blackecco |
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| CITAZIONE (endan @ 18/6/2012, 18:39) CITAZIONE (blackecco @ 18/6/2012, 17:07) la verita è che di tutti i ragazzi che iniziano fin da piccoli UNA SOCIETA RIESCE A TROVARE 1 O 2 GIOCATORI FUTURIBILI .Il resto deve pensare a divertirsi fino a quando a voglia e non pensare di essere un fenomeno ( compreso i genitori ). Verso i 19-20 anni molti abbandonano ...perche non hanno possibilità e scarsa voglia o si rendono conto che non possono competere. Il vero problema sta nei genitori che si fanno illusioni ... scusa, ma questa mi sembra un petizione di principio. non sarà che proprio quei comportamenti cui allude Jordanis generano solo una ristretta cerchia di chi prosegue ? come vedete è una domanda non una affermazione, peraltro affatto stizzita. a me sembra poi che ben pochi genitori si facciano illusioni: non siamo nel calcio e nessuno (o quasi) pensa che il proprio figlio vivrà di basket. interessa solo che i propri figli non vengano demotivati o umiliati e abbandonino ancora prima dei 19-20 anni cui vi riferite. per la maggioranza delle piccole società è gia tanto arrivare a giocare UNDER 19 molte non fanno neppure UNDER 21. Il motivo è semplice dopo questa eta si prospetta solo la PRIMA SQUADRA e dipende molto da dove milita se parliamo di C o D sono dolori per i nostri piccoli bambini Poi ci metti i dirigenti che reclutano giocatori da altri lidi ( magari pagandoli ) e per il tuo bimbo non cè spazio . Quindi in conclusione SE SEI BUONO GIOCHI SE NO RASSEGNATI la realtà secondo il mio punto di vista è questa , poi su come risolvere il problema mi spiace ma non saprei propio cosa suggerire. CITAZIONE (ilvecchiocasanova @ 18/6/2012, 19:10) Pochi saranno d'accordo con queste mie poche righe ma il forum è fatto per esternare le proprie idee e confrontarsi con gli altri, in modo civile. Non credo che la storia delle scelte, delle selezioni e dei minutaggi sia riconducibile a società più o meno professionistiche o altro: fa solo parte della normale competizione della vita. Per esemplificare il mio concetto parto....dal basso. Credo che molti di coloro che mi leggono abbiano, durante l'infanzia/adolescenza, passato del tempo libero all'oratorio o tra compagni di scuola o tra gli amici durante la vacanza al mare. Anche li, a quel livello "non professionistico", c'era la dura legge della competizione. Si faceva la conta e se il gruppo (non l'allenatore) non ti riteneva idoneo stavi fuori e giocavi poco perchè ...i tuoi compagni volevano vincere. Nello sport organizzato succede la stessa cosa e in genere non è un male, dovrebbe stimolare i ragazzi a migliorarsi, purchè il tutto sia gestito con educazione e rispetto del singolo. Forse esiste un solo vincolo importante: ogni ragazzo deve giocare al livello che gli compete o giù di li. Se il ragazzo gioca poco o nulla forse l'allenatore ritiene che in quel gruppo quello è lo spazio giusto da dargli. Sta a noi genitori cercare di capire come il ragazzo viva questa situazione, spronarlo a fare di più o, perchè no, a prendere in esame l'idea di cambiare squadra. A me è capitato da ragazzo: per due anni sono rimasto anche se giocavo poco, al terzo ho cambiato squadra. Ancora oggi (52 anni) gioco a basket appena posso e ringrazio mio padre per avermi ben gestito in quel periodo di piccole delusioni.
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