| Forse è necessario riflettere sull'opportunità o meno di continuare a voler partecipare a tutti i costi a campionati economicamente non sostenibili. Non è una situazione facile quella nazionale, e il basket, o meglio, chi dal basket trae lo stipendio, non ne è esente. Le società falliscono, inidpendentemente da tifosi, storia o altro, perchè non c'erano i soldi prima di iscriversi, la speranza di trovarli è morta, e i dirigenti non hanno portafogli a cui mettere mano, o non vogliono farlo. Questo si tramuta poi in figure vergognose come quelle ultime (Rieti, Bologna, ecc) che fanno solo ulteriore male al nostro sport che di scandali ne ha già sopportati troppi. Per quanto riguarda Treviso o altri casi più o meno simili, se i "nuovi" dirigenti non sono stati in grado di capire in un anno come dovevano comportarsi per essere ammessi al campionato.....beh, una società diretta da inesperti avrebbe avuto vita breve in Serie A. Meglio prepararsi ai piani di sotto. Le squadre in grado di fare campionati importanti e costosi sono poche ormai. O si riducono i campionati "nazionali", o si riducono i costi di gestione. Pensiamo ai costi più importanti: i "rimborsi spese". Sarebbe meglio chiamarli senza giri di parole "stipendi". Ma non sono troppo alti per il "sistema basket" ? Quando si parla di un monte stipendi societario di 500/600 mila euro annui netti e forse di più in certi casi, ma dove si trovano oggi 'sti soldi ? Certo che poi o non si pagano più i giocatori o si fallisce ancor prima..... E i giocatori che faranno i "lodi" non prenderanno più neanchè un centesimo se la società fallisce !!! Meglio che giocatori, procuratori, presidenti, general manager, Lega e Federazione ci pensino bene, perchè la torta è finita, siamo al pane secco ....dopo di che ci sarà solo più da pescare nell'immondizia per mangiare !!!! Forse sarebbe un bene per tutti questi falsi dilettanti e veri professionisti guadagnare meno soldi ma .... prenderli !!!
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