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Perchè amo il basket di questi ragazzi

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basketjo
view post Posted on 7/1/2016, 10:20 by: basketjo




:amici: empatia e vicinanza di vedute:
il basket è, come pochi altri sport, palestra di vita, soprattutto quando praticato a livello di Eccellenza in una regione competitiva come la Lombardia. Questo non tanto per il livello tecnico che impone, quanto per l'impegno, la frequenza e intensità degli allenamenti, la durata delle trasferte e la difficoltà di conciliare l'impegno sportivo con quello scolastico.
Basket=Palestra di vita, si, perché obbliga a costruire forti rapporti interpersonali: tra coach e roster, all'interno del roster per compensare la giornata negativa di un compagno, l'infortunio occorso, la sfortuna... Nel basket non vince mai un giocatore, sempre la squadra.
Oggi questo sport permette di riempire il tempo libero che viene lasciato ai ragazzi dalla scuola, quindi evitare distrazioni spesso deleterie, i genitori sono quindi i primi supporter e - a parte pochi casi isolati e da isolare - fanno un tifo sano e onesto, accompagnando i ragazzi in questo bel percorso di crescita e qualcuno (come me) ringiovanisce di qualche anno sulle riminescenze degli scontri tra Varese e Milano, tra Boston e Lakers :wub:
Buona ripresa di campionato a tutti. :yes:

CITAZIONE (nicholasurfe @ 6/1/2016, 19:39) 
Mi ha fatto molto piacere riscontrare quante visite abbia avuto il mio post che ho scritto prima di Natale sull'amore per il basket giovanile, e vorrei ringraziare in particolare quelli che hanno risposto e manifestato idee diverse e apprezzamento Non avevo velleità romantiche, ma volevo soltanto esprimere con fierezza che lo sport non giocato, quello fatto da tanti genitori appassionati e tifosi ed addetti ai lavori, non è sempre un tifo becero e sguaiato ma sa coltivare in sé quei valori che cerchiamo di trasmettere ai nostri figli, quando sono in campo e nella vita. Giocare a basket è bello, secondo me, perchè pur essendo un gioco di contatto e di velocità reprime in modo fermo e chiaro ogni violenza gratuita ed incoraggia e premia il gesto tecnico-atletico più della furbizia. E' vero, certe volte lo spettacolo più deteriore lo offriamo noi genitori sugli spalti piuttosto che gli atleti in campo, ma nel computo complessivo della nostra passione io credo si debba mettere anche la disponibilità con la quale, per es., accompagniamo i ragazzi in trasferta, sosteniamo le piccole società, diamo una mano organizzativamente, etc
Ora, per fortuna, il campionato sta per riprendere. Devo confessare che non vedevo l'ora! Oggi ho dato un'occhiata ai calendari definitivi, ho idealmente cominciato ad organizzare i miei we di papà-accompagnatore, ma - non voglio essere ipocrita! - sono soprattutto contento di rivederli tutti in campo perché mi mancano le partite! (io non sopporto le amichevoli, che ci posso fare...). Sono curioso di vedere squadre che non conosco, atleti nuovi e promettenti, capire e pronosticare chi vincerà e chi perderà. Insomma, tornare al mio semplice ruolo di appassionato che si diverte e applaude e brontola... Mancano ancora tre giorni... Ma... come è bello il basket! come mi piace lo sport che abbiamo scelto! Poco fa seguivo su sky una trasmissione di approfondimento tecnico sul rapporto esistente, in una squadra vincente, tra coach e giocatori, ovvero quanto incida l'allenatore e quanto i ragazzi in campo. E' stato interessantissimo, non superficiale, tecnico e valoriale insieme. Ed è stato quello che ho sentito a spingermi a scrivere di nuovo, perché gli spunti di unanotteavversa e Uncle Drew mi hanno fatto riflettere soprattutto su quanto scrive Uncle Drew, ovvero sul fatto (verissimo) che ora i ragazzi cominciano nel minibasket e il loro rapporto con la società di appartenenza e team di allenatori è molto molto più stretto che in passato. E allora mi sono chiesto se è più giusto, come dice unanotteavversa, cercare di tenere al minimo il livello di interferenza con i propri figli giocatori, oppure cercare una via intermedia.
Io devo confessare che cerco una via intermedia. Mi piace avere un confronto dialettico con mio figlio sul gesto tecnico che compie, su come può essere migliorato, su come interpreta il gioco oppure come ha disputato una singola partita e che errori ha commesso. Non credo di essere opprimente né invasivo (anche perché mio figlio me lo farebbe capire molto chiaramente...), credo anzi che questo mi permetta di stargli più vicino, di condividere con lui una passione comune e di avere così un terreno d'incontro a dispetto a dell'età e dei ruoli.
Siamo oggi un paese diverso da venti o trent'anni fa, molto diverso, avete ragione. Mio padre non ha mai visto una mia partita e non gli importava minimamente vederla. Oggi io vedo mamme e papà tifosi quasi ovunque, noi eravamo sempre soli come cani, con il nostro solo dirigente accompagnatore. Si cominciava a giocare tardi (11-12 anni) e si smetteva presto. I panini per le trasferte ce li facevamo da soli, oggi vedo frequentemente i genitori che accompagnano in auto i figli-giocatori e spesso e volentieri organizzano pizzate di fine gara dove al tavolo del ristorante ci sono 30-40 persone o più... Dico queste cose non per rimarcare una differenza generazionale, che è ovvia e banale, ma per dire che i rapporti legati allo sport giovanile si sono allargati e hanno reso possibile un ampliamento dei punti di contatto con i propri figli. Secondo me sarebbe un peccato chiuderli o lasciarli cadere nel vuoto, perché ne abbiamo bisogno entrambi.
Certo, è normale che poi ci sia anche il padre idiota che esagera (dio mio, spero di non essere nella categoria senza accorgermene...), che interferisce, che esagera, ma io credo siano eccezioni contenute. Nel resto, in tutto quello che c'è di bello nello sport, credo valga la pena inserirsi ed usare quegli spazi per far capire ai nostri figli che non sono soli, che condividiamo qualcosa di significativo, e che andare a vedere le loro partite significa amare il basket ma soprattutto loro, che ne sono interpreti. E' la combinazione di questi fattori (gli atleti, il gioco, la passione, la vittoria e la sconfitta) che credo ci manchi tanto quando i campionati sono sospesi... E io confesso, non vedo l'ora che arrivi sabato.
 
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