Adesso sono arrivato in fondo....guarda te se mi tocca difendere Irving Thomas...
Purtroppo qua si crea spesso un clima da "noi sappiamo come si fa...voi giovani/vecchi/???... non capite un tubo".
Non mi sembra molto difficile capire che il mondo (anche nel basket) è MOLTO variegato, che negli spogliatoi i cestisti fanno il fantacalcio e non il fantabasket, che tanti bambini guardano la NBA e hanno le maglie di Lebron James e mai si sognerebbero di comprare una maglia di una squadra di serie A, anzi manco lo seguono il campionato di serie A, però io sono contento di averli in palestra anche se non sanno chi è Sergio Tavcar, e forse qualcosa di buono potranno farlo anche loro, da giocatori, allenatori, dirigenti o spettatori.
Una cosa mi sento di sottoscrivere, perchè vale nel basket come in tutti gli aspetti della società italiana:
CITAZIONE
Paese in crisi, gente nella merda, politici che galleggiano per doti naturali e demandano all'europa le decisioni, che avremmo dovuto prendere 30 anni fa.
Qui le cose si fanno solo in emergenza, quando non se ne può fare a meno e magari quando i soldi non ci sono più, invece che programmarle per tempo quando le cose vanno bene, anticipando le crisi. Bene oggi dovrebbe essere chiaro che anche il concetto di emergenza è cambiato e lo sport è scalato molto indietro nelle priorità pubbliche e private, e questo spiega anche perchè non sono ripetibili i "bei tempi andati", perchè è vero he Messaggero/Gardini ha dato un'accelerata sul lato dei costi che ha stroncato tutte le società più importanti degli ultimi 25 anni, ma i club "storici" a cui fate riferimento (tipo l'Olimpia Simmenthal) non avevano un concetto tanto diverso, in relazione al tenore di vita del tempo e alla situazione economica generale, perchè l'ingaggio di Bill Bradley se fosse fatto oggi con le modalità di allora verrebbe massacrato come esempio di tutto quello che NON bisogna fare per gestire una società sportiva (ma in generale anche il famoso "americano di coppa", tanto per fare un esempio). Semplicemente allora c'era meno concorrenza ed economicamente eravamo (in alcuni casi) noi gli americani.
La situazione si è incancrenita oggi? Non credo, semplicemente è più facile avere e scambiare informazioni ed opinioni (spesso anche sbagliate) e non ci sono più i margini economici per accontentare tutti. Questo si dovrebbe indurre ad una riflessione e ad un cambiamento, che però di solito arriva dal basso, difficilmente dai vertici.