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I fatti di roma

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Titoquerci
view post Posted on 17/10/2011, 21:40




Quando avrò metabolizzato quello che ho visto, porterò anch'io la mia esperienza diretta.
 
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Tierra y libertad
view post Posted on 18/10/2011, 07:46




CITAZIONE (Titoquerci @ 17/10/2011, 22:40) 
Quando avrò metabolizzato quello che ho visto, porterò anch'io la mia esperienza diretta.

se eri in uno dei pulman pistoiesi parcheggiati a cinecittà ci siamo sfiorati.
 
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No way
view post Posted on 18/10/2011, 08:33




Questa cosa giova al governo che potrà dire che i manifestanti sono violenti e tra le altre cose hanno anche spostato l'attenzione su quelli e non sulla manifestazione pacifica.
 
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Tierra y libertad
view post Posted on 18/10/2011, 08:37




Cremaschi: molto bene.


di Giorgio Cremaschi

E’ inutile nasconderlo o minimizzarlo: il 15 ottobre c’è stata in Italia la più grande manifestazione tra quelle realizzate in tutto il mondo ed è finita in un disastro.
Noi che siamo tra coloro che l’hanno promossa e organizzata, abbiamo il dovere di scusarci con tutte e tutti coloro che sono venuti lì per manifestare e basta. Non siamo stati in grado di garantire ad essi l’esercizio di questo loro diritto. Una minoranza, non è importante quanto vasta, ma comunque nettamente tale, si è impadronita della manifestazione e l’ha trasformata sul piano militare, sul piano mediatico e su quello politico in un'altra cosa.
Questo è per me il punto centrale, poi naturalmente ci sono le singole responsabilità, gli atti di devastazione inaccettabili, così come anche gli scontri in piazza San Giovanni, ove le cariche della polizia hanno finito per coinvolgere tutte e tutti coloro che volevano manifestare. Se vogliamo fare una riflessione politica, dobbiamo sottolineare che questo è stato il senso della giornata: un esproprio di democrazia, coperto dagli scontri, quando doveva essere esattamente il contrario. (...)
Per questo sono contrario a minimizzare, così come respingo le reazioni ipocrite del palazzo. L’Italia è un paese con una democrazia malata, dove nelle istituzioni, nel parlamento, stanno persone incriminate per reati gravissimi, che considerano la magistratura una forza eversiva. L’illegalità in questo paese comincia dall’alto e, senza per questo giustificare nulla, è evidente che questo apre la via alla rottura e alla sfiducia anche violente. Per questo la risposta non può essere la negazione della realtà. I giovani che sfasciavano tutto, e che hanno aggredito prima di tutto il corteo e la manifestazione, vanno affrontati prima di tutto come un problema politico. Sono assolutamente contrario alla proposta di Di Pietro e Maroni di nuove leggi di polizia, questo sì sarebbe il modo per precipitare in rotture da fine anni Settanta. E’ evidente che chi ha provocato gli incidenti aveva una totale sfiducia nella funzione e nella efficacia delle grande manifestazione. E’ di questo che bisogna discutere, naturalmente con tutto il rigore necessario. Bisogna che i movimenti sappiano validare con una discussione democratica le scelte che compiono. Bisogna che ci siano le assemblee, le sedi aperte e trasparenti ove si decidono quali sono i criteri e le forme organizzate delle manifestazioni e ove si chiarisce che chi non li rispetta è estraneo ad essa. Questa è la questione di fondo, rispetto alla quale non ci sono scorciatoie. O sappiamo affrontare questa crisi dei nostri movimenti e delle nostre lotte con un confronto aperto e con una pratica democratica vera, oppure rischiamo di veder travolte la nostra forza e le nostre ragioni. E’ molto facile, di fronte a questa crisi economica, alla disperazione che produce, alla chiusura e alla crisi della nostra democrazia, che cresca lo spazio per azioni di carattere disperato. Se vogliamo impedirlo dobbiamo maturare in fretta e, senza ipocrisie, assumerci la responsabilità dei fallimenti. E il 15 ottobre in Italia lo è stato.



http://www.rete28aprile.it/index.php?optio...piano&Itemid=29
 
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topitos67
view post Posted on 18/10/2011, 11:08




parole davvero belle e onestissime

CITAZIONE (No way @ 18/10/2011, 09:33) 
Questa cosa giova al governo che potrà dire che i manifestanti sono violenti e tra le altre cose hanno anche spostato l'attenzione su quelli e non sulla manifestazione pacifica.

parole davvero banali e prive di spirito critico
 
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Titoquerci
view post Posted on 18/10/2011, 12:51




CITAZIONE (Tierra y libertad @ 18/10/2011, 08:46) 
se eri in uno dei pulman pistoiesi parcheggiati a cinecittà ci siamo sfiorati.

Caaaaazzzzzo, a averlo saputo... Sì, ero con il pullman..



http://http://crisis.blogosfere.it/2011/10...-accidente.html

CITAZIONE
Basta: i cortei non servono ad un accidente.

di Debora Billi

Francamente me lo sarei risparmiato, di scrivere sull'ennesima puntata del serial "Blac bloc contro pacifisti, la Polizia sta a guardare" che va avanti con successo dagli anni '70. Ma qualcuno me lo chiede via email, e così ecco qua.

Negli anni '70, i blac bloc al loro esordio furono battezzati "autonomi", e facevano esattamente le stesse cose di oggi: devastavano le città durante le manifestazioni del movimento (sì, si chiamava "movimento" anche allora). In caso di oceaniche manifestazioni sindacali, operaie, del Partito Comunista, invece degli autonomi non c'era traccia e tutto si svolgeva in perfetto ordine.

30 anni e tutto è ancora uguale. E da 30 anni stampa, opinione pubblica, governo e forze dell'ordine si interrogano sul mistero misterioso di chi siano mai questi facinorosi. Sappiamo persino chi è il colpevole di Ustica, pensate, e ancora non sappiamo nulla di questi sfuggentissimi blac bloc. Infiltrati del governo di turno, ultrà del pallone, ragazzini esaltati che si divertono così, o forse sono ancora gli stessi autonomi del '77 che, con la panza e i capelli bianchi, si stanno guadagnando la sudata pensione.



Il piagnisteo generale è ora sul tema "Tutti parlano delle devastazioni, e nessuno parla dei motivi importanti della manifestazione". La mia opinione è che, se il corteo si fosse svolto tranquillamente, di tali motivi importanti non sarebbe fregato nulla a nessuno lo stesso. O pensate forse che oggi, a reti unificate e in tutti i bar d'Italia, si starebbe parlando di debiti, default, banche predatorie, crisi, derivati, e crollo del sistema economico globale? Un milione di persone in strada, come è successo altre mille volte in Italia, e come altre mille volte non serve a un accidente.

Noi siamo maniaci dei cortei. In nessun posto come qui, c'è la fissa dei cortei. C'è gente che ne ha fatto quasi un mestiere, dell'organizzare cortei: la "mani", la chiamano tali specialisti. Non credo si siano mai chiesti se la manifestazione serva a qualcosa, in particolare se serva a qualcosa quando si protesta contro organismi e decisioni sovranazionali. Un conto è il corteo contro la Gelmini, un conto contro il sistema finanziario globale. Ma in Italia si vuole fare la sfilata, tutti insieme con gli amici, "festosa e gioiosa" come chiede orribilmente Vendola: evidentemente ci si aspetta che si festeggi la crisi e le sue conseguenze saltellando in strada e poi tutti a casa.

Un atteggiamento completamente schizzato: ieri hanno intervistato una pacifista, che condannava gli scontri. Il suo collettivo? "Atenei in rivolta".

La mia sensazione è che il movimento italiano non stia capendo nulla della situazione, non abbia una strategia di protesta o persino di "rivolta", e che propabilmente sia capeggiato, come tutte le cose in Italia, dai soliti quattro babbioni vecchi come il cucco che sanno usare solo i sistemi di 30 anni fa.

Un milione di persone in piazza andrebbero spese molto meglio. Se non si fa la presa del Palazzo d'Inverno (la rivoluzione violenta su cui, con la massima nonchalance, discettavano fino a ieri persino autorevoli giornalisti e politici, gli stessi che oggi invocano sistemi gandhiani), che si usino almeno in un modo intelligente. Accampate al Circo Massimo, diecimila persone basterebbero per fermare Roma a brevi flash e, studiando uno straccio di cartina, potrebbero bloccare l'arrivo dei pezzi grossi dall'aeroporto di Ciampino, che regolarmente attraversano la città a duecento all'ora facendo strage di motociclisti e passanti costretti a buttarsi nei fossi per evitare le auto blu.

Occupy Wall Street sta in strada da 30 giorni. Erano 20 persone, all'inizio, oggi sono migliaia. E si fanno arrestare in massa, ogni giorno, disobbedendo alle assurde leggi repressive che vigono colà (ad esempio: vietato scendere dal marciapiede). Noi abbiamo un "potenziale di fuoco" pacifico di un milione di persone, e lo sprechiamo piagnucolando sui blac bloc che ci rovinano la festicciola, e poi tornando a casa con la coda fra le gambe. Il Circo Massimo era a due passi, ieri: ci fosse stato un cane pronto a lanciare un'idea alternativa lì per lì.

Il modello di battaglia di questa era, è piazza Tahrir. Occupare in migliaia uno spazio, permanentemente, e tenerlo col ricambio delle presenze (tutti trovano un'ora o due giorni per andare a presidiare): allestendo tendopoli, chioschi, facendo assemblee, disturbando con flash mob, resistendo allo sgombero, facendosi arrestare. Da piazza Tahrir a Wall Street, sta funzionando bene e trova la solidarietà della popolazione, della stampa che non può fiatare e persino di qualche membro delle forze dell'ordine.

Ma in Italia tale geniale idea non è venuta ancora a nessuno, di quelli che organizzano "le mani". Forse non sono venuti a saperlo. Sarà che, come i blac bloc, anche loro sono un poco anziani e con Internet hanno poca dimestichezza

Parole SANTE
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 18/10/2011, 13:19




un giorno i black block ci sorpenderanno, si metteranno in sciopero della fame e pensioneranno pannella.
 
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view post Posted on 18/10/2011, 14:09
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forumista oltre

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Sono abbastanza d'accordo con l'articolo di Debora Billi...siamo un paese che fa una marea di manifestazioni (il più delle volte il sabato pomeriggio) per qualsiasi cosa e che non ottengono nulla o quasi...evidentemente ci sarebbe bisogno di qualcosa di più efficace...
 
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topitos67
view post Posted on 18/10/2011, 14:14




CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 18/10/2011, 14:19) 
un giorno i black block ci sorpenderanno, si metteranno in sciopero della fame e pensioneranno pannella.

speriamo pannella sia eterno
 
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view post Posted on 18/10/2011, 14:51
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Il potere è l'immondizia della storia degli umani e, anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte: siamo i "Grandi della Mancha", Sancho Panza e Don Chisciotte !

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CITAZIONE (topitos67 @ 18/10/2011, 15:14) 
CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 18/10/2011, 14:19) 
un giorno i black block ci sorpenderanno, si metteranno in sciopero della fame e pensioneranno pannella.

speriamo pannella sia eterno

Ma anche no...e come lui, anche tanti altri che bazzigano (impuniti) quei palazzi da decine d'anni.....
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 18/10/2011, 15:04




con 2 piccole (ma sostanziali differenze):
1)pannella non è in parlamento dal '93 (mi pare)
2)pannella quando commette un reato, lo fa davanti a tutti e chiede di essere processato.

di questi tempi non mi pare poco.
 
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topitos67
view post Posted on 18/10/2011, 15:46




ireati commessi da panella sono sempre stati preanunciati come forma di protesta
non lo ha detto dopo per giustificarsi
 
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Titoquerci
view post Posted on 18/10/2011, 17:03




Lasciatemi fare Pannella.

Mi inserisco di nuovo facendo copia e incolla di questo post trovato su questo blog

http://riccardo.cefala.net/2011/10/io-amo-i-black-bloc

e del quale condivido ogni singola lettera.
Leviamoci dalla faccia questa dannata ipocrisia del cazzo e buttiamo giù la maschera.
Questo è quello che IO penso.

CITAZIONE
Io Amo i Black Bloc

Ad un certo punto ho deciso che mi dovevo dare una mossa e scrivere ‘ste quattro cose. E dire un sacco di parolacce. Semplicemente perché posso e perché nessuno pare farlo. Perché è frustrante guardare le cose da lontano ed anche perché credo di avere qualcosa di diverso per la testa a parte la voyeuristica e diffusa indignazione del giorno dopo.

Il 15 Ottobre ho partecipato anche io alla manifestazione degli Indignados. Solo che sono da qualche mese ad Amsterdam. Ed ecco cosa ho visto: c’erano dei cartelli molto indignati. Applausi indignati, dread lock indignati, padri e madri molto perbene, molto alti, molto biondi e molto indignati. Alcuni spingevano passeggini, altri avevano bimbi sulle spalle con altri cartelli indignati. Perfino jam session indignate di una inaspettata qualità. I più indignati di tutti erano quelli di free hugs, probabilmente. Tutti molto indignati.

Il traffico era bloccato sulla Damrak. I tram fermi. Davvero un fottio di gente. Nell’ordine della decina di migliaia. Ma non è che c’è molto per cui indignarsi nel paese più felice del mondo e con il reddito pro capite tra i più alti del pianeta. Ci si indigna per quanto si può. E quindi è stata una gran bella festona indignata-quanto-possibile a due passi da una Dam Square apparecchiata per l’imminente Halloween o Ponte dei Morti o quello che vi pare, tanto qui non frega niente a nessuno ché vogliono solo divertirsi e fare soldi, senza troppe ipocrisie.

Poi torno a casa… E trovo la mia Capitale in fiamme. Non posso nascondere il primo pensiero di cui mi vergogno un po’: “Finalmente qualcosa si muove! Facciamo vedere a sti minchionazzi nord europei come si fa!”. Ed invece poi l’inevitabile delusione per gli irrazionali atti di violenza. Per quelli che solo in Italia chiamiamo black bloc. Denominazione che ha tutt’altro significato, basterebbe guardare Wikipedia. Scene già viste il 14 Dicembre scorso. Roba da anni ’70. E quindi il susseguirsi di: ”Oh, è un peccato!”. “Oh, la madonna sfasciata”. “Oh, ACAB”, “Oh, non avremo mai un movimento credibile”, “Oh, that’s why we can’t have nice things”.

Poi, Nezio su Facebook mi scrive (pressappoco) che sfondare i vetri delle banche e sfasciare le madonne non è la soluzione al problema e che, come in passato, avrebbe distolto l’attenzione dal REAL PROBLEM. Me lo scrive in inglese. Ed è stato solo in quel momento che ho iniziato a pensare per davvero ad una cosa: al REAL PROBLEM.

E il REAL PROBLEM è che noi non siamo l’Olanda. Loro non ce l’hanno i black bloc. Quelli che noi chiamiamo black bloc ci sono dentro fino al casco, nel REAL PROBLEM. Anzi, loro sono il REAL PROBLEM. O meglio sono la manifestazione più evidente del REAL PROBLEM. Tuttavia paiono tutti miopi, manco se ne parla dei black bloc se non per condannarli. Ma qual’è il REAL PROBLEM di sti giovini?

Ve lo dico io che in buona parte sono un cazzaro come loro. E lo farò in modo molto diretto: i giovini sono incazzati al punto di sfasciare le madonne perché le scuole puzzano di merda, sopratutto al sud. Perché chi cresce in Calabria o in periferia a Roma o Napoli vede e fa cose che da Perugia in su sono inimmaginabili. Perché ai professori di mezz’età non frega niente di fare un buon lavoro per qualche spicciolo, gli basta di andare in pensione tra un paio d’anni. Perché perfino le strade che ti ci portano a scuola fanno cagare, e la teoria delle finestre rotte fa il resto.

Perché la formazione politica nei licei è qualcosa che somiglia al tifo calcistico. Tipo i crip e i blood che si sparano in faccia perché hanno la bandana di colore diverso. Si parla davvero di “Comunismo” e di “Comunisti” come se fossero cose che ancora esistono nel 2011 e di “Fasci” e di “Cellerini” come se alla domanda di concorso per entrare nei carabinieri andasse obbligatoriamente allegata prova di discendenza paterna da qualche squadraccia dei ruggenti anni ’30 e non guadagnassero anche loro una miseria.

Perché ogni cosa che impari a scuola è vecchia e destituita dal legame con la realtà, si fanno associazioni di idee in autonomia meglio che si può e nessuno ti fa capire che un giorno sarai chiamato a contribuire a migliorare il mondo. Si arriva a diciott’anni a votare prendendo una decisione sul fatto che ti piacciono le dr. Martens o le Converse (aggiornare con i feticci di adesso). Mentre i partiti sono diventati istituti di formazione di marketing, ruffianerie o ragazze immagine e ci si forma politicamente nei Roma Club o Casa Pound.

Perché sono incazzato anche io che me la passo bene. Perché sono da qualche mese all’estero e mi rendo conto di quello che non ho avuto e di quello che sarei potuto essere. Perché da quando ho 15 anni ho visto le cose peggiorare, ogni anno, inesorabilmente. Ed i miei genitori ed i miei illusori mentori non se ne sono mai accorti o se ne sono fottuti. Perché nonostante so fare cose che il 99.9% della attuale classe dirigente non è manco in grado di capire, so che quando tornerò in Italia mi toccheranno 1000€ e a loro comunque 10000€. E, ripeto, io sono uno di quelli che se la passa alla grande, con una borsa di studio europea ed entrambi i genitori che mi mollerebbero tutto quello che voglio. Ho la netta sensazione che chi non ha niente o non sa fare niente è fottuto da un pezzo.

E allora? Qualche rigurgito nichilista ti viene se hai 20 anni, no? E che si fa? Be’, bisognerebbe dirgli che se ci si impegna si possono migliorare le cose, che da domani ci mettiamo tutti insieme e cercheremo un modo. Tipo che cominciamo con un abbraccio gratis, come in Nord Europa, dove sono tutti felici!

E invece? Col cazzo! Si prendono le distanze, come se ce ne fosse bisogno. Li si rinnega, come se si fossero auto-generati. Li si accusa, come se avessero colpa di esistere. E al solito si invocano tolleranza zero e nuove leggi per la sicurezza.

Io sono convinto che qualunque movimento che non faccia i conti con questa faccenda sia già sorpassato in partenza. Non basta fare appello ai giovani di buona volontà come negli altri paesi europei. Non basta organizzare manifestazioni fiche e rilassate con i 30enni pseudo hipster, i signori e le signore con la bandiera della pace, quelli con le bandiere di SEL e del Che, i giocolieri, i suonatori di bonghi e pretendere che tutti partecipino con gioia alla nuova primavera. Non funziona così perché i black bloc ci saranno comunque e rovineranno il flash mob che gli scienziati della comunicazione hanno organizzato con cura su twitter e facebook. Ma credo ci sia anche una soluzione:

Bisogna amare i Black Bloc!

Se fossi stato a Roma e avessi avuto la lucidità e le palle di farlo sarei corso ad abbracciarli, poco prima che si mettessero ad incendiare veicoli, mentre tutti gli altri indignati (i “buoni”) gli urlavano contro e polizia, gdf e carabinieri (i “cattivi”) gli avrebbero di lì a poco gonfiato il muso a manganellate. Gli sarei andato a dire che hanno ragione, ma che non è questo il modo. Che gli voglio bene. E che sono come me, che siamo solo dannatamente ignoranti ma sempre meglio dei nostri ottusi vecchi, che non sappiamo un cazzo di antagonismo organizzato, e che comunque non è colpa nostra: sono anni che nessuno è più in grado spiegarci niente. Che siamo molto più potenti di quello che credono e che siamo la stessa fottuta forza rinnovatrice. Che forse un futuro c’è. Avrei provato a convicere qualcun’altro ad abbracciarli. Sono in 150? Abbracciamoli in 300! Baciamogli i caschi neri e facciamogli vedere che vogliamo la stessa cosa: mandare in pensione una classe dirigente fallita.

Davvero qualcuno si accontenta od è soddisfatto delle ferme condanne alle violenze dei Preti, di Maroni o di Di Pietro? Mi dispiace, io non posso accontentarmi. Li devono amare anche loro! Lo devono dire che il peggio in Italia non sono 150 incappucciati vestiti di nero!

Come si fa a pretendere che nasca un movimento pacifico e costruttivo dal basso quando un intero paese è in stasi da decenni? Dove sono i nostri giornalisti che ci mostrano che Brasile, Cina, India e Russia hanno già vinto la partita e dobbiamo puntare sull’unica cosa che loro ancora non hanno, ma che stanno accumulando rapidamente investendo in ricerca: il know how? Dove sono i genitori illuminati dal ’68 e dal peace and love? Dove sono i cattolici che vogliono bene al loro prossimo? Dov’è il nostro rappresentate in parlamento? Uno che sia in grado di dire senza paura di perdere i voti di quegli stessi cattolici: “Io amo i black bloc! Li perdono per aver sfasciato una madonna! Ed inoltre, ho visto su Wikipedia che sono anni che sbagliamo a chiamarli black bloc. Sapete cos’è Wikipedia, no?”. Insomma, uno stronzo che dica una cosa ed una soltanto: la verità. Che l’unico modo per togliere i black bloc dalle manifestazioni è risolvere the REAL PROBLEM offrendo un’alternativa al nulla degli ultimi anni. Che in un certo senso la madonna l’hanno rotta 15 anni di opportunismi ed inettitudine, l’hanno rotta Bersani, Vendola, Di Pietro, Fini, Grillo, Bindi, Renzi, La Repubblica, la Gazzetta dello Sport, Minzolini, i nostri genitori che sanno l’inglese peggio del ministro La Russa, Mediaset, la Rai ed il disastro antropologico di cui parlano i Preti. Che dica che i black bloc sono esattamente come noi e che isolarli è ipocrita perché li vogliamo ed abbiamo bisogno della loro energia.

E già che ci siamo fatemi dire che vorrei abbracciare pure Carabinieri, Polizia e GDF, sopratutto quelli onesti che si prendono i sanpietrini in bocca per quattro spicci e con un organizzazione da guardia e ladri. Ma anche quelli frustrati che gli piace menare le mani, perché ci sono e anche loro fanno parte del REAL PROBLEM.

Sono anni che non credo più in nessuno e non ho nessuno da votare. Ma credo nei black bloc, perché è l’evidenza più forte che le cose non vanno bene e possono degenereare ulteriormente. Chi non fa i conti onestamente con i black bloc non va da nessuna parte. Chi non ha la forza di dire che non è colpa loro o è un codardo o è un cazzone. I tempi sono cambiati e non abbiamo manco gli strumenti per accorgercene! Mentre tutti prendono le distanze io vorrei abbracciare ‘sti cazzo di black bloc!

E buon pomeriggio.

 
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view post Posted on 18/10/2011, 17:40
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forumista oltre

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CITAZIONE (Titoquerci @ 18/10/2011, 18:03) 
CITAZIONE
Io Amo i Black Bloc

Ad un certo punto ho deciso che mi dovevo dare una mossa e scrivere ‘ste quattro cose. E dire un sacco di parolacce. Semplicemente perché posso e perché nessuno pare farlo. Perché è frustrante guardare le cose da lontano ed anche perché credo di avere qualcosa di diverso per la testa a parte la voyeuristica e diffusa indignazione del giorno dopo.

Il 15 Ottobre ho partecipato anche io alla manifestazione degli Indignados. Solo che sono da qualche mese ad Amsterdam. Ed ecco cosa ho visto: c’erano dei cartelli molto indignati. Applausi indignati, dread lock indignati, padri e madri molto perbene, molto alti, molto biondi e molto indignati. Alcuni spingevano passeggini, altri avevano bimbi sulle spalle con altri cartelli indignati. Perfino jam session indignate di una inaspettata qualità. I più indignati di tutti erano quelli di free hugs, probabilmente. Tutti molto indignati.

Il traffico era bloccato sulla Damrak. I tram fermi. Davvero un fottio di gente. Nell’ordine della decina di migliaia. Ma non è che c’è molto per cui indignarsi nel paese più felice del mondo e con il reddito pro capite tra i più alti del pianeta. Ci si indigna per quanto si può. E quindi è stata una gran bella festona indignata-quanto-possibile a due passi da una Dam Square apparecchiata per l’imminente Halloween o Ponte dei Morti o quello che vi pare, tanto qui non frega niente a nessuno ché vogliono solo divertirsi e fare soldi, senza troppe ipocrisie.

Poi torno a casa… E trovo la mia Capitale in fiamme. Non posso nascondere il primo pensiero di cui mi vergogno un po’: “Finalmente qualcosa si muove! Facciamo vedere a sti minchionazzi nord europei come si fa!”. Ed invece poi l’inevitabile delusione per gli irrazionali atti di violenza. Per quelli che solo in Italia chiamiamo black bloc. Denominazione che ha tutt’altro significato, basterebbe guardare Wikipedia. Scene già viste il 14 Dicembre scorso. Roba da anni ’70. E quindi il susseguirsi di: ”Oh, è un peccato!”. “Oh, la madonna sfasciata”. “Oh, ACAB”, “Oh, non avremo mai un movimento credibile”, “Oh, that’s why we can’t have nice things”.

Poi, Nezio su Facebook mi scrive (pressappoco) che sfondare i vetri delle banche e sfasciare le madonne non è la soluzione al problema e che, come in passato, avrebbe distolto l’attenzione dal REAL PROBLEM. Me lo scrive in inglese. Ed è stato solo in quel momento che ho iniziato a pensare per davvero ad una cosa: al REAL PROBLEM.

E il REAL PROBLEM è che noi non siamo l’Olanda. Loro non ce l’hanno i black bloc. Quelli che noi chiamiamo black bloc ci sono dentro fino al casco, nel REAL PROBLEM. Anzi, loro sono il REAL PROBLEM. O meglio sono la manifestazione più evidente del REAL PROBLEM. Tuttavia paiono tutti miopi, manco se ne parla dei black bloc se non per condannarli. Ma qual’è il REAL PROBLEM di sti giovini?

Ve lo dico io che in buona parte sono un cazzaro come loro. E lo farò in modo molto diretto: i giovini sono incazzati al punto di sfasciare le madonne perché le scuole puzzano di merda, sopratutto al sud. Perché chi cresce in Calabria o in periferia a Roma o Napoli vede e fa cose che da Perugia in su sono inimmaginabili. Perché ai professori di mezz’età non frega niente di fare un buon lavoro per qualche spicciolo, gli basta di andare in pensione tra un paio d’anni. Perché perfino le strade che ti ci portano a scuola fanno cagare, e la teoria delle finestre rotte fa il resto.

Perché la formazione politica nei licei è qualcosa che somiglia al tifo calcistico. Tipo i crip e i blood che si sparano in faccia perché hanno la bandana di colore diverso. Si parla davvero di “Comunismo” e di “Comunisti” come se fossero cose che ancora esistono nel 2011 e di “Fasci” e di “Cellerini” come se alla domanda di concorso per entrare nei carabinieri andasse obbligatoriamente allegata prova di discendenza paterna da qualche squadraccia dei ruggenti anni ’30 e non guadagnassero anche loro una miseria.

Perché ogni cosa che impari a scuola è vecchia e destituita dal legame con la realtà, si fanno associazioni di idee in autonomia meglio che si può e nessuno ti fa capire che un giorno sarai chiamato a contribuire a migliorare il mondo. Si arriva a diciott’anni a votare prendendo una decisione sul fatto che ti piacciono le dr. Martens o le Converse (aggiornare con i feticci di adesso). Mentre i partiti sono diventati istituti di formazione di marketing, ruffianerie o ragazze immagine e ci si forma politicamente nei Roma Club o Casa Pound.

Perché sono incazzato anche io che me la passo bene. Perché sono da qualche mese all’estero e mi rendo conto di quello che non ho avuto e di quello che sarei potuto essere. Perché da quando ho 15 anni ho visto le cose peggiorare, ogni anno, inesorabilmente. Ed i miei genitori ed i miei illusori mentori non se ne sono mai accorti o se ne sono fottuti. Perché nonostante so fare cose che il 99.9% della attuale classe dirigente non è manco in grado di capire, so che quando tornerò in Italia mi toccheranno 1000€ e a loro comunque 10000€. E, ripeto, io sono uno di quelli che se la passa alla grande, con una borsa di studio europea ed entrambi i genitori che mi mollerebbero tutto quello che voglio. Ho la netta sensazione che chi non ha niente o non sa fare niente è fottuto da un pezzo.

E allora? Qualche rigurgito nichilista ti viene se hai 20 anni, no? E che si fa? Be’, bisognerebbe dirgli che se ci si impegna si possono migliorare le cose, che da domani ci mettiamo tutti insieme e cercheremo un modo. Tipo che cominciamo con un abbraccio gratis, come in Nord Europa, dove sono tutti felici!

E invece? Col cazzo! Si prendono le distanze, come se ce ne fosse bisogno. Li si rinnega, come se si fossero auto-generati. Li si accusa, come se avessero colpa di esistere. E al solito si invocano tolleranza zero e nuove leggi per la sicurezza.

Io sono convinto che qualunque movimento che non faccia i conti con questa faccenda sia già sorpassato in partenza. Non basta fare appello ai giovani di buona volontà come negli altri paesi europei. Non basta organizzare manifestazioni fiche e rilassate con i 30enni pseudo hipster, i signori e le signore con la bandiera della pace, quelli con le bandiere di SEL e del Che, i giocolieri, i suonatori di bonghi e pretendere che tutti partecipino con gioia alla nuova primavera. Non funziona così perché i black bloc ci saranno comunque e rovineranno il flash mob che gli scienziati della comunicazione hanno organizzato con cura su twitter e facebook. Ma credo ci sia anche una soluzione:

Bisogna amare i Black Bloc!

Se fossi stato a Roma e avessi avuto la lucidità e le palle di farlo sarei corso ad abbracciarli, poco prima che si mettessero ad incendiare veicoli, mentre tutti gli altri indignati (i “buoni”) gli urlavano contro e polizia, gdf e carabinieri (i “cattivi”) gli avrebbero di lì a poco gonfiato il muso a manganellate. Gli sarei andato a dire che hanno ragione, ma che non è questo il modo. Che gli voglio bene. E che sono come me, che siamo solo dannatamente ignoranti ma sempre meglio dei nostri ottusi vecchi, che non sappiamo un cazzo di antagonismo organizzato, e che comunque non è colpa nostra: sono anni che nessuno è più in grado spiegarci niente. Che siamo molto più potenti di quello che credono e che siamo la stessa fottuta forza rinnovatrice. Che forse un futuro c’è. Avrei provato a convicere qualcun’altro ad abbracciarli. Sono in 150? Abbracciamoli in 300! Baciamogli i caschi neri e facciamogli vedere che vogliamo la stessa cosa: mandare in pensione una classe dirigente fallita.

Davvero qualcuno si accontenta od è soddisfatto delle ferme condanne alle violenze dei Preti, di Maroni o di Di Pietro? Mi dispiace, io non posso accontentarmi. Li devono amare anche loro! Lo devono dire che il peggio in Italia non sono 150 incappucciati vestiti di nero!

Come si fa a pretendere che nasca un movimento pacifico e costruttivo dal basso quando un intero paese è in stasi da decenni? Dove sono i nostri giornalisti che ci mostrano che Brasile, Cina, India e Russia hanno già vinto la partita e dobbiamo puntare sull’unica cosa che loro ancora non hanno, ma che stanno accumulando rapidamente investendo in ricerca: il know how? Dove sono i genitori illuminati dal ’68 e dal peace and love? Dove sono i cattolici che vogliono bene al loro prossimo? Dov’è il nostro rappresentate in parlamento? Uno che sia in grado di dire senza paura di perdere i voti di quegli stessi cattolici: “Io amo i black bloc! Li perdono per aver sfasciato una madonna! Ed inoltre, ho visto su Wikipedia che sono anni che sbagliamo a chiamarli black bloc. Sapete cos’è Wikipedia, no?”. Insomma, uno stronzo che dica una cosa ed una soltanto: la verità. Che l’unico modo per togliere i black bloc dalle manifestazioni è risolvere the REAL PROBLEM offrendo un’alternativa al nulla degli ultimi anni. Che in un certo senso la madonna l’hanno rotta 15 anni di opportunismi ed inettitudine, l’hanno rotta Bersani, Vendola, Di Pietro, Fini, Grillo, Bindi, Renzi, La Repubblica, la Gazzetta dello Sport, Minzolini, i nostri genitori che sanno l’inglese peggio del ministro La Russa, Mediaset, la Rai ed il disastro antropologico di cui parlano i Preti. Che dica che i black bloc sono esattamente come noi e che isolarli è ipocrita perché li vogliamo ed abbiamo bisogno della loro energia.

E già che ci siamo fatemi dire che vorrei abbracciare pure Carabinieri, Polizia e GDF, sopratutto quelli onesti che si prendono i sanpietrini in bocca per quattro spicci e con un organizzazione da guardia e ladri. Ma anche quelli frustrati che gli piace menare le mani, perché ci sono e anche loro fanno parte del REAL PROBLEM.

Sono anni che non credo più in nessuno e non ho nessuno da votare. Ma credo nei black bloc, perché è l’evidenza più forte che le cose non vanno bene e possono degenereare ulteriormente. Chi non fa i conti onestamente con i black bloc non va da nessuna parte. Chi non ha la forza di dire che non è colpa loro o è un codardo o è un cazzone. I tempi sono cambiati e non abbiamo manco gli strumenti per accorgercene! Mentre tutti prendono le distanze io vorrei abbracciare ‘sti cazzo di black bloc!

E buon pomeriggio.

:clap: :clap: :clap:
 
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Jackson Keith Wilkes
view post Posted on 18/10/2011, 18:18




Roma, poche centinaia di teppisti causano danni incalcolabili. Votando la fiducia.

ovviamente da Spinoza
 
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51 replies since 16/10/2011, 22:50   738 views
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