| E' venuto il momento, con un po' di malinconia, perché non riconoscerlo, di chiudere questo thread che ha dato a tutti noi così tante soddisfazioni. Una nuova stagione agonistica è alle porte, squadre, società e giocatori sono in fermento, gli appassionati non vedono l'ora che i ragazzi tornino in campo, insomma siamo alla vigilia di una nuova, ennesima stagione agonistica che ci divertirà e ci appassionerà, coinvolgendo tutti indipendentemente dai ruoli. Quando ho aperto Band of Brothers nel settembre dello scorso anno mi chiedevo se sarebbe stato compreso il senso di un thread ad ampio spettro, che abbracciasse un'intera classe d'età e si proponesse come luogo di dibattito serio, non isterico, su quanto tutti noi avremmo visto sui campi. Credo che la risposta sia arrivata prestissimo ed è stata per mesi sotto gli occhi di tutti, in modo inequivocabile. E' per questo motivo, ed anche per le innumerevoli sollecitazioni che ho ricevuto a riguardo, che Band of Brothers rinascerà a brevissimo per dedicarsi all'annata 2017-2018. Il focus, quest'anno, sarà posto sulle tre categorie under 18, ovvero l'Eccellenza, l'Elite e il Regionale. Vorrei però congedarmi da questo thread cui ho dedicato così gran parte del mio tempo libero e del mio girovagare per campi, parlando per un attimo ancora di un tema che mi è molto caro e che solo apparentemente è qui fuori tema: la Nazionale di basket e i recenti Europei. Come è noto, siamo stati eliminati nei quarti da una Serbia straripante, rispetto a noi, in termini di peso, cm e anche sapienza tattica. Abbiamo quindi replicato lo stesso identico piazzamento che abbiamo già avuto agli Europei del 2015 e del 2013, con quel Pianigiani CT che adesso guiderà l'Olimpia. Messina, pur nella straordinaria qualità del suo essere coach, non ha quindi modificato lo stato delle cose, e d'altra parte come fargliene colpa? I nostri problemi nascono dalle radici. Nei giorni scorsi il forumista @crazyhawk ricordava giustamente gli esempi delle crescita spagnola e greca, per tacere della qualità straordinaria del basket lituano in una nazione di soli 4 milioni di abitanti rispetto ai nostri 60... Ho già scritto del mio scoramento a riguardo che nasce essenzialmente dalla trascuratezza, dall'ignavia, dal pressappochismo e dall'incapacità manageriale dei vari responsabili federali e mi fa quindi piacere citare oggi un commento del Corriere della Sera a firma di Roberto De Ponti che titola "Questi siamo ma le sconfitte sono figlie di un sistema" di cui ripropongo qui di seguito un breve estratto: "...Una Nazionale orgogliosa, questo sì, ma figlia di un movimento che non produce più nulla, di un campionato di retrovia, di una federazione che per ammissione del suo presidente Petrucci i soldi li avrebbe anche ma li spende male. Come ha perfidamente sottolineato Sasha Danilovic, numero 1 del basket serbo:"Io gestisco un budget di 2 milioni e mezzo di euro, la federazione italiana di 41". Visti i risultati, complimenti. A lui e alla FIP. La realtà è che se non si programma non si va da nessuna parte. La Germania ci ha battuto con una squadra dall'età media di 24 anni, costruita con un lavoro capillare di un movimento in crescita, e per il prossimo decennio la vedremo da lontano. In Italia invece che occuparsi della base e dello sviluppo del basket, si pensa alla prossima rielezione, agli amici, agli amici degli amici e ai nemici, una rivoluzione all'anno per dare l'idea di grande attivismo, tanti slogan. Poi si esce ai quarti, ma a testa alta, per carità! "A volte si vince, a volte si perde", chiosa Gianni Petrucci: per una nazionale che ha visto l'ultima medaglia ad Atene 2004, viene da chiedersi quali sono le volte in cui si vince". Come non essere d'accordo con questa analisi? E' per questo motivo che dicevo prima che il tema della Nazionale è solo apparentemente fuori tema rispetto a questo thread. Le nostre radici, le radici del movimento giovanile, dovrebbero produrre quei giocatori che domani vedremo in Nazionale. Se questi fannulloni incapaci seduti, anzi incollati, alle loro poltrone di potere, continueranno a non fare il loro lavoro e a preoccuparsi soltanto delle loro miserabili congreghe, nulla cambierà e il nostro movimento sprofonderà sempre più in basso. Se continueremo ad importare decine di ragazzi dall'est europeo solo per far vincere qualche coppetta a società ambiziose ma di vista corta, nulla cambierà mai ed anzi peggiorerà. Lo ammetto, seguire questi Europei è stata una sofferenza, così come lo era stato qualche settimana fa seguire il Torneo di Tolosa. E adesso Sacchetti dovrà cercare di farci qualificare per i Mondiali del 2019, dopo che siamo già stati fuori dalle Olimpiadi... E nelle partite iniziali di qualificazione non sarà utilizzabile l'intero quintetto base, occupato nei vari campionati esteri... Niente Belinelli, Cusin, Datome etc, che cosa mai potremo aspettarci? Chiudere così è amaro, lo so, ne sono consapevole, ma non sono mai stato un buonista, né un ottimista facilone. E' forse per questo, come ho sempre scritto, che amo guardare le partite dei ragazzi, è per questo che ritengo sempre possibile la scoperta fiammeggiante di un talento imprevedibile che sbocci davanti ai nostri occhi nonostante l'inconsapevolezza e la trascuratezza delle figure federali. Fortunatamente dagli Europei non è emersa soltanto la certificazione della nostra mediocrità, ma anche qualche interessante indirizzo tecnico e tattico, che credo sarà opportuno approfondire, perché è stata davvero indicata con chiarezza la via del prossimo basket moderno. Ma di questo parleremo tra breve, sul nuovo Band of Brothers 2017-2018. Come in tutti i teatri della vita, il sipario che si chiude è lo stesso che si aprirà su una nuova rappresentazione. Non so come ringraziare tutti voi, e quindi non lo farò. Si chiude, arrivederci a presto.
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