CITAZIONE (rosu @ 5/12/2020, 19:53)
Beh dopo quello è arrivato lo,scudetto U15 nel 2016 se non ricordo male.
Il mio pensiero comunque non era sulla persona ma su un certo modo di interpretare la pallacanestro giovanile diffuso a tutti i livelli anche di eccellenza.
si svilisce il valore più importante del basket giovanile, la formazione, per una vittoria da inserire nel palmares.
Il livello comunque è misero e del resto se così non fosse saremmo al cospetto di ben altra realtà e di ben altri risultati.
Infatti io mi riferivo ai ragazzi del 2001 che vinsero U15.
Per significare che le vittorie a livello giovanile nella formazione di un giocatore contano come il due di picche a briscola quando briscola è fiori.
Certo sono gratificanti per i ragazzi che hanno lavorato in palestra,ma non trasformano nessuno in un buon giocatore.
Anch'io nel mio piccolo ho provato un qualcosa del genere nella preistoria,1980,vincendo un campionato cadetti regionale.
Fummo tutti felici,io ed i ragazzi,ma se ci ripenso non so se il percorso fatto con quel gruppo nel ciclo allievi,cadetti,juniores sia stato il meglio per la loro formazione cestistica,molte scelte ora non le rifarei.
Però bisogna anche capire la mentalità di chi allena,non si può pensare che tutti mettano al primo posto la crescita dei singoli.
O perlomeno ognuno di loro insegna,cercando di fare del proprio meglio,la pallacanestro che conosce o che preferisce.
Poi naturalmente ci sono quelli più bravi,quelli meno e quelli incapaci,ma ciò avviene in tutti i lavori,figuriamoci quando l'allenare è un hobby,supportato dalla passione,dall'essere autodidatta e non una professione.
Dato che trattasi di sport agonistico chiunque ha per obiettivo la vittoria,chi mira alla professione di allenatore per farsi conoscere,chi lo è già diventato per il palmares che aiuta a migliorare professionalmente,chi non lo fa per lavoro per soddisfazione.
Certo non è l'ideale,ma l'animo umano ha queste pulsioni.
Pochi hanno come unica motivazione la formazione dei ragazzi tout court.