| La fine di un sogno e l'inizio di un altro
Non sembra vero, ma è proprio così: ci stanno rubando un sogno.
Siamo in finale nella Coppa del Mondo e questa volta non incontreremo nessun Brasile, questa volta siamo noi i giallo-oro, anzi gli azzurri-oro. Ma cosa succede, perché ci sentiamo derubati.
Noi, quelli che hanno passato i 40 anni e che potevano, sino a ieri sera, essere gli esclusivi possessori di un sogno: quello di aver vissuto sulla nostra pelle e sulle nostre emozioni, la vittoria di un campionato mondiale, quello di Spagna ‘82.
Ora invece la “banda” di Lippi sta facendo di tutto per regalare il primo sogno a tutti quei ragazzi che ieri sera gioivano nelle nostre piazze, mentre per noi, possessori del primo sogno, la corsa di Tardelli, dopo il secondo gol ai tedeschi (ma guarda un pò sono sempre presenti nei nostri sogni), inizia a svanire e ci appare la corsa incredula di Fabio Grosso, l’uomo dell’ultimo minuto.
Sì proprio quel “Grosso” che ci ha portato ai quarti con il rigore ottenuto contro l’Australia, quel “Grosso” che insieme al compagno Zaccardo, ha indotto molti (me compreso, mea culpa) a dire ma con questi giocatori dove andiamo?
A Berlino, andiamo.
Accompagnati dalla spinta di un popolo di emigranti che hanno costruito l’attuale Germania e che da questa mattina potranno dire “siamo italiani”, con la testa alta di un popolo che anche grazie al pallone può riscattare una vita di sacrifici e, a volte, di irrisioni, ma oggi siamo noi fieri della nostra pizza, dei nostri mandolini, ma anche di Grosso e Gattuso, giocatori non con i piedi eccelsi, ma con un cuore grande e che ci porta a Berlino dove il sogno DEVE diventare realtà.
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