Mr Anzai |
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| QUOTE (fede(Buzzer) @ 17/3/2011, 14:24) Mi domando cosa certa gente voglia davvero.
L'Unità d'Italia è giunta con il Risorgimento e si è compiuta dopo la Prima Guerra Mondiale: questo sul piano territoriale. Gli italiani, un tempo divisi da barriere che apparivano insormontabili chiamate differenza di ceto, povertà, latifondo, malattia, lingua, analfabetismo, si sono formati come nazione unica a poco a poco, anche compiendo errori che li hanno temprati. Riguardo alla società ed alla politica, l'affermazione della Repubblica ha sancito le massime tutele personali e sociali, conquiste tutte riportate nella Costituzione: separazione dei poteri, diritti e doveri dei cittadini, uguaglianza paritaria, dignità umana e del lavoro. Cosa volete ancora? Perché dovete infangare una festa per un capriccio, un mal di pancia che vi dura da 66 anni, scaturito da un senso di rivalsa nei confronti di una Storia (intesa come entità metafisica, non come istituto scolastico) che vi ha bocciati? QUOTE (.Torero Camomillo. @ 17/3/2011, 14:25) nell'italia fascista c'era chi era dalla parte del torto (ifascisti) e chi per un'italia diversa (gli altri). se chi era dalla parte del torto (cioè i fascisti) si arroccano su posizioni per cui vorrebbero legittimre qualcosa del ventennio credo che 65 anni di storia non siano valsi a 65 anni diriflessioni. altro discorso è accertare la verità su vendette contro i fascisti finita la guerra. la verità non fa mai male, ma dovrebbe essere chiaro che questo non scalfisce la vittoria della resistenza (con l'aiuto degli americani) sul male assoluto dell'italia che stato il fascismo. Appunto... essendo nato 10 anni dopo la fine della guerra civile, evidentemente non ho avuto a disposizione i 65 (o 66) anni di riflessione (o mal di pancia)... e, come diceva quel tale:«Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.» (Bertold Brecht) Quello che vorrei sarebbe l'Unità d'Italia. QUOTE (fede(Buzzer) @ 17/3/2011, 14:32) QUOTE (Mr Anzai @ 17/3/2011, 14:27) di tutte... perché una democrazie sia tale non basta chiamarsi "Repubblica Democratica" o che la Repubblica si sia dotata di una Costituzione in cui afferma d'esser democratica. Non basta nemmeno che si tengano libere elezioni (e già qui ci sarebbe da chiaccherare a lungo): devono essere presenti, a mio avviso, almeno tre fattori: 1) una istruzione diffusa che metta ogni elettore in grado di fare una scelta senza condizionamenti culturali; 2) il rispetto (anche formale!), da parte della maggioranza dei cittadini, di tutte le minoranze di ogni ordine e genere (sempreché queste si mostrino altrettanto rispettose delle norme e leggi imposte dalla maggioranza); 3) la libera diffusione e circolazione delle idee. 1)Esiste la scuola pubblica, detta tale proprio perché garantita dallo Stato, che è espressione di tutti i cittadini, indistintamente. Quindi la richiesta è già assolta e non occorre che sia reiterata. 2)Art. 5, 6 e 8 della Costituzione: la tutela delle minoranze (etniche, linguistiche, religiose) è già realtà. 3)Art. 21 della Costituzione. La libertà di pensiero e parola è ampiamente garantita, sempre fatti salvi i diritti di terzi (cioé divieto di diffamazione). Tutto è già esaudito. Come no... allora mi permetto di suggerire di aggiungere la tutela delle minoranze politiche e culturali a quelle già citate dal Sacro Testo. Ah... e poi di attuare quanto in esso riportato?
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