CITAZIONE (hustlazz @ 10/5/2010, 08:25)
e aggiungo che è stato girato attorno a un dramma reale con morti reali.
una scelta molto discutibile solo per questo.
e aggiungo ancora che o è un film ocumentario (alla moore per intenderci, ah a proposito almeno il regista americano non ha speculato su dei morti) o è un film satirico. decidetevi perchè secondo me non è ne l'uno e ne l'altro.
Bah, speculare... Moore fece un documentario ("Bowling a Columbine", premiato con l'Oscar) in cui non solo si analizzavano alcuni fatti di sangue accaduti in America e dovuti in larga parte all'ossessione di parte degli statunitensi per le armi, ma ne intervistò anche le vittime: parlo di ragazzi sopravvissuti al massacro della Columbine High School nel Colorado, che ancora oggi soffrono di handicap dovuti a frammenti di pallottole che portano in corpo; gli stessi divennero anche parzialmente protagonisti allorquando accompagnarono il regista alla sede centrale di una grossa compagnia di distribuzione per protestare contro la sua politica di vendita di munizioni letali. E che dire di "Farenheit 9/11", con le interviste ai reduci dell'Iraq, in larga parte mutilati, o l'obiettivo puntato per parecchi minuti sulla situazione di una famiglia di Flint, Michigan, la città natale del regista, che ha patito la perdita di un figlio a Kerbala? Non mi pare si sia gridato allo scandalo o alla speculazione in quei casi. Nemmeno in "Sicko", con i vigili del fuoco di Manhattan, eroi dell'11 settembre, privi però di assistenza sanitaria, che vengono portati a Cuba dove possono usufruire di ottime cure a bassissimo costo.
Lo scandalo non poggia tanto sulla speculazione o meno del dolore altrui, che mi pare non ci sia - altrimenti tanto vale portare in tribunale tutti quegli attori o registi che hanno fatto film di successo, anche satirici, su tragedie quali le guerre mondiali o gli sterminii di massa - quanto piuttosto sulla infelice ed assurda uscita di Bondi. Le sue parole hanno avuto come unica reazione una alzata di scudi un po' ovunque: persino in Francia, se pensiamo che il commissario del Festival di Cannes (di nomina presidenziale, quindi non un giacobino) ha sollevato dubbi sulla maturità personale e professionale del "poeta pidiellino", oltre che sulla coerenza del nome scelto dalla sua formazione politica d'appartenenza in relazione ai fatti... E' quantomeno buffo, infatti, che chi si proclami "Popolo della Libertà" voglia limitare la libertà altrui.
Alla fine della fiera, la mia domanda è una sola: ma che cappero ci fa Bondi al Ministero dei Beni Culturali? Davvero non c'erano alternative al momento di scegliere a chi affidare il posto di titolare del dicastero? Se penso ai cosiddetti intelletuali di destra, mi sembra che un po' di scelta si potesse compiere: Marcello Veneziani (forse però troppo finiano, quindi a Silvio non va bene), o Galli della Loggia (troppo liberale?), o Della Vedova (idem con patate?); fuori dal partito, un indipendente già avvezzo alla politica come Sergio Romano. Perchè Bondi allora? Un personaggio quasi analfabeta della cultura, che confonde la qualità con la quantità (vedi polemica sui fondi al cinema), completamente ignorante di tanti concetti basilari della politica stessa per non parlare del suo impianto positivistico... Perchè lui?