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| | il Resto del Carlino CITAZIONE Caricento aspetta Bushati, l’amico di Bargnani: «So segnare in tanti modi e amo i tifosi caldi»
Il 21enne albanese, figlio d’arte, era il miglior giovane della B2
di Mauro Paterlini
Arriva dall’Albania ed è un figlio d’arte. E’ abituato a vivere lontano dalla famiglia da quando aveva 15 anni e tra i suoi compagni vanta anche nientemeno che Andrea Bargnani, l’italiano prima scelta assoluta dell’ultimo draft Nba. Franko Bushati ha solo 21 anni, ma parlandogli si ha l’impressione di avere a che fare con una persona più matura di quanto non dica l’età. E’ lui, nazionale albanese, la principale curiosità della nuova Benedetto. Curiosità, e non scommessa, perché in fondo non sono in tanti i 21enni che da tre anni giocano titolari in B2 viaggiando a 16 punti e oltre di media. «Sono arrivato in Italia con la mia famiglia quando avevo 12 anni – racconta Bushati –, a Colleferro, ma ho iniziato a giocare a basket da piccolo, quando ancora vivevo in Albania. Mio padre, il mio primo tifoso, si chiama Pjierin ed ha giocato in nazionale. A quei tempi c’era il regime, e non si poteva andare a giocare all’estero. Era una guardia, come me». Cresciuto a pane e basket, la sua è una famiglia che lui stesso definisce «impegnativa», visto che la sorella studia recitazione e coltiva ambizioni. E lui, Franko? «Sono cresciuto alla Stella Azzurra Roma, a 15 anni vivevo in foresteria e con me c’era Andrea Bargnani: si vedeva già che aveva un talento cristallino e che sarebbe esploso». In campo Bushati viene descritto come un grintoso, un giocatore capace di strisce importanti in attacco e di trascinare pubblico e compagni, un po’ come Cavalieri. «E’ vero – ammette – mi piace fare canestro e da quando ho esordito in B2, a 18 anni, ho sempre segnato tanto. Quest’anno 16 punti di media, ma in squadra c’erano tanti attaccanti oltre a me. A 18 anni, sempre in B2, segnavo 19 punti di media. In che modo? Amo tirare da fuori e buttarmi dentro l’area, e poi coinvolgere i tifosi». A Cento non sarà difficile coinvolgerli… «Me l’hanno raccontato e sarà uno stimolo in più a fare bene. La società ha creduto in me, le offerte non mi mancavano e questo progetto mi affascina: sono pronto». CITAZIONE Agostini, il rivale: «A Cento per trovare nuovi stimoli»
«Dopo sette anni a Ozzano giusto cambiare»
Da nemico «tradizionale» a possibile nuovo beniamino dei colori biancorossi. Il salto che ha fatto Stefano Agostini, da Ozzano a Cento, è semplice in termini di distanza, ma significativo nella geografia del nuovo campionato di B1. E dopo anni da fiero avversario della Benedetto, ora vestirà il biancorosso. «Tra Cento e Ozzano c’è sempre stata rivalità – racconta – anche se il calore e il seguito di tifo che c’è a Cento noi non lo avevamo. Ricordo sfide belle, calde ma corrette, e una settimana di vigilia mai facile, perché la Benedetto ha sempre avuto buone squadre e giocare sul suo campo non era affatto semplice anche da preparare». Come è nata la scelta di venire a Cento? «Non nascondo che una molla è stata anche la voglia di rimettermi in discussione in una piazza nuova». Il suo bilancio dopo sette anni a Ozzano? «Positivo, perché ho trovato una società seria che mi ha permesso di affermarmi, ma a 28 anni le mie esigenze non collimavano più con quelle del Gira. Sentivo di avere ambizioni diverse, così la separazione è stata consensuale e tranquilla. Tranne in una stagione, in cui siamo arrivati in finale con Teramo, è sempre mancato il grande risultato, si costruivano squadre buone, ma con l’obiettivo dei playoff, sempre nel limbo, e io voglio di più». Prime impressioni del gruppo? «Da tempo non mi divertivo come in questi giorni, buon segno. E sulle avversarie del girone nord non mi esprimo, perché non sono tipo da facili proclami. Il campo darà i suoi verdetti, ma noi siamo in grado di giocarcela con tutti, con l’aiuto dei tifosi».
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