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Gli articoli di Basketnet

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fede(Buzzer)
view post Posted on 26/4/2011, 18:32 by: fede(Buzzer)
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Orgoglioso membro del club "strozzi ed anche un po' cornuti"

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CITAZIONE (ex-gigi @ 26/4/2011, 18:40) 
Mi hai incuriosito: cos'è successo tra Basketnet e Euroleague dopo tutto sto fango?

Su Hruby ho appena raccolto qualche informazione, sicuramente lacunosa. Evidentemente avrei dovuto sapere chi era, il suo passato da giocatore e allenatore è di riguardo e viene dal nord-est come me. Ad un primo sguardo tutte le sue attività non mi sembrano in conflitto d'interesse: neo-procuratore per allenatori (assiste Peterson e non so chi altro), da giornalista oltre a basketnet collabora con case editoriali per pubblicazioni specialistiche sul basket, ex allenatore da ormai 15 anni (almeno ad un certo livello) imprenditore di successo con il software per fare lo scouting delle partite di basket. Mi sembra uno che ha dedicato la vita al basket e che trae profitto dalla sua passione in più campi; non ci trovo nulla di male. Avrà anche lui i suoi scheletri ma non mi sembra che le attività di imprenditore, agente e giornalista debbano per forza presupporre un conflitto di interessi. Ovviamente se ne sai di più, fammi sapere, te ne sarei grato.

Però mi sembra un "battitore libero" una cosa un po' diversa dalla connection con consulenze incrociate della "Banda Osiris". E soprattutto -motivo da cui nasce la mia acredine- mi sembra uno che di basket abbia competenza, cosa un po' diversa dal nostro Tranquillo. Il quale ha allenato in Ia o IIa div. la Schuster a Milano (mi pare) con dubbi risultati. Il quale pontifica usando termini come "double stack", "triangle offense", ma temo ne sappia solo la traduzione e poco altro. Se veramente era Giordani il suo mentore, uno che di basket ne sapeva per davvero, credo abbia imparato poco. Quando Dan Paterson commentava su Italia 1, l'inglese lo usava quando non trovava la traduzione in italiano, non per impressionare l'audience. Quando arrivava un commento tecnico, poco ci mancava che non prendessi nota. E soprattutto parlava al cuore di noi adolescenti, trasmettendo quell'entusiamo e una passione per il gioco che mi facevano sembrare Julius, Magic e Bird marziani da un'altra dimensione. Ma per come giocavano, non per il gossip extra cestistico con cui Tranquillo s'incensa ad ogni telecronaca. Voglio dire -e concludo- che se la "Banda Osiris" fosse gestita da persone competenti, lo accetterei; d'altronde è dai tempi di Sergione Tavcar che chi commenta basket muove il pubblico e il seguito verso il nostro sport. Ma con Tranquillo e Lauro (stendiamo un altro velo sempre più pietoso...) qualcosa è cambiato, assolutamente in peggio. Perchè anche se 9 decimi dell'iceberg stanno sott'acqua, quella punta è ciò che la gente vede e ciò su cui si basa per muoversi nel mare degli sport da seguire.

Sono del nord-est anch'io, per quel che può contare.

Fare contemporaneamente il procuratore ed il giornalista non è espressamente vietato (specie se si è pubblicisti), ma risulta quantomeno sconveniente perché fa mancare quell'obiettività scevra da condizionamenti che dovrebbe essere propria di chi è chiamato a raccontare i fatti. Guarda caso, nella terza parte contra Tranquillum, c'è il panegirico dell'assistito di Hruby, Peterson, a detrimento degli amici del giornalista oggetto della critica. E' un peccato che, nelle settimane seguenti, Basketnet non abbia riportato i risultati tecnicamenti rilevanti di uno dei "protetti della Banda Osiris", Trinchieri, che evidentemente non è un raccomandato ma uno che sa come si lavora e lo fa bene, confrontati con il caos prodotto dall'assistito del Giampiero, Peterson appunto, il cui unico grande merito finora è stato aver risollevato per una settimana, a gennaio, l'interesse mediatico nazionale sul tanto bistrattato basket. Quanto a tecnica, pochina. Ma pochina pochina pochina.

Il suddetto Hruby è imprenditore, vende il suo software (obbligatorio, la concorrenza in pratica è come se non esistesse) alle tre Leghe maschili nazionali. Un business non di poco conto, a fronte di un prodotto di qualità medio-scarsa. Furbo lui a riuscirci o contano le amicizie di cui gode? Misteri del marketing informatico legato ai canestri.

Si è parlato di Hruby procuratore. E' regolarmente iscritto all'apposito Albo, quindi tutto in regola. Non sarebbe deontologicamente corretto, però, farsi pubblicità occulta tramite un sito fondato e, tutto sommato, ancor oggi controllato, a detrimento altrui (colleghi procuratori come Virginio Bernardi ed altri)... ne convieni? Una separazione davvero netta sarebbe di grande aiuto per evitare cortocircuiti imputati ad altri ma presenti in maniera lampante anche nel suo curriculum. E dire che, per evitare guai (almeno così disse lui), 8 anni fa sfrattò questo forum dalle sue proprietà, salvo poi accorgersi di aver fatto una gran stupidaggine poiché la comunità che oggi si chiama BasketCafé gli portava contatti numerosi da spendere con gli inserzionisti e pure collaboratori gratuiti. Questo a testimonianza del fatto che il triestino Hruby è tutto fuorché questo gran modello di successo che lui stesso propaga in giro a proprio uso e consumo. Chi lo conosce bene (ed i fondatori di BasketCafé credo possano testimoniare in tal senso) sa che le cose non stanno esattamente così.

Mi rendo conto che si sta virando verso un Tranquillo vs. Hruby. Il giornalismo del primo è qualcosa di fin troppo americano per i gusti di molti. Può piacere o meno - io lo sopporto il giusto - ma non lo si può definire superficiale o gretto. I tanti aneddoti? Difficile commentare una partita di stagione regolare NBA senza infarcire la cronaca di storielle. La maggior parte di quelle gare non conta un tubo e quindi se non ci si lascia trasportare da un po' di colore e costume per comprendere quel mondo così distante, ci si può anche annoiare. Punti vista, sia chiaro.

Mi citi Sergio Tavcar (sempre sia lodato!). Il suo giornalismo è asciutto, molto critico, sempre teso al miglioramento a dispetto dell'età. Un fulgido esempio, lo definirei. Per quanto la prosa orale di Tavcar non abbia risparmiato strali alle giovani generazioni di telecronisti, specie sottolineandone la scarsa preparazione linguistico-culturale con nomi storpiati o concetti mal spiegati o abusati, egli non si è mai sognato di attaccare frontalmente un collega, raccontandone peste e corna. Si tratta di intelligenza mista ad esperienza. Lui ne ha viste di cotte e di crude, sa come gira il mondo: per questo è consapevole del fatto che una serie di articoletti infamanti non cambierebbe una virgola del basket italiano (difatti non è successo), ma acuirebbe solo lo scontro frontale tra le fazioni in lotta per il potere.

 
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