| CASO TORRI-DOPING
Gianni Bugno è il presidente del CPA, il sindacato europeo dei corridori, e naturalmente, da buon sindacalista, non si è tirato indietro al momento di appoggiare le voci di protesta che si sono levate dai corridori all'indirizzo dell'infelice uscita del procuratore generale antidoping Ettore Torri. «E stata un'uscita troppo azzardata, mi meraviglio che venga da lui, uno con un ruolo tanto importante e delicato. Approvo e appoggio la protesta dei corridori, se Torri ha le prove parli, ma se non le ha non possiamo accettare che si spari così nel mucchio. Se anche ci fosse un solo corridore non dopato, avremmo il dovere di difendere quell'unico innocente. E comunque, al di là di tutto, il ciclismo è quello che ha fatto di più, e che più si è avvicinato a risolvere il problema del doping. Negli altri sport è una questione taciuta, questa, emergono pochi positivi non perché tutti siano puliti, ma semplicemente perché non ci sono i controlli che abbiamo noi, controlli che a volte addirittura esasperano i ciclisti per la loro invasività». «Per un ciclista basta la presunzione di colpevolezza, ed è rovinato, titoli, paginate... Stiamo lavorando e insistendo perché si velocizzino le procedure, per fare un esempio Pellizotti è in attesa di un giudizio da aprile, intanto è fermo... Uno non può fare il ciclista per tutta la vita, questo è un lavoro che si può fare per pochi anni. Anche perdere una sola stagione è un danno pesante». Ma i corridori non sono ...uniti... «Il punto è che i corridori vivono da realtà diverse, la differenza che c'è tra una Pro Tour e una Continental è abissale, diverse esigenze, diverse problematiche. Come sindacato stiamo provando a porre l'accento sulla figura dei corridori, che deve tornare centrale nel movimento. Vogliamo il ritorno ai vecchi punteggi personali, le squadre Pro Tour devono avere non solo una licenza pagata a peso d'oro, ma anche i migliori corridori. Per fare un altro esempio, vorremmo che di diritto al Mondiale accedessero i migliori in base alla classifica internazionale: l'Italia ha diritto a 9 posti? Andranno al Mondiale i 9 migliori nella classifica UCI. Al ct il compito di assemblare la squadra e di far andare d'accordo gli uomini, non di selezionarli». Probabile qualche forma di protesta..... «Io non sono per le proteste eclatanti, penso che vadano più contro il pubblico che a favore di una battaglia. Comunque vedremo cosa organizzeranno, non è detto che si aspetti il Lombardia, c'è anche la Parigi-Tours di mezzo (anche se il problema riguarda più il movimento italiano, in realtà). So che stanno preparando qualcosa, aspettiamo le mosse dell'ACCPI e poi ci regoleremo. Di sicuro devono muoversi loro, noi al più possiamo dare tutto il supporto possibile, ma sono i ciclisti a dover capire di essere il motore che fa girare il movimento, e a dover pretendere di più. Stavolta paiono consapevoli del fatto che un certo limite è stato superato, vediamo se poi ognuno tornerà a guardare il proprio giardinetto».
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