QUOTE (Pizza & Riso @ 11/3/2010, 12:17)
non è questione di sbilanciuarsi..il pensiero di alcuni è risaputo, nel senso che se ne parla direttamente al telefono o a cena o in palestra. molti di questi sono quelli che poi scrivono sul forum.
Non e' vero: io ad esempio non ti ho mai visto e non so nemmeno chi sei, quindi con te non discuto nemmeno!
Parentesi sul femminile: a 11-12 anni non c'e' alcun deficit di forza fra bambini e bambine, ed entrambe le categorie lanciano a canestro un pallone taglia 5. Dai 13 in poi invece si, ma si gioca con un pallone diverso, taglia 6 per le ragazze e taglia 7 per i ragazzi. Questo fatto annulla, o quanto meno mitiga il deficit di forza. Quindi, se c'e' un problema, c'e' in egual misura per entrambi i sessi.
Riporto alcune valutazioni sentite in giro, senza la pretesa di dare una soluzione certa.
Se l'allenatore e' bravo a rendere i suoi giocatori consapevoli del proprio raggio di tiro, saranno i giocatori stessi ad autodisciplinarsi, e cercare soluzioni che favoriscano l'interesse della squadra.
La linea che si allontana non ha impatto solo su chi tira, ma anche su chi deve difendere su "quel" tiro. La scelta dell'attaccante dipende anche dal comportamento della difesa. Con l'arco lontano, la difesa ha motivi in piu' per speculare, se ragiona in modo opportunistico (=> vittoria), o non cambia il suo atteggiamento, se ragiona in modo lungimirante (=> miglioramento difensivo).
Dalla sperimentazione piemontese di quest'anno ho tratto una conclusione: le regole valgono molto meno della cultura degli istruttori. Paradossalmente ben vengano coach che fanno scelte diverse dalla maggioranza, perche' obbligano gli altri a porsi problemi diversi e crescere. Quindi continuerei a scommettere sulla cultura degli allenatori, creando regole "snelle" e a servizio del gioco.
Certo, mi piacerebbe un arco "giovanile" a 6,25. Anzi mi piacerebbe di piu' un arco a 6,00 come in NCAA. Ma se c'e' solo quello a 6,75 non e' un dramma. E' un dramma se noi allenatori smettiamo di pensare, di confrontarci, di prendere in considerazione scelte diverse da quelle alle quali siamo abituati. Quella sarebbe la morte del movimento, non un punto in piu' o in meno su un tiro da lontano.
Edited by Andrea Nicastro - 11/3/2010, 14:47