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La chiesa che ci piace, Seguaci della parola Di Cristo, cattocomunisti o gattocomunisti?

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.Torero Camomillo.
view post Posted on 28/12/2011, 17:01




leggendo quanto scritto e conoscendo il personaggio direttamente tendo ad escludere che questa sia la pura verità.
sicuramente ci va vicina ma non credo che sia tutta.
è solo un mio pensiero, che in questo caso niente a che vedere con la chiesa ma col "personaggio" in questione.
 
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originalgialloblu
view post Posted on 20/1/2012, 08:50




Castellammare, processione con omaggio
al boss. Il sindaco abbandona il corteo
Il Vescovo della città vesuviana ha voluto replicare percorso e sosta di fronte alla cappella sotto la casa del camorrista. Un segno di rispetto per il capoclan che il primo cittadino non ha tollerato: si è sfilato il tricolore e ritirato il gonfalone
San Catello, processione con omaggio al boss della camorra. Accade a Castellammare di Stabia (Napoli), dove per il secondo anno consecutivo il sindaco Pdl Luigi Bobbio ha abbandonato il corteo religioso che celebra il Santo patrono, si è sfilato il tricolore e ha ritirato il gonfalone.

Gesto clamoroso, compiuto insieme ai suoi assessori in segno di protesta per la decisione del vescovo Felice Cece di non fare eccezioni al protocollo, che prevede per l’appunto una sosta davanti alla Cappella di Santa Fara. Sopra la quale vive e si affaccia l’ormai anziano boss Renato Raffone, protagonista delle stagioni criminali stabiesi degli anni ’80, per ricevere l’omaggio della “sua” gente.

E dire che sindaco e vescovo nei giorni scorsi si erano incontrati per discutere proprio di questo: di come evitare che la tradizionale festa di San Catello, patrono di Castellammare di Stabia, potesse essere equivocata come un segno di sottomissione ai rituali camorristici.


video di Andrea Postiglione

Già l’anno scorso Bobbio, sindaco al primo anno di mandato, abbandonò la processione sconcertato per il saluto del boss alla statua del santo. L’incontro tra Bobbio e Monsignor Cece si era concluso con comunicati concilianti e di condivisione della comune lotta ai disvalori camorristici. Ma evidentemente qualcosa non era stata chiarita del tutto. Il Vescovo ha insistito nel replicare il tradizionale percorso e la conseguente sosta di fronte alla cappella votiva, che nei fatti viene considerata come un segno di rispetto per il boss. E il sindaco non l’ha presa bene e se ne è andato.

Questa mattina i due erano partiti insieme alla testa della processione. Insieme hanno attraversato il centro storico. Davanti ai cancelli della Fincantieri, azienda in profonda crisi che dava lavoro a migliaia di concittadini stabiesi, Monsignor Cece ha ricordato le parole che Giovanni Paolo II pronunciò nel 1992 durante la sua visita allo stabilimento. Ma quando Bobbio si è accorto che il Vescovo non intendeva soprassedere al passaggio della processione di fronte alla Cappella di Santa Fara, e dopo aver inutilmente tentato di fargli cambiare idea, ha ritirato il gonfalone, si è sfilato la fascia tricolore e, insieme alla giunta, ha abbandonato la cerimonia e si è spostato sul lungomare. Lasciando il Vescovo a proseguire da solo verso il centro antico.

Quando la statua di San Catello è giunta sotto la Cappella, il capoclan si è affacciato come sempre, ha mandato un bacio al santo e, dopo la sosta, ha fatto cenno ai portatori che potevano riprendere la marcia.

 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 20/1/2012, 21:12




qui più che la chiesa che cipiace c'è il sindaco che ci piace....
 
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topitos67
view post Posted on 26/1/2012, 11:23




CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 20/1/2012, 21:12) 
qui più che la chiesa che cipiace c'è il sindaco che ci piace....

si vero
 
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view post Posted on 23/2/2013, 11:53
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Il potere è l'immondizia della storia degli umani e, anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte: siamo i "Grandi della Mancha", Sancho Panza e Don Chisciotte !

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CITAZIONE
Mando la "lettera pastorale" della sen. Ada Spadoni (PDL) e la mia risposta, dovuta, visto che la senatrice si è rivolta a tutti i preti dell'Umbria in quanto pastori e sollevando solo alcuni dei temi etici che sono oggetto della riflessione cristiana, con la chiara richiesta di un sostegno politico dei preti stessi e delle comunità cristiane.

don Gianfranco Formenton


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LA LETTERA DELLA SENATRICE

Perugia, 8 febbraio 2013

Gentile Parroco,
mi sono decisa a scrivere questa lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria perché, dopo cinque anni trascorsi in Senato, so con certezza che nei primi mesi della prossima legislatura dovranno essere affrontati in Parlamento parecchi argomenti che riguardano temi etici importanti e delicatissimi. Mi riferisco, tra le altre, alle disposizioni sul fine vita (chi non ricorda il caso Englaro), alla legge sul matrimonio per le coppie omosessuali, all'adozione di bambini nelle stesse coppie omosessuali, alle problematiche sull'uso degli embrioni, all'apertura all'aborto eugenetico (che, di fatto, si va già diffondendo).

In Parlamento, lo scorso anno, ho costituito, assieme ad altri colleghi, l'Associazione parlamentare per la Vita. Una Associazione che è stata un baluardo contro ogni attacco volto a modificare in senso negativo la nostra legislazione. Malgrado ciò recenti orientamenti dei giudici hanno intaccato lo stesso dettato costituzionale in tema di famiglia, di adozioni e di fine vita.
Immagino che sulla politica economica del mio partito non tutto possa essere pienamente condivisibile e che, magari, alcuni preferiscano soluzioni diverse da quelle che abbiamo proposto o che abbiamo in programma di fare. Sui temi etici però, a differenza di altri partiti, il PdL è stato sempre unito e coerente, perché composto da molti cattolici e da altri che si definiscono laici adulti, la cui formazione culturale e politica è in ogni caso improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili. Se di politica economica si può discutere (ma io ho sempre lottato per orientare al bene comune l'azione dello Stato), su queste tematiche non ci sarà possibilità di mediazione. Mediare significherebbe comunque accettare che, prima o poi, si compia un'escalation che ha come traguardo la modificazione dei valori di fondo della nostra società, da ultima, per usare la denuncia dei vescovi spagnoli, la separazione della sessualità dalla persona: non più maschio e femmina, ma il sesso sarebbe un dato anatomico senza rilevanza antropologica.
È necessario che nel futuro Parlamento ci sia un numero di persone sufficienti a non far passare leggi contro la famiglia, l'uomo e la sua vita. Io mi sono impegnata e mi impegnerò in questo senso. Per questo chiedo anche il Suo sostegno e ringrazio per tutto quello che riterrà di fare.
Devotamente saluto,

Ada Urbani
candidata PdL al senato
www.adaurbani.it

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LA RISPOSTA DI DON GIANFRANCO FORMENTON

Spoleto, 12 febbraio 2013

Gentile Senatrice,

ho ricevuto la sua lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria e ho deciso di risponderle in quanto pastore di una parte di questo popolo al quale recentemente il Card. Bagnasco ha raccomandato, dopo alcune eclatanti ed astrali promesse elettorali, di non farsi abbindolare.

Vedo che nella sua lettera lei parla in gran parte dei cosiddetti temi etici che lei riferisce unicamente ai luoghi comuni che tutti i politici in cerca di voti e consensi toccano quando si rivolgono ai cattolici: il fine vita, le unioni omosessuali, gli embrioni, l'aborto.

La ringrazio anche per la citazione dei vescovi spagnoli e per il suo impegno per la formazione culturale e politica improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili.

Ma rivolgendosi ai pastori del popolo cristiano lei dovrebbe ricordare che tra i valori non negoziabili nella vita, nella vita cristiana e soprattutto in politica entrano tutta una serie di comportamenti di vita, di etica pubblica e di testimonianza sui quali non mi sembra che il partito di cui lei fa parte né gli alleati che si è scelto siano pienamente consapevoli.

Sarebbe bello stendere un velo pietoso su tutto ciò che riguarda il capo del suo partito, sul quale non credo ci siano parole sufficienti per stigmatizzare i comportamenti, le esternazioni, le attitudini pruriginose, le cafonerie, le volgarità verbali che costituiscono tutto il panorama di disvalori che tutti i pastori del popolo cristiano cercano di indicare come immorali agli adulti cristiani e dai quali cercano di preservare le nuove generazioni.

Sarebbe bello ma i pastori non possono farlo perché lo spettacolo indecoroso del suo capo è stato anche una vera e propria modificazione dei valori di fondo della nostra società (come lei dice) operata anche grazie allo strapotere mediatico che ha realizzato una vera e propria rivoluzione (questa sì che gli è riuscita) secondo la quale oramai il relativismo morale, tanto condannato dalla Chiesa, è diventato realtà. Concordo con lei, su questo mediare significherebbe accettare.

Un'idea di vita irreale ha devastato le coscienze e i comportamenti dei nostri giovani che hanno smesso di sognare sogni nobili e si sono adagiati sugli sculettamenti delle veline, sui discorsi vacui nei pomeriggi televisivi, sui giochi idioti del fine pomeriggio e su una visione rampante e furbesca della politica fatta di igieniste dentali, di figli di boss nordisti, di pregiudicati che dobbiamo chiamare onorevoli.

Oltre a questo lei siederà nel Senato della Repubblica insieme a tutta una serie di personaggi che coltivano ideologie razziste, populiste, fasciste che sono assolutamente anti-cristiane, anti-evangeliche, anti-umane. Mi consenta di dirle francamente che il Vangelo che i pastori annunciano al popolo cristiano non ha nulla a che vedere con ideologie che contrappongono gli uomini in base alle razze, alle etnie, alle latitudini, ai soldi e, mi creda, mentre nel Vangelo non c'è una sola parola sulle unioni omosessuali, sul fine vita e sull'aborto: sulle discriminazioni, invece, sul rifiuto della violenza e su una visione degli altri come fratelli e non come nemici ci sono monumenti innalzati alla tolleranza, alla nonviolenza, all'accoglienza dello straniero, al rifiuto delle logiche della furbizia e del potere.

Mi dispiace, gentile senatrice, ma non riterrò di fare qualcosa né per lei, né per il suo partito, né per i vostri alleati, anzi. Se qualcosa farò anche in queste elezioni questo non sarà certo di suggerire alle pecorelle del mio gregge di votare per quelli che mi scrivono lettere esibendo presunte credenziali di cattolicità.

Mi sforzerò, come raccomanda il cardinale, di mettere in guardia tutti dal farsi abbindolare da certi ex-leoni diventati candidi agnelli. Se le posso dare un consiglio, desista da questa vecchia pratica democristiana di scrivere ai preti solo in campagna elettorale, e consigli il suo capo di seguire l'esempio fulgido del Papa. Sarebbe una vera opera di misericordia nei confronti del nostro popolo.

don Gianfranco Formenton

(lettera ricevuta tramite Giovanni Bachelet)

Alleluja..... :inchino:
 
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49 replies since 18/4/2011, 09:17   520 views
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