Basket Café Forum

Gli articoli di Basketnet

« Older   Newer »
  Share  
fede(Buzzer)
view post Posted on 27/4/2011, 08:35 by: fede(Buzzer)
Avatar

Orgoglioso membro del club "strozzi ed anche un po' cornuti"

Group:
Moderatore
Posts:
26,074
Location:
Una capsula (da clonazione) di fluido primario...

Status:


CITAZIONE (ex-gigi @ 27/4/2011, 00:15) 
Rimango con la curiosità di cosa è successo fra Basketnet e Euroleague, ma vabbhè...
CITAZIONE
Sono del nord-est anch'io, per quel che può contare.

Fare contemporaneamente il procuratore ed il giornalista non è espressamente vietato (specie se si è pubblicisti), ma risulta quantomeno sconveniente perché fa mancare quell'obiettività scevra da condizionamenti che dovrebbe essere propria di chi è chiamato a raccontare i fatti. Guarda caso, nella terza parte contra Tranquillum, c'è il panegirico dell'assistito di Hruby, Peterson, a detrimento degli amici del giornalista oggetto della critica. E' un peccato che, nelle settimane seguenti, Basketnet non abbia riportato i risultati tecnicamenti rilevanti di uno dei "protetti della Banda Osiris", Trinchieri, che evidentemente non è un raccomandato ma uno che sa come si lavora e lo fa bene, confrontati con il caos prodotto dall'assistito del Giampiero, Peterson appunto, il cui unico grande merito finora è stato aver risollevato per una settimana, a gennaio, l'interesse mediatico nazionale sul tanto bistrattato basket. Quanto a tecnica, pochina. Ma pochina pochina pochina.

Apprezzo anch'io Trinchieri e il suo lavoro, d'altronde visti i risultati è difficile non farlo. Sento dire che a Milano chi lavora con la squadra è Valli, altro bravo allenatore. Non credo che quanto a tecnica Dan apporti poco, la squadra va meglio che con Bucchi (non che ci volesse Popovich...) ma se anche il suo unico merito fosse l'aver risollevato un po' d'interesse per il basket, avrebbe fatto tanto, soprattutto in un periodo come questo.

L'effetto-Peterson sul piano mediatico ha funzionato per una settimana, a gennaio. Un po' pochino... L'effetto novità sul piano tecnico si è rivelato un bluff dopo appena quattro partite. Ti faccio notare una cosa: a novembre 2010 Hruby annuncia, tramite il suo sito, in una intervista platealmente in ginocchio di Stefano Benzoni, frammentata in tre puntate, di cambiare mestiere e buttarsi a corpo morto sulla procura di allenatori, con un progetto di 30 mesi. Nella seconda parte di questa intervista si prefigge già il suo obiettivo, riportare il suo amico e sodale (già partner nell'agenzia di comunicazione ed editoria J&J) Dan Peterson a fare neanche il senior assistant à là Tonino Zorzi, ma proprio il capo allenatore. Ora, se la Banda Osiris compie pressioni in alcuni club per piazzare i propri assistiti, questa intervista non prefigura forse l'uso del medesimo metodo anche per l'attività di Hruby? In sostanza, è il classico bue che dà del cornuto all'asino.

CITAZIONE
CITAZIONE
Il suddetto Hruby è imprenditore, vende il suo software (obbligatorio, la concorrenza in pratica è come se non esistesse) alle tre Leghe maschili nazionali. Un business non di poco conto, a fronte di un prodotto di qualità medio-scarsa. Furbo lui a riuscirci o contano le amicizie di cui gode? Misteri del marketing informatico legato ai canestri.

Si è parlato di Hruby procuratore. E' regolarmente iscritto all'apposito Albo, quindi tutto in regola. Non sarebbe deontologicamente corretto, però, farsi pubblicità occulta tramite un sito fondato e, tutto sommato, ancor oggi controllato, a detrimento altrui (colleghi procuratori come Virginio Bernardi ed altri)... ne convieni? Una separazione davvero netta sarebbe di grande aiuto per evitare cortocircuiti imputati ad altri ma presenti in maniera lampante anche nel suo curriculum. E dire che, per evitare guai (almeno così disse lui), 8 anni fa sfrattò questo forum dalle sue proprietà, salvo poi accorgersi di aver fatto una gran stupidaggine poiché la comunità che oggi si chiama BasketCafé gli portava contatti numerosi da spendere con gli inserzionisti e pure collaboratori gratuiti. Questo a testimonianza del fatto che il triestino Hruby è tutto fuorché questo gran modello di successo che lui stesso propaga in giro a proprio uso e consumo. Chi lo conosce bene (ed i fondatori di BasketCafé credo possano testimoniare in tal senso) sa che le cose non stanno esattamente così.

Non capisco se ora Basketnet sia di proprietà o controllata o cos'altro. Sicuramente, se quanto affermi è vero, una separazione netta sarebbe auspicabile, ma non vedo come si potrebbe fare. Nessuno potrà mai impedirgli di scrivere sotto falso nome nel suo vecchio sito. E nessuno potrà mai dimostrare che lo ha fatto. Queste cose credo che nel giornalismo ci siano sempre state, figurarsi al tempo di internet. E comunque è meno peggio delle porcherie di cui è accusata la Banda Osiris negli articoli inquisiti. Come ti dicevo, mi sembra che ognuno cerchi di difendere il suo orticello senza curarsi che quelli che comprano gli ortaggi son sempre meno...

Mi ripropongo di svolgere, alla mia prossima trasferta a Lugano per motivi di lavoro, una visura camerale della società svizzera che detiene attualmente la titolarità del dominio. L'utilizzo degli pseudonimi, come ti ho già detto, è una sorta di prassi consolidata nel nostro mondo. Farlo però per accusare i colleghi sapendo di avere la coscienza sporca tanto quanto la loro è una vigliaccata. O si tace, oppure si rivela tutto, senza tanti sotterfugi. Altrimenti, come detto, è il ruminante che accusa la bestia da soma di avere una selva di corna senza essersi prima guardato allo specchio.

CITAZIONE
CITAZIONE
Mi rendo conto che si sta virando verso un Tranquillo vs. Hruby. Il giornalismo del primo è qualcosa di fin troppo americano per i gusti di molti. Può piacere o meno - io lo sopporto il giusto - ma non lo si può definire superficiale o gretto. I tanti aneddoti? Difficile commentare una partita di stagione regolare NBA senza infarcire la cronaca di storielle. La maggior parte di quelle gare non conta un tubo e quindi se non ci si lascia trasportare da un po' di colore e costume per comprendere quel mondo così distante, ci si può anche annoiare. Punti vista, sia chiaro.

Non mi disturbano gli aneddoti, un po' di colore come dici tu può essere utile in certe partite molto grigie, magari mi augurerei che il gossip cestistico non sia l'argomento dominante di quelle che dovrebbero comunque essere telecronache. Tavcar e Peterson riuscivano a spiegare basket anche commentando Italia-Jugoslavia U18 o San Diego Clippers vs Seattle Supersonics. Quello che non sopporto è appunto la poca competenza a certi livelli, quelli raggiunti da Tranquillo. Soprattutto se poi è camuffata da una terminologia ipertecnica che crea ulteriore confusione in chi si avvicina al basket, lo fa sembrare uno sport di nicchia e soprattutto fa proseliti, creando poi un circolo vizioso. Il basket è uno sport semplice, non lo dico io. Forse a certi livelli un commentatore "tecnico" che spiegasse in termni semplici alcune sfumature potrebbe servire, sicuramente riempirsi la bocca di terminologia anglosassone (per poi spesso non dire nulla) complica inutilmente le cose. Soprattutto se è evidente che certe cose non si sanno o non si capiscono. Poi aggiungi quell'aria da "Sò tutto io" che è odiosa, almeno quanto la sua falsa modestia. Non c'è niente da fare, personalmente non lo sopporto...

Bene, non lo sopporti. Il discorso vale per tantissimi commentatori di diversi sport. Ricordo i primi tempi del Moro di Venezia e poi Luna Rossa, con Cino Ricci e compagnia cantante che parlavano solo il gergo tecnico da velisti consumati, senza far capire un tubo di quanto dicevano al pubblico profano. A quel punto, due sono le possibilità: o al telespettatore finora digiuno di quello sport lo spettacolo piace a prescindere dalla cronaca, al punto da spingerlo a documentarsi da solo per poi poter apprezzare direttamente il contenuto tecnico del commento, oppure non gli piace, si stufa e cambia canale. Non credo si facciano proseliti con una telecronaca semplice semplice, è molto più importante la qualità di ciò che si vede. Conosco persone che non avevano mai visto la pallacanestro, né dal vivo né in televisione, che si innamorarono di questo sport vedendo il basket-champagne di D'Antoni nel '97 e poi nel 2002. Nel primo caso, Tele+ era ancora un qualcosa per pochissimi ed il resto andava in Rai, nel secondo solo tv pubblica e sempre con il pessimo Franco Lauro al microfono.

CITAZIONE
CITAZIONE
Mi citi Sergio Tavcar (sempre sia lodato!). Il suo giornalismo è asciutto, molto critico, sempre teso al miglioramento a dispetto dell'età. Un fulgido esempio, lo definirei. Per quanto la prosa orale di Tavcar non abbia risparmiato strali alle giovani generazioni di telecronisti, specie sottolineandone la scarsa preparazione linguistico-culturale con nomi storpiati o concetti mal spiegati o abusati, egli non si è mai sognato di attaccare frontalmente un collega, raccontandone peste e corna. Si tratta di intelligenza mista ad esperienza. Lui ne ha viste di cotte e di crude, sa come gira il mondo: per questo è consapevole del fatto che una serie di articoletti infamanti non cambierebbe una virgola del basket italiano (difatti non è successo), ma acuirebbe solo lo scontro frontale tra le fazioni in lotta per il potere.

Parli di un altro tipo di giornalismo sportivo, oggi purtroppo non esiste più.

Tavcar, per fortuna, è ancora vivo e vegeto. Ed ha ancora molto, moltissimo da dire e da dare.

In coda, mi chiedevi lumi sul rapporto Basketnet-Euroleague. E' presto detto. Infamando la cosiddetta "Banda Osiris" con quegli articoletti intrisi di veleno e autocelebrativi in qualche caso della presunta grande opera di Hruby, Basketnet ha pestato i piedi ad Andrea Bassani, marketing director di Euroleague. Non una mossa furba. A Barcellona hanno fatto finta di niente. Fino a quando non sono giunte, sulla scrivania del responsabile media Fernandez, le richieste di accredito per gli eventi direttamente gestiti dall'Uleb, vale a dire le EuroCup Finals di Treviso e le Final Four di EL a Barcellona. Esito? Accredito rifiutato per Treviso (e non certo per motivi di spazio, nelle tribunette stampa ricavate avanzavano alla fine una ventina di posti) e stessa sorte per il main event di maggio. E' il gioco delle parti, baby. Tenti in modo maldestro di sputtanarmi, ben sapendo di non essere un santarellino? Io ti taglio fuori dal gioco e ti relego in un angolo. Sono le regole di questa squallida guerra per bande.

Ultimo appunto. Fino a qualche anno fa, una grandissima penna del giornalismo cestistico italiano, Oscar Eleni, teneva una brillante rubrica su Basketnet. Era un piacere leggere la sua prosa ed i suoi giudizi. Chissà come mai anche lui ha abbandonato la barca di Hruby, mettendosi in proprio su un blog autogestito...
 
Web  Top
18 replies since 19/1/2011, 12:11   2415 views
  Share