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| CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 8/8/2012, 13:15) la fiducia che manca alle aziende estere per investire in italia (la fiducia è anche e soprattutto questa) è dovuta a una serie di fattori che niente hanno che vedere con i costi della cina o dell'india. una buona parte è dovuta alle regole del mercato del lavoro che sono incomprensibili viste da un imprenditore straniero, poi le mafie. basta vedere gli investimenti esteri al sud. poi c'è la giustizia che non funziona. questo lo si vede nella difficoltà a riscuotere che hanno le aziende. e questi problemi si risolvono a livello politico più che economico.
quanto poi ai paesi in via di sviluppo, hanno dalla loro i costi molto bassi, ma hanno una qualità di lavoro molto molto bassa. basta vedere cosa fanno in africa i cinesi. allora l'italia si deve muovere nei punti in cui è forte. tanto per citare alcuni mercati: alimentare, meccanico, turistico, navale, biomedicale, calzaturiero, moda.....non sono pochi. Regole del mercato del lavoro incomprensibili? A chi mira unicamente al profitto, sicuramente si. Che la crisi sia in primo luogo politica siamo d'accordo... anche se dubito che i motivi di questo "accordo" siano condivisi. Io credo che la crisi sia politica perché si è voluto (somewhere in the West) abolire lo Stato-Nazione e sostituirlo con una realtà sovranazionale orientata al profitto non di tutti ma di alcuni... Quanto al "problema qualitativo" delle produzioni cinesi... diciamo che è largamente compensato dal prezzo (per ora) estremamente abbordabile: in pratica noi stessi cittadini italiani piegati dalla crisi non siamo più in grado di acquistare i prodotti "nostrali" perché troppo costosi e siamo i primi ad acquistare prodottacci cinesi che fanno schifo e durano niente. CITAZIONE (sensomc @ 8/8/2012, 13:16) CITAZIONE (ex.it @ 8/8/2012, 13:05) Il problema non è purtroppo solo dell'economia finanziaria, ma anche dell'economia reale... se vi fossero elementi per ritenere buoni i fondamenti dell'economia reale, immagino che anche i "mercati" dimostrerebbero un tantino di fiducia in più. Ma come si può pretendere di "competere alla pari" con realtà produttive dove i salari sono da fame, le garanzie sociali inesistenti, le limitazioni ambientali sono un pio desiderio? O si "torna indietro" di cento e passa anni a livello sociale (che in pratica è quanto si sta facendo) o si tenta di accelerare il progresso sociale in queste realtà produttive: si sta cercando di fare anche questo... ma la strada è lunga e nel frattempo da noi le aziende o chiudono o fuggono all'estero. Quindi la crisi è dell'economia reale per prima cosa. Ma è anche e forse soprattutto crisi politica poiché la politica si è dimostrata incapace di reggere il confronto con l'economia, sia a livello di capacità e velocità decisionale, sia a livello di assunzione di responsabilità. Purtroppo è una crisi principalmente del sistema democratico/rappresentativo di cui non è facile intravvedere una soluzione.
Nell'immediato l'unica soluzione, per quanto estrema possa sembrare, è un ritorno graduale alla sovranità monetaria... o attraverso un "riesame" concordato con le altre nazioni UE della moneta unica o attraverso l'emissione di una valuta nazionale da affiancare all'Euro e da utilizzare esclusivamente, da parte dei cittadini, per il pagamento delle imposte. Parte degli stipendi/pensioni verrebbero quindi pagati in questa nuova valuta su cui lo Stato tornerebbe ad avere piena sovranità. Lo Stato avrebbe quindi minore necessità di ricorrere ai "mercati" per finanziarsi e potrebbe quindi aggellerire gradualmente la tassazione e conseguentemente farci uscire dalla recessione. avvolte son tentato dal complottismo anche se mi piace pensare che molti dei personaggi neoliberali che conoscono a memorie quelle regole liberali ci credano veramente in quello che pensano. Quello che non si può accettare è la crisi democratica o è cosi oppure nulla,ed è quello che sta avvenendo nei piigs. ha vinto il neoliberismo imposto(democraticamente ?)nelle costituzioni europee Sorry... ma a questo punto temo che l'unica possibile soluzione sia a carattere non democratico: se le nostre forze Armate non fossero esse stesse uno specchio (in sedicesimo) di quella stessa classe dirigente che già vediamo all'opera sia a livello politico che a livello imprenditoriale sarei decisamente a favore di un colpo di Stato militare.
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