direttore Sportivo al Collegio San Carlo di Milano. Sempre con i giovani, come detto.
L'ispirazione per queste poche righe viene proprio da Toni Cappellari, che mi ha suggerito di fare questo pezzo di riconoscimento per uno che, secondo Cappellari, è stato un vero ''Allenatore animatore.'' Aggiunse Cappellari: ''Si parla spesso della crisi odierna nei settori giovanili, per gli allenatorini che sgridano i bambini e che gli tolgono l'amore per il basket. Certamente, è un guaio. Ma Claudio Monti era l'opposto di questo: li faceva innamorare del basket e rimanere innamorato sempre. Infatti, al suo funerale, direi che ogni suo ex-giocatore che ha appreso la notizia del suo scomparso è stato presente per l'ultimo saluto. Una testimonianza di cos'è un vero coach dei giovani.''
A quelle parole così sentite ed eloquenti, non posso aggiungere quasi nulla. Ho visto Claudio per l'ultima volta un paio di anni fa, ad una premiazione al Collegio San Carlo, insieme a Dino Meneghin. Forse uno pensa, ''Figuriamoci se Dino Meneghin conosce un coach al livello giovanile!'' Invece, Dino lo conosceva benissimo: abbraccio, risata, aneddoti, e altri scambi. Forse questa è la più grande testimonianza per Claudio Monti: il Monumento Nazionale, nella Hall of Fame, lo conosceva perfettamente e ha avuto enorme piacere vederlo. Anch'io ho avuto piacere perchè era un po' di tempo che non l'avevo visto. Aggiungo che conoscevo un paio dei genitori del San Carlo e la reverenza che avevano per Claudio era proprio alle stelle. Non parliamo dei ragazzi. Claudio conosceva tutti, nome per nome. Lui era il coach di ognuno di loro, anche se non facevano parte della squadra. Era il Coach della scuola intera, il motore della giornata di premiazione compresa. Il Basket Italiano ha perso un grande Coach e un vero amico.