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| lo duplico con un po' di anticipo, ma la fonte-GS mi scuserà, tanto le copie da vendere sono vendute CITAZIONE RIFORMA DEI CAMPIONATI Il presidente LNP Drocchi ribadisce il "no" delle associate al nuovo torneo di sviluppo. «Aperti al dialogo con la Fip, ma serve unità di intenti»
Esprime in maniera forte e chiara...ma allo stesso tempo civile - almeno per ora - il suo dissenso totale ed assoluto nei confronti del "campionato di sviluppo" ideato dalla Fip (al momento solo nelle linee-guida) una LNP decisa a farsi valere in tutte le forme e le sedi possibili. A spiegare le motivazioni del "no" alla "cosa" o "LegA3" che dir si voglia è lo stesso Roberto Drocchi, massimo dirigente dell’associazione delle società dei campionati nazionali che fa il punto della situazione dopo l’assemblea di settore di A dilettanti svolta ad Assago: «Ritengo che in questo momento sia fondamentale da parte di tutte le società di LNP dimostrare unità di intenti ed esprimere una reale, concreta e soprattutto motivata contrarietà a questa riforma, contrariamente a quanto espresso dalla Fip che non spiega le ragioni di questa iniziativa. Fino al 5 giugno le società assumeranno posizioni responsabili senza alcuna minaccia ma semplicemente ribadendo i problemi che questa novità andrebbe a creare dal punto di vista di sponsor, interesse del pubblico e soprattutto del morale, trattandosi di una retrocessione di fatto dal terzo al quarto campionato, ed a cascata per B2 e C1, non derivante da risultati del campo e non meritata neppure a tavolino».
- Quale linea avete scelto per provare a far valere le vostre ragioni? «Procedere con estrema durezza può essere limitativo: crediamo ancora nella strada della fermezza ma allo stesso tempo del dialogo, almeno fino alla data dell'emissione delle DOA oltre la quale non si potrà andare. Auspichiamo però che il presidente Meneghin possa trovare altri metodi anche all'interno dei nostri campionati per portare avanti politiche in favore dei giovani e del recupero delle grandi piazze, ampiamente condivisibili in linea generale ma ottenibili in maniera molto meno invasiva rispetto alla creazione di questo campionato di sviluppo estremamente penalizzante per le società di LNP».
- Dunque la LNP è disposta in linea di massima a recepire i principi del "campionato di sviluppo" a patto che se ne parli all’interno dei tornei già esistenti? «Da parte nostra c'è massima disponibilità per provare ad introdurre i concetti di Under e Wild Card nel contesto dei tornei LNP: l'ultima proposta ufficializzata prima del Consiglio Federale era con un Under sempre in campo e 4 in panchina, se pensiamo che i 6 giovani obbligatori ne porteranno analogamente uno sempre in campo la differenza non è così sostanziale, dunque su questo terreno la Lega aveva convinto le società - pur non entusiaste - ad accettare questa esigenza forte espressa dalla Fip, e la stessa proposta conteneva criteri per recuperare le grandi piazze».
- Quale potrà essere il ruolo dei delegati LNP all’interno della commissione che studierà le modalità attuative del nuovo campionato? E nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo andreste a fondo nell’ipotesi del ricorso al Tas del Coni? «Siamo desiderosi di capire quali sono i margini operativi della commissione: i due principi fondamentali sono da noi condivisi, a questo punto si tratta di capire se ci sono possibilità per modificare la situazione, se invece il campionato di supporto è un dogma sul quale non c'è margine di trattativa seguiremo altre rotte, prima tra tutte quella giuridica nella quale crediamo soprattutto alla luce della lesione del titolo sportivo causata dalla retrocessione a tavolino di 224 società su 228.
Nel momento in cui però le modalità in cui questi principi debbono essere applicati rimarranno aperte, credo che una presa di coscienza ed un passo indietro del Consiglio Federale sarebbero segno di grande coerenza e maturità. Dopo le "frizioni" con le leghe superiori il presidente Meneghin è molto sensibile in negativo ad ipotesi di scontro: per questo siamo molto attenti a non prefigurare uno scenario eccessivamente duro, ma se le cose non cambieranno è evidente che dovremo batterci per tutelare i nostri interessi».
-Qualora dovesse partire davvero il campionato di supporto non c’è rischio che in mancanza di aderenti alla "Wild Card" siano le società di LNP a dovervi partecipare "obtorto collo"? «Sicuramente è così, nel momento in cui dovesse prendere forma nelle modalità anticipate non posso che dire che l'interesse nostro sia quello di una rapida "morte naturale" di questo campionato: da parte nostra non c'è alcuna pregiudiziale, ma le svariate incongruenze che contiene - dalle trasferte su scala nazionale al sovraffollamento di giovani, non dimenticando le 3 retrocessioni su 16 squadre - lo rendono pressoché inapplicabile. Ma il nostro obiettivo non è questo: vogliamo evitare che questo campionato parta lavorando insieme alla federazione, ma allo stesso tempo dimostrando una forte compattezza. Questo è un aspetto del quale la Fip forse dubita, ma per noi è arrivato il momento di tirare fuori gli attributi…»
- Oltre al campionato di sviluppo anche la regionalizzazione della serie C non è un altro aspetto penalizzante per LNP, che rischia di perdere d’un colpo ben 128 associate? »Non vogliamo sentir parlare né del terzo campionato né della regionalizzazione della serie C, altra decisione assolutamente non concordata perché con noi si era stabilito soltanto la gestione regionale degli arbitri in stagione regolare. Anche a loro chiederemo di esprimersi negativamente, nell'ambito della "mission" di tenere compatte tutte le 228 società di Lega Nazionale compreso l'esercito del terzo campionato, che dovrà anch'essa esprimere unità di intenti nel difendere i suoi interessi».
Giuseppe Sciascia
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