"Che campionato fate? No perché mio figlio...", Nuove norme e vecchie abitudini.

Nuove norme e vecchi vizi che adesso, temo, potranno deflagrare senza ritegno. Nel momento stesso in cui tanti, troppi genitori prenderanno piena coscienza di questa acquisita libertà di circolazione, che permetterà di zompare da un club all'altro senza magari nemmeno un grazie, le richieste del tipo "Si ma che campionato fate? Eccellenza? Gold? No perché il mio Mariolino..." diventeranno la norma. Difficilmente i suddettichiederanno: "Ma chi li allena? Quanti allenamenti fanno? Quanto lavorano sui fondamentali?". No, quello che conta sarà la vetrina, lo sboronamento. Oddio, non che finora non se ne avvertissero i prodromi ma temo che il futuro sarà ancora peggio in questo senso. Salvo poi riprendersi (o tentare di farlo) i giocatori in cocci quando, spremuti per ottenere qualche vittoria giovanile, torneranno mogi mogi all'ovile, spessissimo incapaci di riciclarsi in campionati minori. "Ma come, io che ho fatto due anni in eccellenza nel club Pincopallino, ora dovrei giocare in Promozione con gente di 35 anni? Piuttosto morto!". Non ditemi che non conoscete anche voi tanti casi del genere. In compenso conosco personalmente tanti ragazzi che si sono fatti anni e anni di provinciale e ora giocano da protagonisti in B o in C. Ma se è così che deve andare la pallacanestro, allora diciamola come Aldo Giordani: tutto va ben madama la marchesa.

Vero ma in parte. Ora temo che diventi un "liberi tutti". Cerco di capire chi realmente trarrà beneficio da questo: i settori giovanili di grido, quelli che lavorano seriamente indipendentemente dal livello, quelli che badano solo a fare razzia senza pensare a guardare oltre il proprio naso, quelli che fanno promesse a vanvera, quelli che pensano solo alle quote, quelli che hanno istruttori validi e lo sanno, quelli che sanno benissimo di lavorare alla c***o. Non riesco ad essere ottimista, ma forse è carattere.

Quello che aggrava è che spesso poi magari non è uno ma sono anche due o tre quelli che vengono "scelti" e i numeri risicati rischiano di fare collassare quelli che restano distruggendo una intera annata. Era una barriera... labile quanto vuoi ma almeno portava a fare un confronto società genitore e (rare volte) qualcuno capiva i possibili scenari futuri

Bisogna lavorare bene durante l’anno,lavorare in maniera serena e soprattutto lavorare per la crescita dei ragazzi.
Poi se qualche ragazzo deciderà di andare altrove noi non potremo farci nulla.

E se invece una società decide di disfarsi di un certo giocatore delle giovanili perché, secondo i loro canoni, non diventerà mai un giocatore di basket, lasciandogli anche il tesserino, libero di andare dove vuole; poi il ragazzo cresce, si allena duramente, diventa un giocatore interessante, vince premi.... E la suddetta società torna ad interessarsi al giocatore, invitandolo ad allenarsi con la prima squadra, facendogli credere chissà cosa, probabilmente per riavere il cartellino dello stesso.... Come lo interpretiamo?

Forse che ci capiscono poco?

Non conosco esattamente le regole NAS.

Sicuramente il gioco di alcune società è quello di tesserare più giocatori possibili il primo anno di tesseramento. In quel modo si accaparrano il premio di reclutamento. Vediamo in Under 13 società che hanno la squadra A, B, C, ...,

Poi però non hanno forze economiche per sostenere tutte le squadre. Non hanno neppure le ore di palestra utili per il corretto sviluppo dei giocatori. Pertanto vengono fatte scelte basate principalmente su fattori fisici, cercando di prevedere la futuribilità dei giocatori.

E' capitato, anche recentemente, che le società facessero errori madornali rispetto alle previsioni di sviluppo dei giocatori. Un caso eclatante è stato quello di Bernareggio che ha praticamente scartato un intera squadra per poi andare a riprenderla in toto due o tre anni dopo salvando praticamente la possibilità di giocare un campionato Under 17 eccellenza che altrimenti non avrebbero potuto fare.

Ci sono poi casi singoli di giocatori che ritenuti inidonei a 12 anni sono poi diventati giocatori di altissimo livello negli anni futuri.

Sono le ambizioni degli allenatori che desiderosi di vincere a tutti i costi i campionatini che contano un tubo, preferiscono dedicarsi solo ad alcuni prospetti, scartando i più acerbi.

Ci sono realtà che hanno un progetto e lo portano avanti. Ci sono altre che preferiscono reclutare indiscriminatamente. E' un mondo complicato che è faticoso da giudicare.