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Alcune riflessioni sopra la pallacanestro giovanile

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kublaikhan
view post Posted on 11/3/2015, 18:51




CITAZIONE (Casciaball @ 11/3/2015, 18:36) 
buongiorno a tutti, anch'io, come POVERO BASKET, sono nuovo nel forum anche se Vi seguo e Vi leggo quotidianamente.
Al contrario dell'esperienza di POVERO BASKET, mio figlio 13enne è passato da una squadra (diciamo) minore ad una d'eccellenza. Mio figlio galvanizzato da tornei internazionali (dove ha incontrato veramente i fenomeni) voleva a tutti i costi imparare, crescere, migliorare, confrontarsi con quelli più forti, più bravi; e devo dire che è molto soddisfatto della scelta fatta, anche se impegnativa.
Premetto che sono completamente ignorante di basket, ho cominciato a conoscere questo sport da quando mio figlio, a 6 anni, l'ha scelto al posto del calcio, e ne sono contentissimo. Però ho notato, ma non lo dirò mai in presenza di mio figlio, che questi allenatori d'eccellenza (magari non tutti) puntano a vincere, tralasciando la formazione tecnica e atletica, che a 13 anni ancora manca. La sensazione, del tutto personale, è che allenano come se avessero in mano una squadra di professionisti che sa già fare tutto, ma purtroppo non è così.

:quoto2: ANNOSERRIMO PROBLEMA DELLE GIOVANILI
:quoto: e non solo di eccellenza aggiungo.

E credo che la scelta di non fare l'elitè nelle fasce basse da parte della FIP prima e del CRL ora, possa anche essere legata a questo aspetto che a volte diventa fastidiosa deriva agonistica.
Temo si tratti però di scarsa cultura sportiva o capacità formative o semplice insicurezza dei singoli allenatori.
 
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view post Posted on 14/3/2015, 15:18
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CITAZIONE (povero basket @ 11/3/2015, 17:25) 
Ciao a tutti. Sono nuovo del Forum e spero di non combinare casini.
Complimenti a tutti per la quantità di informazioni utili che si possono trovare in queste pagine.
Mi permetto di intervenire in questa discussione per esporvi la mia esperienza. Io sono il papà di un Under 13. L’esperienza di mio figlio la scorsa stagione e’ cominciata in una di quelle realtà che, in questo Forum, spesso viene velatamente citata come una di quelle che ruba giovani giocatori alle altre società . Quella squadra che magari altri genitori farebbero carte false per farci entrare il figlio. Noi invece ci siamo trovati semplicemente perché e’ la squadra della nostra città. Fortunati direte voi. Forse. Dipende dai punti di vista. Mio figlio e’ abbastanza portato per il basket: non ha ancora 13 anni, e’ alto 175cm e se la cava abbastanza. Non e’ un fenomeno e non lo diventerà mai. Gli piace giocare a basket e stare con gli altri. E con questo spirito gioca e si allena con discreti risultati. Tutto perfetto direte voi. Insomma. Questo perché poi ci sono le “esigenze” e gli obiettivi della società. Tre allenamenti a settimana (come tutti del resto), ma poi gli impegni del week end che spesso diventavano doppi impegni per l’impiego in più campionati, e i tornei durante festività e ponti vari. Risultato sportivo: serie di vittorie e medagliette varie. Risultato pratico/ umano ( tralasciando i costi di iscrizioni e il tempo che noi genitori abbiamo dovuto spendere): figlio stressato, sempre stanco e imbronciato, impegnato solo con il basket, senza possibilità di coltivare amicizie e con risultati scolastici appena sufficienti.
Alla fine della scorsa stagione una confessione: “Mi sono rotto di giocare a basket. Non mi diverto più. Voglio cambiare sport.” Poi in estate fa uno di quei tornei 3 vs 3 all’aperto (invitato da alcuni amici) torna la passione, e a settembre vuole ricominciare ma :“PER FAVORE NON IN QUELLA SQUADRA”. Mi faccio il giro delle province limitrofe, mettendo in chiaro le cose: partecipazione a un solo campionato, niente doppio impegno nei week end, niente ricerca morbosa della prestazione. Riesco a trovare un’altra società che, per ora, mantiene le promesse e trovo un coach contento come una pasqua per il piccolo pivot che gli mancava e che gli e’ caduto dal cielo. Mentre l’ex coach che incontri per strada nel paese, ti ricorda ogni volta che sei andato a giocare in una squadretta, mentre avevi la possibilità di giocare in una società seria con grandi prospettive. Per non parlare dei genitori degli ex compagni che ti guardano come se avessi la lebbra.
Mio figlio ora perde qualche partita in più (forse anche troppe), e non ha più una macchina da guerra come la ex società alle spalle, con quelle divise che intimoriscono gli avversari, ma gli e’ tornata la gioia di giocare a basket. E’ tornato ad essere sempre sorridente ed ha il tempo di uscire con gli amici mentre il rendimento scolastico e’ migliorato notevolmente.
Ora non voglio demonizzare nessuno o fare di tutta l’erba un fascio. Magari e’ solo colpa di mio figlio che non si e’ integrato. Volevo solo darvi la mia esperienza al contrario rispetto a quella che si fa di solito. Vorrei semplicemente che quando si pensa a campionati e riforme si pensasse semplicemente a come tutelare i ragazzi e non solo le società. Il discorso dei genitori poi lasciamolo stare. Non cambieranno mai.

Finalmente!!!!!!Un genitore che si è reso conto che un ragazzino,pur bravo che sia,ha bisogno e deve avere priorità che non ruotino attorno al solo basket.A quell'età tutte le componenti citate da povero basket sono necessarie ad una crescita equilibrata del giovane.Quindi l'esasperazione dell'impegno e della prestazione sono controproducenti.Se le società che operano in tal modo si rendessero conto che stanno trattando con ragazzi in una fase delicata della loro crescita probabilmente tanti di loro non finirebbero per respingere lo sport che amano "nauseati" dall'ambiente.Però i primi a rendersene conto dovrebbero essere i genitori,che sono a contatto tutti i giorni con i loro figli,invece di inseguire chimere che si realizzano nell'1% dei casi,se va bene.La FIP,a mio modo di vedere,dovrebbe obbligare le società che hanno come obiettivo questa competitività ai massimi livelli ad avere un proprio centro MB come serbatoio(in alternativa avere centri MB satelliti da cui "pescare" a livello U13)per le giovanili di età bassa.Solo oltre un limite prefissato di età,magari dopo il 1° anno delle superiori,concedere di fare reclutamento in altre società.Secondo me la scelta delle società sarebbe più mirata,quella dei ragazzi e genitori più consapevole e ne trarrebbe beneficio tutto il movimento.
 
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view post Posted on 14/3/2015, 16:02
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CITAZIONE (kublaikhan @ 11/3/2015, 11:44) 
CITAZIONE (DeanSmith47 @ 11/3/2015, 00:57) 
Di cose per cambiare la situazione odierna se ne potrebbero fare diverse ed ognuno di noi probabilmente avrebbe una sua ricetta
Adesso Mattioli fa questi incontri in varie sedi ed è già qualcosa,però mi piacerebbe se venisse pensato un questionario sulle tematiche affrontate in questi post,diffuso tramite FIPmail alle società e vedere cosa viene proposto.
Per esempio il ripensamento dei parametri e del vincolo è un argomento che dovrebbe interessare tutte le società,sopratutto quelle di base,e capire cosa ne pensano mi sembra interessante,per tutti,anche per chi deve prendere le decisioni finali.
Io per esempio non mischierei il MB con l'attività agonistica,se non per l'ultimo anno,quando si fanno gli Esordienti.
Poi ogni idea è ben accetta ed andrebbe valutata senza pregiudizi,nè favoritismi,nei confronti di alcuno.

Vincoli e svincoli, parametro e riparto $, riforma annate e relativi tempi di implementazione li decide in toto e di imperio FIP-ROMA.

Ricordo che quello che ancora può decidere FIP lombardia è:
1 fare o non fare elite nelle varie categorie
2 come organizzare i campionati (ma non in che tempi, per eccellenza almeno)
3 come selezionare le squadre nelle varie fasce
4 eventuali ulteriori regole per limitare passaggio giocatori da vari livelli

Il sistema Gold/silver/bronze mi pare abbia ben funzionato e che sia stata un'esperienza piuttosto piacevole per tutti i livelli (o quasi). Temo che con i numeri lombardi ci sia qualche problema a gestirla in U13 e 14 e tenerla in tempi ragionevoli, senza una fascia elite. La mia opinione l'ho già espressa in merito, per cui lascio spazio agli altri.

Riguardo al discorso minibasket che sicuramente conosco meglio...
La formazione dei giocatori ha un costo, ed il parametro servirebbe proprio a ricompensare quel costo.
A minibasket le quote coprono nella maggior parte dei casi i costi, e a volte generano anche una risorsa per la società.
Il settore giovanile ha costi direttamente proporzionali ad età giocatore e livello campionati e di sicuro le quote non bastano a coprirli, a volte nemmeno in parte.
Direi che qualsiasi proposta in merito ai parametri deve partire da questi dati di fatto.

Sul discorso del vincolo poi credo che prima o poi qualche (poco illuminato) riformatore provvederà a cancellarlo anche in età giovanile... secondo me sarà il far west... :moderatore:

Mi pare che quanto si possa determinare a carattere regionale dia abbastanza spazio ad innovazioni pensate,se c'è la volontà,non tanto in funzione degli introiti del CRL,oppure delle priorità delle società di vertice,per ottenere una sinergia fra tutte le componenti della pallacanestro regionale,compreso lo sviluppo psicofisico dei ragazzi.
Penso che la positiva strutturazione dei campionati regionali in questa stagione debba esserne il punto di partenza.
Articolare tutti i campionati su tre fasce,Gold-Silver-Bronze,dovrebbe essere fattibile;idem l'interazione fra i vari livelli al termine della 1a fase;poi considerare i risultati ottenuti sul campo validi per l'inserimento in una fascia piuttosto che in un'altra nell'anno successivo darebbe ulteriore stimolo alle squadre e trasparenza al sistema,ovviamente lasciando facoltà alle società che lo ritengono di rinunciare alla fascia di competenza o di proporsi per quella superiore.
Sui parametri o la regolamentazione dello svincolo penso si dovrebbero trovare delle linee guida condivise dalla maggioranza delle società:impedire ad un giovane di scegliere dove giocare mi sembra anacronistico;che le società debbano versare un obolo ad ogni "acquisizione" di tesseramento "altrui",sacrosanto.
Concordo sul MB:se espressione di una società è fonte di risorse,sia tecniche che economiche per la società stessa,per cui può valere lo stesso discorso "dell'obolo" nel caso al termine del percorso formativo il ragazzo scelga di effettuare il 1° tesseramento per altra società;diverso il caso di centri MB il cui utile non viene utilizzato come sopra,nel caso diventa società di lucro e non dovrebbe usufruire di ulteriori guadagni.
 
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view post Posted on 14/3/2015, 17:26
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CITAZIONE (Casciaball @ 11/3/2015, 18:36) 
buongiorno a tutti, anch'io, come POVERO BASKET, sono nuovo nel forum anche se Vi seguo e Vi leggo quotidianamente.
Al contrario dell'esperienza di POVERO BASKET, mio figlio 13enne è passato da una squadra (diciamo) minore ad una d'eccellenza. Mio figlio galvanizzato da tornei internazionali (dove ha incontrato veramente i fenomeni) voleva a tutti i costi imparare, crescere, migliorare, confrontarsi con quelli più forti, più bravi; e devo dire che è molto soddisfatto della scelta fatta, anche se impegnativa.
Premetto che sono completamente ignorante di basket, ho cominciato a conoscere questo sport da quando mio figlio, a 6 anni, l'ha scelto al posto del calcio, e ne sono contentissimo. Però ho notato, ma non lo dirò mai in presenza di mio figlio, che questi allenatori d'eccellenza (magari non tutti) puntano a vincere, tralasciando la formazione tecnica e atletica, che a 13 anni ancora manca. La sensazione, del tutto personale, è che allenano come se avessero in mano una squadra di professionisti che sa già fare tutto, ma purtroppo non è così.

Questo intervento da parte di un genitore neofita è illuminante sullo stato in cui versa,in molti casi,il basket giovanile.
Non ne faccio un problema di livello di società,perchè questi comportamenti sono trasversali,è il malintendere il proprio ruolo che genera tali atteggiamenti.
Molti pensano che i risultati siano l'unico mezzo per aumentare la propria reputazione nell'ambiente,se non addirittura per fare carriera.
E le società sono complici,da qui la corsa all'Elite,nel dare più importanza all'apparire che alla sostanza.
Chi ne fa le spese sono i ragazzi che,invece di essere aiutati a crescere individualmente attraverso l'impegno costante,la potenzialità ed il talento ed a mettere il tutto al servizio della squadra,vengono utilizzati per il conseguimento di fini altrui.
Lo scopo primario di chi allena deve essere il miglioramento dei singoli allenamento dopo allenamento,la vittoria in partita la conseguenza eventuale.
Più tecnica di base,correzioni ripetute degli errori e meno tattica e lavagnetta dovrebbe essere il credo di ogni allenatore.
E le società dovrebbero valutare con questo metro il loro lavoro,non in conseguenza del posto in classifica ottenuto.
Questo si è un po' perso,generalizzando,negli ultimi anni perché la società che ci circonda propone esempi in cui primeggiare è importante,apparire indispensabile,competere imprescindibile..
Così si è persa la pazienza del fare le cose gradualmente,di assaporare il gusto del passo dopo passo;la fretta conduce inevitabilmente a scorciatoie,la voglia del tutto e subito a tralasciare quella parte di lavoro necessario a conseguire successi e soddisfazioni più appaganti perché più faticosi,più sudati,più meritati.
 
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view post Posted on 14/3/2015, 18:44
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In generale tanta demagogia...

Per alzare il livello della conversazione mi piacerebbe leggere (da chi emette vaghe sentenze) qualche esempio di allenatore che sfrutta i propri ragazzini per fare carriera...

Sono proprio curioso...

Grazie.
 
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view post Posted on 15/3/2015, 13:56
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forumista esperto

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Ma se in Lombardia,che sicuramente è la regione guida per numero di società di riferimento per il settore,non produce giocatori di alto livello da un tot di anni,gli ultimi 2 sono stati Gallinari(un predestinato che sarebbe potuto nascere dappertutto ed ha mangiato pane e pallacanestro dalla nascita) e Aradori,anno di nascita 1988,ci sarà pure un perché,o molti perché,ma un minimo di responsabilità ce l'avranno anche gli allenatori,professionisti o meno che siano,o no?
 
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basket champagne
view post Posted on 16/3/2015, 09:31




ieri a Lissone il Presidente Mattioli ha confermato che non ci saranno i campionati Elite e che la formula sarà come quella provata quest'anno.Prima fase Provinciale e poi Gold e Silver,ovviamente con promozioni e retrocessioni con il campionato d'eccellenza. :quoto: :quoto:
 
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Uncle Drew
view post Posted on 16/3/2015, 10:57




Ha commentato la decisione di non svolgere più il campionato elite?
 
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Pennello
view post Posted on 16/3/2015, 11:34




Ho letto l'intervento del genitore "povero basket"
Posto che tocca vari argomenti.
Su uno però mi soffermerei: la scelta.
Giocare a pallacanestro non è come la scuola dell'obbligo. Deve essere una scelta, frutto di passione e voglia di imparare al meglio questo sport.
E come tante altre scelte, se la si vuole fare al meglio delle proprie possibilità, implica delle rinunce.
Io alle giovanili facevo 2 allenamenti al giorno quasi tutti i giorni. Ho rinunciato a diventare un bravo sciatore (ma so sciare), a diventare un bravo musicista (so suonicchiare qualcosa) a uscire tutte le sere con la ragazza (ma ho una compagna da 10 anni) a diventare il più grande studioso di qualcosa (ma ho una laurea e non ho mai avuto un esame) ecc...Ma ho imparato, con i miei limiti, a giocare a pallacanestro (ho giocato fino in c2 ed oggi alleno. Non sono un professionista!). Perchè mi piaceva oltre ogni cosa.
Oggi se mi guardo indietro dico: cavoli a quante cose ho rinunciato! Ma chissenfrega. E' la vita!

Ogni giorno mi scontro con genitori che mi elencano le varie attività che fanno i propri figli come se io pretendessi da loro di vivere solo per la pallacanestro.
Ciò che trovo sbagliato (a parte lo studio e gli amici...due cose conciliabilissime con la nostra attività...basta volerlo!) è far passare il messaggio che nella vita si può fare bene tutto e non solo alcune cose.
Ma scusate: avete idea di quanti scarifici e rinunce fanno i giovani che si laureano, prendono un dottorato, vanno a studiare e lavorare all'estero ecc...?! O quante rinunce fanno gli allenatori che hanno una famiglia e seguono una o due squadre?!

Rinunciare non è un dramma e nemmeno una sconfitta. Fa parte della vita. Perchè ad un ragazzo bisogna anche far capire che nella vita dovrà sempre fare delle scelte. E ogni scelta comporterà sempre delle rinunce.
Soprattutto se si vuole fare/imparare bene qualcosa.

Vincere nello sport dovrebbe essere innanzitutto rivolto a se stessi, a vincere i propri limiti, le proprie incapacità, le proprie paure.
Lo stress fa parte dello sport, della pallacanestro ma soprattutto della vita. Aiutate i vostri figli a conviverci con lo stress in maniera positiva.
Poi se il coach che avete di fronte è un pazzo torturatore, cambiate squadra o coach.
Ma non sottraete vostro figlio al rispetto dell'impegno preso (verso i compagni e l'allenatore), alla capacità di organizzare il proprio tempo ("stasera non ci sono perchè ho i compit da fare!!!" quante volte l'abbiamo sentito?!?! e i genitori che ti parlano dicendo che la scuola prima di tutto. ci mancherebbe. ma forse l'organizzazione prima di tutto, a costo di prendere un brutto voto!) e alla possibilità che ognuno di noi ha dei limiti, che non rappresentano un fallimento ma una sfida per migliorarsi.

Allora forse, dopo tutto ciò, anche se vostro figlio non sarà arrivato in serie a, avrà appreso una lezione ben maggiore che gli servirà per affrontare al meglio i problemi di ogni giorno

Saluti

Ps. : @Andrea Schiavi...per fare carriera non saprei. Ma di coach che pensano piu a vincere che a insegnare, almeno nell'under provinciale, se ne vedono aiosa ;)
 
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basket champagne
view post Posted on 16/3/2015, 12:47




Ottimo intervento quello di "Pennello" che condivido in toto.

Tipica frase dei genitori:"ha preso 5 e quindi oggi non viene!"Bene, tanto chissenefrega dei compagni e dell'allenatore,prima di tutto "LA SCUOLA"!!Certo ci mancherebbe,ma allora vai a fare sport individuali o se ti piace il basket vai all'oratorio a giocare la domenica pomeriggio.
Io sono del parere che se il ragazzo cazzeggia dalle 14 alle 19 e studia dalle 19 alle 21(orari degli allenamenti) andrà male a scuola e continuerà a saltare gli allenamenti (i compagni lo ringrazieranno).

Questione di organizzazione e metodo,dare la colpa all'impegno sportivo è solo una scusa che non serve a nulla.

Saluti
 
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Uncle Drew
view post Posted on 16/3/2015, 13:06




Nomen omen
 
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view post Posted on 16/3/2015, 13:14
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io da allenatore ignorante, ma con 42 anni di panca alle spalle, noto che un numero altissimo di allenatori nel settore giovanile son preparatissimi a livello tecnico e tattico ma non si rendono conto che prima di tutto devono essere educatori e correttori
e se non correggi e non educhi non creerai mai dei giocatori salvo quelli che allenati pure dal custode della palestra arriverebbero in alto
 
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Casciaball
view post Posted on 16/3/2015, 13:38




Buongiorno,
tutto vero quello che si è detto fino adesso, ognuno deve fare la sua parte. E noi genitori, in base all'interesse sportivo di nostro figlio, dobbiamo innanzitutto trovare la giusta collocazione che concigli con gli impegni scolastici, familiari, attitudini e quant'altro; cercando di spronarlo all'impegno sano e costruttivo, evitando, però, di contrapporci alle linee della Società sportiva scelta. So che è difficile, perchè spesso, da incompetenti (parlo x me) diventiamo esperti organizzativi, preparatori, coach o allenatori di serie A.
Ma da quello che ho letto, l'argomento, non è tanto puntare il dito verso qualcuno o addossare responsabilità, ma capire se oggi il nostro basket giovanile è formativo. Mi spiego e chiedo a Voi, che di basket masticate, se un genitore di un ragazzo (medio bravo) volesse trovare una squadra che veramente punta a preparare tecnicamente un giovane atleta (indipendentemente dai risultati agonistici) a chi si dovrebbe rivolgere?
Vi confido sinceramente, che a suo tempo, io ho provato a chiedere ad esperti del settore, e quasi tutti con rammarico mi hanno detto che non ce ne erano, forse l'unica era (o è) la Bluorobica, che per noi diventava, x la distanza, diventava un pochino scomoda.
Tutte le altre puntano sulla fisicità, gli schemi, sulla tenacia e nient'altro; ti spremono finchè dai, poi l'anno successivo vieni scaricato e sostituito da uno magari più alto, più fisicato ecc.
Ora mi chiedo: giustifico l'agonismo, ma x il futuro stiamo, così, preparando i futuri campioni? E' solo una domanda.
 
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kublaikhan
view post Posted on 16/3/2015, 13:46




CITAZIONE (DeanSmith47 @ 15/3/2015, 13:56) 
Ma se in Lombardia,che sicuramente è la regione guida per numero di società di riferimento per il settore,non produce giocatori di alto livello da un tot di anni,gli ultimi 2 sono stati Gallinari(un predestinato che sarebbe potuto nascere dappertutto ed ha mangiato pane e pallacanestro dalla nascita) e Aradori,anno di nascita 1988,ci sarà pure un perché,o molti perché,ma un minimo di responsabilità ce l'avranno anche gli allenatori,professionisti o meno che siano,o no?

Oggi come oggi formare giocatori (italiani) per la serie A ha le stesse probabilità di formare un astronauta, del livello di Aradori poi, siamo a percentuali da superenalotto...

La ricca lombardia ha enormi pregi (quantità dei praticanti, palestre e società ovunque, e anche diversi centri di addestramento di medio livello, etc...) ma anche qualche grossa/enorme pecca:
- Pochissime società hanno la foresteria: a memoria credo solo CasalP e Treviglio (?).
- il reclutamento è pertanto per il 99,9% su scala regionale, solo casalP ogni tanto mi risulta faccia con continuità shopping fuori regione e all'estero.
- nessuna delle società di serie A ha un programma serio sul settore giovanile, intendo con investimenti importanti e continuativi in strutture, preparatori, allenatori, staff medico... e reclutamento nazionale ed internazionale.

Detto ciò, quali rimangano le colpe di allenatori e CRL... beh non saprei dirlo...
 
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Pennello
view post Posted on 16/3/2015, 14:28




it'all about the money...
(ok, non solo, anche le idee servono...però....)
domanda: quanto costa far crescere un aradori?!
 
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273 replies since 18/6/2012, 11:00   28355 views
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