la_banda_dei_blocchi |
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| Senza entrare, ovviamente, nel merito della questione di chi abbia il miglior rapporto qualità/prezzo, mi pare che ci sia una valutazione preeliminare che sia sfuggita ai più: un giocatore non ha "sempre" lo stesso prezzo, non costa la stessa cifra per tutte le 28 d'A Dilettanti, addirittura può costare 0 per alcuni(nel senso di indisponibilità ad accettare qualsiasi offerta, una sorta di "trappola della liquidità" a rovescio), 10 per altri, 15 per altri ancora. Senza entrare in casistiche geografiche, in fondo "banali"(ad esempio che un giocatore emiliano costerà sempre meno ad una squadra emiliano/romagnola rispetto a quanto possa pretendere lo stesso giocatore da Trapani, Agrigento o Barcellona, non è certo una grande scoperta...), è evidente come un giocatore, in sede di firma del contratto, valuti anche aspetti che prescindono dal fatto economico, e dalla stessa "distanza da casa". Ad esempio "l'esposizione" che una certa squadra gli garantisce, quante possibilità possa avere di un significativo passo in avanti da un punto di vista "professionale" da un certo contratto da firmare, facendo di conseguenza cospicui sconti a chi questa esposizione, queste favorevoli condizioni tecniche, è in condizione di garantire. Ed allora la tabella degli amici di forlibasket.it va necessariamente inquadrata in una diversa prospettiva, innanzitutto come gioco(anche perchè è quasi impossibile calcolare al centesimo il budget di una squadra!), e soprattutto perchè il tempo in cui si calcolava il reddito in una chiave puramente astratta, "annuale", è tramontata da un pezzo. Infatti è facile da intendere come un giocatore possa investire su una certa squadra e/o programma tecnico, per motivi "più ampi", che solo parzialmente derogano dal calcolo nominale della cifra annuale incassata. Senza passare necessariamente per una conoscenza approfondita dell'analisi economica del "reddito vitae" del premio nobel Modigliani, si può intendere come le cose stiano in modo ben più complesso di come appaiano in quella tabella. Basta un poco d'intuito. Ed allora la tabella, più che essere fedele testimonianza delle capacità di programmazione tecnico/economico di quelle con il miglior "quoziente", fotografa i limiti di chi quelle capacità, pur avendo eguale condizioni favorevoli(posizione geografica, allure della piazza), fatica a sfruttarle e presenta quindi "quozienti" inferiori - la "non qualità" invece che la qualità. Ma spesso tecnici e general manager c'entrano poco quando questo quoziente è basso, mentre è innegabile che siano sempre determinanti quando lo stesso si innalza. Edited by la_banda_dei_blocchi - 6/3/2010, 02:01
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