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La Repubblica. Montegranaro, favola a canestro tra passione e giocatori italiani
31 marzo 2010 - A dicembre apparve su Facebook il gruppo che ne voleva la testa: «Non è l'allenatore adatto per Montegranaro, non è amato dalla squadra e dal popolo, lavativo e senza idee, vai a casa e di corsa!». La reazione di Fabrizio Frates? Si iscrisse pure lui. Oggi la sua Sutor viaggia sull'onda di dieci vittorie consecutive e del secondo posto dietro Siena. E' la storia di chi parte per salvarsi e invece fa molto bene. Ed è davvero italiana. Montegranaro, provincia di Ascoli Piceno, ha tredicimila abitanti, tutti devoti all'industria della calzatura. Da lì si sono trapiantati nel basket quelli che la Sutor la guidano, meglio conosciuti come la Triade: Tiziano Basso è il presidente, cresciuto professionalmente nell' azienda di famiglia ed al palasport tifando Sutor. Uomo di fatti, non chiederà mai di schemi ma solo «...ci salviamo o no?». Edo Trapè è il suo vice, battuta pronta ed arguta. E poi c'è Marco Cannella, l'ad, abile tessitore di rapporti con club e istituzioni. Un raro esempio di conduzione a tre. Con loro collabora Gianmaria Vacirca, milanese di anni 39, uno che quando firma il suo, di contratto, chiede la clausola-Springsteen: del Boss dichiara 83 concerti già visti. Ha portato i suoi a riflettere a San Patrignano, poi si è inventato l'outlet della calzatura Made in Montegranaro alle finali di Coppa ltalia, ad Avellino, e con la vendita delle scarpe ha pagato i premi. E poi le figurine dei giocatori e un volume di storie di basket: «40-50.000 euro, come un altro sponsor» dice. La squadra costa 1.4 milioni, meno del passato, e fa meglio. Frates, altro milanese che si gode le Marche, ha svelato così l'arcano: «Siamo felici, mi diverto e sembro pure più bravo...» con l'ironia che ne farebbe personaggio da Zelig, austero a vederlo, laurea in Architettura al Politecnico di Milano, incontenibile a raccontar storie e talento pure per scrivere. In campo, si affida a quello degli italiani: ha rispolverato Daniele Cavaliero, dandogli in quintetto un posto che di solito è degli stranieri; sta crescendo i 24enni Daniele Antonutti, che sogna di fare il Dj, e Andrea Cinciarini, ultimo di una stirpe con radici pesaresi, che va a scuola di regìa dal titolare, Tony Maestranzi, italiano di Chicago, 1.78 a crederci. Se continua a tirare col 49% da 3 costringerà a riflessioni profonde il ct Pianigiani. E poi ci sono un brasiliano (Marquinhos), un greco (Tsaldaris), un bulgaro (Ivanov) ed un americano molto bravo che a breve diventa svizzero (Brunner): ma quella di Montegranaro è tutto fuorché una barzelletta. Stefano Valenti
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