DeanSmith47 |
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| Continuo a scrivere su questo forum perché non ho voglia di iscrivermi agli altri dedicati al campionato di Promozione sperando che qualcuno legga e possa far qualcosa per fermare la deriva che questa pallacanestro sta percorrendo da tempo con la connivenza di tutti gli addetti ai lavori.
Questa sera siamo arrivati al paradosso che un ragazzo di colore,fatto oggetto di un'espressione razzista da un avversario ha dovuto subire un fallo tecnico e la successiva espulsione nel tentativo di far valere le proprie ragioni,mentre l'altro protagonista dell'episodio continuava tranquillamente la sua partita fino alla fine.L'episodio a metà 3° quarto della partita Bresso Basket-Mezzago:il n°14 di Bresso,un ragazzo di colore del Burkina Faso commette un fallo,si lamenta della chiamata accusando di essere stato spinto,nello scambio di opinioni con l'avversario viene apostrofato con la parola SCIMMIA,a questo punto chiede all'arbitro che venga punito questo epiteto,per tutta risposta viene sanzionato con un fallo tecnico,naturalmente ciò non fa che aumentare il suo disappunto ed accentuare le proteste(SENZA MAI OFFENDERE IL DIRETTORE DI GARA)ma l'inneffabile arbitro non sente ragioni e decreta l'espulsione del giocatore "scimmia".La morale della favola è che se uno non è in grado di comprendere la fravità di un episodio del genere e,nonostante l'ammissione di responsabilità da parte del giocatore ospite,ritiene più importante la "lesa maestà" espressa civilmente nei suoi confronti non capisco perché debba continuare a dirigere delle gare in cui dovrebbe essere il garante di comportamenti corretti e sportivi.Tralasciando ogni cosiderazione sull'aspetto tecnico che non intendo toccare,per non peggiorare il mio pessimo parere che ho della persona.
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