| Viola, ultimo atto di un incubo
14/05/2006 09:00 I neroarancio chiudono a Livorno una stagione da dimenticare
- La Gazzetta del Sud -
Incubo, ultimo atto. Una liberazione. Dopo l'estate più bella per un ripescaggio insperato, quest'anno difficile, che avrebbe dovuto costituire l'anno zero della rifondazione, è trascorso senza passi avanti. Un campionato terribile, un campionario di errori da cui prender spunto per rifuggire il peggio. Livorno sarà l'ultimo stadio, estrema linea di demarcazione tra un'epopea di vertice e un'altra – ammesso che possa esistere – di ricostruzione. È passato più di un anno da quel 30 aprile che lasciò illusioni e lacrime amare, le stesse sensazioni dilazionate nell'arco di dieci mesi dagli increduli tifosi neroarancio, che stavolta – noi per primi lo pensavamo – speravano di presentarsi al PalAlgida per saldare un conto. Niente di tutto questo, non per colpa di uno, ma di tanti, osservatori compresi. Che prima di fagocitare proclami e promesse, dovrebbero ben comprendere su quali basi, possano fondarsi. Quest'indecorosa retrocessione è colpa di tutti, nessuno escluso, ma serbare rancore non serve a nulla, soprattutto se si vuole ricominciare, ricostruire, ritornare grandi. Da lunedì tutti insieme per garantire un futuro, affiancando chi ha ancora intenzione di continuare. Ancora una volta Livorno sarà la stazione terminale, agorà esemplare. Se Udine è la novità della stagione nei quartieri alti, il quintetto labronico ancora una volta, con un soldo di cacio e tanta buona volontà, è l'emblema della squattrinata sorpresa. Merito di Crippa, general manager dalle grandi qualità, perché competente, umile, capace di tenere in piedi una società quasi inesistente. Di fatto, il proprietario del Basket Livorno, è il Comune toscano che ha costruito un organico basato su individualità sottovalutate o sommerse. Il tributo odierno sarà tutto per loro, alla Viola non resta che agitare il fazzoletto e singhiozzare al carrozzone con la "a" maiuscola, "arrivederci a presto". (v.c.)
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