Delle elezioni sono stato curioso osservatore in passato e personalmente coinvolto in questa occasione, come candidato. Provo a riportare numeri oggettivi e pubblici, comunicati in assemblea ma finora non riportati sul
sito FIP Piemonte, nè altrove.
VOTI PER IL PRESIDENTE
144 MAPELLI Giorgio (senza alcuna scheda bianca, bene!)
VOTI PER I CONSIGLIERI
84 MASTROMARCO Gianpaolo (Le Province in FIP)
83 ANSELMO Gianfranco (Le Province in FIP)
76 MANCA Fabio (Le Province in FIP)
75 ROBOTTI Mario (Le Province in FIP)
73 PIERMATTEI Piero (Le Province in FIP)
67 TROVATO Julio (INDIPENDENTE) => successivamente decaduto per incompatibilità con carica di LNP60 TRIPODINA Enzo (INDIPENDENTE) => subentrato a Julio Trovato
53 PELLEGRINI Marida (Le Province in FIP)
31 NICASTRO Andrea (INDIPENDENTE)Il totale delle preferenze è di 602 su 144 schede, con una media di circa 4,2 preferenze espresse per scheda, con diverse schede recanti 4, 3, 2 o addirittura 1 nominativo, rispetto al massimo consentito di 6. Un dato molto significativo, a mio parere, riguarda la suddivisione delle società partecipanti in "fisicamente presenti" e "deleganti". Si è passati dal 78+81 del giugno 2011, circa un "fifty-fifty", al 53+91 di stamattina, circa 1:2.
Quest'ultimo è, a mio parere, l'unico dato veramente negativo della giornata.Non ha importanza chi ha vinto, meritatamente, e chi ha perso, altrettanto meritatamente. Conta relativamente, a mio parere, l'assenza di un rappresentante del basket femminile, così come conta relativamente l'assenza di consiglieri di Verbania, Biella, Vercelli, Asti, o l'assenza, con l'eccezione del solo Julio Trovato che stimo e ho sostenuto in modo libero, consapevole e forse determinante, di consiglieri in grado di stimolare la squadra "Le Province in FIP". Giorgio Mapelli è il
nostro presidente, i sei eletti sono i
nostri consiglieri. Si prenderanno cura di tutto il movimento, indipendentemente dal sesso o dalla collocazione geografica. Sapranno tener fede al ruolo e alla responsabilità che ricoprono nei confronti di tutte le società e di tutti i tesserati,
soprattutto di chi è più lontano, non solo geograficamente.
53 società escono vittoriose da queste elezioni. Sono quelle che sono andate a votare. Ce ne sono
altre ugualmente vittoriose, perchè hanno partecipato, per reale impossibilità, con una delega convinta e ben definita, consegnata nelle mani di altri rappresentanti, che nel segreto dell'urna hanno rispettato con onestà le intenzioni delle deleganti. Probabilmente ve ne sono
altre che hanno delegato in modo pigro e deresponsabilizzato, mettendo nelle mani di poche società la possibilità di decidere per molti, disinteressandosi del potere che con superficialità e inconsapevolezza stavano consegnando in mani altrui.
Si è fatto un passo indietro sul piano culturale rispetto al 2011, nel coinvolgimento attivo delle società nella tornata elettorale, nella quale, a mio parere, la strategia ha contato più delle proposte e dei programmi. Non è un caso che nell'unico appuntamento torinese per la discussione degli stessi, abbiano partecipato 7 candidati (fra presidente e aspiranti consiglieri) e appena 4 società.
Il voto non ha premiato fino in fondo la continuità del precedente consiglio regionale. Oltre al presidente Giorgio Mapelli, solo due consiglieri (Fabio Manca e Piero Piermattei) ne faranno ancora parte. Altri consiglieri (Gianfranco Anselmo, Gianpaolo Mastromarco, Mario Robotti) ereditano la responsabilità di rappresentare una continuità di lavoro nello spirito, certamente costruttivo e cooperativo, ma non nella lista delle persone, che perde Marida Pellegrini, oltre a Luciano Mitton, Federico Danna, Alex Cardano, Fedele Valente e Davide Dalmasso.
Condivido la conclusione di Gianni Garrone: ora è tempo di rimboccarsi le maniche, tutti quanti: eletti e non eletti, responsabili vecchi e nuovi, società e organi federali, nell'interesse generale.
Ma non finisce qua.Nei prossimi mesi, forse nelle prossime settimane, toccherà ai
giocatori e agli
allenatori della regione partecipare all'unico momento elettorale per loro previsto in questo quadriennio. Ci saranno candidature ed elezioni per il delegato in entrambe le categorie, che dovrà successivamente eleggere il rispettivo rappresentante all'assemblea nazionale di gennaio. Anche in quel caso, partecipare significherà essere liberi. Viceversa, non partecipare, sarebbe sinonimo di schiavitù intellettuale e culturale.
In bocca al lupo a tutti!
Edited by Andrea Nicastro - 28/3/2014, 14:56