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BAND OF BROTHERS - UNDER15/16 & MVP, by Nicholas Urfe

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view post Posted on 13/9/2017, 16:08

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Lo confesso, mi scappa un po’ da ridere. Sia pure con un po’ di ritardo vorrei riprendere un’intervista rilasciata da Gianni Petrucci, presidente della Fip, a Radio 24 lo scorso 12 settembre nella quale il buon Petrucci concludeva in questo modo: “ A fine Europeo servirà comunque un’analisi: abbiamo i migliori allenatori e i soldi ci sono, ma da 13 anni non vinciamo.” (cfr. Corriere della Sera)
Mi scappa da ridere perché Petrucci è uno di quei culi di pietra che siede da anni al vertice delle massime federazioni sportive, è stato anche presidente del Coni, praticamente tutta la sua vita è trascorsa negli uffici romani delle più importanti federazioni, e se ne esce adesso con quest’affermazione talmente ridicola che meriterebbe schiaffoni, se non facesse ridere. Il povero Petrucci si chiede candidamente perché da 13 anni non vinciamo più nulla nel basket, come se lui nel frattempo si fosse occupato di floricoltura o allevamento di tori da monta…
Ciò mi conferma una cosa: siamo nelle mani dei più totali, assurdi e inconcludenti incompetenti che la storia del mangement sportivo rammenti. Siamo nelle mani di burocrati che vanno a braccetto con la politica e che godono di lautissimi stipendi e rendite di posizione senza fare nulla, senza che siano giustificati gli uni e le altre. Ho davanti agli occhi l’immagine del povero Petrucci che , desolato, allarga le braccia e si guarda intorno stupito per domandarsi come mai il basket italiano sia stato sopravanzato nelle classifiche di rendimento da molti Paesi continentali.
Domando: ma se non lo sai tu, che dovresti avere tutti gli strumenti d’analisi e di pronto intervento per porre rimedio a questa situazione, chi dovrebbe saperlo? E te ne accorgi solo adesso?
Vivai desertificati, risorse con il contagocce sempre e soltanto alle solite società benemerite vicine al cuore della federazione, nessun serio criterio di esplorazione delle realtà periferiche emergenti, nessun progetto scolastico degno di questo nome, nessuna attività di reclutamento e di “innamoramento” condotta nelle scuole primarie, e ti lamenti che il basket italiano sia ridotto ai minimi termini?
Ma tu sei o non sei il presidente della FIP? Gallinari Datome o Belinelli non sono merito vostro, sono frutto del caso e della straordinaria passione e dedizione di allenatori periferici e società che hanno saputo coltivare quei (pochi) talenti. Ma un movimento serio, di massa, organizzato, pianificato secondo regole di reclutamento che sono l’abc del management sportivo, non vive sulla casualità o sulla passione declinata al singolare da pochi, straordinari coach.
Ciò che mi fa ridere, amaramente s’intende, è che noi appassionati di basket giovanile dedichiamo la nostra passione a quanto avviene su campi dove mai, e dico mai, vediamo comparire scout federali per esplorare il nuovo. Nel basket giovanile ogni convocazione federale si tramanda secondo regole standardizzate che muovono sempre dalle solite fonti e dalle solite società. Ci si può poi lamentare se non emergono nomi nuovi e nuovi talenti? Se il basket italiano sta scivolando verso posizioni continentali sempre più marginali?
Petrucci sembra scoprire adesso, stupito, che non vinciamo nulla da 13 anni. Bene, stia pur certo che con la sua presidenza ne passeranno di sicuro almeno altrettanti.
 
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view post Posted on 13/9/2017, 16:50
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CITAZIONE (nicholasurfe @ 13/9/2017, 17:08) 
Lo confesso, mi scappa un po’ da ridere. Sia pure con un po’ di ritardo vorrei riprendere un’intervista rilasciata da Gianni Petrucci, presidente della Fip, a Radio 24 lo scorso 12 settembre nella quale il buon Petrucci concludeva in questo modo: “ A fine Europeo servirà comunque un’analisi: abbiamo i migliori allenatori e i soldi ci sono, ma da 13 anni non vinciamo.” (cfr. Corriere della Sera)
Mi scappa da ridere perché Petrucci è uno di quei culi di pietra che siede da anni al vertice delle massime federazioni sportive, è stato anche presidente del Coni, praticamente tutta la sua vita è trascorsa negli uffici romani delle più importanti federazioni, e se ne esce adesso con quest’affermazione talmente ridicola che meriterebbe schiaffoni, se non facesse ridere. Il povero Petrucci si chiede candidamente perché da 13 anni non vinciamo più nulla nel basket, come se lui nel frattempo si fosse occupato di floricoltura o allevamento di tori da monta…
Ciò mi conferma una cosa: siamo nelle mani dei più totali, assurdi e inconcludenti incompetenti che la storia del mangement sportivo rammenti. Siamo nelle mani di burocrati che vanno a braccetto con la politica e che godono di lautissimi stipendi e rendite di posizione senza fare nulla, senza che siano giustificati gli uni e le altre. Ho davanti agli occhi l’immagine del povero Petrucci che , desolato, allarga le braccia e si guarda intorno stupito per domandarsi come mai il basket italiano sia stato sopravanzato nelle classifiche di rendimento da molti Paesi continentali.
Domando: ma se non lo sai tu, che dovresti avere tutti gli strumenti d’analisi e di pronto intervento per porre rimedio a questa situazione, chi dovrebbe saperlo? E te ne accorgi solo adesso?
Vivai desertificati, risorse con il contagocce sempre e soltanto alle solite società benemerite vicine al cuore della federazione, nessun serio criterio di esplorazione delle realtà periferiche emergenti, nessun progetto scolastico degno di questo nome, nessuna attività di reclutamento e di “innamoramento” condotta nelle scuole primarie, e ti lamenti che il basket italiano sia ridotto ai minimi termini?
Ma tu sei o non sei il presidente della FIP? Gallinari Datome o Belinelli non sono merito vostro, sono frutto del caso e della straordinaria passione e dedizione di allenatori periferici e società che hanno saputo coltivare quei (pochi) talenti. Ma un movimento serio, di massa, organizzato, pianificato secondo regole di reclutamento che sono l’abc del management sportivo, non vive sulla casualità o sulla passione declinata al singolare da pochi, straordinari coach.
Ciò che mi fa ridere, amaramente s’intende, è che noi appassionati di basket giovanile dedichiamo la nostra passione a quanto avviene su campi dove mai, e dico mai, vediamo comparire scout federali per esplorare il nuovo. Nel basket giovanile ogni convocazione federale si tramanda secondo regole standardizzate che muovono sempre dalle solite fonti e dalle solite società. Ci si può poi lamentare se non emergono nomi nuovi e nuovi talenti? Se il basket italiano sta scivolando verso posizioni continentali sempre più marginali?
Petrucci sembra scoprire adesso, stupito, che non vinciamo nulla da 13 anni. Bene, stia pur certo che con la sua presidenza ne passeranno di sicuro almeno altrettanti.

Santissime parole,concordo con ogni virgola del tuo discorso nicholasurfe.
 
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@crazyhawk
view post Posted on 13/9/2017, 16:54




D'accordo dalla prima all'ultima riga.
Potrebbe anche chiedersi come mai in Lituania con 4 milioni di abitanti producono un tale livello medio di giocatori, o in Grecia con strutture ancor più limitate delle nostre e una crisi economica feroce, oppure come ha fatto la Spagna, che 13 anni fa asfaltavamo regolarmente e oggi sembra inarrivabile..
Potrebbe..ma non lo fa..
 
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MaxBota
view post Posted on 15/9/2017, 10:30




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:yes: :yes: :yes:
 
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view post Posted on 15/9/2017, 13:53

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E' venuto il momento, con un po' di malinconia, perché non riconoscerlo, di chiudere questo thread che ha dato a tutti noi così tante soddisfazioni. Una nuova stagione agonistica è alle porte, squadre, società e giocatori sono in fermento, gli appassionati non vedono l'ora che i ragazzi tornino in campo, insomma siamo alla vigilia di una nuova, ennesima stagione agonistica che ci divertirà e ci appassionerà, coinvolgendo tutti indipendentemente dai ruoli.
Quando ho aperto Band of Brothers nel settembre dello scorso anno mi chiedevo se sarebbe stato compreso il senso di un thread ad ampio spettro, che abbracciasse un'intera classe d'età e si proponesse come luogo di dibattito serio, non isterico, su quanto tutti noi avremmo visto sui campi. Credo che la risposta sia arrivata prestissimo ed è stata per mesi sotto gli occhi di tutti, in modo inequivocabile. E' per questo motivo, ed anche per le innumerevoli sollecitazioni che ho ricevuto a riguardo, che Band of Brothers rinascerà a brevissimo per dedicarsi all'annata 2017-2018. Il focus, quest'anno, sarà posto sulle tre categorie under 18, ovvero l'Eccellenza, l'Elite e il Regionale.
Vorrei però congedarmi da questo thread cui ho dedicato così gran parte del mio tempo libero e del mio girovagare per campi, parlando per un attimo ancora di un tema che mi è molto caro e che solo apparentemente è qui fuori tema: la Nazionale di basket e i recenti Europei.
Come è noto, siamo stati eliminati nei quarti da una Serbia straripante, rispetto a noi, in termini di peso, cm e anche sapienza tattica. Abbiamo quindi replicato lo stesso identico piazzamento che abbiamo già avuto agli Europei del 2015 e del 2013, con quel Pianigiani CT che adesso guiderà l'Olimpia. Messina, pur nella straordinaria qualità del suo essere coach, non ha quindi modificato lo stato delle cose, e d'altra parte come fargliene colpa? I nostri problemi nascono dalle radici. Nei giorni scorsi il forumista @crazyhawk ricordava giustamente gli esempi delle crescita spagnola e greca, per tacere della qualità straordinaria del basket lituano in una nazione di soli 4 milioni di abitanti rispetto ai nostri 60... Ho già scritto del mio scoramento a riguardo che nasce essenzialmente dalla trascuratezza, dall'ignavia, dal pressappochismo e dall'incapacità manageriale dei vari responsabili federali e mi fa quindi piacere citare oggi un commento del Corriere della Sera a firma di Roberto De Ponti che titola "Questi siamo ma le sconfitte sono figlie di un sistema" di cui ripropongo qui di seguito un breve estratto:
"...Una Nazionale orgogliosa, questo sì, ma figlia di un movimento che non produce più nulla, di un campionato di retrovia, di una federazione che per ammissione del suo presidente Petrucci i soldi li avrebbe anche ma li spende male. Come ha perfidamente sottolineato Sasha Danilovic, numero 1 del basket serbo:"Io gestisco un budget di 2 milioni e mezzo di euro, la federazione italiana di 41". Visti i risultati, complimenti. A lui e alla FIP. La realtà è che se non si programma non si va da nessuna parte. La Germania ci ha battuto con una squadra dall'età media di 24 anni, costruita con un lavoro capillare di un movimento in crescita, e per il prossimo decennio la vedremo da lontano. In Italia invece che occuparsi della base e dello sviluppo del basket, si pensa alla prossima rielezione, agli amici, agli amici degli amici e ai nemici, una rivoluzione all'anno per dare l'idea di grande attivismo, tanti slogan. Poi si esce ai quarti, ma a testa alta, per carità! "A volte si vince, a volte si perde", chiosa Gianni Petrucci: per una nazionale che ha visto l'ultima medaglia ad Atene 2004, viene da chiedersi quali sono le volte in cui si vince".
Come non essere d'accordo con questa analisi? E' per questo motivo che dicevo prima che il tema della Nazionale è solo apparentemente fuori tema rispetto a questo thread. Le nostre radici, le radici del movimento giovanile, dovrebbero produrre quei giocatori che domani vedremo in Nazionale. Se questi fannulloni incapaci seduti, anzi incollati, alle loro poltrone di potere, continueranno a non fare il loro lavoro e a preoccuparsi soltanto delle loro miserabili congreghe, nulla cambierà e il nostro movimento sprofonderà sempre più in basso. Se continueremo ad importare decine di ragazzi dall'est europeo solo per far vincere qualche coppetta a società ambiziose ma di vista corta, nulla cambierà mai ed anzi peggiorerà.
Lo ammetto, seguire questi Europei è stata una sofferenza, così come lo era stato qualche settimana fa seguire il Torneo di Tolosa. E adesso Sacchetti dovrà cercare di farci qualificare per i Mondiali del 2019, dopo che siamo già stati fuori dalle Olimpiadi... E nelle partite iniziali di qualificazione non sarà utilizzabile l'intero quintetto base, occupato nei vari campionati esteri... Niente Belinelli, Cusin, Datome etc, che cosa mai potremo aspettarci?
Chiudere così è amaro, lo so, ne sono consapevole, ma non sono mai stato un buonista, né un ottimista facilone. E' forse per questo, come ho sempre scritto, che amo guardare le partite dei ragazzi, è per questo che ritengo sempre possibile la scoperta fiammeggiante di un talento imprevedibile che sbocci davanti ai nostri occhi nonostante l'inconsapevolezza e la trascuratezza delle figure federali.
Fortunatamente dagli Europei non è emersa soltanto la certificazione della nostra mediocrità, ma anche qualche interessante indirizzo tecnico e tattico, che credo sarà opportuno approfondire, perché è stata davvero indicata con chiarezza la via del prossimo basket moderno.
Ma di questo parleremo tra breve, sul nuovo Band of Brothers 2017-2018. Come in tutti i teatri della vita, il sipario che si chiude è lo stesso che si aprirà su una nuova rappresentazione. Non so come ringraziare tutti voi, e quindi non lo farò. Si chiude, arrivederci a presto.
 
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