Caro Kublai,
già qualcuno prima di te disse: "Meglio essere primo qui (un piccolo villaggio della Gallia) che secondi a Roma"; quel qualcuno era Giulio Cesare e quindi come vedi ti trovi in buona compagnia.
Certo le due situazioni non sono paragonabili: da una parte, la tua, si parla di crescita, dall'altra si parla di autonomia; però il tuo pensiero mi ha fatto venire alla mente la citazione
e quindi qualche analogia ci deve pur essere.
Tutte le settimane alcuni '98 BLU si allenano con la prima squadra (A2) e, alcune volte, sono chiamati a far parte dei dodici; per non parlare di '97 facenti parte della rosa in pianta stabile.
Quindi come vedi in tante realtà, e sicuramente anche nella tua, sta avvenendo quel percorso di crescita che potrebbe portare a riconoscimenti più prestigiosi dei talenti espressi dalle giovanili.
Ma questo, sinceramente, non mi emoziona, pur essendo molto più vicino a loro sul piano della conoscenza e della simpatia che a Davide Toffali ( e non me ne voglia Toffali senior se mi legge
),
quanto ieri sera mi ha emozionato vedere Davide (scusate la confidenza) inquadrato da Sky nell'aspettare l'ingresso in campo e trovarmi a sperare che in quei poco più di 100 secondi che avrebbe giocato non commettesse errori tradito dall'emozione e addirittura mi sono trovato ad esultare quando ho ritenuto erroneamente che un tap in vincente fosse stato il suo.
Ho visto Flaccadori (ex BLU) a Trento conquistarsi, dallo scorso anno, minuti su minuti e non era certo molto più grande di Toffali e allora perché non sperare nello stesso percorso?
In conclusione mi sta tutto bene ma vuoi mettere essere convocato dalla Società italiana più prestigiosa, salire sul pullman con quei giocatori che fino alla settimana prima ti hanno fatto sognare all'Europeo, fare riscaldamento con dei Campioni, oltre che uomini, e alla fine giocare quasi due minuti di una partita vittoriosa, restare in campo fino alla fine e stringere la mano agli avversari che ti considerano un componente della Squadra a tutti gli effetti, perché si gioca, si vince e si perde in 12 e tra quei 12 quella sera, forse per una sola sera, tu ci stavi.
Beh, parafrasando una pubblicità, per me questo non ha prezzo.