Ho letto l'intervento del genitore "povero basket"
Posto che tocca vari argomenti.
Su uno però mi soffermerei: la scelta.
Giocare a pallacanestro non è come la scuola dell'obbligo. Deve essere una scelta, frutto di passione e voglia di imparare al meglio questo sport.
E come tante altre scelte, se la si vuole fare al meglio delle proprie possibilità, implica delle rinunce.
Io alle giovanili facevo 2 allenamenti al giorno quasi tutti i giorni. Ho rinunciato a diventare un bravo sciatore (ma so sciare), a diventare un bravo musicista (so suonicchiare qualcosa) a uscire tutte le sere con la ragazza (ma ho una compagna da 10 anni) a diventare il più grande studioso di qualcosa (ma ho una laurea e non ho mai avuto un esame) ecc...Ma ho imparato, con i miei limiti, a giocare a pallacanestro (ho giocato fino in c2 ed oggi alleno. Non sono un professionista!). Perchè mi piaceva oltre ogni cosa.
Oggi se mi guardo indietro dico: cavoli a quante cose ho rinunciato! Ma chissenfrega. E' la vita!
Ogni giorno mi scontro con genitori che mi elencano le varie attività che fanno i propri figli come se io pretendessi da loro di vivere solo per la pallacanestro.
Ciò che trovo sbagliato (a parte lo studio e gli amici...due cose conciliabilissime con la nostra attività...basta volerlo!) è far passare il messaggio che nella vita si può fare bene tutto e non solo alcune cose.
Ma scusate: avete idea di quanti scarifici e rinunce fanno i giovani che si laureano, prendono un dottorato, vanno a studiare e lavorare all'estero ecc...?! O quante rinunce fanno gli allenatori che hanno una famiglia e seguono una o due squadre?!
Rinunciare non è un dramma e nemmeno una sconfitta. Fa parte della vita. Perchè ad un ragazzo bisogna anche far capire che nella vita dovrà sempre fare delle scelte. E ogni scelta comporterà sempre delle rinunce.
Soprattutto se si vuole fare/imparare bene qualcosa.
Vincere nello sport dovrebbe essere innanzitutto rivolto a se stessi, a vincere i propri limiti, le proprie incapacità, le proprie paure.
Lo stress fa parte dello sport, della pallacanestro ma soprattutto della vita. Aiutate i vostri figli a conviverci con lo stress in maniera positiva.
Poi se il coach che avete di fronte è un pazzo torturatore, cambiate squadra o coach.
Ma non sottraete vostro figlio al rispetto dell'impegno preso (verso i compagni e l'allenatore), alla capacità di organizzare il proprio tempo ("stasera non ci sono perchè ho i compit da fare!!!" quante volte l'abbiamo sentito?!?! e i genitori che ti parlano dicendo che la scuola prima di tutto. ci mancherebbe. ma forse l'organizzazione prima di tutto, a costo di prendere un brutto voto!) e alla possibilità che ognuno di noi ha dei limiti, che non rappresentano un fallimento ma una sfida per migliorarsi.
Allora forse, dopo tutto ciò, anche se vostro figlio non sarà arrivato in serie a, avrà appreso una lezione ben maggiore che gli servirà per affrontare al meglio i problemi di ogni giorno
Saluti
Ps. : @Andrea Schiavi...per fare carriera non saprei. Ma di coach che pensano piu a vincere che a insegnare, almeno nell'under provinciale, se ne vedono aiosa